Mi
piacerebbe ringraziare il mio Gruppo Sportivo formato da uomini e donne
Matteo Simone
Si è svolta a Roma la 23^ edizione della Corsa di Miguel vinta da Michele Fontana (CS Aeronautica Militare) in 28’57”, precedendo Samuele Angelini (Atletica Arcobaleno Savona) 29’02” e l’eritreo Freedom Amaniel dell’X-Solid Sport Lab (vincitore edizione 2022) 29’10”.
A seguire Alessandro Giacobazzi (CS
Aeronautica Militare) 30’22”, Luca Parisi dell’Etrusca ASD (vincitore edizione 2022)
30’28”, Delian Dimko Stateff (U.S. Roma 83) 30’34”.
Tra le donne ha vinto Sveva Fascetti
(Fiamme Gialle) in 33’11”, precedendo Alessia Tuccitto (Caivano Runners) 33’13”
e Lucia Mitidieri (ASD Piano ma Arriviamo) 34’12”. A seguire Maria Chiara
Cascavilla (CS Aeronautica Militare) 34’33”, Sara Carnicelli (Athletica
Vaticana A.S.D.) 35’06”, Paola Patta (Podistica Solidarietà) 35’51”, Carla
Cocco (ASD Atletica La Sbarra) 36’14”.
Da menzionare la partecipazione dell’atleta
più grande Antonio Rao (Atl, Monte Mario) SM90 che ha concluso la prova in 1h13’23”.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza
del vincitore Michele Fontana attraverso risposte ad alcune mie domande di
alcuni anni fa.
Ti sei sentito campione nello sport
almeno un giorno della tua vita? “Si, mi sono sentito
forte in alcune gare, ma non mi sono mai definito un campione, perché credo che
la strada che porti a essere dei veri campioni è ancora lunga.”
Per
diventare campioni, si devono attraversare periodi di allenamenti, di crisi, di
infortuni, di rinascita, che fanno riflettere su ste stessi, fanno incrementare
la consapevolezza delle proprie capacità, caratteristiche, risorse e fanno sviluppare
sempre più resilienza.
In che modo lo sport ha contribuito
al tuo benessere?
“Direi abbastanza, mi ha sempre dato
grandi soddisfazioni ed emozioni belle.”
Lo
sport praticato con passione, regala davvero belle sensazioni ed emozioni, fa
fare grandi esperienze, fa incontrare bella gente che condividono passione,
ideali, valori.
Cosa mangi prima, durante e dopo una
gara? “Prima di una gara cerco di non esagerare mai
sui condimenti cercando di mangiare il più possibile semplice, magari con una
pasta o un riso in bianco. Comunque qualcosa di leggero. Nel dopo gara diciamo
che non ho mai un gran appetito e cerco sempre di mangiare qualcosa di semplice.”
Come hai scelto il tuo sport? “Da piccolo mia sorella correva e grazie ai giochi sportivi studenteschi
ho visto che avevo delle qualità e mi piaceva correre, e fare uno sport singolo
mi dava tanto.”
Hai dovuto scegliere di prendere o
lasciare uno sport a causa di studio o lavoro? “No, ho lasciato il calcio per la corsa a 12 anni e ne sono felice anche
se amo anche il calcio, la corsa ha qualcosa in più.”
Prima
o poi si trova uno sport che appassiona, è importante avere dei modelli di
riferimento, è sufficiente una bella prestazione di un familiare, un amico, un
conoscente, un personaggio pubblico per contagiare e se si ha talento prima o
poi viene fuori.
Nel tuo sport quali sono difficoltà
e rischi? Quali abilità bisogna allenare? “Ci sono diversi
rischi, prima di tutto gli infortuni (nel momento migliore della mia carriera
mi sono fatto male ai tendini e ho subito due interventi). Bisogna essere in
grado di sopportare la pressione e la tensione, che fa parte del nostro essere
atleti agonisti, e come abilità direi la pazienza e la perseveranza.”
