E' un viaggio impegnativo, è una gara
impegnativa, richiede risorse e tempo
Matteo SIMONE
La Mongolian Gobi Utramarathon 225km è una gara a tappe che si è svolta da 28 giugno al 6 luglio 2019 e i vincitori sono stati Amgaanjargal che ha completato i 225 km di gara a tappe in 19h54’18” mentre Lorena Brusamento, del G.S. Gabbi, in 26h02’53” ha vinto la gara femminile.
Di seguito le impressioni di Lorena
attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come
mai questa gara? Invitata o scelta tua? “Scelta mia, l'ho scoperta quasi per caso un po’ di tempo fa e ho deciso
di candidami solo dopo un po’ di valutazioni fatte con la mia Amica e
Assistente immancabile Elena. E' un viaggio impegnativo, è una gara
impegnativa, richiede risorse e tempo. Mi ha conquistato subito, le foto che
c'erano sul sito, i paesaggi, le esperienze che si possono fare, il programma
gara nuovo per me in una ultramaratona… e poi il fatto che nessun Italiano
avesse mai partecipato la rendevano ancora più affascinante! Insomma tante cose
che insieme mi hanno fatto pensare che ci sarei dovuta andare prima o poi!”
Cosa c’è nella mente e tra i progetti di una ultramaratoneta? Sempre ricerche di sfide e stimoli per mettersi in gioco e per trovare entusiasmo e motivazioni per impegnarsi, allenarsi e cercare di fare del proprio meglio apprezzando tutto il percorso, da quando si sceglie una gara al post gara.
Come è andata?
Criticità, difficoltà, crisi? “E'
stata un'esperienza incredibile, unica e indimenticabile! Mi sono ritrovata in
una situazione diversa da quella che avevo immaginato, anche guardando i siti
di altre Ultra in posti difficili. Ma questo non ha creato in me nessuna
negatività né mi ha messa in difficoltà, anzi mi sono lasciata coinvolgere da
tutto ciò che mi circondava e da ciò che succedeva e tutto è andato benissimo!
Dormire per terra dentro una tenda piccola, la mancanza di acqua per lavarsi o
solo darsi una sciacquata, i temporali che ci hanno sorpresi in alcune
occasioni, il caldo torrido che toglieva le forze, il percorso a volte poco
visibile, nulla ha creato in me crisi o difficoltà. Ho avuto solo, per la prima
volta dopo tantissimo tempo, un grande fastidio agli alluci di entrambi i piedi
tanto che l'ultima tappa ho infilato le scarpe a fatica e ho dovuto fare un
lavoro mentale enorme per evitare di sentire il male!”
L’atleta ultrarunner non se ne sta comodo
a casa ma si attiva alla ricerca di sfide e gare impegnative per sperimentarsi
e uscire fuori dalla zona di confort per incontrare, affrontare, gestire
eventuali imprevisti lungo il percorso id gara, apprezzando anche quello che
c’è intorno al mondo della gara come può essere la cultura locale.
Che sapore ti ha lasciato questa gara?
“Ho nel cuore tanta emozione, negli occhi
tanti paesaggi, vorrei raccontare a tutti quello che ho vissuto e appena mi
viene rivolta una domanda, io inizio a parlare e non mi fermerei più!”.
Com'è la cultura locale? “Io ho visto un po’ più da vicino i pastori
nomadi, la loro vita fatta di cose semplici, scandita dalla natura, dagli
animali che allevano. Non hanno nulla, ma hanno tutto. Hanno occhi sereni, sono
discreti, hanno un grande rispetto per se stessi, per gli altri e per tutto ciò
che li circonda. Con la loro ospitalità sanno farti sentire a casa.”
La corsa di lunga distanza non è solo
fatica e sofferenza ma anche tanta scoperta, relazioni, amicizia, arricchimento
emotivo, si cambia attraverso lo sport di endurance, si diventa più riflessivi,
consapevoli, socievoli.
Cosa hai
assaporato, gustato, apprezzato? “Sconfinati
spazi, ambienti desertici desolati in cui non ti senti mai sola ma circondata
da una natura che ti avvolge facendoti sentire coccolata e protetta. Lo sguardo
si perde nella steppa, nella sabbia fino a raggiungere l'orizzonte e tutto
sembra fondersi insieme. Profumi particolari, arbusti che ricordano erbe
aromatiche sono ovunque; dove non c'è sabbia il terreno è un tappeto di cacche
di tipo diverso lasciate dagli animali che pascolano liberi.
Il primo giorno
cercavo di evitarle...un po’ come si fa quando si corre e piove e si cerca di
evitare le pozzanghere per non bagnarsi i piedi, inutile spreco di energie perché
tanto i piedi te li bagni lo stesso, così come in quell'ambiente una cacca la
pesti sicuramente!”
Lorena sembra essere alquanto resiliente,
riesce a trasformare tutto in positivo e in risorse importanti ed essenziali,
perfino cacche di animali diventano gemme preziose, davvero interessante il
mondo bizzarro degli ultrarunner,
persone semplici e gioiose, in grado di farti ridere e sorridere con i loro
racconti, storie, aneddoti sorprendenti.
Cosa
porti a casa? “Il piacere di
correre...ho ritrovato contatto con l'essenza della corsa, con il perché della
corsa, con il mio perché della corsa. Porto con me l'immagine dei cavalli
selvatici che corrono liberi nella steppa, porto con me l'immagine dei tre
atleti Mongoli che lavorano prima e dopo la gara (facevano parte del team
organizzazione) e corrono liberi come i cavalli, porto con me gli abbracci dati
e ricevuti, porto a casa i volti sorridenti delle donne che lavoravano per noi
cucinando, segnando passaggi e tempi, allestendo ristori.”
Molto profonda, sincera e introspettiva la
testimonianza di Lorena che ci racconta di un lato dello sport non aggressivo e
nemmeno competitivo ma dove si sperimenta libertà e si apprezzano quelli che
gravitano attorno al mondo dello sport. Un plauso a Lorena che è una record woman italiana delle ultramaratone
ma non si monta la testa, non sta a casa ad aspettare di essere a invitata alle
gare ma cerca le più allettanti e attraenti per lei non solo dal punto di vista
atletico e sportivo ma anche dal punto di vista ambientale e culturale.
Quali sono ora tue mete, direzioni,
obiettivi? “Ora si pensa alle altre
belle corse che farò durante l'estate con in mente già il prossimo sogno da
realizzare!”.
Cosa stai raccontato a
casa, al lavoro, agli amici? “Sono un
fiume in piena in questo momento...i poveretti che mi chiedono ‘com'è andata?’ mediamente
si trovano travolti da un sacco di parole che mi escono senza controllo! Mi
piacerebbe fare vivere a più persone possibile ciò che ho visto e vissuto io!”.
Un messaggio per le donne del mondo?
“Non rinunciate mai, per nulla al mondo, al
vostro sogno, coltivatelo, credeteci...prima o poi si avvera!”
Apprezzabile la voglia di condividere la
sua esperienza con la sua amica Elena e altrettanto apprezzabile è la voglia di
trasmettere ad altri le sue impressioni, sensazioni, emozioni che trasmettono
un messaggio di uno sport anche culturale che ricarica emotivamente per
riprendere a tempo dovuto la stagione impegnativa degli allenamenti e gare
importanti.
Cosa organizzi a Milano?
“A Milano, a parte gli allenamenti con i
miei gruppi che ormai è qualche anno che mi seguono, ho in programma un
bellissima cosa in collaborazione con la Onlus Attive come Prima (è una Onlus
che si occupa soprattutto di donne colpite dal cancro): sarò testimonial della
corsa Rub & Life che si terrà il 22 settembre al Parco Nord, 5 o 10 km non
competitiva, alla quale sarà abbinata una raccolta fondi proprio a favore della
onlus. A partire dal 31 agosto per 4 sabati farò degli allenamenti dedicati a
chi vorrà ‘prepararsi’ ad affrontare questa corsa in modo un po’ più ‘tecnico’!
Vi aspetto tutti ma proprio tutti!”
Lorena con tante gare estreme a cui ha
partecipato e tante ha vinto, con tante presenze in nazionale, mette anche la
sua opera al servizio di altri organizzando allenamenti collettivi ed è interessante
questa sua iniziativa per le donne. Aumentano sempre iniziative per e con le
donne, c’è sempre più interesse per il mondo delle donne che attraverso lo sport
riescono a sentirsi bene, ad appropriarsi della propria vita a scoprirsi
resilienti.
Cos'è
che ti fa tanto ridere e sorridere nonostante la fatica dell'ultramaratona?
“Se corri e basta senti solo la fatica,
se corri solo per il risultato o la prestazione a mio avviso hai poco da
sorridere; se invece corri immersa in tutto ciò che ti circonda, se corri per
il piacere di correre, se stai facendo ciò che ti piace fare, se ti guardi
intorno, se ti accorgi di chi hai intorno...non puoi non sorridere e sentirti
bene!”.
Questo è un bel messaggio da trasmettere a
tutti coloro impegnati nello sport ma anche a coloro che non lo sono per
trasmetterli i messaggio nell’affrontare la fatica e l’impegno.
Quando ti vedremo di nuovo in maglia
azzurra? “A fine ottobre, in Francia.
Sono stata convocata ancora una volta per i Mondiali. Tutta la positività e il
‘bello’ che posso raccogliere ora e di cui il cuore può riempirsi, mi servirà
per onorare la maglia azzurra!”.
Sempre serena e tranquilla Lorena e sempre
pronta per gli eventi importanti.
Nel libro “Lo sport delle donne”, edito da Prospettiva Editrice, vi è un'intervista a Lorena e in copertina c’è anche una sua foto in maglia azzurra con altre tre atlete della nazionale di ultramaratona 24 ore e precisamente Virginia Olivieri, Francesca Innocenti e Luisa Zecchino.
Riporto un'altra intervista a Lorena nel mio libro “Cosa
spinge le persone a fare sport?”, Edito da Aracne Editrice
Inoltre, Lorena è menzionata nel mio libro “Maratoneti e ultrarunner.
Aspetti psicologici di una sfida”, edito da edizioni Psiconline.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento