giovedì 3 giugno 2021

Monica (Criceteam): Spero di riuscire a correre ancora a lungo

 Mi emoziono ogni volta che raggiungo un obiettivo nuovo 

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In genere si dice che dalle avversità nascono delle opportunità, si parla di crescita post traumatica, si dice che dalle sconfitte si traggono insegnamenti, insomma tutte parole di resilienza che soprattutto in questo lungo periodo di pandemia, confusione, incertezza, destabilizzazione aiutano a restare in piedi con la voglia di andare avanti mettendo un po’ da parte mete, obiettivi e sogni. 

Una mano ce la danno le nostre amiche podiste “cricete” che si sono ritrovate per passioni comuni e affinità diventando un riferimento per tanti e tante che sembrano abbiano bisogno di sostengo e motivazione per non mollare. 
Hanno scelto la parola “cricete” perché come tanti altri hanno sperimentato lo sport da praticare e sulla loro pagina facebook è possibile leggere come nasce la loro idea: 

L'idea del criceteam nasce durante la pandemia. Cricete perché́ ci siamo disperatamente legate a quel raggio di spostamento consentito: in quei 200 metri abbiamo corso inventandoci gare esclusive come la Maratona della Ruota. Ci siamo sostenute a distanza, senza arrenderci. Ci siamo galvanizzate a vicenda perché́ l’allegria è contagiosa. Arriviamo con questo progetto che non sappiamo dove ci porterà̀, ma intanto partiamo insieme. L'allegra brigata di matte, lottatrici e sognatrici parte: chi corre con noi?” 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Monica attraverso risposte ad alcune mie domande.
 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? “Ho fatto vari corsi da bambina, poi ho sempre fatto qualcosa: sci, un periodo calcetto, danza jazz, aerobica, e alcuni anni danza afro e latino americana. Ho sempre usato la bici anche e da alcuni anni pratico MTB e spinning. Mi sono avvicinata alla corsa 3/4 anni fa e mi sta appassionando moltissimo. 
Cosa o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? “Il mio stato fisico. Purtroppo ho un ginocchio operato 2 vv di legamenti e menisco e il suo stato mi crea scompensi posturali che sfociano in contratture, dolori e stop forzati…mi curo e poi riparto. Spero di riuscire a correre ancora a lungo. Al mio benessere anche il mio gruppo di corsa e il mio compagno che mi sostiene. 
Come hai scelto la tua squadra?
 “Ci siamo trovate insieme... Dapprima quasi per caso, ma poi il legame è diventato sempre più importante. Siamo il gruppo che vogliamo essere”. 

Bello essere e sentirsi gruppo, ognuno diventa risorsa per l’altro e per l’intero gruppo e insieme si fanno grandi cose e ci si aiuta a vicenda. 
Un'esperienza che ti  la convinzione che ce la puoi fare? “Essere riuscita a correre la mia prima mezza maratona a Febbraio (la mia prima gara) e averne fatta un'altra Novembre...per me una grandissima soddisfazione. 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I miei familiari e amici più stretti mi sostengono, alcuni degli altri pensano che io sia un po’ fissata, ma bonariamente. 
Un episodio curioso o divertente nella tua pratica sportiva? “In MTB il mio gruppo CAI l'anno scorso mi ha portato in cima al Monte Cusna, una montagna alta 2121 m, è stato un giro molto divertente e insolito. 
  
La bici fa apprezzare il valore della salita, della fatica, della ciclicità dell’esperienza nello sport come nella vita.
 
A cosa devi prestare attenzione nella pratica del tuo sport? “Sempre a come appoggio il piede e alla postura per non farmi male, e cerco di controllare bene la frequenza cardiaca perché se accumulo lattato nei muscoli non vado più. 

Lo sport come da così toglie, è opportuno essere attenti a trovare un sano equilibrio tra carichi di lavoro e recupero e sempre in ascolto del proprio corpo, delle proprie sensazioni corporee che mandano messaggi importanti da ascoltare e prendere in considerazione. 
Hai rischiato di mollare? “Dopo i primi mesi si, e poi ogni tanto quando mi faccio male mi avvilisco un pochino. 

La tua situazione sportiva più difficile? “Quando non vedo miglioramenti, ma anzi a volte ho momenti di peggioramento della prestazione”. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e fasi? “Si. Per migliorare la prestazione e tenere duro, e per aiutare nelle fasi down. 

In effetti lo psicologo in campo sportivo può entrare in gioco per diversi motivi, per spingere più forte e trovare una migliore performance, per essere costanti nelle motivazioni nonostante crisi e avversità, per elaborare infortuni e sconfitte e per rinforzare prestazioni positive. 
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Io mi emoziono ogni volta che raggiungo un obiettivo nuovo. Tante scalate in MTB e le gare di running; in particolare nella gara del giro del Lago di Resia di 15 km ho sofferto le salite e il freddo, ma l'emozione all'arrivo è stata forte. 
 

E' importante avere obiettivi nello sport e nella vita, mobilitare le energie occorrenti per raggiungerli, organizzarsi e pianificare periodi di allenamento e studio per capire come portarli a compimento apprendendo sempre dall’esperienza.  
Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni? “Tenendo duro, seguendo i consigli della fisioterapista e della coach, facendo provvisoriamente sport di sostegno e parlandone con il mio gruppo di corsa Criceteam. 

Interessante e molto utile il gruppo di corsa ‘Criceateam’ di cui Monica è una delle fondatrici, soprattutto in questo lungo periodo di pandemia, dove il sostegno è necessario per tanti che sono confusi e disorientati. 
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
 
Non saprei. Ho due figli, uno vive di sport, l'altra non è interessata. Direi che ognuno segue la sua strada 
Cosa hai scoperto di te stessa nello sport? “Mi rilassa, allenta le mie tensioni e mi  la carica anche in momenti no. È un piccolo rifugio. Ho scoperto (ma già lo sapevo) che non mollo quasi mai. 

Grande scoperta lo sport che  sollievo e libertà a tanti, una grande valvola di sfogo, una grande opportunità per conoscersi, per migliorare fisico e mente. 
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? Muoviti”.  
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Migliorare i tempi ma senza soffrire, correndo con naturalezza. 

Molto interessante la testimonianza di Monica, in effetti meglio sapersi gestire, accontentare, pretendere senza forzare, prima il benessere e poi la performance. 
Come ti vedi a 60 anni? “Mi vedo esattamente così, anche perché non sono poi molto lontani. 

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