Quando la vita mi ha messo a terra
la corsa mi è tornata utile per rialzarmi
Matteo SIMONE
A volte lo sport aiuta a riprendere in mano le redini della propria vita, scoprendo nuove modalità di essere, di relazionarsi, di affrontare ogni giorno pianificando mete e obiettivi ambiti e sfidanti.
Di seguito l’esperienza di Giacomo Cecchini, atleta “9.92 Running ASD”, attraverso risposte
ad alcune mie domande.
Ti sei sentito
campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Ogni volta che indosso l’abbigliamento per correre e mi presento alla
partenza mi sento già un vincitore, tutto ciò che avviene dopo lo decido io.”
Qual è stato il tuo percorso nella
pratica sportiva? “Sono nato in pista
con le classiche gare di atletica, mezzo fondo, siepi, fondo, corse campestri.
Poi ho smesso, e quando la vita mi ha messo a terra la corsa mi è tornata utile
per rialzarmi e da quel momento (2013) non ho più smesso e mi sono detto che
correrò finché riuscirò a divertirmi trovando sempre nuove sfide.”
Nella vita ci sono delle priorità, bisogna scegliere il meglio per noi possibilmente, cercando di essere e fare quello che più ci aggrada e che dà un senso al nostro essere presenti nel circo del mondo ogni giorno.
Nella vita ci sono delle priorità, bisogna scegliere il meglio per noi possibilmente, cercando di essere e fare quello che più ci aggrada e che dà un senso al nostro essere presenti nel circo del mondo ogni giorno.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e performance ? “Alcuni sono proprio naturali nel DNA, altri li devi trovare e coltivare. Il mio benessere è correre stando bene, quindi curo l’alimentazione e una saggia distribuzione delle forze, senza mai andare troppo oltre il mio fisico, concedendo al corpo il giusto riposo.”
Nella pratica dello sport c’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance “Sono nato da solo per quanto riguarda il mondo della corsa, quindi ho imparato a gestirmi. Non ho mai usato ne tabelle ne allenatori o preparatori, l’unica cosa che mi aiuta è che da quando sono entrato nel mondo delle ultra mi faccio massaggiare nel post gara.”
Ognuno sceglie la propria strada, il
proprio percorso, la propria modalità di essere al mondo cercando non solo di
faticare ma anche di divertirsi e di godere con la consapevolezza che dove c’è
la fatica passa e quando passa si gode, certo dipende da noi trovare uno spazio
più o meno ampio tra una fatica e un’altra e possibilmente coltivare sane
abitudini che ci diano anche un po’ di sollievo e ricarica per ripartire sempre
con entusiasmo e al meglio della condizione: Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Sono sempre accanto a me qualsiasi cosa io
decida di fare perché mi conoscono, e sanno che non vado mai oltre e non
rischio mai, si fidano e mi supportano anche a distanza, persino durante la
gara stessa con messaggi e telefonate.”
Ognuno conosce se stesso e anche chi ci
è vicino, quindi importante è essere consapevoli e responsabili, si può fare
tutto ma con criterio, regolazione, preparazione rispettando se stessi e i
propri limiti che un po’ alla volta si possono forzare senza spingere troppo e
subito.
Un episodio
curioso o divertente della tua attività sportiva? “Ce ne sarebbero a centinaia, ma questo è uno di quelli che ricordo
sempre. E’ capitato durante la Via degli Dei (130km), stavo attraversando un
paesino e c’era una festa, io preso un po’ dalla gente stavo sbagliando strada,
ad un certo punto una di queste persone sento che mi chiama e mi corre dietro
per avvisarmi che stavo sbagliando strada appunto, così mi fermo torno
indietro, e passando per la folla mi chiedono cosa stessi facendo, spiegato il
tutto, mi fermo con loro e mi offrono un bicchiere di birra, seduto con loro
passo una decina di minuti.”