Lo
sport non solo dà ma anche toglie, a volte gli infortuni tolgono l’atleta dagli
allenamenti e dalle gare, a volte non si sa quanto tempo bisogna star fermi e
restare a guardare, è importante stare nel momento presente con quello che c’è,
con le risorse residue pronti a rimodulare obiettivi e saper aspettare accettando
e prendendo in mano le redini della propria vita facendosi aiutare, sostenere,
supportare.
Come hai gestito eventuali crisi,
sconfitte, infortuni?
“Per due anni e mezzo sono stato
praticamente infortunato, ho imparato a essere positivo, vivere giorno per
giorno, con la consapevolezza di poter dare ancora tanto! Ho sempre creduto in
ciò che faccio, ho sempre lavorato sodo anche da infortunato perché tutto poi
ritorna. La mia parola d'ordine è crederci. Solo così ho trovato le motivazioni
per rincorrere i miei sogni.”
La tua gara più difficile? “Una con un enorme dolore ai tendini, avevo provato a curarmi ma le cose
non sono andate bene, correvo senza riuscire a spingere, pensavo che era una
grande umiliazione perché non riuscivo a correre forte, è stata una dura
esperienza.”
Quali condizioni ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Patisco molto il
caldo, soprattutto se devo correre con il sole che picchia costantemente, in
inverno non amo il fango nelle campestri ma per caratteristiche mie personali.”
E’
importante conoscersi bene attraverso l’esperienza, partecipando a competizioni
anche internazionali e impegnative dove tocca superare avversità anche
climatiche o ambientali.
Hai sperimentato l’esperienza del
limite nelle tue gare?
“Siamo spesso al limite perché è proprio
questo che ricerchiamo in allenamento per poi ottenere in gara.”
Quali sono i tuoi pensieri in
allenamento e/o gara?
“Mi concentro molto su me stesso, penso
che ce la posso fare, che mi sono impegnato e posso ottenere ciò che voglio.”
La gara dove hai sperimentato le
emozioni più belle?
“Devo dire la verità non ne ho una in particolare, ricordo con emozione la
coppa Italia e i titoli italiani sui 1500 nel mio primo anno in A.M. e poi
l'ottavo posto ai Campionati Europei di Cross a Belgrado e le gare successive:
il Campaccio e la 5 Mulini dove sono sempre stato il primo italiano, per me
erano delle gare di casa e il calore della gente non lo dimenticherò mai!”
Attraverso
lo sport si sperimentano sensazioni ed emozioni uniche e intense soprattutto
quando si rappresenta una squadra e a maggior ragione quando si rappresenta la
propria nazione soprattutto in contesti internazionali e quando si gareggia in
casa e arrivare primo dà una carica in più che dura negli anni e che va tenuta
ben memorizzata nel cuore, nel corpo e nella mente per ricordare i momenti
migliori che possono sempre ritornare se siamo fiduciosi e continuiamo a
impegnarci.
Un’esperienza che ti può dare la
sicurezza di potercela fare? “Per il dolore ai
tendini ho provato di tutto fino a dover andare sotto i ferri, in questi anni
ci sono stati dei momenti bui e di sconforto, ma ho sempre guardato avanti e ho
sempre continuato a sognare, come mi piace dire: ho tenuto la fiamma accesa
dentro di me e sono pronto a ritirarla fuori. Questo è una cosa che mi ha
insegnato quanto si è fortunati quando si sta bene fisicamente, che se c'è la
salute i risultati con pazienza arriveranno basta crederci sempre e
costantemente perché i periodi negativi arrivano per tutti ma è molto
importante come si vivono.”
Il
vero campione è colui che sa stare non solo nella performance ma anche
nell’attesa della risoluzione della crisi o dell’infortunio, le vere risorse
non sono solo potenza, resistenza, elasticità ma anche attesa, pazienza,
elaborazione, convinzione e soprattutto tanta resilienza nel prendere in mano
le redini della propria vita con nuovi obiettivi e nuove direzioni.
Quali meccanismi psicologici ti
aiutano nello sport?
