I sogni si possono raggiungere
attraverso l’impegno e la pazienza
Interessanti i punti di vista degli atleti che si appassionano a uno sport, lo praticano, traggono insegnamenti per migliorare nello stesso sport in allenamento e in gara e anche insegnamenti per la vita parallela quotidiana familiare, lavorativa, relazionale.
Di seguito l’esperienza di Matteo
Raimondi attraverso riposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Campione no, buon atleta si.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica
dell'attività fisica? “Ho iniziato a
correre a 16 anni seguendo le indicazioni di un inserto della Gazzetta (prima
solo camminate in montagna e sci di fondo con i miei genitori la domenica). Il
primo giorno ho corso 15’ e ho avuto mal di gambe per 3 giorni. Dopo una
settimana ho incontrato per caso il mio allenatore che mi ha proposto di far
parte della sua squadra. Nel giro di 2-3 anni ho aumentato i giorni di
allenamento da 3 a 7-10 a settimana. A 19 anni ho smesso perché non mi andava
che qualcuno mi dicesse cosa dovessi fare e ho ripreso 1-2 anni dopo da solo
non smettendo più (se non durante i numerosi infortuni e malanni di stagione).
Prima gare corte, mezze e poi gare di corsa in montagna e trail.”
Interessante questa testimonianza che depone a favore di scritti sullo sport e sulle buone prassi. A volte articoli e libri sono letti da persone che mettono in pratica quanto consigliato e poi si decide il da farsi in base all’esperienza fatta. A volte si inizia per caso e si scopre di aver talento o comunque si scopre che un’attività praticata produce benessere o buone sensazioni e si continua cercando di fare sempre meglio.
Nello sport quali fattori e persone hanno contribuito al benessere e performance ? “Credo che principalmente sia la passione e la libertà che mi dà la corsa e, subito dopo, il vedere che nelle gare facevo bene, mi spronava ad allenarmi di più. Sicuramente il mio primo allenatore di quando ho iniziato a correre, che mi ha insegnato ad allenarmi. Poi, negli anni, ho aperto anche un blog dove racconto le mie gare come delle storielle, e dove pubblico un calendario gare della nostra zona. Lavoro, inoltre, in un negozio sportivo nel reparto running. Il tutto mi ha fatto entrare ancora di più in questo mondo del running e conoscere un’infinità di amici che hanno la mia stessa passione per la corsa.”
Nella vita si devono incastrare delle
cose, a volte si scopre una passione che si riesce a coltivare grazie anche a
persone che consigliano e sostengono.
Quale esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello
sport e nella vita? “Una esperienza
vera non c’è ma solo la convinzione che se ci si impegna, si può ottenere tutto, sia nella vita che nello sport, basta avere pazienza, costanza e passione. Se
faccio una cosa mi piace farla bene e non in modo banale.”
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei genitori
non mi hanno mai imposto od ostacolato in uno sport (come d’altronde nelle
scelte della vita). La corsa l’ho scelta io. Dopo tanti anni, mio padre mi segue
ancora alle gare come primo tifoso ma sia che vinco sia che perdo è sempre lì
che mi aspetta contento. Lo stesso fanno i miei amici o colleghi di lavoro che
si informano se ho gareggiato e come sono andato.”
Lo sport, a volte, diventa un mondo
interessante, competitivo, partecipativo ed è importante il benessere che ne
deriva che si estende anche alle persone che circondano l’atleta che si
interessano e sostengono.
“Quali
risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport? “So di essere competitivo nelle gare brevi di
5-10 km su strada o, meglio ancora, su sterrato, dove si parte a un ritmo forte e
si tiene fino all’arrivo (la volata è però il mio punto debole). Più la gara è
collinare e meglio mi esprimo, anche se, negli ultimi anni, ho perso un po’ di
velocità andando spesso ad allenarmi sui sentieri, cosa che mi dà più libertà.
Ultimamente mi esprimo bene nei trail di 20-25 km dove bisogna usare un po’ più
la testa e gestirsi. Noto spesso però, che se si vuole far bene in gara, bisogna
volerlo. Negli anni passati spesso mi è capitato di vincere proprio perché quel
giorno volevo vincere (o piazzarmi).”
Che significa per te praticare attività fisica? “Libertà, avventura,
obbiettivi da raggiungere, solitudine, scoprire posti nuovi e amici nuovi con
cui battagliare o incontrare alle gare. Ormai da anni fa parte della mia
quotidianità.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Il principale è la sensazione di libertà, di appagamento nello sforzo e
la consapevolezza che se mi alleno meglio posso raggiungere i miei obbiettivi.”
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A a
cosa devi fare attenzione ? “Più si è in forma e più si è al limite
dell’infortunio. Bisogna stare attenti a dosare bene i carichi e gli scarichi.
Negli ultimi anni passo sempre l’inverno infortunato per una causa o l’altra.
Poi personalmente sono sempre soggetto a numerose tonsilliti che mi fanno stare
fermo 4-5 volte all’anno.”
Lo sport può diventare uno stile di
vita, un’opportunità per sfidare se stessi e gli altri, un modo per tenersi
sempre in allenamento alla ricerca di buon sensazioni,
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica
dell'attività fisica? “Le condizioni
fisiche sono gli infortuni e le numerose tonsilliti. Il variare delle
condizioni ambientali (caldo, freddo, pioggia, sole, altitudine) invece mi
piace molto perché rende ogni allenamento meno monotono e spesso avventuroso.”
