lunedì 8 luglio 2019

Giacomo Cecchini: Correrò finché riuscirò a divertirmi trovando sempre nuove sfide

Quando la vita mi ha messo a terra la corsa mi è tornata utile per rialzarmi
Matteo SIMONE 

A volte lo sport aiuta a riprendere in mano le redini della propria vita, scoprendo nuove modalità di essere, di relazionarsi, di affrontare ogni giorno pianificando mete e obiettivi ambiti e sfidanti. 

Di seguito l’esperienza di Giacomo Cecchini, atleta “9.92 Running ASD”, attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Ogni volta che indosso l’abbigliamento per correre e mi presento alla partenza mi sento già un vincitore, tutto ciò che avviene dopo lo decido io.” 
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?Sono nato in pista con le classiche gare di atletica, mezzo fondo, siepi, fondo, corse campestri. Poi ho smesso, e quando la vita mi ha messo a terra la corsa mi è tornata utile per rialzarmi e da quel momento (2013) non ho più smesso e mi sono detto che correrò finché riuscirò a divertirmi trovando sempre nuove sfide.

Nella vita ci sono delle priorità, bisogna scegliere il meglio per noi possibilmente, cercando di essere e fare quello che più ci aggrada e che dà un senso al nostro essere presenti nel circo del mondo ogni giorno.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e performance ? “Alcuni sono proprio naturali nel DNA, altri li devi trovare e coltivare. Il mio benessere è correre stando bene, quindi curo l’alimentazione e una saggia distribuzione delle forze, senza mai andare troppo oltre il mio fisico, concedendo al corpo il giusto riposo.” 
Nella pratica dello sport c’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance  “Sono nato da solo per quanto riguarda il mondo della corsa, quindi ho imparato a gestirmi. Non ho mai usato ne tabelle ne allenatori o preparatori, l’unica cosa che mi aiuta è che da quando sono entrato nel mondo delle ultra mi faccio massaggiare nel post gara.”

Ognuno sceglie la propria strada, il proprio percorso, la propria modalità di essere al mondo cercando non solo di faticare ma anche di divertirsi e di godere con la consapevolezza che dove c’è la fatica passa e quando passa si gode, certo dipende da noi trovare uno spazio più o meno ampio tra una fatica e un’altra e possibilmente coltivare sane abitudini che ci diano anche un po’ di sollievo e ricarica per ripartire sempre con entusiasmo e al meglio della condizione: Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Sono sempre accanto a me qualsiasi cosa io decida di fare perché mi conoscono, e sanno che non vado mai oltre e non rischio mai, si fidano e mi supportano anche a distanza, persino durante la gara stessa con messaggi e telefonate.”

Ognuno conosce se stesso e anche chi ci è vicino, quindi importante è essere consapevoli e responsabili, si può fare tutto ma con criterio, regolazione, preparazione rispettando se stessi e i propri limiti che un po’ alla volta si possono forzare senza spingere troppo e subito.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Ce ne sarebbero a centinaia, ma questo è uno di quelli che ricordo sempre. E’ capitato durante la Via degli Dei (130km), stavo attraversando un paesino e c’era una festa, io preso un po’ dalla gente stavo sbagliando strada, ad un certo punto una di queste persone sento che mi chiama e mi corre dietro per avvisarmi che stavo sbagliando strada appunto, così mi fermo torno indietro, e passando per la folla mi chiedono cosa stessi facendo, spiegato il tutto, mi fermo con loro e mi offrono un bicchiere di birra, seduto con loro passo una decina di minuti.

Gli ultrarunner appaiono agli occhi degli altri sempre un po’ strani e bizzarri, per chi è al di fuori di questo mondo delle lunghe distanze non sono comprensibili lunghe gare oltre 100kn in orari assurdi attraversando paesi e montagne ma l’atleta è consapevole e forse anche un po’ bizzarro faticando ma divertendosi allo stesso tempo a impegnarsi per arrivare a destinazione facendo incontri particolari che un po’ alleviano fatica, dolore e sofferenze,
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?
Nel tempo ho scoperto di essere più forte di quello che pensavo, di avere un determinazione incredibile e una forza di testa che senza di quella non avrei mai potuto finire queste gare così dure e al limite. Ho scoperto anche che una volta partito cambio completamente, divento più sportivamente parlando umano.

