lunedì 20 aprile 2015

Lo spirito delle ultramaratone

Quello che rimane di iimportante nelle esperienze delle corse di lunga distanza in condizioni definite estreme, al di fuori del normale, sono le relazioni, le conoscenze, le scoperte che si fanno a contatto con gli altri che si trovano nella tua stessa situaizone che sperimenta le tue stesse difficoltà, interessanti sono gli aneddoti raccontati dagli ultramaratoneti.
Ti va di raccontare un aneddoto?”, di seguito le risposte ricevute:
“Quando ero ricoverato in ospedale, il mio vicino di letto, un signore di 81 anni, quando ha sentito perché stavo là, mi ha chiesto: Ma quanto ti hanno dato? E gli ho risposto niente, anzi avevo sostenuto una bella spesa per andare, mi ha detto che ero stato proprio scemo! E ci avevo pure rischiato a vita! Ed ero diventato un soggetto in quanto i dottori dell’ospedale di altri reparti, dopo che avevano sentito il mio caso, venivano a trovarmi e mi domandavo sorpresi di quello che avevo fatto. “
“Ormai è fatta. A 2km dalla fine si entra nel paese, spengo la frontale e la metto in tasca, ormai è fatta, 98km e corro ancora, sono appena passate le 4:00 del mattino, è ancora buio, ho vinto la scommessa col sole, arriverò prima io del suo sorgere.
L’ultimo km è qualcosa che non si può descrivere, un misto di gioia, soddisfazione e sofferenza, penso ai tanti km fatti, al magnifico viaggio iniziato 5 mesi fa e che sta per terminare.
Ultimi 400mt inizia la volata, ho un tizio davanti e non voglio mi rovini la foto dell’arrivo, lo supero a 200mt dal traguardo, passo sotto l’arco di arrivo, esausto ma soddisfatto!
Alzo le braccia al cielo, ce l’ho fatta, contro il ginocchio, contro il piede, sono fiero di me mentre una ragazza mi mette la medaglia al collo e mi dice “bravo”!

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?

Matteo SIMONE 

Chi sceglie di essere ultramaratoneta e di partecipare a gare estreme sembra che non abbia limiti, vuole andare avanti, vuole cercare competizioni sempre più dure, difficili, e solo l’infortunio, l’incidente, un malessere può fermarli. 
Quindi si smette per motivi di salute, per logorio, impossibilitati a continuare. 
Si smette a malincuore, si vorrebbe essere invincibili, imbattibili, supereroi, infiniti, quasi immortali.

Ultramaratone per conoscere sempre più se stessi e paesaggi sempre diversi

La corsa diventa un viaggiare e sperimentare dimensioni altre, fare un lungo percorso equivale ad entrare dentro se stessi in profondità e ripercorrere la propria vita fino al momento presente, e partendo poi dal “qui e ora” è possibile fare una progettualità futura, vedersi avanti nel tempo, interessanti le risposte alla domanda: “Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?”, di seguito le risposte ricevute:
“Devo vedere cosa c’è dietro quella curva che non ho mai superato.”
“Il viaggio, l’avventura, i lunghi percorsi, 24 ore e più a non pensare allo stress lavorativo, sembra di essere entrato in un'altra dimensione, dentro se stessi.”
“Fermarmi ormai sarebbe decisamente noioso.”
“L’ultramaratona è un esercizio fisico e mentale che aiuta a vivere bene, non eccedendo mai rispetto alle proprie possibilità.”
“Mettermi ancora alla prova nonostante passino gli anni.”

giovedì 9 aprile 2015

Notevole importanza assume lo sport per disabili

 “Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in se’ il genio, potere e magia. Comincia adesso!
J.W. Goethe

Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Costituzione Italiana, art. 3


 La scuola continua a riservare all’attività motorio-sportiva degli alunni diversamente abili uno spazio esiguo e marginale. Nel panorama educativo del disabile deve essere recuperata, a livello scolastico, la dimensione corporea delle attività.
Di fronte a difficoltà sul piano cognitivo, è proprio la dimensione motoria, unita a quella emotiva, che può creare un clima psicologico favorevole e orientato verso la pedagogia stimolante del successo.
Craft e Hogan (1985), a tale proposito, individuano, durante il processo di maturazione e sviluppo degli alunni, la possibilità di favorire, tramite l’attività motoria, i sentimenti di successo e di valore personale. Questa finalità si ricollega a due importanti concetti teorici, il senso di efficacia personale (self-efficacy) ed il concetto di sé. La self-efficacy rappresenta la convinzione di essere o meno capaci di mettere in atto con esito corretto un certo comportamento richiesto; condiziona la decisione di iniziare o meno un’attività, la quantità di sforzo impiegato ed il grado di perseveranza nell’impegno. (1)
 L’atleta FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilità Intellettiva e Relazionale) Alessandro Tomaiuolo parteciperà ai Campionati Mondiali di Mezza Maratona km 21,095 INAS in Portogallo (Douro Valley) il prossimo 17 maggio, rappresentando l’unico atleta italiano ad indossare la maglia "azzurra".
Il giorno 14 aprile 2015 alle ore 19.00 presso il Laboratorio Urbano Culturale in Lungomare Nazario Sauro, avrà luogo una cerimonia di presentazione dell'atleta di Manfredonia Alessandro Tomaiuolo, in forza all’A.S.D. Gargano 2000 Manfredonia, e del progetto "Adotta un atleta" per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla notevole importanza assume lo sport per disabili nell'ottica della ricerca di un’integrazione che a livello sociale spesso non è adeguata.

Cerimonia di presentazione del progetto "Adotta un atleta"


Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Costituzione Italiana, art. 3

Il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), Luca Pancalli ci tiene a precisare che: “Il movimento paralimpico italiano è un pianeta fatto di protagonisti straordinari, di storie meravigliose, di emozioni pazzesche, di gioie e delusioni, di sogni che diventano splendide realtà. Un mondo da conoscere, da vivere, una dimensione in cui investire entusiasmo e passione, con la certezza di chi crede che lo sport è uno soltanto. E non ammette differenze.
Storicamente, i primi giochi per disabili si tennero nel 1948 in Gran Bretagna, nell’ospedale di Stoke Mandeville, non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Le competizioni, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle forze armate britanniche, ebbero molto successo e medici e tecnici di tutto il mondo visitarono il centro per apprendere tali metodologie riabilitative.
Nel 1952 per la prima volta i giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma, edizione da cui si comincia a parlare di vere e proprie Paraolimpiadi. (1)
Da alcuni anni si apprezzano le notevoli prestazioni di Alessandro Tomaiuolo atleta FISDR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) e FIDAL in forza alla “Gargano 2000 Manfredonia”, il cui Presidente Giovanni Cotugno Giovanni Cotugno, con un passato di atleta si è già adoperato per la performance di altri atleti quali Gildo Tomaiuolo che riuscì ad ottenere la medaglia di argento nei mt 800 di New Haven 1993; inoltre, ha contribuito al conseguimento delle maglie azzurre di Matteo Palumbo e Dario Santoro, reduce da un eccellente 8° posto ai Campionati Italiani di Cross tenutisi a Fiuggi il 15 marzo 2015, trasmettendo le sue esperienze e sostenendoli sensibilizzando anche le istituzioni pubbliche.

L’essenza della vita è sperimentare le proprie capacità personali

Da interviste ad ultramaratoneti emerge la scoperta di potenzialità insospettabile, infatti alla domanda: “Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?”, ho ricevuto le seguenti risposte:
“Della mia esperienza ultra decennale da maratoneta e poi da ultramaratoneta, ho scoperto un lato del mio carattere che nella vita di tutti i giorni invece non è proprio cosi: quello di avere una fermezza decisionale e una sicurezza caratteriale prima e durante le gare che sono quelle che ti fanno arrivare al traguardo!”
Non credevo di esserne capace, fino al 2004 pesavo 105kg e non facevo sport.”
Sicurezza, ho vinto la mia timidezza, la mia forza, non pensavo di avere tutta questa volontà mentale.”
“Di avere un carattere che non si abbatte mai e che sa trovare in se stesso la forza per superare gli ostacoli con tenacia che a volte sfiora l’ostinazione. Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili quanto non sollecitati a dovere. Ho scoperto anche di avere delle buone qualità di leader e di saper condurre anche gli altri al traguardo, sapendo suscitare in loro le giuste motivazioni e dando sempre l’esempio.”
 “Ho scoperto di avere una mente forte, in grado di non pensare a niente se non a correre per tantissime ore, in grado di focalizzarsi su un impegno senza lasciarsi distrarre da pensieri, soprattutto negativi.”

mercoledì 8 aprile 2015

Ognuno di noi ha dentro di sé dei poteri insospettabili

Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work, spiega l’importanza di superare la tendenza al dubbio e allo scetticismo nella prefazione del libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport: “La nostra mente ha dei poteri immensi di intervenire sul corpo e una via per poter accedere a questa misteriosa e sconosciuta forza è quella di superare la tendenza al dubbio e allo scetticismo che è presente nella nostra mente inconscia. Rilassamento, immaginazione, meditazione e capacità di adattamento sono vie estremamente efficaci per migliorare la propria condizione. Noi viviamo in una società che predilige principalmente le funzioni logiche dell'emisfero sinistro mentre  rifiuta in larga misura  quelle proprie dell'emisfero destro ed è proprio a causa di ciò i nostri poteri dell'immaginazione, della visualizzazione e della fantasia vanno sempre più atrofizzandosi.
L’utilizzo di questo potere, anche definito resilienza, di cui in realtà non si conoscono ancora i confini, sembra stare nella nostra capacità di governare questo nostro ologramma corporeo, ovvero i nostri costrutti personali modellati dalle nostre convinzioni pre-costituite che determinano la nostra visione. Le immagini mentali tendono a suscitare le emozioni, e a produrre le condizioni fisiche e gli atti ad esse corrispondenti. Pertanto maggiore sarà la nostra consapevolezza e maggiori saranno le opportunità di superare i nostri limiti. L’atteggiamento da aversi nell’esplorazione della nostra dimensione interiore, qualunque ne sia il fine, sia esso di natura corporea, psicologica o spirituale, dovrà essere quello del testimone imparziale, ovvero coltivando ciò che il filosofo fenomenologo Husserl chiama epoché che è l’atteggiamento del sospensione il giudizio applicando la posizione della mente che semplicemente contempla il proprio territorio interno. E’ infatti ben dimostrato che l’attività di giudizio inibisce il fluire spontaneo della manifestazione interna, è come se il fiume della consapevolezza venisse interrotto da una diga, appunto quella del giudizio, che è la resistenza principale nell’osservazione di sé.”
Da interviste ad ultramaratoneti emerge la scoperta di potenzialità insospettabile, infatti alla domanda: “Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?”, ho ricevuto le seguenti risposte:

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