I sogni realizzati sono un titolo italiano assoluto
e la maglia azzurra
Matteo Simone
Marco Boni, astista e bobbista, più di una dozzina di volte sul podio ai campionati italiani assoluti di atletica leggera.
Nel 1998 sui 110 metri ostacoli ottiene un bronzo ai campionati italiani
juniores nel 2003. Ha rivestito la maglia della nazionale dell'Italia negli
incontri internazionali di Gorizia (2002) e Nove (2003).
Dal 2008 ha iniziato
la carriera nel bob, venendo selezionato come frenatore con la squadra
nazionale per la Coppa Europa e ottiene anche u podio ai campionati italiani
estivi di bob.
Il 4 marzo 2012 nel salto in alto stabilisce il personale con
5,60 m, 6ª prestazione italiana di tutti i tempi indoor e minimo per i
Campionati europei di atletica leggera 2012. Da qualche mese la sua carriera
sportiva ha preso la strada del preparatore atletico della nazionale di bob.
Di seguito approfondiamo la conoscenza
di Marco attraverso riposte ad alcune mie domande di alcuni anni fa.
Ti sei sentito campione nello sport almeno
un giorno della tua vita? “Più di
qualche volta, anche se spesso i motivi della soddisfazione sono variati di
volta in volta.”
In che modo lo
sport ha contribuito al tuo benessere? “Grazie
allo sport mi sono tenuto lontano dalle ‘brutte compagnie’ e da vizi dannosi
come droga, alcol e fumo. Inoltre per scelta ma anche per dovere mi sono dovuto
informare sull'alimentazione arrivando a sapere di nutrizione molto più di
chiunque altro frequenti. Infine ho così un fisico sano ed allenato.”
Sono tanti i benefici derivanti dalla
pratica di un sport, allontana da cattive compagnie e stili di vita non sani,
aiuta a occuparsi di se stessi sia fisico che mente, aiuta a conoscere il
proprio corpo.
Come hai scelto il tuo
sport? “Stanco del calcio e dopo aver
provato quasi tutto quello che si poteva, ho trovato l'atletica un
bell'ambiente, inoltre per il fatto che riscontravo grandi successi.”
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i
rischi? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare? “Le difficoltà del salto con l'asta spaziano
in maniera impensabile: ci sono quelle fisiche (cioè allenarsi duramente per la
condizione), quelle tecniche (riuscire a sfruttare la ‘forza’ accumulata e indirizzarla)
e psico-emotive. I rischi del salto con l'asta sono un po' più alti rispetto
alla media, dal fatto che si può rompere un'asta durante il gesto al cadere
fuori dal materasso a strapparsi un muscolo o prodursi un'ernia durante la
preparazione. Quindi bisogna fare attenzione a non sovraccaricare e avere un
monitoraggio medico costante. Bisogna allenare forza, velocità, tecnica,
acrobatica, la mente.”
Sono tante le componenti del benessere e
del successo nello sport, prima di tutto tanta attenzione a non farsi male e
poi cercare di osare in base all’esperienza con gradualità, coraggio e aiuto di
personale qualificato.
Cosa mangi prima,
durante e dopo una gara? “Dipende molto
dalla dieta che sto facendo in quel periodo. Normalmente mangio come negli
altri giorni ma molto prima, durante prendo maltodestrine o altre cose leggere
e dopo dipende, possibilmente delle fonti di aminoacidi.”
Quali condizioni ti hanno indotto a fare
una prestazione non ottimale? “Qualche
volta pioggia e vento contrario o laterale hanno influito negativamente.
Eccezionalmente il troppo caldo o il troppo freddo (cioè >35° o <15°).”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “Mollare
fortunatamente ancora nulla, continuerò fino al giorno in cui penserò di
potermi migliorare, poi penso che sarà una scelta automatica.”
Lo sport ad alti livelli prevede un’approfondita conoscenza di se stessi, propri bisogni e necessità per gestire al meglio la gara.
