Il mio punto di riferimento è
sempre stato il mio allenatore
Matteo Simone
Nello sport si possono raggiungere grandi risultati, si può fare sempre meglio, ci si può accontentare, importante è star bene con se stessi.
Di seguito Debora racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando
ti sei sentita campionessa nello sport? “In realtà non mi sono mai sentita una vera e propria campionessa. Ci
sono stati anni migliori, in cui sono stata fiera di me stessa, del lavoro
svolto e degli obiettivi raggiunti, soprattutto durante le competizioni; e
altri, invece, in cui ho pensato che avrei potuto dare molto di più”.
Qual
è stato il tuo percorso nello sport? “All’età di 6 anni, i miei genitori mi hanno portato a fare una prova di
ginnastica artistica. È stato amore a prima vista. Ho continuato a fare questo
sport a livello agonistico fino ai 23 anni, anche se con qualche interruzione.
Adesso, dopo un breve periodo in cui ho seguito un corso di arrampicata,
pratico a livello amatoriale acrobatica aerea (cerchio, tessuto e trapezio), ma
purtroppo sto ferma da febbraio per via della pandemia da Covid-19”.
C’è sempre un’opportunità per conoscere
uno sport grazie a genitori, familiari, insegnanti, educatori e poi se ci si
trova bene si continua fino ad appassionarsi fortemente con la consapevolezza
che tutto può cambiare.
Nello
sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance?
“Il mio punto di riferimento è sempre
stato il mio allenatore. Il suo parere e il mio rapporto con lui è sempre stato
fondamentale per me. Lo è tuttora”.
Interessante testimonianza, in effetti è
importante che si crei una vera alleanza tra atleta e allenatore in modo da
decidere obiettivi sfidanti condivisi e l’atleta si fida e si affida
dell’allenatore che ha tanta esperienza e sa come tirar fuori il meglio
dall’atleta sostenendolo e incoraggiandolo sia in allenamento che in gara.
Un'esperienza
che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Ho avuto il coraggio e la forza di andare in
gara con il tutore alla caviglia, svolgendo esercizi basilari, per non perdere
la qualifica al nazionale. Quel giorno ho ricevuto moltissimi complimenti per
la tenacia e la passione che ho dimostrato di avere… è stata una bella prova di
autostima”.
Una grande carica di autoefficacia, in
effetti tra le quattro fonti dell’autoefficacia vi sono precedenti esperienze
di successo, le sensazioni sperimentare e i feedback ricevuti, sembra essere
stata proprio una vera iniezione di autoefficacia.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“Gli amici mi hanno sempre appoggiato; i
miei genitori un po’ meno perché purtroppo ho subito spesso infortuni più o
meno gravi”.
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?
“Che non sono una che molla facilmente.
Posso avere dei momenti di incertezza, ma alla fine torno sempre sulla mia
strada”.
Può succedere che la pratica di uno sport porti a subire diversi infortuni e
allora bisogna capire, comprendere cosa succede, come prevenire o alleviare,
come organizzarsi. Quando succede qualcosa che ci fa star male o che non ci piace
bisogna attraversare una fase più o meno lunga dove bisogna comprendere quello
che è successo, ciò che succede, ciò che può ripetersi e capire come ovviare,
prevenire, cambiare il corso degli eventi, organizzandosi nel migliore dei modi
prima di reagire, per non essere troppo istintivi, impulsivi e per
prendere in mano le redini della propria vita.
Che
significa per te praticare attività fisica? “Significare avere la possibilità di
sfogarsi, di non pensare a nient’altro che all’allenamento, di allontanarsi dai
problemi della vita quotidiana, e allo stesso tempo avere la possibilità di
poter condividere con qualcuno la tua stessa passione. Inoltre, l’appagamento
che si sente dopo essersi allenati non ha prezzo”.
Lo sport dà tanto in termini di
benessere, senso di libertà, sensazioni piacevoli percepite, sfogo e tanta
soddisfazioni quando si riesce a portare a termine allenamenti o gare anche
difficili e complesse.
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport e in quali circostanze?
“Libertà e soddisfazione. Ho sempre fatto
sport in cui la maggior parte del tempo ero sospesa in aria, una sensazione che
è difficile da spiegare a parole”.
Ogni sport ha delle caratteristiche
peculiari e procura sensazioni particolari e uniche che solo chi lo pratica ne
è consapevole e affascinato. Chi non fa, non può sapere o comprendere.
A
cosa devi prestare attenzione nel tuo sport? Quali sono le difficoltà e i
rischi? “La
ginnastica artistica è uno sport molto rischioso. I movimenti che dobbiamo
eseguire, se fatti senza la giusta concentrazione, possono portare a infortuni
anche gravi. È importantissimo esserci sempre con la testa quando si svolge
questo sport”.
E’ importante fare le cose fatte bene,
essere centrati e focalizzati per quello a cui si sta andando incontro per non
rischiare sviste o distrazioni che possono compromettere la prestazione o
evitare anche di infortunarsi.
Quale
è stata la tua situazione sportiva più difficile?
“Superare l’infortunio al ginocchio che
mi ha costretto a un anno di stop”.
Quali
condizioni ti ostacolano nella pratica dello sport?
“Tre sono state le cose che mi hanno ‘tolto’
lo sport: gli infortuni, lo studio e l’attuale pandemia da Covid-19”.
E’ sempre molto dura portare avanti
proprie passioni a causa di tempo da dedicare e poi a volte si aggiungono
infortuni che alla lunga logorano il fisico e la mente, se poi si aggiunge
questa grande avversità della pandemia, tutto diventa più difficile.
