venerdì 23 dicembre 2022

Katia Aere, Bronzo Paralimpiadi: Ho avuto il coraggio di non smettere mai di sognare

 Un Sogno da realizzare? Parigi 2024!
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it
 

Katia Aere, ASD Polisportiva TRivium Spilimbergo, ha esordito in Nazionale nel vincendo due medaglie di bronzo - crono e su strada - ai Campionati del mondo di paraciclismo a Cascais, nel Portogallo, a giugno del 2020.

Ha partecipato ai Giochi Paralimpici di Tokyo, ottenendo la  medaglia di bronzo nella gara di handbike femminile, categoria H5, preceduta dalla statunitense Oksana Masters (medaglia d’oro) e dalla cinese Bianbian Sun (medaglia d’argento).
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Katia attraverso rispose ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho avuto la grande fortuna di crescere in una famiglia dove lo Sport si respirava a pieni polmoni (papà che giocava a calcio, bocce, pesca sportiva, mio fratello che sin da ragazzino calcava le piste di atletica e i campi da basket, andare a vederlo gareggiare era un appuntamento che univa tutta la famiglia sugli spalti o a bordo campo … era la fine degli anni 70 e i primi anni 80 ed era un bellissimo momento di aggregazione, confronto, condivisione dentro e fuori dal campo!) appartenendo al tessuto famigliare a tal punto che in prima media è stato naturale, quasi un’esigenza, per me scegliere lo sport che avrei vissuto e mi avrebbe rappresentata per gli anni a venire … dico vissuto e non semplicemente praticato. Lo Sport (scelsi l’atletica leggera come mio fratello) ha pertanto accompagnato la mia crescita fino ai miei 18 anni finché un brutto infortunio e la scelta di un percorso scolastico impegnativo mi ha indotto a fare un scelta ed abbandonare l’agonismo …
Lo Sport mi ha aiutato a crescere trasmettendomi tutti quei valori positivi necessari ad una crescita sana ed equilibrata; mi ha insegnato il valore del rispetto delle regole, mi ha insegnato a essere indipendente e a stare in gruppo allo stesso tempo, mi ha insegnato il rispetto dell’altro come me stesso, la gioia della vittoria ma soprattutto la capacità di ripartire dopo una sconfitta, mi ha insegnato a sviluppare ma soprattutto a credere nelle mie potenzialità … il tutto fortificandomi nel fisico ma soprattutto nella mente! … quasi a volermi preparare agli anni e alle difficoltà che sarebbero seguiti….
Giugno 2003 mi ammalo di una malattia rara autoimmune che non mi  lascia nemmeno il tempo di rendermene conto … in meno di 24 ore, implacabile e devastante, distrugge la muscolatura e mi costringe all’immobilità in un letto d’ospedale, senza potermi muovere, alimentare e con dolori atroci …
Privandomi letteralmente della mia identità se non quella della malattia che scandiva tutta la mia quotidianità, con i suoi tempi e le sue castranti limitazioni … l’aspetto più complicato è stato proprio l’incapacità di riconoscermi perché ciò che c’era prima (e che continuavo disperatamente a ricercare … )  non c’era più…
Quando nel 2008 la compromissione della capacità respiratoria mi costringe all’ossigeno terapia giorno e notte lasciando poco spazio a speranze di sopravvivenza capisco che in qualche modo devo reagire, l’unico modo che conosco è attingere a quella scoperta delle proprie potenzialità che lo Sport mi aveva insegnato da ragazzina …
Ed è lo Sport la chiave che mi  spalanca la porta della Consapevolezza di me stessa nella mia diversità ed unicità insieme
La Consapevolezza, il mezzo necessario per poter fare la differenza tra chi la malattia voleva che fossi e chi invece ho voluto fortemente diventare, con caparbietà, tenacia e un pizzico di follia…
E’ così che superata la fobia dell’acqua (per intraprendere necessariamente un percorso di idrokinesi) a quasi 40 anni imparo a nuotare e non molto tempo dopo divento una nuotatrice agonista paralimpica, bruciando ogni tappa possibile. Dal nuoto in vasca allo sperimentare il nuoto in acque libere, il nuoto pinnato e l’apnea!
Nell’agosto del 2018 l’incontro illuminante con Alex Zanardi e la scoperta inaspettata dell’handbike … nel 2019 sperimento l’agonismo nel paraciclismo e nell’autunno 2020 la mia prima convocazione a un ritiro in maglia Azzurra che mi condurrà in tricolore nella primavera del 2021 al Mondiale in Portogallo: i 2 podi centrati costituiranno il Pass per Tokyo e l’Olimpiade …
 
