“Si può assaporare
completamente una situazione piacevole , senza dispiacersi quando finisce
perché si comprende che ogni cosa è destinata a passare.”
William Hart
Con il tempo i famigliari
comprendono che forse è meglio accettare questa passione e diventano i primi
tifosi dell’atleta sostenendolo nelle sue imprese in modo da agevolarlo nel
prendere le opportune precauzioni o attenzioni per svolgere al meglio la
competizione o allenamento considerato estremo.
Gli amici inizialmente considerano
l’alteta fuori di se, ai limiti della pazzia, ma con il tempo apprezzano gli
aspetti del carattere che gli permettono di sostenere allenamenti e
competizioni di lunghissima durata e di difficoltà elevatissima, diventando
quasi fieri di essere amici e raccontando in giro le gesta dei propri amici
atleti, quasi a vantarsi di conoscere gente che fa l’impossibile,
extraterrestri.
Di seguito le risposte ricevute alla
domanda: “Cosa pensano i
tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme:
“Mia moglie ed i miei figli mi seguono ovunque, si informano
e partecipano alle mie emozioni. Senza di loro non avrebbe senso tutto questo.”
“Non è difficile
immaginarlo, anche se si fidano, in qualche modo, del mio equilibrio. Molti
amici pensano bene di me perché li ho portato felicemente sulla mia cattiva
strada dell’ultramaratona e si sono cavate le loro belle soddisfazioni. Ricordo
con piacere un anno in cui ho portato al traguardo di una 100 km un gruppo di 5
amici dell’Atletica del Parco che si sono fidati della mia conduzione di gara.
Un’esperienza indimenticabile per loro e per me.
Un anno ho portato
mio figlio sulle strade della Pistoia Abetone e la sua ammirazione nei miei
confronti è cresciuta perché si è reso conto della difficoltà e di avere un
padre all’altezza di quella difficoltà.”