Iniziai l’atletica grazie a mio padre che mi spinse a fare uno sport
Fabia Trabaldo (classe 1972) fu la prima atleta italiana a ottenere, nella categoria juniores, il titolo assoluto sugli 800 e sui 1500m nel 1991.
Nel 1991 ai Campionati europei under 20
di atletica leggera di Salonicco conquistò la medaglia d'argento negli 800 (2'04"75)
e nei 1500m (4'15"58).
Vanta diverse presenze nella squadra nazionale
italiana assoluta. Corse alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992: 800m, eliminata
in batteria (5^ in 2’01”44) e 1500m, eliminata in semifinale (10^ in 4’06”05).
Corse la finale la finale nei 1500m ai campionati mondiali di atletica leggera di Stoccarda nel 1993. Nel 1993 ha ottenuto la medaglia d'argento sugli 800m ai Giochi del Mediterraneo.
Corse la finale la finale nei 1500m ai campionati mondiali di atletica leggera di Stoccarda nel 1993. Nel 1993 ha ottenuto la medaglia d'argento sugli 800m ai Giochi del Mediterraneo.
Record personali: 400m - 55"06; 800m - 1'59"51
(Caserta, 11 giugno 1992); 1500m - 4'03"82 (Monaco, 7 agosto 1993); 3000m
- 9'22"09.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a fare atletica a 12 anni con le gare della scuola giochi
della gioventù, campestri e gare su strada. Il mio primo anno dove iniziai a
correre su pista fu al secondo anno cadetta ma quell’anno non ci furono i Campionati
Italiani, parlo sempre su pista. Dall’anno successivo iniziò la scelta della
mia specialità gli 800 metri e arrivarono subito i primi risultati a livello
nazionale. Il mio percorso da lì proseguì con tutte le gare nazionali e
internazionali che allora c’erano per le varie categorie. D’inverno correvo le
indoor di passaggio ossia senza prepararle perché il mio allenatore preferiva
farmi correre i cross come preparazione. Arrivai fino all’anno 1993 il mio
ultimo anno corso bene prima di prendere un parassita intestinale, inizio della
mia conclusione atletica.
Una grandissima carriera per Fabia, tre anni
fantastici dal 1991 al 1993, dove ha vinto campionati italiani e ottenuto podi
prestigiosi in gare internazionali come gli europei e i giochi del Mediterraneo,
fino a gareggiare alle olimpiadi in finale e ai campionati del mondo.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
Iniziai l’atletica grazie a mio padre che
mi spinse a fare uno sport. Trivero allora offriva poche scelte ma io feci
capire la mia predisposizione grazie alle gare scolastiche. Quindi i miei
genitori sono stati coloro che mi hanno aiutata nella scelta e nel portare
avanti questo sport. Amici che hanno veramente capito a che livello fossi ne ho
avuti pochi perché purtroppo la gente legge i giornali e non riesce a distinguere
la differenza nel vincere una gara regionale da una nazionale. Lo stesso
discorso vale per la mia famiglia attuale, difficile comprendere cosa ho
veramente fatto soprattutto perché ho due figli per niente sportivi.
Una grande opportunità è stato lo sport
per Fabia che gli ha permesso di conoscersi e scoprirsi come forte atleta
tirando fuori da se grandissime risorse, capacità e caratteristiche di
mezzofondista che l’ha proiettata al di fuori del suo piccolo paese, confrontandosi
con il mondo intero, con le più forti atlete del mondo, acquisendo tanta esperienza
e cultura.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche, qualità ha dimostrato di avere?
Ovviamente una naturale predisposizione
alla corsa; determinazione, concentrazione, abilità tattiche, assenza di paura
del confronto, degli avversari e della fatica; costanza, forza fisica, ottimo
recupero fisico e mentale, rispetto di me stessa e degli avversari, onestà,
sensibilità.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi e ai sedentari per avvicinarli allo sport?
Non sono riuscita a far fare sport a
entrambi i miei figli quindi ritengo di non avere una giusta parola in
proposito.
La pratica di uno sport aiuta a
conoscersi meglio e a tirar fuori grandi risorse e caratteristiche fisiche e
mentali, già alla giovane età, decidendo obiettivi e mete sfidanti da pensare e
da trasformare in realtà, confrontandosi con atleti di tutto il mondo con pari
dignità e apprendendo sempre dall’esperienza che risulta essere molto importante
anche nella vita quotidiana piena di insidie e difficoltà da affrontare,
gestire e superare.
Che
significato ha per te la maglia azzurra, un record e il titolo italiano?
La maglia azzurra ha un significato di
appartenenza, a un popolo, una cultura, una storia, potrei dire a un DNA, è
sentirsi a tutti gli effetti italiani. Un record per me significa aver fatto un
qualcosa in cui nessuno prima ci era riuscito. Un titolo vuol dire essere stata
in quel momento più brava delle altre.