Gli ultrarunner appaiono agli occhi
degli altri sempre un po’ strani e bizzarri, per chi è al di fuori di questo
mondo delle lunghe distanze non sono comprensibili lunghe gare oltre 100kn in
orari assurdi attraversando paesi e montagne ma l’atleta è consapevole e forse
anche un po’ bizzarro faticando ma divertendosi allo stesso tempo a impegnarsi
per arrivare a destinazione facendo incontri particolari che un po’ alleviano
fatica, dolore e sofferenze,
Cosa hai
scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Nel tempo ho scoperto di essere più forte di quello che pensavo, di
avere un determinazione incredibile e una forza di testa che senza di quella
non avrei mai potuto finire queste gare così dure e al limite. Ho scoperto
anche che una volta partito cambio completamente, divento più sportivamente
parlando umano.”
Se Giacomo avesse continuato a fare
pista o qualcos’altro avrebbe scoperto altre cose ma solo gare dure e al limite
mettono di fronte all’atleta denudato di giudizi, dubbi e pensieri, da solo di
fronte alla crisi, al muro, alla soluzione da trovare nei lunghi viaggi di
corsa di endurance, tante ore di corsa attraversando luci, colori, suoni e
odori che a volte fanno assentare dal presente per distrarsi e per allontanarsi
dalla fatica.
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel praticare
il tuo sport? “Sicuramente la
determinazione e la resistenza.”
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “Per me è libertà, un modo per sentirmi parte di un altro mondo.”
Continuando a praticare pista si continua
a guardare i tempi fatti di minuti e secondi, bisogna essere veloci e
migliorarsi sempre, un assoluto controllo di se stessi per cercare minimi
aspetti da curare e migliorare.
La corsa di lunga distanza, ti fa spogliare di
tempi e velocità e ti mette di fronte a una direzione da prendere e scelte da
fare lungo il percorso rispetto a come vestirsi, come nutrirsi, quale andatura
conviene andare, stando attenti alla strada e all’ambiente circostante fatto di
persone, animali, costruzioni, natura.
Quali
sensazioni sperimenti nello sport? “Divertimento,
gioia, allegria, soprattutto negli sguardi della gente che è esattamente lo
stesso che avevo anche io prima di cominciare a correre.”
Nella corsa di lunga distanza c’è anche
il tempo di guardare l’altro, non solo amico di corsa o avversario ma anche
spettatori e passanti, c’è il tempo per battere il 5, per salutarsi, per bere
qualcosa insieme, per scambiarsi un numero di telefono.
Mi è capitato in una
gara di 50km in provincia di Rieti di entrare con altri amici in una fattoria
dove ci hanno offerto uova da bere, a qualcun altro scherzando chiedevamo un
bicchiere di vino.
Sì perché l’ultramaratona è un viaggio, a volte anche con
amici, perché la condivisione allieta il percorso di fatica e in quella 50km
c’erano tantissime salite che passavano in secondo piano.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione ? “Innanzitutto
non bisogna mai buttarsi senza aver avuto il permesso dai dottori quindi
facendo esami di accertamento fisici, io parlo della corsa nel mio caso, ma la
cosa credo valga per qualsiasi altro tipo di sport a livello dilettante. I
rischi possono essere svariati e possono capitare in qualsiasi momento. Nel mio
caso uno molto grosso che vedo sempre più spesso soprattutto nelle gare lunghe
è la scarsa attenzione all’idratazione e alimentazione durante la gara ciò
provoca svenimenti e collassi, e lo dico sempre a tutti mai sottovalutare
nessuna gara lunga o corta che sia. E soprattutto bisogna sempre cominciare da
poco per ottenere il massimo.”
In ogni campo l’esperienza aiuta,
infatti in questo campo delle ultramaratone sulla propria pelle e sulla pelle
degli amici gli atleti osservano le conseguenze che ci possono essere
affrontando lunghe gare soprattutto quando il caldo è eccessivo dove bisogna
prevenire in tempo la disidratazione per non rischiare soprattutto collassi o
altre criticità. E’ importante anche la gradualità, approcciarsi un po’ per
volta nel mondo delle ultramaratone senza esagerare e senza fretta.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti
ostacolano nella pratica del tuo sport? “Per quanto mi riguarda è sempre il clima a condizionarmi maggiormente,
il caldo mi distrugge, il brutto tempo mi gasa, ma nonostante tutto non mollo
mai neanche nelle condizioni più critiche e a volte tiro proprio fuori il
meglio quando sono messo alle strette.”
Se c’è passione e motivazione non si
molla, qualsiasi inconveniente si affronta e lo si lascia indietro mentre
l’atleta avanza guardando avanti metro dopo metro.
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare
di fare sport? “Ho cominciato a
correre per superare un momento difficile della mia vita, quando sono entrato
nel vortice della anoressia arrivando a pesare meno di 50kg, mollando di fare
qualsiasi cosa. Arrivato allo stremo mi sono ripreso da solo, ho cominciato a
correre e questo mi aiuta a non pensare più a quel periodo e a diventare più
forte nella vita.”
Si può cambiare stile di vita cercando
di prendere una via più sana e corretta che ci permetta si stare meglio con
responsabilità e consapevolezza.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Credo possa servire soprattutto nella
giovanissima età, quando si comincia a praticare sport nelle scuole, lì possono
esserci problemi a livello di gruppo, a volte si tende a quella età a
socializzare in modo diverso e a creare delle situazioni quasi di bullismo.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e
da realizzare? “Il mio prossimo
obiettivo è andare sempre più oltre, come dice la parola stessa 'Ultra' che non
significa solo in parole di distanza ma anche di testa e di determinazione, in
particolar modo mi sto allenando già da questo anno per la 100 Miglia del
prossimo anno in Toscana.”
Giacomo, come tanti altri ultrarunner,
sembra essere insaziabile e incontentabile, sempre più chilometri, sempre sfide
più dure da affrontare, gestire e portare a termine.
Sei consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti? “Ora più che mai, ho imparato a conoscerli e
a gestirli da solo, e secondo me è la cosa più giusta, perché alla fine siamo
sempre soli contro noi stessi.”
Quanto
ti senti sicuro, quanto credi in te stesso? “Sono sempre sicuro di me stesso, se non lo fossi non potrei mai
presentarmi sulla griglia di partenza, e credere in me stesso è la forza più
grande che ci sia, quando corro per 20h consecutivamente me lo ripeto
continuamente nella testa, ancora ancora e ancora fino alla fine.”
Credere in se stessi, aiuta ad andare
avanti in ogni situazione e con ogni modalità, e la pratica dell’ultramaratona
necessita fiducia, perseveranza, impegno, passione motivazione per avere sempre
un sufficiente entusiasmo che spinga a indossare abbigliamento e uscire fuori
casa per sentire il corpo e la fatica che ci garantisce che siamo vivi.
Quale tua esperienza ti dà la
convinzione di potercela fare? “Ogni
singola gara, non ce ne sono di uguali, ognuna ti dà sempre qualcosa a livello
di esperienza, che ti porti dietro per la successiva.”
Quali sono le sensazioni relative a precedenti esperienze di successo?
“Ti fa crescere e ti cambia a livello di
carattere personale e ti dà un’altra prospettiva della vita.”
Ogni allenamento, ogni gara diventano
mattoncini per costruire un atleta e persona forte, consapevole, resiliente sia
nello sport che nella vita quotidiana.
Hai
un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “A molte persone che ho seguito in passato e che mi hanno ispirato a
cominciare, cosa che adesso sto facendo anche io per qualcun altro.”
Come hai superato eventuali crisi,
infortuni, sconfitte, difficoltà? “Per
ora non ho mai avuto infortuni, ma soprattutto nelle gare Ultra ho avuto varie
difficoltà a livello fisico che ho saputo superare con l’unica arma in mio
possesso il buonsenso, cioè capire che se riuscivo dopo aver superato la crisi
a ripartire bene altrimenti mi sarei fermato (cosa che ancora non è mai
successa), perché come dico sempre anche il ritiro ci può stare a parte del
gioco, perché lo sport è prima di tutto benessere fisico e mentale, bisogna
correre fino a che il nostro corpo ce lo permette, oltre si va solo che
incontro a guai.”
Concordo lo sport qualsiasi è benessere
fisico e mentale, aiuta a conoscersi, a ricaricarsi, a stare da soli con se
stessi ma anche in buona compagnia.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento