Rimasi folgorato dai mondiali di Siviglia del 1999 e cominciai a correre
Matteo Simone
Domenica 26 giugno 2022 si è svolta il “Sugar Trail”, gara ideata e organizzata dall’Associazione Diabetici Valle D’Aosta (ADVA) con la collaborazione della Kriska Academy-ASD e l’Associazione Celiaci della Valle D’Aosta.
La gara prevedeva due percorsi: uno da 22 km e 1200 m di dislivello (con possibilità di gareggiare anche in staffetta da due) e una non competitiva di circa 7 km e 400 m di dislivello, con partenza da Pila (Gressan, Aosta, 1790 m).
Il vincitore è stato Simone Truc in 2h03’11”, precedendo Nicolas Statti 2h11’50”, Davis Ottobon in 2h12’32”, Etienne Clap 2h13’26”, Marco Bethaz 2h13’55”. Tra le donne ha vinto Marzia Spano in 2h57’39”, precedendo Annalisa Maccari, Federica Fazari, Sylvie Grange, Carmela Vergura. Tra le coppie hanno vinto Mathieu Courthoud e Yannick Zublena.
Tra i diabetici primo uomo Emanuele Aloisi in 2h17’15” (a seguire Giovanni Bosio e Simone Massimino), prima donna Cristina Coccia.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Emanuele Aloisi (Gruppo Millepiedi) attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Il mio percorso nello sport è partito da quando ero piccolino, all’età di 5 anni, quando i miei genitori mi hanno iscritto a karate…ma non sono durato molto, il passo da lì alla piscina è stato brevissimo. Ho fatto diversi anni di nuoto per poi passare alla pallanuoto.
All’età di 10 anni ho iniziato a praticare tennis fino a che rimasi folgorato dai Mondiali di Siviglia del 1999 e cominciai a correre, me la cavavo anche abbastanza bene fino a che attorno ai 20 anni ho subito un infortunio che mi portò a smettere.
La mia seconda rinascita sportiva avviene attorno ai 30 anni quando mi diagnosticano il diabete di tipo 1 e mi consigliano di fare attività sportiva (camminata veloce) per poter avere maggiori benefici sulla gestione della glicemia. Poi ho conosciuto il mio attuale coach Luca De Dominicis, con il quale mi sono subito trovato e abbiamo iniziato a lavorare per un obiettivo comune. Piano piano ho cominciato a prenderci gusto e a togliermi qualche soddisfazione, per esempio vincendo a giugno del 2022 un trail, il “Sugar Trail” in Valle D’Aosta (prima edizione) che prevedeva una classifica differenziata per atleti diabetici, oltre a quella assoluta.
Lo sport è utile sia per la salute fisica ma anche per il morale soprattutto se si riesce ad appassionarsi e ottenere risultati relativi al benessere psicofisico e alla performance.
Nello sport cosa e/o chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Sicuramente il pensiero della mia famiglia che mi supporta in pieno sull’attività che svolgo.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? Sicuramente la testardaggine di stare come si dice in gergo “sempre sul pezzo” e non arrendermi mai nonostante momenti difficili in gara dovuti dalle ipoglicemie e iperglicemie che alcune volte possono coglierti di sorpresa.
Lo sport diventa una messa alla prova soprattutto se qualcosa o qualcuno rema contro, bisogna saper gestire ogni cosa e/o situazione per potersela cavare e ottenere risultati e benessere.
Che significato ha per te una vittoria o sconfitta? Diciamo che ogni volta è sempre una vittoria quando fai ciò che ti piace e lo fai con il sorriso vinci sempre.
In effetti la vittoria e riuscire a portare avanti progetti, seguire proprie passioni e motivazioni, coltivare interessi piacevoli e stimolanti, senza arrendersi e mollare subito.
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo una gara? Purtroppo nella mia condizione di diabetico le sensazioni prima della gara sono fondamentali perché l’emotività molto spesso mi crea dei picchi di iperglicemia che poi risultano molto difficili da gestire in gara, quindi provo a stare più tranquillo possibile ascoltando musica che mi carichi senza pensare troppo a quello che poi succederà in gara. Durante la gara generalmente cerco di tenere sgombra la mente per favorire la concentrazione. Dopo si ride e si scherza con tutti si ritorna in una situazione di tranquillità emotiva.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Lo psicologo e il lavoro sulla mente è fondamentale soprattutto per cercare di tirare fuori una consapevolezza dei propri mezzi che alle volte è latente non si sa di possedere.
E’ importante conoscersi bene nel fisico e nella mente e saper a cosa si va incontro soprattutto nella fatica degli allenamenti o in gara utilizzando strategie utili a prevenire e/o gestire situazioni difficili che potrebbero compromettere l’allenamento o il risultato in gara.
