Il duro lavoro ripaga sempre
Matteo SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net
La passione, l’impegno, la costanza, il
duro lavoro portano a ottenere grandi risultati che potrebbero sembrare
inimmaginabili. Di seguito Riccardo racconta la sua esperienza rispondendo ad
alcune mie domande.
Quando
ti sei sentito campione nello sport? “Ho sempre pensato che l'umiltà nello sport vada messa al primo posto.
Ciò non significa non credere in se stessi, ma capire quali sono i propri
limiti e che sicuramente c'è qualcuno che riesce dove noi abbiamo una mancanza.
A tal proposito non mi sono mai definito un campione: ho raggiunto dei
traguardi che non immaginavo, mettendo costanza e sacrificio in ciò che facevo
e in cui credevo fortemente, e la frase celebre che mi sono sempre ripetuto,
che rispecchia un po' quello che è il mio modo di vivere è: ‘Il duro lavoro
ripaga sempre’. Il campione è colui che si allena per migliorare dove è
carente, i risultati e le vittorie sono solo conseguenze”.
Per ottenere qualcosa di importante
bisogna faticare, fare sacrifici, mettere da parte altro e focalizzarsi con
costanza e determinazione.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? “Ho iniziato nel ‘lontano’ 2004 a praticare piscina. Vivendo in una
città di mare, sono stato ‘forzato’ in questa scelta, che poi in realtà ho
apprezzato notevolmente. Parallelamente nel 2006, mi sono approcciato al
basket: le convocazioni con dei ragazzi molto più grandi hanno fatto crescere
in me il desiderio di continuare questa strada che però, solamente un anno
dopo, a causa di un litigio con il coach per un motivo futile ho deciso di
interrompere (‘Mamma non ci voglio andare più a basket’- ricordo di aver detto
questa frase come se fosse ieri). Nello stesso anno, con l'influenza dei miei
compagnetti di scuola è iniziata l'avventura del calcio. Mi divertivo e non
pensavo ad altro. Crescendo, soprattutto per via del grande gruppo squadra che
avevamo, ci siamo tolti notevoli sfizi: vittoria per 5 anni di seguito di
campionati regionale, final six nazionali e numerosi tornei. A 16 anni, ho
deciso di cambiare squadra: volevo riavvicinarmi a casa e dato che quella del
comune limitrofo era stata promossa in serie D quale migliore occasione. Dopo
un provino, arriva la chiamata e si parte con questa nuova avventura. Al primo
anno di Allievi sono stato promosso con l'U19 nazionale, collezionando 5
presenze per entrare, e l'anno successivo entro a far parte in pianta stabile
della rosa. Non mi è mai balzata per la testa l'idea di diventare calciatore,
un po' anche perché sognavo di fare il pilota, ma la convocazione con la
rappresentativa nazionale e successivamente le convocazioni in prima squadra
hanno alimentato questa ‘speranza’. Lo scorso anno, preso dagli impegni
scolastici (frequentavo il liceo scientifico tra mille sacrifici di tempo e
denaro) ho chiesto di essere ceduto in prestito a una squadra di Eccellenza
abruzzese con la quale ho vinto la Coppa Italia, salvo poi lo stop al
campionato a causa del covid. Proprio in questo frangente, ho compreso che non
valeva più la pena fare sacrifici per qualcosa che non volevo realmente fare
(154 km al giorno, uscivo la mattina alle 7 di casa per tornare alle 20.30,
mangiare e mettermi a studiare, spesso addormentandomi sui libri) e così si è
conclusa la mia avventura agonistica. Ad oggi continuo a vivere la mia vita da
sportivo, andando a correre la mattina appena svegliato e facendo esercizi
anaerobici la sera. Non rimpiango nulla di ciò che ho vissuto”.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
“Ho scoperto i miei limiti, imparato a
conviverci e migliorarli. Allo stesso tempo ci si rende conto dei pregi che si
hanno e che devono essere messi al servizio degli altri”.
Lo sport porta a conoscere se stessi, a
fare esperienza, a far parte di un gruppo o squadra con forti ambizioni e
progetti sfidanti condivisi.
Nello
sport cosa contribuisce al tuo benessere? “Credo che lo sport comporti benefici non
solo a livello fisico ma soprattutto emotivo: una corsa liberatoria in riva al
mare mi permette spesso di chiarirmi le idee e rilassarmi”.
Che
significa per te praticare attività fisica? “Praticare attività fisica, significa dare
beneficio alla mente e al corpo. Ho da sempre vissuto una vita sana, mai fatta
di eccessi, dovuta al senso di rispetto che ho verso me stesso. Credo che lo
sport non debba essere una forzatura e se per qualche motivo non si ha voglia,
è meglio fermarsi e recuperare voglia ed energia”.
