lunedì 12 febbraio 2018

Selfie fanno parte dello sport come il riscaldamento, lo stretching, gli allunghi


Puoi scegliere se poltrire e chattare o metterti in movimento alla ricerca di persone in carne ossa, salire sul treno dello Sport, faticare in compagnia, confrontarti con gli altri, condividere albe e tramonti, parchi e ville, strade, sentieri e piste.

Allenamenti e gare e poi quanto meno porti a casa un po' di selfie che fanno parte dell'allenamento così come lo stretching, le andature, le ripetute, il fartlek, la progressione, il lento.

domenica 11 febbraio 2018

Giuseppe D’Antone Campione Regionale Cross 2018 categoria M60


Che dire! Un fenomeno, passano gli anni, si cambia categoria, ma lui è sempre pronto e performante. 

Conosciuto e salutato da tutti, applaudito da tutti, coccolato da noi tutti amici di società Atletica La Sbarra. Il suo titolo e la prestazione degli altri atleti della società hanno contribuito a piazzamento al 4° posto tra le società maschili del Lazio.
Giuseppe D’Antone, 60 anni è ancora uno dei più forte della squadra e riesce a competere con gli atleti più giovani vincendo, a ritmi elevatissimi quasi sempre la categoria M60, e competendo anche con i più giovani per i primi piazzamenti assoluti.

sabato 10 febbraio 2018

Massimo, Nunzia e Mimmo: Grandi Ultramaratoneti della “Barletta Sportiva”

Matteo SIMONE 

Da un po’ di anni mi sto interessando alle ultramaratone.

Nel 2008 attraverso brevi interviste ad alcuni partecipanti alla “100 km degli Etruschi”, raccolsi alcune impressioni, sensazioni e testimonianze con l’intento di comprendere le motivazioni a intraprendere questo tipo di imprese estreme che comportano un’estenuante prestazione sportiva, e tra gli intervistati c’erano anche Nunzia Patruno già atleta della Nazionale 24ore e Enzo Cascella alla sua prima 100km.
Questo interesse per il mondo delle lunghe distanze mi ha portato mettermi in gioco sperimentandomi in alcune gare di ultramaratona e ciò mi ha permesso di scrivere articoli e libri e tra questi ne ho scritto anche L’Ultramaratoneta di Corato in collaborazione con Giuseppe Mangione e riporto di seguito un breve estratto a proposito degli ultramaratoneti Pugliesi:

venerdì 9 febbraio 2018

Matteo Simone, psicologo e ultramaratoneta, racconta il suo stage in Kenya

(a cura di Stefano Severoni)

Sulle pagine di facebook immagini e brevi commenti sull’esperienza di Matteo Simone in Kenia nel mese di gennaio 2018. Com’è stata articolata la tua giornata in terra keniana? Raccontaci nel dettaglio.

La sera prima ci si organizzava per il giorno successivo, in genere appuntamento alle 6.30 con i pacer keniani per un allenamento a piccoli gruppi in base alla distanza e velocità, si correva in genere dai 12 ai 20 km, con ritmi dai più veloci e in progressioni per gli atleti più forti, mentre più lenti per me e altri e anche alcune donne che andavamo più piano. Si tornava, stretching, colazione e poi liberi a bordo piscina oppure passeggiate varie. Era prevista merenda sia nella mattinata che nel pomeriggio. Nel pomeriggio inoltre erano previste a volte sessioni di addominali a cura di Timo Limo o Richard, molto dure e faticose, soprattutto il motto di Richard era: «No pain no gain». Comunque insieme ci divertivamo anche ed erano presenti tanti campioni lì con noi. Altri pomeriggi facevamo tecnica di corsa e andature a cura di Timo Limo sulla pista in tartan di Lorna Kiplagat, oppure visite a scuole, incontri con allenatori di pomeriggio o sera, incontri e allenamenti con atleti di livello mondiali come Wilson Kipsang, che abbiamo incontrato nella palestra e ci ha chiesto se l’indomani mattina ci allenavamo insieme, e così è stato ha fatto: 5 minuti di ritardo, ma alle 6.35 si è presentato lui che ha 2h03’13” in maratona, con un altro atleta che ha di personale in maratona 2h07’. Inoltre erano previsti allenamenti nella pista di Tambach a 12 km di distanza dal nostro centro, una pista in terra battuta “calpestata” da tanti fenomeni keniani, e noi insieme a loro. Inoltre il fartlek del giovedì mattina alle 9.00 si partiva tutti insieme, eravamo centinaia, ma loro erano fortissimi, variazioni di ritmo sotto i 3’ al km. Inoltre erano previste visite a ospedali, artigianato locale, altri camp di atletica poveri e meno poveri.

Antonio Valente: Lo sport dà tantissimo, insegna a stare insieme e confrontarsi

 Matteo SIMONE 

Lo sport accresce capacità e competenza, diventa un insegnamento pratico di vita, insegna a stare con la gente, a condividere gioie e fatiche, a fare squadra,  a confrontarsi, a uscire fuori dalla zona di confort per trovarsi in situazioni da risolvere.

La pratica di una disciplina sportiva permette di conoscersi meglio, di scoprire qualità e limiti, incrementa autoconsapevolezza corporea, incrementa fiducia in se, sviluppa resilienza, aiuta a superare infortuni, crisi, sconfitte. Insegna a stare con la gente, avvicina persone, culture e mondi.
Di seguito, Antonio racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.

Matteo Villani, triathlon: Ironman 70.3 di Pescara è stata la gara più impegnativa


Lo sport permette di fare esperienze uniche come quelle della prima volta di una gara, la prima volta in mare, la prima volta tre discipline, non è facile né semplice gareggiare per la prima volta, sentirsi pronto, avere tutto sotto controllo, aver valutato tutti gli aspetti della gara dal pregara che comprende l’attrezzatura e il vestiario da sistemare, la partenza il corso della gara, le varie fasi importanti soprattutto per il triathlon che prevede dei cancelli, dei tempi massimi di percorrenza per ognuna delle tre specialità di sport.

Di seguito, Matteo racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.

Giuseppe Matteucci: Credo che la corsa sia proprio la metafora della vita

Matteo SIMONE

Lo sport permette di avvicinare persone, culture e mondi, permette di consolidare amicizie grazie agli allenamenti che si condividono e agli incontri che si fanno nelle gare.

Di seguito, Giuseppe racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Si. Ogni volta che corro.”
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato correndo in palestra. Successivamente ho conosciuto un amico che ha rafforzato questa mia passione.
Nello sport quali sono fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere e performance?Un ruolo fondamentale è svolto dalle persone e dalla gratuità delle emozioni che vivo in corsa.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?La gara più bella è stata quella in cui le difficoltà si sono palesate e contestualmente ho riscoperto la determinazione nel superare le stesse.”

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