giovedì 19 novembre 2015

Nuove sfide per gli atleti paralimpici del Ministero della Difesa

“Ciò che non mi uccide mi rende più forte” (Friedrich Nietzsche)
Il CIP ha assunto il ruolo di Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimipiche (sport per persone disabili), sia a livello centrale che territoriale, alla stregua del CONI per lo sport olimpico (sport per persone normodotate), mantenendo il compito di riconoscere qualunque organizzazione sportiva per disabili sul territorio nazionale e di garantire la massima diffusione dell’idea paralimpica ed il più proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone disabili, in stretta collaborazione con il CONI stesso.
Il movimento paralimpico italiano ha mosso i primi passi negli anni che precedono i primi Giochi Paralimpici Esitivi di Roma 1960, quando presso il Centro Paraplegici di Ostia dell’INAIL, il prof. Antonio Maglio diede i natali alla sport-terapia in Italia, alla stregua di quanto fatto dal prof. Guttman in Gran Bretagna con i reduci della II Guerra Mondiale. Maglio introdusse le attività fisiche attraverso numerose discipline sportive, utilizzando lo spirito agonistico quale stimolo a reagire e ritrovare le proprie abilità. (3)
Storicamente, i primi giochi per disabili si tennero nel 1948 in Gran Bretagna, nell’ospedale di Stoke Mandeville, non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Le competizioni, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle forze armate britanniche, ebbero molto successo e medici e tecnici di tutto il mondo visitarono il centro per apprendere tali metodologie riabilitative.
Nel 1952 per la prima volta i giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma, edizione da cui si comincia a parlare di vere e proprie Paraolimpiadi. (1)

martedì 10 novembre 2015

Imparare l’arte del perdere, considerare la sconfitta come un’opportunità

Matteo Simone


Se un atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi con se stesso per quello che è riuscito a fare, complimentandosi con l’avversario per la bravura dimostrata in quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte o che riesce a batterti.

In questo caso un aspetto importante del vero campione è la resilienza, il cui significato, derivante dalla metallurgia, è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza.

lunedì 9 novembre 2015

Dario Santoro, atleta di Manfredonia, Campione Italiano di Maratona 2015

Dario Santoro (Atl. Potenza Picena), 25enne atleta di Manfredonia allenato da Matteo Palumbo, si aggiudica il titolo di Campione Italiano di Maratona nella bellissima città di Ravenna con un crono di 2h.24’25”, precedendo Massimiliano Strappato dell'Atletica Osimo (2:25:32) e Massimiliano Brigo della Bovisio Masciago (2:25:46“).

Dario dimostra di confermare la sua progressione verso obiettivi sempre più prestigiosi e l’ottima forma già dimostrata con il suo primato personale sulla mezza maratona con il tempo di 1h05’39” nella Mezza Maratona di Telese Terme, gara valevole come Campionato Italiano. Nel corso degli ultimi anni si è dimostrato molto resiliente continuando a fare sport con impegno, convinzione e determinazione centrando un nuovo prestigioso obiettivo.

Giuseppe Mangione, ultrarunner: La vita è cambiata in meglio

Matteo SIMONE 

Tra i tanti ultramaratoneti che si esprimono sulle lunghe distanze tanti risiedono nella Puglia, soprattutto iscritti con l'Asd Barletta Sportiva il cui Presidente è Enzo Cascella.

Tra di essi ho avuto modo di conoscere Giuseppe Mangione, molto presente nelle gare di lunga distanza, ben voluto da tutti, per la sua serenità, eleganza nel correre e rispetto per le persone e per quello che fa.
Giuseppe Mangione lo scorso 4 luglio è diventato campione nazionale Master 24 ore nella categoria SM50 in località Pantano, Basilicata.

venerdì 6 novembre 2015

Combattere inattività fisica e cattiva alimentazione

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2009 ha pubblicato il rapporto “Interventions on diet and physical activity: what works” (in breve “What works”). Il lavoro presentava, in diversi documenti, i risultati di un’indagine fatta sulla base di 395 pubblicazioni scientifiche selezionate dagli autori per la loro correttezza scientifica tra oltre 1700 studi esaminati (937 studi sull’alimentazione e 776 sull’attività fisica). Questa pubblicazione, nata sotto il cappello strategico della Global Styrategy on Diet, Physical Activity and Health (Dpas) adottata nel 2004 dall’Assemblea mondiale della sanità, ne fa proprie le linee guida e il mandato: combattere inattività fisica e cattiva alimentazione (principali cause di gran parte delle malattie non trasmissibili che affliggono la popolazione) e seguire obiettivi e strategie comuni.
L’Istituto Superiore di Sanità prende parte alla Joint Action on Nutrition and Physical Activity - JANPA, il cui obiettivo principale è fermare, entro il 2020, la crescente diffusione di sovrappeso e obesità tra i bambini e gli adolescenti, mettendo a fuoco specifici risultati che possano contribuire in modo efficace alle politiche nutrizionali e relative all’attività fisica dedicate.

mercoledì 4 novembre 2015

Roldano Marzorati rompe il muro dei 200km al festival della 24ore Run & Go

Interessandomi ed appassionandomi ultimamente alle gare di lunga distanza ho sperimentato la partecipazione alla 24 ore di corsa a piedi. E’ stata un’esperienza entusiasmante, estenuante, stancante, meditativa, osservativa. 

C’è un mondo dietro questo tipo di gara che per riscuotere successo e permettere ai partecipanti di correre per tante ore devono inventarsi di tutti i colori prevedendo partenze diversificate di gare all’interno della gara più lunga di 24 ore.
Il vincitore è stato l’atleta Nazionale Diego Ciattaglia che ha raggiunto quota 221km, la gara femminile è stata vinta da Aurelia Rocchi che ha raggiunto i 167km circa mentre Roldano Marzorati, contentissimo è riuscito a raggiungere i 200km piazzandosi terzo.
Un po’ di tempo fa feci alcune domande a Roldano e riporto le risposte di seguito.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Libertà di correre con meno tensioni interne ed esterne.”

In realtà durante le 24 ore ho avuto modo di osservare qualche volta Roldano notando sempre la sua serenità, sicurezza, postura corretta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?Dal mezzo fondo in età giovanile alla maratona da adulto per poi praticare, intorno ai 40 anni, duathlon, triathlon lungo e MTB lunghe distanze, poi ritorno al trailrunning e ultramaratone e 6 giorni di corsa non stop.”

Si è capito che a Roldano piace lo sport prolungato, sembra essere un atleta resistente e resiliente.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Uscire fuori dal gregge mi motiva, partecipare a gare che non sempre si è sicuri di potere portare a termine mi motiva, fare nuove conoscenze con un variegato mondo di persone non comuni, mi motiva la preparazione (allenamento), mi motiva tutto il percorso che porterà alla gara.”

Aperte le iscrizioni per la Corsa di Miguel 2016

Da Lunedì 2 Novembre 2015, giorno del mio compleanno, è possibile iscriversi alla classicissima Corsa di Miguel, in programma il 31 Gennaio 2016.
La Corsa di Miguel è una gara podistica dedicata all’atleta Miguel Sanchez, uno delle migliaia dii desaparecidos uccisi dal governo argentino per fini politici. Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Affrettarsi ad iscriversi alla gara competitiva entro il 15 Dicembre 2015, per poter avere un pettorale personalizzato con la storia dell’atletica, con inciso un numero associato ad un campione che ha segnato la storia dell’atletica leggera.
La Corsa di Miguel non è solo una corsa podistica ma molto di più, è una manifestazione intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino desaparecido, organizzata dal Club Atletico Centrale con l’Unione Italiana Sport per Tutti.
Tale manifestazione prevede anche un progetto per le scuole, infatti sono previste una serie di attività nell’anno scolastico 2015-2016. Il tema di questo ciclo è l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, l’obiettivo è quello di spingere i ragazzi a interessarsi ai Giochi non soltanto come gare, numeri, record, vittorie, ma studiandone le vicende umane, i momenti che anticipano o spiegano la storia del mondo, i riflessi negli anni sulla nostra vita di tutti i giorni. Per tutto questo, la Corsa di Miguel propone alle scuole di ogni ordine e grado, questo “viaggio” attraverso seminari, gare ed eventi, a scuola e fuori.

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