Cosa
ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare?
“Non penso che riuscirei mai a non fare
attività fisica… mi fa sentire bene, è quasi un bisogno. Si, ci sono stati
periodi in cui ho smesso per diversi motivi, ma alla fine dopo poco tempo ho
sempre ripreso”.
Ritieni
utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi?
“Nella ginnastica, ritengo importante che
ci sia questa figura di riferimento perché è uno sport che può creare molte
problematiche. A esempio, può portare una ragazza a non piacersi fisicamente,
a cercare sempre il confronto con le altre, sia a livello estetico che di
performance sportiva; può portare una ragazza a scoraggiarsi dopo un infortunio
o una gara andata male e così via… Inoltre, essendo uno sport individuale, in
cui il ruolo dell’allenatore è fondamentale, è importante che ci sia sempre
qualcuno che possa guidare e gestire le dinamiche tra singola ginnasta e
allenatore, ma anche tra gli/le atleti/e che si allenano nello stesso gruppo”.
Davvero molto interessante la
testimonianza di Debora che è lei stessa atleta, allenatrice e psicologa. E’
davvero difficile essere atleta in un gruppo e con un allenatore, in uno sport
dove è importante una certa linea fisica, la leggerezza, la forza, la
resistenza fisica e mentale, la concentrazione, l’equilibrio la comunicazione
con amici di squadra ma soprattutto il confronto con l’allenatore.
L'evento
sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Il mio ultimo saggio. È stato un insieme
di emozioni che non potrò mai dimenticare… dalla gioia nel ricevere i fiori dal
gruppo a cui insegnavo in quell’anno (bambine di 6/7 anni) alle lacrime versate
dopo l’ultima coreografia al corpo libero insieme alle mie compagne e i miei
allenatori”.
Questo è il bello dello sport, quando si
fatica, ci sono gioie e dolori, si porta a compimento un progetto di
performance, si sperimenta l’ansia da competizione e poi tutto fluisce e la
gioia è immensa davanti ai propri cari, amici e anche allieve.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, COVID?
“Credendo in me stessa e, allo stesso
tempo, facendo affidamento sulle mie compagne e sui miei allenatori. Sono come
una seconda famiglia”.
Lo sport può diventare una grande gruppo
di riferimento, una seconda famiglia, ogni compagno di squadra può diventare
una risorsa per l’altro e per l’intero gruppo e l’allenatore una utile figura
di riferimento.
Un
messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Fate sport perché avere passione
significa mettersi costantemente alla prova, superare i propri limiti e le
proprie paure, essere liberi, ma soprattutto trovare un altro posto dove
sentirsi a casa”.
Lo sport può diventare un luogo sicuro
dove ci si può rifugiare per sperimentare sicurezza e accudimento da parte di
altri.
Prossimi
obiettivi e sogni realizzati e da realizzare? “Se si intende obiettivi sportivi, ad oggi,
ritornare alla normalità… semplicemente tornare ad allenarsi in palestra”.
E’ quello che chiedono in tanti,
ritornare in sicurezza a fare sport in palestra, piscine, all’aperto, in
gruppo.
Come
ti vedi a 50 anni? “A
50 anni spero di essere riuscita a mantenere e a conciliare le mie ‘passioni’.
Spero quindi di lavorare come psicologa/psicoterapeuta e di insegnare ancora
ginnastica ai più piccoli”.
Lo sport aiuta a modulare e rimodulare
obiettivi e sogni da portare a compimento con studio e impegno, fidandosi delle
proprie capacità e mettendosi in gioco.
Quanto
credi in te stessa? “Una
giusta via di mezzo. Sono sempre stata una perfezionista e questo a volte mi ha
portato a essere un po’ critica con me stessa, ma sempre in maniera
costruttiva, per migliorarmi sempre di più”.
Come
gestisci eventuali ansie, tensioni, pressioni?
“Non mi sono mai sentita troppe pressioni
addosso, ma l’ansia prima di una gara si fa sentire. Ho sempre cercato di
isolarmi e pensare solo all’esercizio che dovevo eseguire, immaginando di non
essere davanti a un giudice. Non sempre funziona, ma la maggior parte delle
volte aiuta”.
L’ansia ci può essere pria o durante la
gara ma per ogni problema c’è almeno una soluzione, bisogna provare a
utilizzare metodi e strategie per cercare di gestire al meglio non evitando
l’esperienza e non subendo troppo.
Com'è
il rapporto con i tecnici e le compagne di squadra?
“Credo di essere stata molto fortunata.
Ho sempre avuto buoni rapporti sia con le compagne che con gli allenatori”.
Cosa
c'è prima di una gara? “C’è un grande lavoro su se stessi… questo per poter gestire l’ansia che
si prova a stare da soli davanti a una giuria e poter dimostrare tutto il
lavoro e la fatica fatta per arrivare lì in quel momento. C’è una grande voglia
di uscire soddisfatti e con il sorriso dal campo gara, di rendere fieri e
orgogliosi i propri allenatori”.
Un grande lavoro per allenarsi e
prepararsi alla gara ma un altrettanto grande lavoro sui se stessi nel pre-gara
per non compromettere la prestazione.
Una
parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? “Divertiti, fallo per te stessa”.
Per chi fosse interessato al mondo della
ginnastica artistica, può seguire le pagine instagram e facebook dell’Asd
Ginnastica Artistica P4
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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