venerdì 21 ottobre 2022

Pasquale Di Lorenzo vince la Gran Fondo “La Medievale” 2022 – 105km

 Sono un buon amatore che si diverte per adesso e cerca sempre di migliorarsi
Matteo SIMONE
 

Domenica 16 ottobre 2022, ha avuto luogo la Gran Fondo “La Medievale”, gara ciclistica di 105km con partenza da Tivoli sul Ponte Gregoriano e arrivo a San Polo dei Cavalieri.

Il vincitore è stato Pasquale Di Lorenzo (Rokka Bike) in 2h57’34” che ha preceduto Romolo Gentile (ASD Amici Di Marco) 2h58’23” e Marco Bernardinetti (ASD Nuova Ciclisti Forano) 2h58’54”.
Tra le donne ha vinto Fabia Romana Costantini (ASD Team Bike Palombara Sabina) in 3h31’19” che ha preceduto Daniela Cecchetti (ASD GM Bike) 3h33’46” e Valeria Zappacosta (Team Diemme Sport) 3h34’29”.
La gara è valida anche quale Campionato Aeronautica Militare e il vincitore è stato Giorgio Scialabba (Polisportiva Aeronautica) in 3h05’04”, completano il podio Giovanni Novelli (Polisportiva Aeronautica) 3h10’14” ed Emanuele Ciaraglia (ASD GM Bike) 3h10’50”.

Di seguito, approfondiamo la conoscenza del vincitore assoluto Pasquale Di Lorenzo attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato da ragazzino ad andare in bici, ho sempre avuto la passione. All'età di 16 anni mi padre mi comprò la prima MTB "buona", con la quale cominciai a praticare più assiduamente la mountain bike. All'età di 17 anni la prima gara, ma non potevo allenarmi perché abitando a Napoli uscivo solo nel week end a San Salvatore Telesino (BN) dai nonni.
A 18 anni mi comprai il primo rullo per potermi allenare anche a casa a Napoli, e cominciai a pedalare un po' di più. Ma alle gare venivo sempre e comunque doppiato, allora capii che dovevo allenarmi come facevano tutti in strada anche in settimana, e all'inizio fu una battaglia con i miei genitori che giustamente avevano paura di mandarmi fuori in bici per le strade di Napoli, ma la mia passione era troppo forte e allora vinsi la battaglia con loro.
A 19 anni vinsi la mia prima gara di MTB a Zungoli (AV) la ricordo come fosse ieri, un'emozione incredibile per me arrivare avanti ad atleti che fino ad un paio di anni prima li vedevo solo alla partenza ed erano per me qualcosa di inarrivabile. Dai 19 ai 23 anni ho cominciato ad avere problemi al ginocchio destro, per cui ogni anno ero costretto a mollare e riprendere, calvario di terapie medici e quant’altro, ma non riuscivo a risolvere il problema finché non trovai finalmente un ortopedico che riuscii a capire la problematica mi operò e risolsi i miei problemi, intanto però avevo buttato 4 anni della mia "vita ciclistica" forse i migliori.
A 24 anni "per sbaglio" dopo avermi visto in un allenamento su strada il DS della Vejus Donato Polvere mi propose di provare a fare l'Élite su strada, accettai e feci quasi due anni, ma non avevo esperienza e maturità per affrontare quella categoria per cui ebbi scarsi risultati. Dopo un calvario di due anni circa causa chi era Élite non poteva tornare a fare l'amatore, ho ripreso quello che è stato sempre il mio mondo, ovvero quello amatoriale delle GF su strada e in MTB. E ho alimentato la mia passione sull'allenamento e sull'alimentazione, arrivando posso dire a un ottimo livello di conoscenza, cosa che mi ha permesso nel tempo di raggiungere una buona performance in bici. Io amo molto di più la scienza dell'allenamento che le gare, per quello ho un rapporto di Odio/Amore, perché fondamentalmente soffrire non mi piace, ma dall'altro lato la voglia di misurarmi con me stesso vince sempre.

Una bella testimonianza e storia di riuscita nello sport nonostante tanti ostacoli culturali, ambientali e infortuni. SE la passione è alta si supera tutto e si riescono a fare cose straordinarie.
Quando ti sei sentito campione nello sport? Non mi sento campione, i campioni sono altri, io sono un buon amatore che si diverte per adesso e cerca sempre di migliorarsi.

Intanto alcune vittorie sono venute, la prima non si scorda mai e l’ultima una bella prova di forza in salita.
Nello sport cosa e chi contribuisce alla tua performance? Contribuisce soprattutto la mia testa, è quella la mia marcia in più, sono determinato e costante. Poi ho un allenatore che mi segue, per il quale ho infinita stima.

La testa è il motore principale per ogni sport, bisogna saper fare le cose gradualmente e progressivamente, bisogna saper aspettare ed essere fiduciosi nell’agire nel momento più opportuno. Importante è essere seguiti da persone specialiste, competenti e professionali che sappiano individuare talento e risorse e potenziarli.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Pensano "ma chi te lo fa fare", delle volte lo penso anche io, ma poi guardo a cosa mi ha regalato la bici come esperienze, luoghi e persone conosciute, e allora ho la mia risposta. Mi ha regalato Vita.

Vero, qualsiasi fatica fatta con passione, poi è ripagata con gli interessi in termini di sensazioni, emozioni, esperienze, amicizie.
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Capacità di non mollare, e di imparare dagli errori che vedo sempre come una grande opportunità di crescita, quando li si riesce ad analizzare a fondo.

In effetti, la pratica di uno sport diventa una grande opportunità di conoscenza di se stessi attraverso prove ed errori, cercando sfide e il raggiungimento di obiettivi sfidanti, applicandosi con impegno costante e apprendendo sempre da qualsiasi esperienza, studiando l’accaduto e facendone tesoro per le prossime volte.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Difficoltà è trovare il tempo tra lavoro e impegni vari, rischi soprattutto la strada e le macchine rappresentano una grande rischio, nonché le situazioni gara soprattutto in bici da corsa possono essere molto pericolose.

Bisogna trovare un sano equilibrio tra lavoro, sport, relazioni, studio e saper trovare spazi e tempi per allenarsi in sicurezza.
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per l'aspetto della concentrazione e soprattutto per la capacità di sopportare il dolore, credo sia fondamentale, quella va allenata e fa la differenza, sono convinto che il fisico sopporta quasi tutto, ma è la testa che bisogna convincere a farlo.

Un lavoro mentale sarebbe parallelo e complementare a quello fisico, immaginare, visualizzare, ancorarsi a situazioni da affrontare, a successi aiuta a essere più sicuri e determinati in allenamento e/o in gara, soprattutto nei momenti critici, dove si può decidere la vittoria.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Credo la “Sellaronda Hero” si attraversano scenari da favola che rimangono impressi per sempre nella mente.
 
La “Südtirol Sellaronda Hero” è una gara ciclistica di lunga distanza in mountain bike (marathon) che si svolge in Trentino-Alto Adige e Veneto lungo le strade delle 4 valli dolomitiche (Val Gardena, Arabba, Alta Badia, Val di Fassa) e prevede due percorsi: 86 km e 4500 metri di dislivello e 60 km e 3.200 metri di dislivello.
La tua situazione sportiva più difficile? Non poter correre liberamente le "gran fondo" su strada dopo la mia parentesi tra gli Elite, mi sentivo vittima di un'ingiustizia, il mio mondo era quello, l'agonista l'ho fatto "per caso".
Come hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Testa basse e andare avanti, procedendo a piccoli passi anche nei momenti più brutti.
 
A volte ci sono situazioni che non possiamo controllare e le dobbiamo subire, bisogna essere pazienti e fiduciosi e capire cosa si può fare nel frattempo, riorganizzandosi e cercando un piano B provvisorio.
Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri nella pratica dello sport? Di me stesso ho scoperto che amo la libertà, ho bisogno di evadere dalla routine giornaliera e la bici, soprattutto la mtb mi consente dopo una giornata di lavoro di riappacificarmi con la natura, semplicemente scalando una montagna e godendo del paesaggio.
Prossimi obiettivi? Non ho obiettivi precisi, se non quello di allenarmi cercare di andare forte e scegliere le gare che al momento ritengo più belle o interessanti, alla fine quello che rimarrà è l'esperienza e il luogo visitato, proprio per quello faccio questo sport, la gara è una scusa per viaggiare e conoscere luoghi che altrimenti non vedrei mai.

Per tanti questo è il vantaggio dello sport, evasione pura dallo stress quotidiano dovuto al lavoro e/o altro. Uno stare con se stessi, faticando ma godendo territorio e paesaggi, da soli o in compagnia.
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara?
Il giorno prima abbastanza tranquillamente, la parte più brutta per me è la partenza e l'attesa in griglia dove realizzo che mi aspetterà tanta sofferenza, infatti spesso desidero di essere altrove magari nel letto.
 
La sofferenza e la fatica da fare in gara possono far paura e mettere ansia ma poi si affronta con forze, energie e risorse che si è dimostrato di avere in allenamenti duri e impegnativi. In griglia si possono fare esercizi di respirazione addominale e di focalizzazione che aiutano a non consumare troppe energie.
Quali sono gli ingredienti del successo? Impegno, costanza, fatica, imparare dagli errori, non ascoltare gli altri ma credere in se stessi.
Cosa diresti a te stesso quando eri più giovane? Gli racconterei tante cose, gli eviterei tanti ma tanti errori, così sicuramente avrebbe raccolto soddisfazioni da giovane, io tante cose le ho capite da autodidatta in "tarda età" sportiva.
A quale personaggio ti ispiri?
Direi nessuno in particolare, ammiro molto però gli atleti vincenti sia su strada che in fuoristrada, è quello che ho sempre voluto dimostrare. (Van Aert, Van der Poel) ammiro tantissimo le donne che fanno questo sport, come Paoline Ferrand-Prevot, Annemiek Van Vleuten, Jolanda Neff. In ambito amatoriale sono pochi gli atleti che vincono in entrambe le discipline, in questo gli stradisti sono un po' "snobboni" sono convinti di praticare uno "sport superiore"; "Eh vinci in MTB, lì il livello è basso" dicono; convinto che non è così ho sempre desiderato smentirli e ci sono riuscito spesso E aggiungo che le gare di MTB il 99% delle volte sono più dure di quelle su strada, e se non hai motore (e manico) non potrai mai vincerle, mentre su strada puoi fare il furbo, nasconderti e magari se hai lo spunto veloce e la furbizia vinci comunque.
 
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Libri: http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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