martedì 2 gennaio 2018

Milly Crepaz: Capii che lo sport di montagna era la via migliore da prendere

Matteo Simone 

Sono tante le modalità e le opportunità per sentirsi campione.

Lo sport in genere può far sperimentare di essere campione ottenendo validi e ambiziosi risultati, raggiungendo mete sfidanti, salendo sul podio, battendo gli avversari.
A volte campioni significa superare periodi e momenti di crisi e difficoltà oppure come nel caso di Milly campioni si può sperimentare raggiungendo vette, scalando e arrivando sempre più in alto.
Interessante l’intervista che riporto di seguito a Milly Crepaz; scialpinista (ex nel comitato veneto), corsa in montagna, bici, arrampicata.

Giovanni Capasso, ultrarunner: Alla fine di una gara pensi: ammazza cosa ho fatto

Matteo SIMONE 

Piano piano l’ultramaratona porta ad adattarsi a condizioni sempre più dure, a superare gradualmente difficoltà man mano sempre crescenti, a fare cose considerate fuori dalla normalità.

Anche gli atleti stessi si meravigliano di essere riusciti in tutto ciò, stanchi ma soddisfatti e man mano aumenta la consapevolezza delle proprie capacità e risorse così come dei propri limiti, e man mano incrementa autoefficacia, fiducia in sé nel provar e riuscire, e resilienza superando sempre muri e barriere soprattutto mentali.

Eleonora Bazzoni: La soddisfazione più grande la maratona di Roma, 2h 45

Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it

Lo sport come da così toglie, quando tutto fila liscia arrivano imprevisti e inconvenienti che guastano la festa, accade a tanti, ecco perché tocca vivere il momento presente senza rimandare ma godendo di quello che c’è ora.

Di seguito Eleonora racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questo 2017 sportivo? Avuto problemi, criticità?Questo 2017 ha portato con se tante soddisfazione ma,  non nego anche un po’ di amarezza per come si è concluso. La soddisfazione più grande è stata sicuramente la prestazione della maratona di Roma, 2h 45 il tempo ottenuto alla mia seconda esperienza su questa distanza (la prima feci 2h 51 a Venezia), prima europea al traguardo ..tanta gioia, soddisfazione, emozione. Rimane invece l’amarezza perché  durante la maratona di Berlino (settembre 2017) mi son infortunata e cosi ho dovuto concludere gli ultimi 15 km camminando….il risultato? 2 mesi di stop e tante cure.”

lunedì 1 gennaio 2018

Marius A. Mocanu: La mia prima ultramaratona

Marius A. Mocanu

Da dove partire… partirei dalla mia convinzione che per provare delle emozioni una volta nella vita una Maratona si deve fare.

Nel 2016 mi sono iscritto alla maratona di Torino la quale ho finito con un tempo per me ottimo. 

Nel pacco gara ho trovato il volantino della 100km: “LA 100km  DELLE  ALPI”, leggendo il volantino  mi sono detto: “questa è la gara che voglio fare a tutti i costi”.

Mi sono informato meglio sulla gara e ho iniziato piano piano ad allenarmi, aspettando con ansia il momento della gara il 7 – 8 ottobre 2017 ( sapevo che la gara si svolgeva il 2 weekend di ottobre).

Sabato 7 ottobre dopo tanta fatica negli allenamenti, con qualche problemino al piede circa 2 settimane prima mi presento con tanto entusiasmo ai nastri di partenza, Posso dire che la sera prima ero tranquillo, sono riuscito a dormire bene, mi sono alzato come al solito prima della sveglia, come si può dire ero “carico”.

venerdì 29 dicembre 2017

Michele Fiale La gara del mio cuore nel 2007 la maratona di New York

Matteo Simone 

Lo sport permette di sperimentare sensazioni ed emozioni uniche e ricche, permette di incontrare persone, culture e mondi, permette di scoprire valori, pianificare obiettivi e mete per prendere direzioni e cercare di trasformare sempre più sogni in realtà.

Di seguito una interessante mia intervista a Michele Fiale, 41 anni, diploma di Ragioniere, podista dirigente della Asd Gargano 2000.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? "Nella mia vita non mi sono mai sentito un Campione però devo ammettere che in qualche gara mi sono sentito pienamente soddisfatto di come stavo procedendo e in una gara in particolare una 10 km a Margherita di Savoia nel 2016 mi sono complimentato con me stesso quando all'8° km ho superato un gruppo di ragazzi 18enni o 20enni e io 40enne che dicevo tra me e me scherzando: bravo Michele a 40 anni mantieni ancora i colpi."

sabato 23 dicembre 2017

Paolo Bravi, ultrarunner: Sono appassionato per la corsa, senza non ci so stare



L’insieme degli ingredienti fa di una persona il campione, non è solo il talento, ma anche tanto duro lavoro senza trascurare nessuno aspetto e nessuno dettaglio. 

Fattori importanti sono l’allenamento fisico, l’aspetto mentale, la preparazione nutrizionale e tanta autoprotezione e coccole che consistono nei recuperi, massaggi, fisioterapia e l’affetto di persone care che fanno il tifo per te in ogni caso senza pretese, senza pressioni.

venerdì 22 dicembre 2017

Omar Atzori: Pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra

Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

La passione e la pratica per lo sport e la psicologia mi portano sempre più a conoscere atleti e ad approfondire gli aspetti che gli procurano benessere e che conducono anche alla performance. 

Ora sono focalizzato su un libro dal titolo Sport, benessere e performance, pertanto attraverso questionari ricevo risposte da atleti che trasmettono il loro mondo di intendere lo sport, di seguito il vissuto sportivo di Omar Atzori.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, quando mio figlio per la prima volta mi ha aspettato al traguardo di una maratona ed ha tagliato il traguardo con me mano nella mano. Lo sport è vita.”

Lo sport è vita, ti fa sentire l’intensità e l’essenza della vita, soprattutto quando è partecipato anche da persone a cui si vuole bene.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio Prof. di Educazione fisica Carlo Sansone ha visto in me delle qualità, oltre a farmi partecipare alle gare scolastiche mi portò al campo sportivo. La mia passione per il salto in lungo è durata per anni, ma amavo sperimentarmi e mettermi in gioco su più specialità, cimentandomi spesso in gara di decathlon. Poi un’operazione al ginocchio mi ha costretto ad abbandonarlo. Ho chiuso la mia carriera in pista con i 400hs. Ora pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra. E’ un viaggio introspettivo meraviglioso.”

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