Fabia vanta diverse presenze nella squadra nazionale
italiana assoluta. Ottenne il record italiano degli 800m
nella categoria allieve nel 1989 in 2’08”16, inoltre detiene ancora il record
italiano Staffetta 4×800 m in 8'19"3(m),
la squadra nazionale era composta da Nadia Falvo, Stefania Savi, Nicoletta
Tozzi, Fabia Trabaldo, il 5 giugno 1992 a Sheffield, Regno Unito.
Nel corso della sua carriera, ha conquistato sei titoli italiani assoluti e fu la prima atleta italiana a ottenere nella categoria juniores il titolo assoluto sugli 800 e sui 1500m.
Nel corso della sua carriera, ha conquistato sei titoli italiani assoluti e fu la prima atleta italiana a ottenere nella categoria juniores il titolo assoluto sugli 800 e sui 1500m.
Un grande orgoglio e pregio indossare la
maglia della nazionale in giro per il mondo alla ricerca di risultati di
prestigio di livello internazionale.
Quali
sensazioni sperimentavi prima, durante e dopo una gara?
Prima della gara mi chiudevo in me stessa
concentrata sulle sensazioni e sulla consapevolezza di stare bene. Durante la
gara concentrata e attenta a passaggi e gesta delle avversarie. Dopo dipende, se
avevo dato il massimo soddisfatta qualsiasi risultato fosse, se percepivo
scorrettezze di qualsiasi genere che mi avevano danneggiata, amareggiata.
Fabia ha dimostrato una grande
competenza in gara, la capacità di focalizzarsi, mettendosi in gioco con
attenzione a se stessa e agli avversari, per cercare di primeggiare con forza
fisica e mentale, con astuzia, con elevata consapevolezza delle proprie
capacità.
Nella
pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi?
Lo sport agonistico porta a problemi
fisici, infiammazioni, stiramenti, microfratture, etc.…e a un logoramento che
si evidenzia con l’età. Le difficoltà sono conciliare lo studio con gli
allenamenti oltre a essere disposti a fare un certo tipo di vita non in linea
con gli altri giovani. Un altro rischio molto più diffuso è la corruzione del
doping.
La
tua gara più difficile? Il meeting di Londra nel 1994 dove mi sono fermata. E’ stata difficile perché
non stavo già bene ma non venivo creduta e mi spingevano a correre contro la
mia volontà.
C’è
stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?
Tutti quelli che fanno sport incorrono in
quel rischio, più si sale di livello e più il rischio è alto.
Un
messaggio per sconsigliare l’uso del doping? Non ce l’ho perché è come dire ad un drogato
di disintossicarsi.
Cosa
toglie e cosa da lo sport? Toglie una gioventù normale e a volte la spensieratezza però ti forma
il carattere e poi in base ai risultati ti dà soddisfazioni e opportunità.
Nella pratica dello sport ci sono gioie
e dolori, c’è fatica e risultati prestigiosi, bisogna mettere in conto eventuali
infortuni e sconfitte, bisogna sviluppare non solo forza, potenza, resistenza
fisica ma anche tanti aspetti mentali per restare sempre con i piedi per terra
e saper accettare eventuali criticità che potrebbero deviare da obiettivi, mete
e sogni.
Quali
abilità fisiche e/o mentali bisogna allenare? Fisicamente dipende dalla specialità
sportiva e mentalmente non ci si deve allenare è l’allenamento stesso che
rinforza abilità mentali.
Per
quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport?
Non so rispondere a questa domanda perché
credo che un campione nasca già con tutto e se una caratteristica manca non ci
sarà mai.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Non ne ho mai avuti. Quando ho avuto un
problema fisico poi ho smesso.
Un grande record personale per Fabia l’11
giugno 1992, 800 metri sotto i 2’. La gara fu vinta con il crono di 1'58"95
dalla cubana Ana Fidelia Quirot, al terzo posto con il crono di 2'02"42 si
classificò Nadia Falvo.
Il record personale di Fabia risulta
essere ancora la 4^ miglior prestazione italiana Femminile outdoor negli 800
metri piani, il primato è di 1'57"66 di Gabriella Dorio ottenuto a Pisa il5
luglio 1980, a seguire 1'58"63 di Elisa Cusma in Giappone (Osaka) il 26
agosto 2007 e 1'58"97 di Elena Bellò a Roma il 9 giugno 2022.
Una
parola e/o frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?
Se si dà il meglio di noi stessi non si
hanno rimpianti.
Sogni
realizzati e da realizzare? Partecipare alle Olimpiadi e avere avuto due figli sono sicuramente gli
obiettivi raggiunti. Oramai ho la consapevolezza che ognuno ha un suo cammino
quindi serve credere e non porsi limiti ma inutile avere sogni, la vita ti da
ciò che ti serve non ciò che vuoi.
Una grande atleta, donna, mamma che ha saputo
eccellere nello sport vivendo alcuni anni di sport ad altissimi livelli e
ottenendo risultati prestigiosi, rappresentando anche l’Italia fuori dai
confini nazionali, fino a partecipare alle Olimpiadi, grande esempio.
Quali
erano i tuoi allenamenti importanti e decisivi?
Quelli di potenza aerobica.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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