Lo sport ad alti livelli prevede un’approfondita conoscenza di se stessi, propri bisogni e necessità per gestire al meglio la gara.
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere o performance nello sport? “Genitori, amici, fidanzata, psicologo sportivo, nutrizionista, fisioterapisti, osteopata, medico dello sport, agopuntore.”
Qual è stata la gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Probabilmente l'anno scorso quando ho vinto i campionati italiani.”
La vittoria di un titolo italiano è
sempre un bel momento che racchiude tanti periodi di allenamento, fatica, a
volte anche sacrificio, impegno e serve per continuare ad andare avanti e
crederci sempre di poter fare sempre meglio.
C’è un’esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare
nello sport o nella vita? “I
campionati italiani outdoor di quest'anno mi hanno fatto tornare a pensare che
posso fare qualsiasi cosa, mentre anni addietro era una cosa innata e
automatica.”
Ogni tanto c’è bisogno di conferma, di
ottenere risultati ambiti per continuare a impegnarci con costanza e continuare
a credere di poter fare ancora grandi cose.
Quali meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport?
“Sono molte le tecniche affrontate nei 7
anni con il mio psicologo, ma tra tutte sceglierei quelle più introspettive e
che portano alla consapevolezza del momento che sto vivendo, tra queste il
training autogeno.”
Lo sport non è solo fatica fisica ma
contribuisce ance tanto l’aspetto mentale, diversi metodi e tecniche che
aiutano l’atleta a vedere e rivedere il proprio gesto atletico per comprendere
cosa si può migliorare simulandolo prima mentalmente e tante altre modalità per
gestire la gara prima, durante e dopo.
Familiari
e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Sono tutti contenti ed orgogliosi di me da sempre per le capacità che
dimostro in tutto quello che faccio anche al di fuori dello specifico salto con
l'asta.”
Ti va di descrivere un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Si può dire curioso il primo titolo italiano
giovanile che ho vinto partendo quinto in starting list, facendo 20cm di
personale e con la febbre a 38,5 a 14 anni.”
Abbiamo potenzialità inaspettate e a
volte quando meno ce lo aspettiamo riusciamo a fare cose impensabili, riusciamo
a trovare dentro di noi risorse inimmaginabili.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Ho scoperto quanto valgo, i miei punti
deboli, quanto le condizioni esterne (della vita extrasportiva) influenzino
allenamenti e gare e che non sono uno che prende scorciatoie.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “A periodi più o meno
ciclici mi sono ritrovato ad avere dei limiti mentali, essenzialmente dovuti ad
insicurezza, quindi si ma in qualche modo ne sono sempre uscito.”
A volte dubbi, pensieri, sabotatori
interni prendono il sopravvento di noi soprattutto nei momenti importanti e
allora è importante focalizzarsi e organizzarsi possibilmente con l’aiuto di
una persona di riferimento di fiducia che può aiutare a riprendere la giusta
via.
Quali sensazioni sperimenti o hai
sperimentato nello sport: allenamento, pre-gara, gara, post-gara? “L'adrenalina che mi accompagna ogni volta
che prendo in mano un'asta mi fa provare l'emozione di stare facendo quello che
sono nato per fare molto spesso. In pre-gara sono spesso un po' agitato, durante
la gara cerco di controllare le emozioni e di dirigerle nella direzione prefissata
insieme ad allenatore e mental trainer. Infine post gara si può dire che in
tanti anni ho provato davvero tutto.”
L’atleta esperto e collaudato attraverso
tante gare si conosce bene, sa come funziona, cosa sperimenta e allora non può
che andare tutto liscio nonostante tutto sperimentando il cosiddetto flow dove
le cose vanno come in automatico avendo la padronanza di se stessi,
dell’attrezzo, del contesto.