Se Giacomo avesse continuato a fare pista o qualcos’altro avrebbe scoperto altre cose ma solo gare dure e al limite mettono di fronte all’atleta denudato di giudizi, dubbi e pensieri, da solo di fronte alla crisi, al muro, alla soluzione da trovare nei lunghi viaggi di corsa di endurance, tante ore di corsa attraversando luci, colori, suoni e odori che a volte fanno assentare dal presente per distrarsi e per allontanarsi dalla fatica.
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel praticare il tuo sport?Sicuramente la determinazione e la resistenza.” 
Che significato ha per te praticare il tuo sport?Per me è libertà, un modo per sentirmi parte di un altro mondo.”

Continuando a praticare pista si continua a guardare i tempi fatti di minuti e secondi, bisogna essere veloci e migliorarsi sempre, un assoluto controllo di se stessi per cercare minimi aspetti da curare e migliorare. 
La corsa di lunga distanza, ti fa spogliare di tempi e velocità e ti mette di fronte a una direzione da prendere e scelte da fare lungo il percorso rispetto a come vestirsi, come nutrirsi, quale andatura conviene andare, stando attenti alla strada e all’ambiente circostante fatto di persone, animali, costruzioni, natura.
Quali sensazioni sperimenti nello sport?Divertimento, gioia, allegria, soprattutto negli sguardi della gente che è esattamente lo stesso che avevo anche io prima di cominciare a correre.

Nella corsa di lunga distanza c’è anche il tempo di guardare l’altro, non solo amico di corsa o avversario ma anche spettatori e passanti, c’è il tempo per battere il 5, per salutarsi, per bere qualcosa insieme, per scambiarsi un numero di telefono.
Mi è capitato in una gara di 50km in provincia di Rieti di entrare con altri amici in una fattoria dove ci hanno offerto uova da bere, a qualcun altro scherzando chiedevamo un bicchiere di vino. 
Sì perché l’ultramaratona è un viaggio, a volte anche con amici, perché la condivisione allieta il percorso di fatica e in quella 50km c’erano tantissime salite che passavano in secondo piano.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione ?Innanzitutto non bisogna mai buttarsi senza aver avuto il permesso dai dottori quindi facendo esami di accertamento fisici, io parlo della corsa nel mio caso, ma la cosa credo valga per qualsiasi altro tipo di sport a livello dilettante. I rischi possono essere svariati e possono capitare in qualsiasi momento. Nel mio caso uno molto grosso che vedo sempre più spesso soprattutto nelle gare lunghe è la scarsa attenzione all’idratazione e alimentazione durante la gara ciò provoca svenimenti e collassi, e lo dico sempre a tutti mai sottovalutare nessuna gara lunga o corta che sia. E soprattutto bisogna sempre cominciare da poco per ottenere il massimo.”

In ogni campo l’esperienza aiuta, infatti in questo campo delle ultramaratone sulla propria pelle e sulla pelle degli amici gli atleti osservano le conseguenze che ci possono essere affrontando lunghe gare soprattutto quando il caldo è eccessivo dove bisogna prevenire in tempo la disidratazione per non rischiare soprattutto collassi o altre criticità. E’ importante anche la gradualità, approcciarsi un po’ per volta nel mondo delle ultramaratone senza esagerare e senza fretta.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica del tuo sport?Per quanto mi riguarda è sempre il clima a condizionarmi maggiormente, il caldo mi distrugge, il brutto tempo mi gasa, ma nonostante tutto non mollo mai neanche nelle condizioni più critiche e a volte tiro proprio fuori il meglio quando sono messo alle strette.”

Se c’è passione e motivazione non si molla, qualsiasi inconveniente si affronta e lo si lascia indietro mentre l’atleta avanza guardando avanti metro dopo metro.
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare di fare sport?Ho cominciato a correre per superare un momento difficile della mia vita, quando sono entrato nel vortice della anoressia arrivando a pesare meno di 50kg, mollando di fare qualsiasi cosa. Arrivato allo stremo mi sono ripreso da solo, ho cominciato a correre e questo mi aiuta a non pensare più a quel periodo e a diventare più forte nella vita.” 
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport?Divertimento e benessere.”

Si può cambiare stile di vita cercando di prendere una via più sana e corretta che ci permetta si stare meglio con responsabilità e consapevolezza.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? Credo possa servire soprattutto nella giovanissima età, quando si comincia a praticare sport nelle scuole, lì possono esserci problemi a livello di gruppo, a volte si tende a quella età a socializzare in modo diverso e a creare delle situazioni quasi di bullismo.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Il mio prossimo obiettivo è andare sempre più oltre, come dice la parola stessa 'Ultra' che non significa solo in parole di distanza ma anche di testa e di determinazione, in particolar modo mi sto allenando già da questo anno per la 100 Miglia del prossimo anno in Toscana.”

Giacomo, come tanti altri ultrarunner, sembra essere insaziabile e incontentabile, sempre più chilometri, sempre sfide più dure da affrontare, gestire e portare a termine.
Sei consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti?Ora più che mai, ho imparato a conoscerli e a gestirli da solo, e secondo me è la cosa più giusta, perché alla fine siamo sempre soli contro noi stessi.” 
Quanto ti senti sicuro, quanto credi in te stesso?Sono sempre sicuro di me stesso, se non lo fossi non potrei mai presentarmi sulla griglia di partenza, e credere in me stesso è la forza più grande che ci sia, quando corro per 20h consecutivamente me lo ripeto continuamente nella testa, ancora ancora e ancora fino alla fine.

Credere in se stessi, aiuta ad andare avanti in ogni situazione e con ogni modalità, e la pratica dell’ultramaratona necessita fiducia, perseveranza, impegno, passione motivazione per avere sempre un sufficiente entusiasmo che spinga a indossare abbigliamento e uscire fuori casa per sentire il corpo e la fatica che ci garantisce che siamo vivi.
Quale tua esperienza ti dà la convinzione di potercela fare?Ogni singola gara, non ce ne sono di uguali, ognuna ti dà sempre qualcosa a livello di esperienza, che ti porti dietro per la successiva.”
Quali sono le sensazioni relative a precedenti esperienze di successo?
Ti fa crescere e ti cambia a livello di carattere personale e ti dà un’altra prospettiva della vita.

Ogni allenamento, ogni gara diventano mattoncini per costruire un atleta e persona forte, consapevole, resiliente sia nello sport che nella vita quotidiana.
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?A molte persone che ho seguito in passato e che mi hanno ispirato a cominciare, cosa che adesso sto facendo anche io per qualcun altro.” 
Come hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà?Per ora non ho mai avuto infortuni, ma soprattutto nelle gare Ultra ho avuto varie difficoltà a livello fisico che ho saputo superare con l’unica arma in mio possesso il buonsenso, cioè capire che se riuscivo dopo aver superato la crisi a ripartire bene altrimenti mi sarei fermato (cosa che ancora non è mai successa), perché come dico sempre anche il ritiro ci può stare a parte del gioco, perché lo sport è prima di tutto benessere fisico e mentale, bisogna correre fino a che il nostro corpo ce lo permette, oltre si va solo che incontro a guai.”

Concordo lo sport qualsiasi è benessere fisico e mentale, aiuta a conoscersi, a ricaricarsi, a stare da soli con se stessi ma anche in buona compagnia.

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 
21163@tiscali.it +393804337230 

Nessun commento:

Translate