lunedì 7 novembre 2022

Cesare Mauri vince la Backyard L'immortale a Monselice con 241,416km

 Ho portato a casa un'esperienza che non scorderò mai 

Matteo Simone 


Il 29-30 ottobre 2022, ha avuto luogo a Monselice la “Backyard L'immortale”, gara a eliminazione dove gli atleti devono correre 6.706 metri entro un’ora e ripartono allo scadere dell’ora correndo per tante ore consecutive fino a quando ne rimane solo uno che vince, il più resiliente, instancabile, resistente, persistente.  

Il vincitore è stato Cesare Mauri che ha corso 6.706 metri per 36 volte rispettando il limite di un’ora per ogni giro entro l’ora e quindi la gara è terminata dopo la 36^ ora essendo rimasto solo lui in gara, totalizzando 241,416km.  e Roldano Marzorati che hanno concluso la loro gara completando il 35° giro allo scadere della 35^ ora, totalizzando 234,710km. 
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Cesare attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti Cesare per essere rimasto l’ultimo in gara, com'è andata? Grazie mille Matteo, è andata molto bene. Mi ero preparato al massimo delle mie possibilità e impegno per questa gara, dopo la recente delusione in terra ellenica ci tenevo davvero a rifarmi. Mi sono ripromesso di dare tutto il possibile: in termini di preparazione fisica, organizzativa e mentale. 

Gli ultramaratoneti sono sempre alla ricerca di sfide molto difficili dove non si partecipa per vincere ma per arrivare come la
Spartathlon che è una gara di 246km da Sparta ad Atene con cancelli orari dove bisogna arrivare per tempo, entro una certa ora a un chilometraggio prestabilito e dove sono tante le variabili in campo che possono permettere all’atleta di portarla a termine o di impedire questa missione/sogno.
 
Ma si sa che la vita è ciclica, ci sono esperienze negative e positive, si apprende da quelle negative e si esulta in quelle positive e Cesare si è rifatto dopo la delusione in terra greca cercando una gara altrettanto sfidante ma addirittura ottenendo il primo posto assoluto, dimostrando resilienza e forse anche crescita post traumatica. 
Soddisfatto? Criticità?
Si, sono molto soddisfatto. Affrontare una gara così senza assistenza e potendo contare solo sulle proprie forze è difficile, ma l'organizzazione maniacale su ogni dettaglio mi ha permesso di affrontare la gara al meglio. 

Trattasi di gare considerate estreme dove si va avanti forse oltre il limite e bisogna sapersi monitorare e conoscersi bene per capire di cosa si può aver bisogno, come nutrirsi, l’andatura da tenere, come recuperare i pochi minuti a disposizione tra il termine di un giro e la partenza di un altro e Cesare ha tantissima esperienza in gare di lunghissima percorrenza dove bisogna andare incontro al cambiamento di clima e al passaggio delle varie fasi della giornata, dal alba al tramonto attraversando la notte sempre lucido di corsa, recuperando e correndo. 
Hai scelto tu questa gara o ti hanno coinvolto?
L'ho scelta io, ho sentito parlare della formula da amici che l'avevano già provata e ho capito subito che era esattamente quello che mi serviva in quel momento.  

In Italia c’è sempre più fermento tra gli ultramaratoneti che cercano gare sempre più estreme, curiose e bizzarre come quelle della durata di 6, 8, 12, 24, 48 ore e da un po’ di anni alcuni atleti hanno iniziato a partecipare anche a format di gara a eliminazione ispirate alla “Big Dog's Backyard Ultra”, inventata da Gary Cantrell e organizzata nella sua proprietà nel Tennessee.  
Sempre più gente vuole sperimentarsi per capire di che si tratta, mettersi alla prova, apprendere dall’esperienza, stare con amici.  
Quali allenamenti sono risultati importanti e/o fondamentali? Ho aumentato il chilometraggio settimanale a gradini sino ad arrivare al massimo che il tempo mi permetteva. Svolgendo anche due volte sessioni in un solo giorno e cercando di correre il più possibile nei momenti di forte stanchezza. Pur riducendo ritmi e qualità in modo da non rischiare infortuni. 

Si tratta di gare che sfiniscono la persona, ma ci si può allenare anche a questo, lavorare sulla fatica e la stanchezza ma allo stesso tempo lavorare sul resistere e continuare a essere lucidi nonostante il perdurare dello sforzo fisico, sono esperimenti che l’atleta fa documentandosi, provando su
se stesso, confrontandosi con altri.
 
Paura, tensione, ansia, durante la gara? La tensione è stata costante nelle due settimane precedenti, dovevo essere sicuro di non aver tralasciato nulla. Ma una volta iniziato il primo giro è svanito tutto e le prime 20 ore è stato solo entusiasmo e soddisfazione, poi è arrivata la stanchezza a ovattare le sensazioni. Ansia e paura invece non le ho mai provate. 
Cosa hai scoperto ancora di te?
Ho scoperto che per quanto puoi essere determinato ci sarà sempre un momento in cui le convinzioni potranno crollare. Ma esserne consci è la chiave per andare oltre. 

Si può provare ad andare oltre ma bisogna sapersi allenare bene a ciò senza stress ma con la giusta attivazione che a volte fa percepire un po’ di tensione che può servire ad allertare l’atleta e ricordargli che può fare bene se si focalizza su quello che sta facendo con consapevolezza delle proprie capacità, caratteristiche e risorse personali già sperimentate in precedenti esperienze e gare difficili portate comunque a termine. 
Cosa hai portato a casa? Cosa hai lasciato lì? Ho portato a casa un'esperienza che non scorderò mai. Ho lasciato parte del mio cuore, fino a che potrò tornerò sempre a fargli visita.

Il mondo degli ultrarunner è bello perché permette di fare esperienze forti e intense, si tratta non solo di corse di tantissimi chilometri ma viaggi in luoghi dove si incontrano atleti, culture, paesaggi che lasciano impronte e ricordi positivi. 
Prossimi obiettivi? Sfide? Ho un grande obiettivo in mente, non so se posso fisicamente raggiungerlo, se capirò di avere almeno un 1% di probabilità di farcela allora inizierà il cammino per raggiungerlo. 
Prossima ultra o gara bizzarra?
Ho diversi progetti ma non li ho ancora ben delineati, con tutta probabilità il 2023 andrò in Ungheria per il giro del lago Balaton (ultrabalaton). Sono inoltre iscritto alla stupenda Lavaredo Ultra Trail, ma il sogno sarebbe tornare ad Atene il prossimo settembre, stavolta con uno spirito completamente differente.   

Cesare spazia da gare a circuito a gare da un luogo a un altro ma anche predilige le gare di ultratrail, sempre alla ricerca di nuovi stimoli per sperimentarsi e percorrere chilometri per ritrovare se stesso, amici, luoghi, rifarsi da precedenti sconfitte, riprovare in modo diverso, scoprendo sempre più e cercando di andare sempre oltre. Uno spirito avventuriero. 
Hai ancora sogni da realizzare?
Di una cosa sono certo, i sogni non finiranno mai, cambieranno di forma e colore ma saranno sempre molti più di quanti si possano realizzare.  

Si vive prima di progetti, sogni, sfide e poi si lavora e pianifica il percorso da fare per presentarsi pronti per trasformarli in realtà. 
Cosa dicono i tuoi amici di squadra? A dir la verità a parte i complimenti non dicono molto, probabilmente perché se lo facessero sarebbero troppi offensivi nei confronti della mia sanità mentale! 

Matteo Simone  
3804337230- 21163@tiscali.it  

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