Sono molto contento del risultato ottenuto a Ravenna
Matteo Simone
Il
13 novembre 2022 si è corsa a Ravenna la maratona e i primi tre al traguardo
sono stati tre atleti del Kenya: Nicodemus Kipkurui Kimutai 2h11’55”, Nicholas
Kipkorir Chelimo 2h16’43” e Asbel Kipsang 2h17’22”.
Essendo
valida come Campionato Italiano di Maratona, Alessandro Giacobazzi si è
aggiudicato il titolo italiano con il crono di 2h17’52”, precedendo Alessio Terrasi
2h19’04” e Manuel Togni 2h25’45”.
Tra
le donne la vincitrice è stata la keniana Sarah Jerop in 2h39’13”, mentre
Giulia Sommi si è aggiudicata il titolo italiano in 2h41’19”, precedendo Denise
Tappatà 2h46’07” e Luz Nadine De La Cruz Aguirre 2h50’41”.
Complimenti
Alessandro per il titolo italiano di Maratona? Soddisfatto? Grazie mille! Sono molto
contento del risultato ottenuto a Ravenna. L'obiettivo era quello di vincere il
titolo italiano e finalmente è stato raggiunto. Il tutto è iniziato a fine
maggio quando ha iniziato ad allenarmi Piero Incalza che mi portò subito nella
sua terra d'origine, Francavilla Fontana, paese di grandi campioni oltre che allenatori.
Proprio lì mi disse di cercare una motivazione/ambizione che mi spronasse a
correre forte, di cercare un qualcosa che mi portasse a sognare in grande e che
se tale motivazione non c'era e che se sentivo già di essere arrivato, avremmo
solo perso tempo. Inizialmente rimasi molto traumatizzato e impaurito da questo
suo discorso, ma poi iniziai a fare mente locale e a cercare quella
motivazione.
Io di sogni ne ho tanti ma un obiettivo che sentivo alla
mia portata, a cui ho sempre ambito e che in passato ho solamente sfiorato (nel
2021 a Reggio Emilia nel campionato italiano arrivai 2^) era quello di vincere
il titolo italiano di maratona. Dunque, qualche mese più avanti (settembre),
andai da Piero e gli spiegai questa mia ambizione e da lì iniziammo a lavorare
per raggiungere tale obiettivo. Piero è entrato a gamba tesa nella mia vita e
modo in cui ero abituato ad allenarmi. Lui ha visto immediatamente che sono un
tipo schematico e preciso e a lui questa cosa non piace; quindi cercò di
rivoluzionarmi totalmente, creandomi tante situazioni di disagio, facendomi
uscire dalla mia zona di comfort. Inizialmente lo subii molto questo suo modo
di lavorare, passando tanti momenti difficili in cui mollare era un attimo.
Invece continuai a insistere e a resistere, perché credo tanto nel suo metodo
di lavoro, affascinato molto dal suo modo di essere “scienziato”, in quanto è
una persona che calcola ogni minima cosa, dalla frequenza cardiaca,
all'ampiezza del passo, dal cibo che mangiamo, ecc...
Un
grande risultato, un grande obiettivo raggiunto, un sogno trasformato in realtà
dopo averci creduto ed essersi impegnato con determinazione, passione, grinta
ed entusiasmo dimostrando che si può fare se ci crediamo e se siamo altamente
motivati.
Dietro
un atleta e un successo, c’è il talento ma anche il duro lavoro con l’aiuto di
persone capaci e competenti che sanno motivare, indirizzare, consigliare,
allenare.
Quali
allenamenti sono risultati importanti e/o fondamentali? In vista della maratona di
Ravenna, dal punto di vista tecnico, ci sono stati tanti momenti cruciali che
hanno costruito questa vittoria: dall'altura di agosto al Sestriere, agli
allenamenti sulla sabbia in Puglia, dagli allenamenti senza zuccheri al mattino
(per 10 giorni al mattino mi faceva mangiare o solo proteine tipo uova e
bresaola, oppure mi faceva allenare a digiuno). Penso che proprio quei 10
giorni siano stati i più duri di tutta la preparazione, perché sentivo sul mio
fisico tutti i sintomi dell'ipoglicemia (mal di testa, ingolfato, poco
brillante fisicamente e poco lucido mentalmente), ma quando raccontavo delle
mie sensazioni a Piero, lui era contentissimo perché il suo intento di abituare
il metabolismo a bruciare grassi, stava funzionando.
