venerdì 12 luglio 2019

Lorena Brusamento vince la Mongolian Gobi Utramarathon 225km

E' un viaggio impegnativo, è una gara impegnativa, richiede risorse e tempo

La Mongolian Gobi Utramarathon 225km è una gara a tappe che si è svolta da 28 giugno al 6 luglio 2019 e i vincitori sono stati Amgaanjargal che ha completato i 225 km di gara a tappe in 19h54’18” mentre Lorena Brusamento, del G.S. Gabbi, in 26h02’53” ha vinto la gara femminile.

Di seguito le impressioni di Lorena attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come mai questa gara? Invitata o scelta tua?Scelta mia, l'ho scoperta quasi per caso un po’ di tempo fa e ho deciso di candidami solo dopo un po’ di valutazioni fatte con la mia Amica e Assistente immancabile Elena. E' un viaggio impegnativo, è una gara impegnativa, richiede risorse e tempo. Mi ha conquistato subito, le foto che c'erano sul sito, i paesaggi, le esperienze che si possono fare, il programma gara nuovo per me in una ultramaratona... e poi il fatto che nessun Italiano avesse mai partecipato la rendevano ancora più affascinante! Insomma tante cose che insieme mi hanno fatto pensare che ci sarei dovuta andare prima o poi!

Cosa c’è nella mente e tra i progetti di una ultramaratoneta? Sempre ricerche di sfide e stimoli per mettersi in gioco e per trovare entusiasmo e motivazioni per impegnarsi, allenarsi e cercare di fare del proprio meglio apprezzando tutto il percorso, da quando si sceglie una gara al post gara.
Come è andata? Criticità, difficoltà, crisi?E' stata un'esperienza incredibile, unica e indimenticabile! Mi sono ritrovata in una situazione diversa da quella che avevo immaginato, anche guardando i siti di altre Ultra in posti difficili. Ma questo non ha creato in me nessuna negatività né mi ha messa in difficoltà, anzi mi sono lasciata coinvolgere da tutto ciò che mi circondava e da ciò che succedeva e tutto è andato benissimo! Dormire per terra dentro una tenda piccola, la mancanza di acqua per lavarsi o solo darsi una sciacquata, i temporali che ci hanno sorpresi in alcune occasioni, il caldo torrido che toglieva le forze, il percorso a volte poco visibile, nulla ha creato in me crisi o difficoltà. Ho avuto solo, per la prima volta dopo tantissimo tempo, un grande fastidio agli alluci di entrambi i piedi tanto che l'ultima tappa ho infilato le scarpe a fatica ed ho dovuto fare un lavoro mentale enorme per evitare di sentire il male!”

L’atleta ultrarunner non se ne sta comodo a casa ma si attiva alla ricerca di sfide e gare impegnative per sperimentarsi e uscire fuori dalla zona di confort per incontrare, affrontare, gestire eventuali imprevisti lungo il percorso id gara, apprezzando anche quello che c’è intorno al mondo della gara come può essere la cultura locale.
Che sapore ti ha lasciato questa gara?Ho nel cuore tanta emozione, negli occhi tanti paesaggi, vorrei raccontare a tutti quello che ho vissuto e appena mi viene rivolta una domanda, io inizio a parlare e non mi fermerei più!”.
Com'è la cultura locale?Io ho visto un po’ più da vicino i pastori nomadi, la loro vita fatta di cose semplici, scandita dalla natura, dagli animali che allevano. Non hanno nulla, ma hanno tutto. Hanno occhi sereni, sono discreti, hanno un grande rispetto per se stessi, per gli altri e per tutto ciò che li circonda. Con la loro ospitalità sanno farti sentire a casa.”

La corsa di lunga distanza non è solo fatica e sofferenza ma anche tanta scoperta, relazioni, amicizia, arricchimento emotivo, si cambia attraverso lo sport di endurance, si diventa più riflessivi, consapevoli, socievoli.
Cosa hai assaporato, gustato, apprezzato?Sconfinati spazi, ambienti desertici desolati in cui non ti senti mai sola ma circondata da una natura che ti avvolge facendoti sentire coccolata e protetta. Lo sguardo si perde nella steppa, nella sabbia fino a raggiungere l'orizzonte e tutto sembra fondersi insieme. Profumi particolari, arbusti che ricordano erbe aromatiche sono ovunque; dove non c'è sabbia il terreno è un tappeto di cacche di tipo diverso lasciate dagli animali che pascolano liberi. Il primo giorno cercavo di evitarle...un po’ come si fa quando si corre e piove e si cerca di evitare le pozzanghere per non bagnarsi i piedi, inutile spreco di energie perché tanto i piedi te li bagni lo stesso, così come in quell'ambiente una cacca la pesti sicuramente!”

