Ci vuole convinzione, grinta, forza,
determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica, in base
agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà,
rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.
Si può fare preparazione atletica in
vista di una performance atletica, in vista dell’ottenimento di risultati
personali o di squadra, si può fare preparazione atletica in vista di
performance artistiche come concerti o performance circensi, ma qualsiasi siano
i motivi della necessità o esigenza di una preparazione atletica non bisogna perdere
di vista il fattore mentale.
E’ indispensabile fare progetti
credibili a se stessi, un ottimo punto di partenza è credere di essere in grado
di fare qualcosa, perché ci si sente di esserlo, perché si è sperimentato
gradualmente dei miglioramenti. (1)
Il talento non basta per raggiungere
l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.
Lo spiega bene Pietro Trabucchi nel suo
libro Perseverare è umano: “Negli anni Novanta Anders Ericsson e la sua
équipe di ricercatori ha dimostrato che le grandi prestazioni in qualsiasi
campo, dalla musica agli scacchi, dallo sport all’arte e alla letteratura, sono
frutto in maniera preponderante dell’esercizio e della preparazione piuttosto
che di capacità innate. Le sue
acquisizioni sono oggi note con il nome di ‘regola delle diecimila ore’.
Ericsson e colleghi cominciarono i loro studi osservando i violinisti che
studiavano al conservatorio di Berlino.
Da allora – era il 1993 – sono stati
compiuti moltissimi studi sulle prestazioni di eccellenza in tutti i campi
dell’attività umana e tutti, nessuno escluso, hanno confermato l’intuizione
pioneristica di Ericsson. Tutte richiedono una quantità di impegno individuale,
sotto forma di esercizio intenzionale, riassumibile a grandi linee in almeno
diecimila ore di allenamento. (2)