In
effetti la gara si vince in allenamento, bisogna abituare fisico e mente alla
fatica, simulando il più possibile la fatica della gara con strategie provate e
consolidate nel tempo con altri atleti. Non bisogna sottovalutare nulla, quindi
allenamenti mirati anche in altura, potenziamento sulla sabbia, introdurre
sedute di allenamento per abituarsi al regime alimentare prima e durante la
gara.
Paura,
tensione, ansia, durante la gara? Durante la gara avevo solamente l'obiettivo di vincere
il titolo. Cercavo di ascoltarmi e di seguire al meglio i consigli di Piero. Un
momento di paura l'ho avuto alla mezza maratona dove sono passato 50” più forte
del ritmo che mi aveva detto Piero, ma tramite i consigli della mia mental
coach ho saputo gestire al meglio questa emozione, così come tutte quelle che
si sono presentate prima e durante la gara.
Bisogna
sapersi monitorare e conoscersi bene per capire come si sta andando, cosa si
può fare, come correggere il tiro, avendo in mente l’obiettivo da raggiungere
ed essendo focalizzati per la gara, ricordando consigli di allenatore, mental
coach, amici più stretti, esperti e competenti.
Cosa
hai portato a casa?
Da questa maratona mi porto a casa innanzitutto tantissima soddisfazione per
me stesso, per aver raggiunto un obiettivo a cui ho sempre ambito. Poi mi dà
tanta fiducia per questo percorso che ho iniziato con Piero Incalza.
Questo
obiettivo raggiunto sembra essere un'ottima ripartenza e consolidamento di una
relazione di fiducia con il proprio allenatore e altre figure di riferimento e
sembra che Alessandro il meglio debba ancora venire con questa ottima iniezione
di fiducia e entusiasmo.
Hai
ancora sogni da realizzare? Prossimi obiettivi? Sfide? Ho ancora tanti sogni da
realizzare ma preferisco non svelarli e tenerli stretti per me. Come obiettivo
principale a breve termine ho la Maratona di Roma, in quanto essendo a marzo il
centenario dell'Aeronautica Militare, i maratoneti del centro sportivo
correranno la maratona, essendo appunto qualche giorno prima dell'anniversario.
Nel percorso da qui alla Maratona di Roma sicuramente non mancheranno qualche
cross e mezze maratone.
Immagino
che Alessandro possa avere come sogni il personal best in maratona e
successivamente un’eventuale convocazione in nazionale ma si vedrà cosa
succederà prossimamente, intanto lo vedremo a Roma con gli altri colleghi del
Centro Sportivo di Vigna di Valle a correre la maratona del Centenario
dell’Aeronautica Militare.
Cosa
dicono i tuoi amici di squadra? I miei compagni d'allenamento sono contenti, come lo
sono io quando sono loro a portare dei risultati. Siamo un gruppo molto
affiatato, ci alleniamo mattino e pomeriggio con enorme entusiasmo. Non
esistono leader, ognuno porta nel gruppo il suo contributo.
Come
sei approdato all'atletica?
Ho iniziato a correre prestissimo all'età di 6 anni. Io abito a Pavullo nel
Frignano, un paesino a quota 682 s.l.m. sull'appennino modenese. Lo sport
principale inizialmente era lo sci di fondo e durante il periodo estivo, come
preparazione per la stagione invernale, facevo svariati sport, tra cui
atletica. Successivamente decisi di dedicarmi solo all'atletica, nonostante
ottenessi bei risultati anche nello sci, perché si era creato allo “Stadio
Minelli” di Pavullo un movimento in cui far fatica era il più grande
divertimento.
Hai
un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? Nonostante non abbia mai giocato
a calcio, il mio più grande idolo sportivo è Kakà, essendo tifoso rossonero.
Nell'atletica non ho veri e propri idoli. Sono affascinato da tanti maratoneti
azzurri ma non nessuno in maniera incisiva.
Una
parola o una frase che ti aiuta nei momenti critici? Nei momenti di difficoltà, come
mi ha insegnato la mia mental coach Maria Chiara Crippa, utilizzo gli strumenti
di self talk. Mi auto incito, con un semplice e deciso “dai Alle!”. Poi ce ne
sono tanti altri, ma questo penso che sia quello che funziona meglio.
È
importante sapersi aiutare nei momenti critici, focalizzarsi sul compito e
sull’obiettivo ambizioso da portare a termine con strategie provate e
collaudate in allenamento e/o in altre gare, possibilmente apprese da persone
competenti e professionali.
Nello
sport cosa e/o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Un elemento che contribuisce al
mio benessere e di conseguenza la performance è la serenità. Quando si corre
con una mente libera e serena viene tutto più semplice. Ovvio che la serenità
la si costruisce ma spesso la si trova nelle piccole cose, dalla fiducia o
anche dai piccoli gesti che possono dare le persone più vicine e care a noi.
Poi una routine quotidiana sana contribuisce enormemente al benessere fisico e
psicologico: dall'alimentazione, al sonno o da alcuni esercizi di respirazione
come mi ha insegnato a fare appunto Maria Chiara.
Questa
è una utile, valida e interessante testimonianza di come, a volte, la semplice
serenità può aiutare a contribuisce a fare le cose nel miglior modo possibile,
semplicemente facendo quello che si sa fare, che si è sperimentato in
allenamento e/o in altre gare, senza troppa ansia, tensione, pressioni, un
esercizio di presenza a se stessi compassionevole non giudicante ma con la
fiducia di potercela fare essendosi impegnati a dovere.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere praticando sport? Sicuramente lo sport mi ha
insegnato a vivere, a saper reagire nei momenti di difficoltà, a non
arrendermi, a sognare, a faticare. Ma il carattere che applico nello sport lo
devo sicuramente ai miei genitori. Mia mamma e mio papà hanno fatto per una
vita i casari (produttori di Parmigiano Reggiano). Ogni giorno, ogni mattina,
che fosse Natale, Pasqua o il primo dell'anno, si svegliavano alle 5 del
mattino e andavano a lavorare. Loro mi hanno insegnato la passione; senza di
essa penso che sia impossibile fare grandi sacrifici. Che poi fatico a chiamarli
sacrifici, in quanto quando si fa una cosa con passione, si è felici di farla.
Bene, io sono felice di correre. (attualmente i miei genitori sono felicemente
in pensione, ma in caso di necessità, continuano a dare il loro contributo
sempre nell'ambito del parmigiano).
Quando
si vive nella fatica, si traggono insegnamenti molto validi e utili e i
risultati in ogni ambito della vita sicuramente verranno. Lo sport facilita i
processi di crescita, e responsabilità della persona, andando incontro a
momenti di fatica, esultazione, vittorie e sconfitte e apprezzando tutto come
fasi della vita, come ciclicità che viene e passa senza attaccarsi a nessuna
fase ma accettando quello che c’è e cercando sempre di far meglio e migliorare.
Ritieni
utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? Avendo avuto l'esperienza della
psicologa dello sport, ritengo molto utile tale figura. Con essa è possibile
innanzitutto conoscere meglio se stessi e come funzioniamo, adottando degli
strumenti da utilizzare qualora prevalgano emozioni che possano portare fuori
rotta. Io personalmente ritengo molto utile tale figura professionale, in
quanto ho testato su me stesso i benefici.
La
base di tutto è la consapevolezza, dei propri bisogni, necessità, motivazioni,
obiettivi, capacità, risorse, caratteristiche e poi si passa a volersi
impegnare incrementando l’autoefficacia e sviluppando resilienza, sapendo
gestire eventuali ansie, paure e tensioni e focalizzandosi nel gesto atletico
performante cercando di entrare in una situazione per ottenere una eventuale
peak performance.
Qual
è il prezzo da pagare nella pratica dello sport? Nel praticare sport, secondo me,
non c'è nessun prezzo da pagare. Si può solamente guadagnare soprattutto in
termini fisici e mentali.
Davvero
una bella, interessante, utile chiacchierata scritta con un grande atleta che
ho avuto l’opportunità di parlarci qualche anno fa di persona e che auguro il
meglio nei prossimi giorni, mesi, anni.
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