Katia ha descritto la sua testimonianza di una vita fatta di piaceri e dispiaceri, avventure e sventure, cadute e rialzate, grazie a una grande fonte e ispirazione di vita, la consapevolezza che è alla base del nostro vivere, del nostro vivere bene e consapevolmente, di chi siamo e chi vogliamo essere impegnandoci e credendoci.
La testimonianza di Katia è un ottimo insegnamento alla vita che si dipana nel corso degli anni felicemente in contesti familiari e amicali, si apprende a vivere bene in salute seguendo stili di vita tesi al benessere e alla salute, possibilmente praticando sport che aiuta a conoscersi, a esprimersi a superare eventi e situazioni critiche e difficili.
Katia spiega come sempre bisogna trovare la forza di andare avanti reiventandosi e grazie anche a chi incontriamo nel nostro percorso di vita, che siano familiari, amici, amanti. Ognuno può essere una ricchezza per l’altro, un aiuto, un consigliere che fa intravedere strade e percorsi, risorse nascoste e potenti individuali.
Nello sport cosa e/o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Direi un insieme di cose… innanzitutto la Passione inesauribile per ciò che faccio e per come mi fa sentire … la forza mentale che lo sperimentarmi mi restituisce e che mi induce a sperimentare nuovamente! … l’identificazione consapevole degli Obiettivi da raggiungere e, conseguentemente, la programmazione accurata del lavoro.
Tutto questo affidandomi e fidandomi di collaboratori che lavorano insieme a me per il raggiungimento degli obiettivi (medici, fisioterapisti, tecnico ciclismo, tecnico nuoto, mental coach ).
Importantissima, inoltre, la famiglia e gli affetti che sono un aspetto rilevante di questo Tutto perché contribuiscono a dare stabilità ed energia positiva e a non perdere mai di vista le proprie origini e i valori fondamentali della Vita.
 
Un insieme di cose aiutano a star bene, a vivere pienamente e consapevolmente, a sperimentare il successo attraverso una programmazione mirata di obiettivi e grazie a una pianificazione minuziosa di allenamenti fisici e mentali.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Non glielo ho mai chiesto in modo diretto, quindi non lo so con precisione …Tuttavia, agli esordi percepivo che c’era molta preoccupazione da parte loro …Non dimentichiamo che la mia disabilità deriva da una malattia autoimmune che agli esordi ha messo in discussione la mia stessa sopravvivenza… pertanto vedermi faticare, o in affanno, o dolorante durante o dopo gli allenamenti, comprendo sia motivo, per loro, di apprensione. Ma ho la certezza che capiscono che questo è il percorso che io ho voluto intraprendere per me stessa e mi sostengono in tutto ciò che faccio …  e nei loro occhi leggo orgoglio e ispirazione ogni volta che con determinazione mi sperimento …
 
Katia sembra aver ribaltato la sua situazione fisica e mentale, da persona fragile e degna di cure e attenzione a persona forte e resistente con voglia di performare con coraggio e senza paure e tensioni, qualcosa di straordinario e fuori dal normale, un messaggio per chi gli sta vicino e per chi si trova in condizioni disperate per non sapere come reagire a sventure.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? Mi piace pensare a me stessa come a un’Anima in continua evoluzione, a una Donna che ha sovvertito tutti i pronostici perché non si è mai arresa, non ha mai smesso di lottare per la vita, non ha mai smesso di credere che i pronostici a volte vanno sovvertiti perché dipende da Noi stessi ciò che siamo e chi vogliamo essere, ma soprattutto non ha mai smesso di credere nei sogni! Ciò significa che Chi sono oggi Donna e Atleta, l’una inevitabilmente espressione dell’altra e viceversa è l’espressione di tutto ciò che ho fortemente voluto, inseguito e realizzato con tutta me stessa! … la mia esperienza di “Vittoria sulla Vita”, prima ancora che nello Sport ma attraverso lo Sport! E alla luce di questo ti rispondo che oggi non mi mancano certo Consapevolezza, Passione, Costanza, Testardaggine, Perseveranza, Resilienza, Resistenza, la Volontà di non voler sprecare nemmeno un secondo della mia Vita… il tutto condito con un pizzico di leggerezza e follia!
 
