sabato 22 ottobre 2016

Eligio Lomuscio: La mia amica Angela Gargano mi ha introdotto nel fantastico mondo delle corse

Matteo Simone 

Eligio Lomuscio, grande uomo di sport, nominato senatore della maratona di Roma per averle corse tutte dal 1995 e ancora intenzionato a correrla ogni anno. 

Ho avuto modo di conoscerlo in occasione di un gemellaggio di camminatori Manfredonia Barletta, si racconta attraverso la seguente intervista.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, all'arrivo della 21^ maratona di Roma quando prima dell'arrivo sono stato raggiunto dal grande Giorgio Calcaterra che aveva fatto per ben 2 volte la maratona. Ci furono grandi festeggiamenti per Giorgio che aveva fatto 2 maratone di seguito e per me che ero riuscito a portare a termine ancora una volta la 21^ maratona di Roma, da ricordare che io, insieme ad altri 30 atleti siamo stati nominati Senatori della Maratona di Roma per aver portato a termine tutte le edizioni della maratona di Roma.”

giovedì 20 ottobre 2016

Giorgio Di Maggio: Far muovere chi ancora non lo fa è l'obiettivo del gruppo 365 giorni di sport

Psicologo, Psicoterapeuta

Io faccio sport perché ho scoperto questo stile di vita salutare per il fisico, la mente e il cuore. Sentire il corpo, la fatica, raggiungere piccoli obiettivi. Stare con gente, conoscere luoghi e persone. Nuove relazioni. Per benessere e prevenzione. Una sorta di pillole di esercizio fisico a costo zero per prevenire tristezza, insoddisfazione, per agevolare metabolismo, aumentare autoefficacia, ma tutto con gradualità senza fretta rispettando i propri tempi e ritmi e il proprio corpo.

Gianluca Taverna: A 25 anni ho battuto gente molto più in forma di me usando la testa



A volte è la testa che spinge il fisico, puoi essere fisicamente aitante e forte quanto vuoi ma se non ci metti la testa non vai da nessuna parte, il corpo si rifiuta. La testa può convincere te stesso ed il corpo che se vuoi puoi, la testa può far credere te stesso delle tue capacità e quindi farti impegnarti per raggiungere gli obiettivi prefissati in modo da trasformare i sogni in realtà.

Per essere performanti e sperimentare successo non basta il fisico ma anche una grande forza mentale, di seguito Gianluca ci racconta la sua esperienza di atleta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Mi è sempre piaciuto lo sport e ne faccio molto da oltre 15 anni, ma 5 anni fa ho deciso di provare a spingere un po’ di più di quanto avessi fatto fino a quel momento è ho iniziato a praticare sport a livello agonistico.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No, ma ho dovuto rallentare molto, ed in alcuni momenti anche abbandonare, per la nascita delle mie figlie e i loro primi anni.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “I fattori che contribuiscono maggiormente sono quelli psicologici, cioè il pormi degli obiettivi e raggiungerli. La motivazione nasce da questo e spinge il fisico.”

mercoledì 19 ottobre 2016

Flora Alicino: La mia prima maratona, la prima sfida che ho vinto con me stessa


Lo sport aggrega, rende felici, ti permette di prenderti cura di te stesso, di sperimentare benessere, e di raggiungere gradualmente obiettivi importanti come portare a termine una maratona di corsa a piedi.
Di seguito, Flora racconta la sua esperienza di atleta: Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, per il solo fatto di essere riuscita a concludere una gara, a prescindere dal risultato."

martedì 18 ottobre 2016

Meccanismi psicologici che aiutano nello sport

Matteo SIMONE

Non si inventa niente, per riuscire bisogna applicarsi, impegnarsi, essere costanti, determinati, credere in se stessi, affidarsi ad un bravo allenatore e nel caso anche nutrizionista o psicologo dello sport. 

In gare estreme non si inventa niente. Importante la preparazione comprensiva di tutti gli aspetti, non solo fisica. Sulla linea di partenza devi avere la coscienza a posto, lo spiega anche Dean Karnazes nel suo libro Ultramarathon Man"...quando sei alla linea di partenza di una qualche gara estrema, psicologicamente aiuta sapere di non aver trascurato la preparazione".

Molti atleti riportano l’utilità dello psicologo in caso di infortuni

Matteo SIMONE

Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici, dirigenti.
Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con altri atleti della stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti. 
Lo psicologo dello sport può lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza. 
Lo stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo possibile cercando di durare fino all’obiettivo ambito, così come anche le crisi vanno e vengono e si può cercare di essere pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi per rifarsi in momenti migliori.
Di seguito alcune testimonianze.

Pensi che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? Ecco la risposta di un maratoneta: “Lo psicologo può avere un effetto importante sull'atleta. Subiamo carichi di lavoro enormi e spesso viviamo momenti difficili. Può farci vedere sempre la luce in fondo al tunnel e darci messaggi positivi.”

Alessandra Penna, oltre a essere valida ingegnere, è anche ed è sempre stata un’atleta competitiva, prima forte nuotatrice ed ora notevoli sono i suoi risultati nell’atletica leggera, anche lei intravede la figura dello psicologo dello sport utile per diversi motivi

venerdì 14 ottobre 2016

Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro

Matteo Simone 

Recensione critica Prof. Isa Magli
Il lavoro affrontato con acume d’ingegno, con sottile perspicacia e con intento didattico-sperimentale-filosofico, dà adito ad approfondimenti e a percorsi culturali di grande caratura, poiché fa conoscere il mondo degli sciamani e le loro concezioni filosofiche e terapeutiche della vita.
Attraverso la descrizione dell’apprendistato di CASTANEDA al cospetto di don Juan per la realizzazione della sua tesi in antropologia, l’autore rivela come i saperi prendono vita a seconda delle potenzialità e delle valenze di chi li comprende al di là del TONAL, isola felice ma limitatamente dal momento che non è evidente il NAGUAL, spazio irrazionale.
Sono spiegati i metodi, non quelli accademici occidentali, ma quelli che gli hanno aperto strade non usuali nell’esperienza e nella consapevolezza su se stesso e sull’universo intorno.
Lo stile è lineare, anche se in alcuni punti diviene articolato poiché si tratta di argomenti psicologici e poco accessibili ai lettori di livello culturale non elevato.
I concetti, se approfonditi con una certa imperturbabilità, hanno un valore dottrinario, incommensurabile perché sono stilati con compostezza e con ragionevolezza.

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