Nella pratica dei tuoi sport quali sono le difficoltà e i rischi? Nessuna difficoltà, basta indossare un paio di scarpe da ginnastica e correre. Per quanto riguarda i rischi secondo il mio punto di vista meglio farsi seguire da persone con una certa esperienza per evitare di andare incontro a spiacevoli infortuni sbagliando la preparazione o i carichi.
Quali abilità fisiche e/o mentali bisogna allenare? Tutto il corpo dalla testa ai piedi devi essere sempre pronto a contrastare la sofferenza.
La tua gara più difficile? Sicuramente lo Sugar Trail a Pila, un trail di 22km con 1200mt di dislivello, per me che ero abituato a correre al massimo i 10 km su strada è stata una scommessa. Oltre che per me soprattutto per mia moglie che mi aspettava al traguardo senza avere notizie per 2h20 minuti😂. Alla fine è andata benissimo e ho chiuso 9º assoluto e 1º diabetico.
Si cercano le sfide per mettersi alla prova ma anche per stabilire obiettivi da cui partire per stabilire e pianificare allenamenti mirati.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Di infortuni ne ho subito parecchi, proprio l’ultimo ad agosto 2022, diciamo che la mia necessità primaria di correre è rivolta alla gestione della glicemia per cui ho fatto di tutto per rimettermi in carreggiata anche solo per poter ricamminare piano piano, passando dalla cyclette agli esercizi di potenziamento con il resto del corpo…fino a che tutto è tornato alla normale routine.
Bisogna essere resilienti e rimodulare piani e programmi quando ci sono accadimenti o situazioni che ostacolano un progetto, passione, intento.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Lo sport indifferentemente da quale si scelga di praticare è un mezzo importante per stare bene e per sfogarsi, ti insegna i valori quali il rispetto per gli avversari, la lealtà e oltre a questo ti aiuta a credere in te stesso.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? Assolutamente no.
Un messaggio per sconsigliare l'uso del doping? Il doping è una cosa sbagliata perché se si vuole “combattere” lo si deve fare ad armi pari, solo dei codardi utilizzerebbero tali sostanze.
In effetti la pratica di uno sport diventa un ottimo allenamento alla vita a contatto con gli altri, familiari, amici, colleghi. Si impara a gestire situazioni, a rispettare gli altri, a competere lealmente in ogni campo e/o aspetto della vita quotidiana.
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? Sicuramente ai miei genitori.
Una parola e/o frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? No pain no gain, nessuno ti regala nulla.
Cosa c’è dietro un successo? Tanto sacrificio.
Si sa che per ogni cosa che si vuole ottenere c’è un costo da pagare in termini di impegno, sacrificio, fatica, ma è bello quando si raggiungono obiettivi difficili, sfidanti ma non impossibili con il duro lavoro, determinazione, grinta, forza di volontà.
Sogni realizzati e da realizzare? Io i miei sogni li ho già realizzati tutti, una splendida famiglia, seguo le mie passioni, faccio il lavoro che voglio, ora l’unico mio sogno è un po’ di tranquillità che non guasta mai.
Questa è un’ottima consapevolezza e un buon messaggio per tutti, ci vuole poco per essere felici e soddisfatti, serenità buone relazioni, famiglia, passioni da coltivare felicemente.
In che modo ti senti un riferimento per gli altri atleti? Non so se sono un riferimento per gli altri atleti ma cerco di esternare il più possibile le mie esperienze di allenamento, di preparazione e di gare in modo tale che quelle persone che hanno la mia stessa problematica possano essere spinte (motivazionalmente parlando) a praticare uno sport qualunque esso sia perché il diabete può essere gestito soprattutto anche grazie all’attività fisica.
Ottimo riferimento per tanti che possono gestire una situazione di criticità con il movimento e lo sport, ognuno con proprie modalità e gradualità per trovare un giusto equilibrio.
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Forse toglie del tempo, ma del tempo investito sulle tue passioni non ha prezzo. Da tantissime soddisfazioni a partire semplicemente dal conseguimento giorno per giorno del tuo piccolo obbiettivo per arrivare alla fine a un obbiettivo più grande che neanche avevi preso in considerazione e pensavi tantomeno di avvicinare.
In effetti tutto si può fare se c’è intenzione, passione, motivazione, non è opportuno rimandare a tempi migliori ma iniziare da subito un po’ per volta con piccole cose e/o piccoli movimenti e scoprire giorno dopo giorno i vantaggi che si ottengono.
Quali sono i tuoi allenamenti più importanti e decisivi? Tutti sono importanti sono come dei piccoli anelli che attaccati assieme formano una lunghissima catena.
In effetti ogni allenamento è una mattonella per costruire la performance.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento