martedì 1 agosto 2017

Cuore, testa e corpo per partecipare a maratone e ultra e non mollare

Cosa spinge a partecipare a maratone e ultra, sudare, faticare? Certo non solo la performance ma la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionare; anche la voglia di fidarsi e affidarsi a qualcuno che ti fa compagnia, che ti porge una bevanda, che ti aspetta; una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a stare nel gruppo che contiene e sostiene, per non mollare, per occuparsi di se stessi e degli altri, per raccontarsi, per far parte di un gruppo, una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati insieme, per condividere momenti, pregara fatti di viaggi e incontri, per superarsi, questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. 

I fratelli Gennari, specialisti della 100 km negli anni ’70-‘80

Matteo SIMONE

I fratelli Gennari hanno scoperto il loro talento ed hanno approfittato a girare il mondo vincendo gare contro atleti delle altre nazioni, dei paesi dell’Est, gare estreme per chilometraggio elevato e per condizioni climatiche, specialisti della 100 km nel mondo oltre che in Italia.

Elvino in particolare corre da 44 anni, ha fatto 31 gare da 100km, salito 20 volte sul podio con 10 vittorie, ha girato il mondo partecipando a 200 maratone: Australia, Cina, Sudafrica, Alaska, Stati Uniti, ecc.
Tante le glorie, tanti gli aneddoti, ma anche qualche sconfitta. Elvino, per esempio, non è mai riuscito a vincere la classicissima 100km del Passatore, arrivato diverse volte sul podio.

Cosa spinge a partecipare a ultra maratone, sudare, faticare?

Certo non solo la performance ma anche la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionale; la voglia di fidarsi e affidarsi a qualcuno che ti fa compagnia, che ti porge una bevanda, che ti aspetta; una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a stare nel gruppo che contiene e sostiene, per non mollare, per occuparsi di se stessi e degli altri, per raccontarsi, per far parte di un gruppo, una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati insieme, per condividere momenti di pregara fatti di viaggi e incontri, per superarsi, questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. Chiamateli pure masochisti o incoscienti, ma in realtà quello che emerge dalle varie storie e testimonianze è che si tratta di un mondo fantastico e sorprendente, affascinante e protettivo. E a casa si porta sempre qualcosa.

Stefano Masini: Per me lo sport è compagno indispensabile di vita

Matteo Simone 
 

Sono tanti i benefici dello sport: permette di sperimentare, conoscere, apprezzare, stare in compagnia, raggiungere obbiettivi, fidarsi, affidarsi, apprendere.  

Di seguito, Stefano racconta la sua esperienza rispondendo a un mio questionario. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Pratico sport da sempre, poiché per me lo sport è compagno indispensabile di vita. Giocavo a calcio e, nei giorni in cui non avevo le partite, mio babbo mi portava in bici, la sua passione. Non sempre allo sport ho associato la parte competitiva, anzi… Mi è capitati in età giovanile, quando giocavo a calcio, ed ultimamente, quando ho iniziato a fare il podista (2014).”
Che significato ha per te lo sport? “Lo considero un modo per tenermi in forma, per mantener la salute, per stare a contatto con la natura, per imparare a stare in gruppo e a vivere la vita di gruppo, per scaricare lo stress, per condividere emozioni con gli amici, per dare un esempio di comportamento corretto di vita ai miei figli, per fare beneficenza (diverse volte mi son fatto promotore di eventi sportivi per fare raccolta fondi). Insomma, per sentirmi bene!

lunedì 31 luglio 2017

Patrizia Losacco: La mia prima 21 km "le Cattedrali" è il ricordo più euforizzante


E’ un’esperienza di tanti lo scoprire lo sport e tutto quello che significa, cioè essere più autonomi e autoefficaci, pensare più a se stessi, farsi del bene da soli, svagare e divertirsi con i compagni di avventura, ritagliarsi del tempo oltre a quello dedicato al lavoro e alla famiglia. Scoprire sempre più se stessi, le proprie capacità, il proprio modo di essere e di fare.

Di seguito Patrizia racconta la sua esperienza di atleta rispondendo a un mio questionario.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta, qual è stato il primo sport che hai praticato, com’è stato il passaggio agli altri sport? “Ho sempre amato lo sport, volevo diventare insegnante di educazione fisica, il primo sport praticato è il basket, il passaggio agli altri è stato per pura curiosità, in questo momento solo running.”

sabato 29 luglio 2017

Francesca Innocenti, Mondiale 2017 24h: Esperienza meravigliosa, un’emozione unica


Alla prima esperienza di un mondiale Francesca porta a casa qualcosa di utile, una grande esperienza, porti a casa tantissimo oltre alla miglior prestazione personale, che quando viene a un mondiale è molto gradita, ma tutto ciò non viene a caso, dietro tutto ciò c’è un grande lavoro individuale e di squadra per curare tantissimi aspetti importanti per il benessere e la performance.

Di seguito Francesca racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mi domande.

Dario Santoro vince ad Adelfia la “CORRENDO TRA I VIGNETI”


Grande atleta, grande persona, chi non lo conosce lo conoscerà e apprezzerà sempre di più le sue doti atletiche e umane nonostante la giovane età, perché lo sport fatto con passione e motivazione fa crescere meglio e più ricchi dentro, avanti così, siamo tanti i fan che ti spingiamo con il nostro tifo così potrai andare sempre più forte, veloce e leggero. 

Manfredonia ha un idolo in più da riconoscere e apprezzare, un esempio per i più giovani da coinvolgere nella fatica appagante dello Sport.

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