Una ricca e bella testimonianza di persona, donna, atleta coraggiosa e ostinata a non farsi fermare da nessuno e da niente, decisa ad andare avanti cercando di trasformare qualsiasi sogno in realtà, con elevata consapevolezza, autoefficacia e soprattutto resilienza che la contraddistingue in pieno.
Che significato ha per te la maglia azzurra, i bronzi mondiale e paralimpico?
Credo fermamente che vestire l’Azzurro e rappresentare la propria Terra nel mondo sia il Sogno di ogni atleta … un’espressione, questa, che diventa massima nella partecipazione ad un Olimpiade! Realizzare in così poco tempo entrambe questi sogni ma soprattutto centrare l’impresa del podio Olimpico per me ha significato acquistare ancora maggiore consapevolezza di me stessa, delle mie potenzialità… la percezione di un nuovo punto di partenza … la conferma che lavorare in silenzio ma con convinzione e senza risparmiarsi paga sempre … nuovo carburante per vivere questa mia vita al limite!
 
Una grande scoperta in un periodo di vuoto che potrebbe essere definito fertile, dalla malattia alla Paralimpiadi, dall’arrendere a nuotare alla bici e poi alla Paralimpiadi, qualcosa di eccezionale e straordinario, con umiltà e modestia, andando sempre avanti e arrivando a conclusione, portando a casa ricco bottino e ripartendo da una consapevolezza superiore di poter fare altro per sé e per gli altri che potrebbero essere increduli rispetto ai propri sogni.
Una speranza di sogni per tanti in condizioni analoghe, un trampolino di lancio per tanti altri che non riescono a sperare in un futuro migliore.
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo una gara?
Sono molto emotiva, ma ho imparato a canalizzare questa mia emotività a servizio della performance come fosse adrenalina pura da sfruttare al meglio. Il giorno che precede un evento agonistico controllo con cura quasi maniacale il materiale … è un modo per non lasciare nulla al caso, predispormi mentalmente alla performance spostando l’attenzione dalla tensione pre-gara…Durante lascio che istinto, la condizione fisica preparata al meglio e la concentrazione si liberino per operare sinergicamente …Al traguardo lascio che le emozioni si esprimano perché a prescindere dal risultato considero ogni evento come un momento di crescita personale …Dopo, a mente fredda l’analisi della prestazione da sola e condivisa con il mio Team …Ah! Ogni traguardo tagliato è motivo di celebrazione nel “dopo”!
 
Le fasi dello sport prevedono momenti di preparazione e programmazione, momenti e periodi di azione consapevole cercando di esprimersi al meglio avendo tutto sotto controllo o anche lasciandosi andare entrando in un flow performante e momenti di distensione, entusiasmo, elaborazione dell’accaduto, condivisione e apprendimento per ripartire.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi?
Se parliamo di difficoltà istintivamente penso a quelle logistiche legate alla mia disabilità, come ad es. gli accessi alle strutture (ad es piscine), alla necessità di avere assistenza per la gestione dell’handbike … oppure la difficoltà di programmazione della giornata come inserire 2 o 3 sessioni di allenamento e fkt dopo il lavoro (sì, perché anche lavoro!).
Se poi parliamo di rischi … beh il rischio più evidente (mai come in questo periodo storico… ) è allenarsi su strada, nel traffico ma soprattutto tra la disattenzione “leggera” degli automobilisti… Non trascurabile, inoltre, il rischio di infortunio muscolare, considerati i carichi di lavoro che gravano su una  patologia di base muscolare.
 
Si mette in conto tutto, ma si può fare, questo sembra essere il messaggio di Katia, si può fare tutto se c’è passione e motivazione, si trova il tempo, l’aiuto e le modalità per allenarsi e gareggiare, in ogni caso , in ogni momento, organizzandosi e facendosi aiutare.
Quali abilità fisiche e/o mentali bisogna allenare? "Se puoi pensarlo  ... Puoi farlo" "Il cuore e la  mente oltre i limiti che il corpo ti impone"… Pensiero, questo, diventato la chiave di lettura personale per vivere questa mia  “vita al limite”. Ma per arrivarci ho dovuto maturare un percorso fatto di paure, incertezze e tanta fatica… perché per un periodo discretamente lungo della mia vita, la parte più difficile è stato proprio Pensarlo!
Le abilità fisiche sono indiscutibilmente da allenare per la pratica dello Sport a qualsiasi livello; le sessioni di training sono calibrate al raggiungimento di target fisici ben precisi (forza, potenza, resistenza, … )…