Quali sono
i tuoi pensieri? Pensare a quello che si è investito in termini di preparazione
atletica? “Cerco di vivere tutto in
funzione di non avere rimorsi per aver fatto meno di quello che avrei potuto,
investendo tutto quello che ho a disposizione.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “Di sicuro la nazionale dell'anno scorso: dopo un periodo davvero nero per
diversi motivi, sono stato convocato come terza scelta e non ho potuto declinare
l'invito, inoltre poco prima mi sono infortunato, durante la gara ha piovuto e
mi sono dovuto scontrare con i più forti al mondo nello stesso contesto appena
descritto come la condizione peggiore con cui avessi mai affrontato una gara.”
E’ importante dare tutto se stessi in
gare individuali o indossando la maglia azzurra per rappresentare la nazionale
poi quello che viene viene con la consapevolezza che si apprende sempre e da
tutto.
Hai dovuto scegliere lasciare uno
sport a causa di un percorso di studi o carriera lavorativa? “Tutte le scelte che ho preso sono state in
funzione dello sport, mai il contrario.”
Hai rischiato di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?
“Sinceramente ho sempre solo trovato un
ambiente pulito intorno a me, o almeno dalla facciata ‘sportiva’. Per
sconsigliare il doping proporrei alle autorità di non lasciare sentenziare i
giornali per il gusto di fare notizia ma di fare una prevenzione più accurata
non tanto con i controlli, bensì con interventi tra i giovani di educazione
sportiva.”
A volte lo sport diventa sacro e
fondamentale per un atleta che si dedica con motivazione, passione e costanza
ed è importante non perdere di vista la propria salute e il rispetto prima di
tutto di se stessi, poi degli avversari, dei fan e del movimento sportivo
generale con furbizie o scorciatoie, c’ è sempre da parlarne a iniziare dai
ragazzi per trasmettere messaggi educativi e di rispetto di regole, di se
stessi e di altri.
Riesci ad immaginare
una vita senza lo sport? “Si, ma non
la mia.”
Come hai gestito eventuali
crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi e
sconfitte le ho sempre affrontate di petto, facendo perno sulla mia forza
interiore. Gli infortuni da giovane li ho spesso sottovalutati, ma crescendo e
percependo la gravità dei postumi di situazioni non curate al meglio mi sono
sempre più affidato a professionisti sempre più fidati per affrontarli nella
maniera clinicamente più corretta.”
Si supera tutto ma è meglio farlo in
modo più completo possibile altrimenti le problematiche tenderanno a
ripresentarsi e quindi non basta solamente il tempo per guarire o risolvere ma
bisogna applicarsi da soli o con l’aiuto di professionisti dedicati.
Hai mai pensato per infortuni di smettere
di essere atleta? “Mai per tutta la
carriera nell'atletica fino all'ultimo anno, quando una peritendinite che si è
cronicizzata mi ha causato troppe frustrazioni.. Quindi dopo aver provato di
tutto, ho deciso di tornare al bob”.
Pensi
che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali
fasi? “Lo psicologo dello sport
dovrebbe essere alla base dell'allenamento, fin dalle prime fasi. Anche se si
pensa che i ragazzini siano troppo piccoli la cosa si potrebbe improntare sul
gioco, anche collettivo magari, ma sarebbe l'ideale iniziare anche quel tipo di
allenamento quanto prima.”
L’allenamento mentale al pari
dell’allenamento fisico dovrebbe essere introdotto già nelle scuole dello sport
per i ragazzi che si approcciano allo sport in modo da conoscere da subito
eventuali modalità e tecniche inizialmente giocando e poi con sempre più
utilità e incisività con il passare degli anni.
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo
sport? “L'atletica è un mondo duro ma
le cui soddisfazioni valgono moltissimo perché i risultati dipendono sì dalle persone
che hai intorno ma quello che ottieni dipende solo da te.”
Sogni realizzati? “I sogni realizzati sono un titolo italiano assoluto e la maglia azzurra.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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