Lo sport aiuta al fisico e alla mente, fa
sentirsi in forma fisicamente mantenendo e incrementando il tono muscolare e
aiuta a liberare la mente, a riflettere, a elaborare, risolvere situazioni e
problemi.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“I miei familiari mi hanno sempre
sostenuto, non entrando nel merito delle mie scelte, ma facendomi capire che
alla pratica dello sport andava sempre affiancata una buona dose di studio. Ho
sempre avuto libero arbitrio, e probabilmente è proprio per questo che sono
riuscito a raggiungere quelli che io reputo ottimi traguardi sia sportivi che
scolastici”.
Lo sport diventa un’ottima occasione per
apprendere dall’esperienza, dalla vita pratica che viene affiancata a tante
teorie, a tanti studi.
Quali
capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport?
“Carisma e forza di volontà mi hanno
sempre contraddistinto. Non a caso i vari mister mi hanno scelto come capitano
per più di 6 anni consecutivi, una scelta che mi ha riempito di orgoglio e
responsabilità. Ho sempre pensato che la mia leadership non derivasse dalla
capacità di parlare (che tutto sommato non mancava) ma dal mettersi dietro a
tutti e aiutare i miei compagni a raggiungere un determinato obiettivo”.
E’ importante saper essere sia gregari
che leader, capire come condurre e coinvolgere un gruppo di persone e come
collaborare con altri con proprie capacità mettendo a disposizione proprie
risorse, qualità, caratteristiche utili all’intero gruppo o squadra.
A
cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? Quali sono le difficoltà
e i rischi? “Come
diceva il mio fisioterapista, l'infortunio è sempre dietro l'angolo. In parte è
vero. Infatti la prevenzione degli infortuni tramite esercizi mirati permette
di limitare questi rischi. Personalmente non ho avuto infortuni gravi
nonostante fossi un difensore abbastanza spericolato. Quando ho tirato troppo
la corda, alle volte il mio fisico non ha retto e gli stiramenti muscolari non
hanno tardato ad arrivare. Altro fattore determinante è sicuramente la
concentrazione che aiuta nell' evitare determinati movimenti pericolosi e
dannosi”.
Lo sport come può dare, così può
togliere, bisogna prestare attenzione alle cose che si fanno, a non esagerare o
strafare, valutare proprie sensazioni corporee e messaggi che si ricevono dal
proprio corpo per capire quando rallentare o fermarsi per prevenire problemi e
disagi.
Ritieni
utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi?
“L'aiuto in determinate circostanze
infelici, che sicuramente non mancano, di uno specialista può aiutarci a capire
e aprire la mente, a credere maggiormente in noi stessi. Dovrebbe essere visto,
a mio modo, come un qualcuno che ci dia un consiglio fraterno e rinsaldi le
convinzioni che evidentemente, in un momento di debolezza sono venute meno”.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, COVID?
“Dover superare momenti difficili non è
semplice. Alle volte basta non pensarci troppo, lavorare e affidarsi a qualcuno
che ne sa più di noi e sicuramente si riuscirà a far fronte a ciò. Lo sport non
è solo attività sportiva: lo sport permette di acquisire notevoli capacità in
termine di organizzazione, cooperazione con i compagni e qualità di leadership,
e cosa più importante ci aiuta a credere in noi stessi e superare le difficoltà”.
A volte si attraversano momenti o
periodi difficili, dove ci possono essere avversità da saper affrontare,
gestire, superare, o periodi di demotivazione che possono far venire dubbi alla
persona, insicurezze e avere a disposizione una figura professionale idonea a
valutare, confrontarsi può essere molto utile e risolutivo.
L'evento
sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Probabilmente la finale di Coppa Italia,
giocare dinanzi a 6000 spettatori non ha prezzo. Sono emozioni che non si
riescono a descrivere e la gioia di essere incitato da persone che non si
conoscono alla quale puoi regalare felicità è difficile da raccontare”.
Lo sport porta a sentirsi protagonisti,
permette di provare sia la fatica che le soddisfazioni.
Hai
un riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Il mio idolo è stato Andrea Barzagli. Ho trovato in lui somiglianze,
sia nel modo di giocare ma soprattutto nel fatto di non esporsi al di fuori del
rettangolo verde, di non criticare, in altre parole di rimanere umile
nonostante il successo”.
Andrea Barzagli è un allenatore di
calcio ed ex difensore. Con la nazionale italiana è stato campione del mondo in
Germania 2006, considerato tra i migliori difensori al mondo della sua
generazione.
Una
parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?
"Il duro lavoro ripaga sempre".
Sogni
realizzati e da realizzare? “Dottore, purtroppo una schisi a una vertebra ha mandato in fumo il
sogno di una vita. Non le nascondo la grande delusione ma probabilmente lo
sport mi ha insegnato proprio ad andare avanti e credere in me stesso nei
momenti di difficoltà”.
Lo sport aiuta a saper essere
resilienti, a rimodulare piani e programmi ed essere disposti a ripartire
sempre.
Come
ti vedi a 50 anni? “Sicuramente
in forma continuando a praticare sport, con una bella famiglia e con il lavoro
che ho tanto desiderato”.
Quanto
credi in te stesso? “Credo
fortemente in me stesso, ho capito che con voglia e determinazione sono capace
di portare a termine tutti gli obiettivi che mi pongo”.
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