La componente mentale è importante tanto quanto quella fisica, va coltivata e allenata … la motivazione, la capacità di identificare degli obiettivi, di mantenere un focus, di canalizzare le emozioni e l’energia positiva, di rimanere concentrato anche durante lo sforzo, di saper reagire velocemente all’imprevisto …

 
Ottima consapevolezza, ottimi suggerimenti, un mantra utili per tutti, avere la capacità di pensare certi obiettivi e poi tramutarli in realtà, si può fare davvero, crederci e mettersi all’opera, un passo alla volta, gradualmente, senza scoraggiarsi da subito.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per un periodo piuttosto lungo ho pensato di non averne assolutamente bisogno anzi temevo potesse minare l’equilibrio che con tanta fatica avevo raggiunto … poi nel 2021 vinco una borsa di studio con un Team di mental coaching e scopro che questo tipo di confronto mi rende ancora più forte. Fare l’atleta è un impegno non solo fisico ma anche mentale e se lo inseriamo nella routine giornaliera (lavoro, famiglia, impegni istituzionali e quant’altro) può essere logorante …Un sostegno psicologico o di mental coaching può diventare uno strumento per riprogrammare o ricalibrare focus ed energie che possono essersi smarrite in questo senso.
La tua gara più difficile? Quella per la Vita. 

Davvero Katia dimostra di apprezzare non solo la vita, ma ogni momento di essa che sia anche dolore e/o fatica, ma va vissuta in pieno, senza limiti, senza risparmiarsi, esperienze intense, ricche, dense.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? La crisi è un momento di passaggio, la devi mettere in preventivo … elaborarla ti permette di crescere sfruttando le sensazioni e i pensieri che l’hanno attraversata…Le sconfitte fanno parte del gioco … impensabile pensare un percorso di sole vittorie! Servono per ricalibrare il tiro! Gli infortuni sono l’aspetto peggiore … anche loro li metti in preventivo ma quando si presentano incidono non poco e obbligano a fermarsi, rivalutare e ricalibrare la programmazione del lavoro in funzione al  recupero fisico e all’adattamento mentale.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Lo Sport  rappresenta uno spaccato del tempo in cui viviamo … è lo specchio della nostra società rappresentandone al meglio i valori, in grado di trasmettere modelli di vita ma soprattutto in grado di ispirare attraverso l’esempio di campioni di Vita. Lo Sport forma e sviluppa capacità e abilità, sia da un punto di vista motorio che psicologico-emozionale e della personalità, è motore di inclusione sociale (che preferisco definire condivisione!) in grado di abbattere barriere e  stereotipi limitanti, ma soprattutto è in grado di affinare le potenzialità e le risorse nei ragazzi, rendendoli indipendenti e allo stesso tempo consci della forza di lavorare in squadra; li prepara sostanzialmente alla vita! In quest’ottica mi piace pensare allo Sport come un Diritto di Tutti, un Valore cui poter accedere indipendentemente dall’età, dal sesso, dallo stato sociale e culturale … e nello stesso tempo a un Dovere di Tutti inteso come un’opportunità di crescita che dobbiamo a noi stessi!
 
Una grande opportunità di conoscenza di se stessi, di crescita, di opportunità di stare con altri condividendo sogni, passioni, fatiche, vittorie e sconfitte.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? Quando ho realizzato che sarei sopravvissuta alla malattia mi ci sono voluti anni per ritrovare la mia identità e ricostruirmi una vita che mi rappresentasse e mi restituisse  dignità… anche attraverso lo sport! Nel doping non c’è nulla di dignitoso… anche solo il pensarlo sarebbe significato rinunciare a quella identità così tanto cercata e fortemente voluta… non c’è nulla nel doping che possa rappresentarmi… i valori cui mi ispiro sono imprescindibili.
Non si è mai trattato di una Vittoria “ad ogni costo” … ma piuttosto di un viaggio alla scoperta di me stessa intrapreso ad un costo altissimo ma che mi ha restituito tanto e che non finirà mai perché si colora di nuove sfumature ogni giorno di vita vissuta!
In questo viaggio porsi degli obiettivi su cui lavorare e da voler raggiungere è stato il carburante per vivere day by day … ora … in quest’ottica il doping nella mia vita non avrebbe alcun significato …
Sono passata dalla paura del Tutto ad essere artefice del mio destino … i miei pensieri e le mie scelte raccontano chi sono … una donna e un’atleta assolutamente libera da artifici di qualsiasi tipo (la malattia e le terapie cui sottopormi di per se stesse sono già artifici limitanti) e contro qualsiasi tipo di scorciatoia!
Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping?
Non credo nelle  Vittoria “a ogni costo” ma nella consapevolezza delle proprie potenzialità e nell’impegno profuso ad affinarle…
Credo nella responsabilità degli individui anche di essere fedeli e rispettosi di se stessi e dei propri valori…Se ad un certo punto del tuo percorso sportivo pensi di aver bisogno dell’aiutino significa che non credi fondamentalmente nelle tue capacità fino a perdere la stima di te stesso…La cosa che non vorrei mai perdere di me stessa è la dignità … una vittoria “dopata” non può essere dignitosa! Preferisco pensare alla Vittoria non in termini assoluti ma come raggiungimento del mio obiettivo personale attraverso un percorso consapevole.
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? Era l’estate del 2012 e … mi sono ispirata a Qualcuno! … Alex Zanardi e la sua vittoria sul destino e sulla vita aldilà di quella sportiva sarà la chiave di svolta inducendomi a chiedermi per la prima volta, dopo innumerevoli “non puoi”, “perché no?” Da lì a scegliere di Voler diventare un’atleta paralimpica il passo è stato davvero ed incredibilmente breve…
Ma ora che mi ci fai pensare credo che anche da bambina, quando ho scelto di fare sport, in realtà fossi ispirata … dall’esempio di mio fratello! ( lo dimostra il fatto che scelsi l’atletica leggera proprio come lui … )

Bello avere persone a cui ispirarsi in modo corretto e leale, cercando di fare cose straordinari con il proprio fisico e la propria mente, godendo di quanto si è sperimentato attraverso l’impegno e la fatica.
Una parola e/o frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? Crederci fino al giorno dopo” me lo ha insegnato il mio Coach, colui che ha iniziato a credere in me stessa e nelle mie potenzialità prima ancora di me stessa e che mi ha accompagnato fino all’esperienza Olimpica!
Sogni realizzati e da realizzare? Nonostante la Vita con me sia stata a tratti avara ho avuto il coraggio di non smettere mai di sognare e di credere che se ci credi con tutta te stessa sia possibile realizzarli … e tanti li ho vissuti pienamente … ne sto sognando ancora molti … e in ognuno di essi sorrido di gioia e non sono sola … questo sta a significare che sogno di vivere pienamente ogni giorno in modo che mi rappresenti e mi appaghi … e sogno di vedere felici i miei Affetti più cari …Sportivamente parlando? Un Sogno da realizzare? Parigi 2024!
 
Oramai Katia vola, è proiettata verso sogni sfidanti, difficili ma non impossibili, con la consapevolezza che è riuscita a fare cose straordinarie  e può continuare impegnandosi e credendoci a ottenere quello che crede importante per se stessa.
In che modo ti senti un riferimento per gli altri atleti?
Non mi sono mai sentita un riferimento … ma con il trascorrere del tempo ho capito che lo stavo diventando, per i giovani e meno giovani, nello sport ma soprattutto nella vita di tutti i giorni…
In realtà sento la responsabilità come atleta Nazionale di veicolare messaggi di positività attraverso esempi di comportamento etico soprattutto ai giovani, ai quali mi viene chiesto spesso di approcciarmi raccontandomi …
 
Un grande esempio di donna e atleta consapevole e resiliente, che vive la vita semplice e piena nello stesso tempo, piena di sfide e soprattutto sensazioni ed emozioni forti.
Cosa c’è dietro un successo? Tanto impegno, tanta fatica, sudore e a volte dolore. Tante ore fuori casa o lontano dai propri Affetti. C’è la necessità di non lasciare nulla al caso, per quanto possibile… C’è la certezza che non si molla nemmeno quando il caso ci mette lo zampino, che non si cede un millimetro nonostante tutte le difficoltà…
C’è la certezza che il successo sta già di per se stesso in tutto ciò che ho descritto sopra.
 
Si può fare, nonostante tutto, tutto ha un senso, un valore, un insegnamento.
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Personalmente mi ha tolto la paura dello sperimentare e dello sperimentarmi…Mi ha dato la grande opportunità di diventare la migliore versione di me stessa, aperta alla Vita e agli Altri.  
Quali sono i tuoi allenamenti più importanti e decisivi? Ogni momento di una programmazione è importante perché oltre ad avere potere allenante dà importanti indicazioni sullo stato di forma fisica e mentale. Chiaramente in prossimità di un evento importante come può esserlo un mondiale anche il lavoro di rifinitura diventa fondamentale.
 
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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