Cosa ti fa continuare a fare attività
fisica? Hai rischiato di mollare? “Ormai
la corsa è parte quotidiana della mia vita indipendentemente dal prepararmi
alle gare o meno. Penso quindi di
continuare a correre fino a che il corpo me lo consentirà. Poi camminerò o mi
appassionerò a qualche altro sport.”
E’ importante sempre conoscersi bene,
sviluppare sempre più la consapevolezza delle proprie capacità e limiti per
capire in ogni momento cosa si può fare rimodulando sempre i propri
obiettivi, mete, percorsi.
Ritieni utile
lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi? “Penso che possa essere utile per chi vuole
raggiungere un obbiettivo e prendere coscienza dei propri mezzi e delle proprie
capacità per poi lasciarlo ‘libero’ di proseguire da solo con queste nuove
consapevolezze su di se.”
Qual è
stata la gara dove hai dato il meglio o hai sperimentato le emozioni più belle?
“Tante gare, se devo dirne una i
campionati italiani assoluti di Trail sui sentieri dove di solito mi alleno in
cui sono arrivato 5° assoluto oppure le belle battaglie per la vittoria finale
con l’amico Brambilla in molte edizioni del Giro del Varesotto (un giro a tappe
della nostra zona).”
Partecipare ai campionati italiani è
sempre un bel prestigio e sono intense le sensazioni ed emozioni soprattutto se
si arriva nelle prime posizioni, viene sempre di più la voglia di impegnarsi e
far meglio.
Quale è stata la tua gara
più difficile? “Sinceramente non
ricordo. Qualche gara sotto le aspettative ma erano buone per spronarmi a
ritornare ad allenarmi meglio.”
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Sconfitte ed infortuni sono parte integrante dello sport e come tali
vanno presi. Le sconfitte mi spronano ad allenarmi di più per ritrovare la
forma. Per gli infortuni invece bisogna avere pazienza anche se manca la
libertà ed i sogni di avventure che sa dare la corsa. Ma so che prima o poi
passano e poi è bello, quando riprendo, sentire pian piano il corpo che ritorna
in forma.”
C’è un tempo per tutto, è importante non
attaccarsi né ai momenti belli né ai momenti brutti, tutto passa, passa la
gloria così come passa la sconfitta o l’infortunio, per ogni cosa c’è un tempo
dedicato e un insegnamento dia per la vittoria che per la sconfitta dalla quale
si apprendono anche lezioni importanti per progredire lungo la via della
consapevolezza e del “goal setting”
(pianificazione degli obiettivi).
Quale
può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Lo sport ti fa sognare, ti fa crescere.
Certo, ti fa conoscere anche la fatica, le sconfitte ma sono sconfitte e
fatiche belle, piene di amici veri, di avventure, d’imprese. Avevo scritto una
volta un articoletto sul mio blog dal titolo: 'A te che non ci hai mai provato'
Matteo Raimondi nel suo articolo parla
di libertà, che lui sperimenta in corsa. Di osare, permettersi di sbagliare per
apprendere sempre una nuova lezione, rialzarsi sempre ad ogni sbaglio, ogni
sconfitta, ogni sconfitta, interessante il suo blog.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per
sconsigliarne l'uso? “Per fortuna non
mi è mai capitato. Dove sarebbe la sfida con se stessi se si prendono
scorciatoie? Fa male al fisico ma fa male ancora di più al proprio io che sa di
aver barato soprattutto verso se stessi. Per migliorare di quel 1% (si perché
poi ti devi lo stesso allenare) non vale la pena perdere la salute e la faccia.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare attività fisica? “Ho
imparato a conoscermi. Sei obbligato a conoscerti visto che tutti i giorni
dell’anno ti trovi almeno quella mezz'oretta a stare solo con te stesso. Ho
scoperto che i sogni si possono raggiungere attraverso l’impegno e la pazienza.”
Non bisogna aver fretta e non bisogna
arrivare primi a tutti i costi, la fatica e la sofferenza è il vero valore
dello sport che fa crescere e maturare le persone diventando più responsabili,
consapevoli e riconoscenti per quello che riescono a fare, tutto il resto è
finzione non è vera vita, si è morti viventi.
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Sinceramente no. Però ammiro l’impegno e
l’umiltà di molti atleti. Nella corsa ad esempio ci sono Kilian Jornet, Giorgio
Calcaterra e Marco Olmo.”
C'è una
parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti?
“No, anche se mi piace leggere le imprese
alpinistiche e le biografie degli atleti da cui traggo sempre voglia di
avventura e di allenarmi.”
Siamo fortunati ad avere tanti esempi e
racconti di atleti e loro imprese, ne è un esempio il nostro Giorgio Calcaterra
che ha vinto 12 volte consecutive la 100km del Passatore e vedendolo correre
trasmette serenità, umiltà e modestia, questo è lo sport che vogliamo oppure
tanti che corrono nei deserti o tra i sentieri di montagna con la grande
passione che diventa il loro motore senza bisogno di tanti soldi per spingerli,
tanta motivazione intrinseca e poca motivazione estrinseca è la chiave del
benessere e del successo allo stesso tempo.
Prossimi obiettivi e sogni realizzati e da
realizzare? “Poter correre è già il
mio sogno e farlo sui sentieri di montagna ancora di più. I prossimi obbiettivi
sono quelli di allungare il chilometraggio nei trail estivi.”
Sembra che il meglio debba ancora
arrivare per Matteo Raimondi alla scoperta della grande fatica attraverso
lunghissimi sentieri di montagna che fanno contattare il vero sé nel più
profondo essere.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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