Lorena sembra essere alquanto resiliente, riesce a trasformare tutto in positivo e in risorse importanti ed essenziali, perfino cacche di animali diventano gemme preziose, davvero interessante il mondo bizzarro degli ultrarunner, persone semplici e gioiose, in grado di farti ridere e sorridere con i loro racconti, storie, aneddoti sorprendenti.
Cosa porti a casa?Il piacere di correre...ho ritrovato contatto con l'essenza della corsa, con il perché della corsa, con il mio perché della corsa. Porto con me l'immagine dei cavalli selvatici che corrono liberi nella steppa, porto con me l'immagine dei tre atleti Mongoli che lavorano prima e dopo la gara (facevano parte del team organizzazione) e corrono liberi come i cavalli, porto con me gli abbracci dati e ricevuti, porto a casa i volti sorridenti delle donne che lavoravano per noi cucinando, segnando passaggi e tempi, allestendo ristori.”

Molto profonda, sincera e introspettiva la testimonianza di Lorena che ci racconta di un lato dello sport non aggressivo e nemmeno competitivo ma dove si sperimenta libertà e si apprezzano quelli che gravitano attorno al mondo dello sport. Un plauso a Lorena che è una record woman italiana delle ultramaratone ma non si monta la testa, non sta a casa ad aspettare di essere a invitata alle gare ma cerca le più allettanti e attraenti per lei non solo dal punto di vista atletico e sportivo ma anche dal punto di vista ambientale e culturale.
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi?Ora si pensa alle altre belle corse che farò durante l'estate con in mente già il prossimo sogno da realizzare!”.
Cosa stai raccontato a casa, al lavoro, agli amici?Sono un fiume in piena in questo momento...i poveretti che mi chiedono ‘com'è andata?’ mediamente si trovano travolti da un sacco di parole che mi escono senza controllo!! Mi piacerebbe fare vivere a più persone possibile ciò che ho visto e vissuto io!”.
Un messaggio per le donne del mondo?Non rinunciate mai per nulla al mondo al vostro sogno, coltivatelo, credeteci...prima o poi si avvera!”

Apprezzabile la voglia di condividere la sua esperienza con la sua amica Elena e altrettanto apprezzabile è la voglia di trasmettere ad altri le sue impressioni, sensazioni, emozioni che trasmettono un messaggio di uno sport anche culturale che ricarica emotivamente per riprendere a tempo dovuto la stagione impegnativa degli allenamenti e gare importanti.
Cosa organizzi a Milano?A Milano, a parte gli allenamenti con i miei gruppi che ormai è qualche anno che mi seguono, ho in programma un bellissima cosa in collaborazione con la Onlus Attive come Prima (è una Onlus che si occupa soprattutto di donne colpite dal cancro): sarò testimonial della corsa Rub & Life che si terrà il 22 settembre al Parco Nord, 5 o 10 km non competitiva, alla quale sarà abbinata una raccolta fondi proprio a favore della onlus. A partire dal 31 agosto per 4 sabati farò degli allenamenti dedicati a chi vorrà ‘prepararsi’ ad affrontare questa corsa in modo un po’ più ‘tecnico’! Vi aspetto tutti ma proprio tutti!”

Lorena con tante gare estreme a cui ha partecipato e tante ha vinto, con tante presenze in nazionale, mette anche la sua opera al servizio di altri organizzando allenamenti collettivi ed è interessante questa sua iniziativa per le donne. Aumentano sempre iniziative per e con le donne, c’è sempre più interesse per il mondo delle donne che attraverso lo sport riescono a sentirsi bene, ad appropriarsi della propria vita a scoprirsi resilienti.
Io stesso ho scritto un libro sulle donne da titolo “Lo sport delle donne”, edito da Prospettiva Editrice, dove vi è anche una intervista a Lorena di un po’ di tempo fa e in copertina c’è anche una sua foto in maglia azzurra con altre tre atlete della nazionale di ultramaratona 24 ore e precisamente Virginia Olivieri, Francesca Innocenti e Luisa Zecchino.
Cos'è che ti fa tanto ridere e sorridere nonostante la fatica dell'ultramaratona?
Se corri e basta senti solo la fatica, se corri solo per il risultato o la prestazione a mio avviso hai poco da sorridere; se invece corri immersa in tutto ciò che ti circonda, se corri per il piacere di correre, se stai facendo ciò che ti piace fare, se ti guardi intorno, se ti accorgi di chi hai intorno...non puoi non sorridere e sentirti bene!”.

Questo è un bel messaggio da trasmettere a tutti coloro impegnati nello sport ma anche a coloro che non lo sono per trasmetterli i messaggio nell’affrontare la fatica e l’impegno.
Quando ti vedremo di nuovo in maglia azzurra?A fine ottobre, in Francia. Sono stata convocata ancora una volta per i Mondiali. Tutta la positività e il ‘bello’ che posso raccogliere ora e di cui il cuore può riempirsi, mi servirà per onorare la maglia azzurra!”.

Sempre serena e tranquilla Lorena e sempre pronta per gli eventi importanti.
Oltre all’intervista riportata nel libro “Lo sport delle donne”, riporto un'altra intervista a Lorena nel mio libro “Cosa spinge le persone a fare sport?”, Edito da Aracne Editrice
Inoltre Lorena è menzionata nel mio libro
 “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da edizioni Psiconline.

Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta

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