giovedì 1 dicembre 2022

Giuseppe De Rosa 8° all’Extremo Sul Ultramarathon (BRA) 226km

 Lo sport mi ha dato il sorriso e la voglia di vivere ogni giorno della mia vita 
 Matteo Simone 
 

Tra il 25 e il 27 novembre 2022 ha avuto luogo l’Extremo Sul Ultramarathon (BRA) 226km e il vincitore è stato Geovane Griesang in 33h20’, precedendo Wolmar Fernandes de Souza 37h Fabio de Moura 37h. 

Tra le donne ha vinto Lucinara Luchese Guerreiro in 38h07’, precedendo Andreia Souza 43h20’ e Mara Carmona Torres 46h33’.
Tra i partecipanti anche l’italiano Giuseppe De Rosa in 44h38’ e di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso sue risposte a d alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Come sei approdata alle ultramaratone? Ciao Matteo, premettendo che io non sono un atleta, sono stato un ragazzo obeso con problemi legati alla mia alimentazione, sono arrivato a pesare137 kg, bullizzato e allontanato da tutti i miei coetanei, io ho iniziato a fare sport per uscire da un contesto di un piccolo paese, la corsa è stata una fuga da me stesso. Il mio percorso nello sport? Ho iniziato a camminare, poi a correre, poi dopo 3 mesi ero sulla linea di partenza della maratona di New York. 

Per ogni problema percepito vi è almeno una soluzione e Giuseppe per la sua problematica, sembra aver individuato lo sport e in particolare l’
ultramaratona come possibilità di uscirne fuori e sentirsi appagato e realizzato.
 
Complimenti per la prestazione in Brasile, a chi la dedichi? Questa prestazione la dedico a tutti i ragazzi che sognano e che almeno un giorno nella loro vita andando a letto e hanno sognato almeno una volta di essere campioni non solo nello sport ma nella vita. 

Giuseppe ha dimostrato che si può far tutto, si possono fare piccole o grandi cose trasformando piccoli o grandi sogni in realtà, mettendosi in gioco, provando con impegno e coraggio a fare qualcosa di diverso dal solito, allenandosi e gareggiando. 
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? Non mi sono mai sentito campione, e odio anche il nomignolo che mi hanno dato: Superman. 

Giuseppe sembra essere proprio un Superman non solo per il fatto che riesce a fare cose considerate straordinarie ma anche perché è
straordinariamente umile e modesto non vantandosi di quello che riesce a fare.
 
Nello sport cosa e/o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Sono un autodidatta in tutto, nessuno ha mai creduto in me, a un certo punto mi ridevano anche alle spalle. Non è facile in un piccolo paesino. 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? I miei familiari quando mi hanno visto con lo zaino in spalla hanno pensato che fossi impazzito, un po’ tutti a dire la verità, ero diventato lo scemo del paese. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? La mia risorsa più grande? La mia determinazione. 
Che significa per te partecipare a ultramaratone?
L’ultra maratona per me è tutto, è la mia vita, non riesco a stare senza, mi fa sentire vivo. 

Partecipare a ultramaratone è una dura prova ma si porta a casa la consapevolezza di aver vissuto a pieno in situazioni forti e intense con tutto il corpo, il cuore e soprattutto con la testa che aiuta a uscire fuori da ogni situazione critica. 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: prima, durante e dopo una gara? Le sensazioni sono bellissime, prima c’è un'ansia pazzesca, durante ti godi ogni attimo di essere lì in quel preciso istante e dopo la medaglia al collo ti fa sentire la persona più felice del mondo. 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Le difficoltà dell’ultramaratona in autosufficienza sono tantissime, mentali e fisiche, non è facile. 
Quali abilità fisiche e/o mentali bisogna allenare?
Devi allenare il tuo corpo tutti i giorni e la mente deve essere pronta a tutto. 

Sensazioni forti e intense prima, durante e dopo una qualsiasi gara che sia anche considerata estrema ma si può attraversare tutto con attenzione e concentrazione, attenti a cosa si va incontro e proseguendo fino al traguardo. 
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? I sono molto legato all’Africa, la gente, i villaggi i bimbi che ti corrono dietro ai tuoi passaggi. 

Tra il 18 e il 27 maggio 2022, Giuseppe ha partecipato alla “The Track Namibia 520km/9stages corsa a tappe” impiegando 3 giorni 7h14’44”. 
Spettacolari e ricche si sensazioni ed emozioni forti le esperienze in Africa, ho potuto apprezzare a Iten, vicino Nairobi in Kenya quanto è sentita la corsa in ogni persona dai neonati agli adulti. 
La tua gara più difficile?
Nomad Lapland in Finlandia, 270 km no stop con una slitta di 35 kg da trainare a –40. 

Tra il 24 e il 28 gennaio 2022, Giuseppe ha partecipato alla "1st NOMAD Lapland (FIN) 237km impiegando 2 giorni 11h38’30”. 
Sembrano gare davvero molto proibitive al di fuori di ogni immaginazione, eppure esistono e c’è chi partecipa arriva fino alla fine e anche integro. 
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Lo sport ti aiuta a conoscere il tuo corpo, la tua mente, d superare i tuoi limiti, a uscire dalla depressione e a non incorrere a droghe o cattive amicizie. 

In effetti, lo sport risulta essere un ottimo rimedio e antidoto contro ogni cattivo e malsano stile di vita e altri coinvolgimenti in comportamenti poco raccomandabili. 
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? Il doping non esiste per me, non ho mai cercato scorciatoie. 

Altro che scorciatoie per Giuseppe che cerca sempre gare più lunghe, di più giorni, senza pretese e senza stress di primeggiare. 
Una parola e/o frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?
Io ci ho sempre creduto, sempre. Mi sono sempre detto che non mi sono mai fatto condizionare dalla paura e da chi non credeva in me. 
In che modo ti senti un riferimento per gli altri atleti? Non mi sento un punto di riferimento. Anzi io non mi sono mai sentito importante o qualcuno che potesse essere migliore di altri. Ero l’ultima ruota del carro sempre e non mi volevano neanche in porta nelle partite dell’oratorio. 

La testimonianza di Giuseppe sembra essere una vera storia di riscatto, un modo per cercare dentro se stesso modalità e opportunità per sentirsi vivo facendo qualcosa per sé, dimostrando a se stesso che può ottenere i suoi successi applicandosi e mettendosi in gioco con coraggio e spirito di scoperta. 
Cosa c’è dietro un successo?
Tantissimo, sacrifici, giorni a dire di no agli amici, no alle cene, no alla mamma che ha preparato un piatto importante, no a tantissime cose. 

Dietro ogni successo percepito c’è una retta via fatta di sacrifici e privazioni ma che poi torna tutto in termini di soddisfazioni personali e ricchezza interiore. 
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Lo sport non mi ha tolto niente. Mi ha dato tanto. Mi ha dato il sorriso e la voglia di vivere ogni giorno della mia vita. 

Davvero una grande scoperta lo sport come soluzione finale a ogni disagio percepito, un regalo guadagnato con il duro lavoro e l’applicazione quotidiana che ah prodotto frutti prelibati in termini di ricchezza emotiva. 
Quali sono sati i tuoi allenamenti più importanti e decisivi? Io non ho un personal trainer, non ho un nutrizionista, non ho nessuno, mi alleno tutti i giorni serenamente senza nessuna costrizione. 

Stress zero senza lavori obbligati da un programma di allenamento ma solo allenamenti istintivi a sensazione, un ottimo approccio allo sport, una pratica di sperimentazione sportiva senza stress ma solo per il piacere di fare movimento. 
Cosa consigli agli atleti per affrontare le competizioni serenamente?
Consiglio di non guardare il tempo finale ma come si sta alla fine di un traguardo. 

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