“Ho sempre cercato di concentrarmi su me stesso, cercando di ottenere il
meglio dalle mie qualità. Il nostro è uno sport individuale, dove soltanto sono
il nostro impegno e la nostra determinazione a portarci lontano. Io nel mio
piccolo ho sempre creduto di avere delle qualità e ho cercato di tirarle fuori
anche se non sempre è facile riuscirci.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare sport?
“Il mio sport mi ha fatto capire che quando ci tengo ad una cosa faccio di
tutto per ottenerla, non mi piace mollare, sono istintivo è testardo, e con il
tempo sono riuscito a diventare paziente e credere in ciò che faccio.”
In
ogni cosa che si fa bisogna crederci prima di tutto e poi bisogna impegnarsi
con attenzione focalizzandosi in quello che si fa non tralasciando nessun
dettaglio che potrebbe essere determinante nella riuscita dei propri intenti.
Familiari e amici cosa dicono circa
il tuo sport?
“Devo ringraziare tanto la mia famiglia,
i miei genitori e le mie sorelle mi hanno sempre sostenuto e seguito, per me è
stato fondamentale e ogni successo lo dedico un po’ a loro. La mia fidanzata fa
il mio stesso sport al mio stesso livello, questa la considero una fortuna
perché con semplici sguardi mi capisce e non ho bisogno di spiegargli i miei
stati d'animo e le mie sensazioni perché lei sa come starmi vicina. I miei
amici mi hanno sempre capito, i sacrifici che ho fatto non sono mai stati un
peso per me neanche da più piccolo perché i miei amici li hanno sempre capiti e
non mi hanno mai fatto pesare le mie assenze.”
Michele
sembra essere in una botte di ferro, sereno e consapevole che la sua passione
la può condividere con le persone che gli stanno vicino che comprendono e
sostengono.
Nello sport, cosa e quali persone
hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? “In primis la mia famiglia, che non smetterò mai di ringraziare, la mia
fidanzata che anche lei è un atleta, ringrazio il mio primo allenatore per
avermi portato nell'atletica che conta e il mio allenatore attuale per farmi
apprezzare ogni risultato e soprattutto per farmi crescere in ogni aspetto, ma
per ultimo ringrazio me stesso perché sono sempre rimasto un instancabile
sognatore, e poi tutti i compagni di allenamento che ho incontrato in questi
anni che sono per me dei veri amici. Per concludere mi piacerebbe ringraziare
il mio Gruppo Sportivo formato da uomini e donne che oltre ai risultati
sportivi guardano ai valori umani delle persone, cosa che non ritengo mai
scontata.”
Un episodio curioso della tua
attività sportiva?
“Potrei descrivere un bellissimo momento
a un Campionato Europeo in Slovenia in cui tutta la mia famiglia è venuta o
sostenermi con una bandiera enorme con scritto Fontana, per me è stata una
doppia emozione.”
Dietro l’atleta ci sono tanti pensieri, dubbi,
perplessità ma anche tante persone disposte ad aiutare, sostenere, consigliare,
supportare.
Quali sensazioni sperimenti nello
sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)? “Nello sport esistono tantissime
emozioni e sensazione, anche molto contrastanti fra di loro, perché nella vita
di un atleta ci sono periodi positivi e periodi meno, quindi nei diversi
periodi si hanno diverse sensazioni che possono essere: soddisfazione,
emozione, sconforto, tensione, rilassamento, agitazione, frenesia, ansia,
positività, concentrazione, carica, tranquillità e molte altre; la cosa bella
dello sport è che regala un altalena di emozioni.”
Anche nello sport si mette in conto la
ciclicità dell’esperienza che non è mai piatta o scontata ma prevede fatica e
gioia, attivazione e riposo, tensione e rilassamento, vittorie e sconfitte; ma
tutto passa, tutto cambia è importante focalizzarsi nel momento presente e
capire cosa si può fare nel miglior modo possibile apprendendo dall’esperienza.
Hai rischiato di incorrere nel
doping? Un tuo messaggio per sconsigliare il doping? “No,
per me è una cosa veramente lontana. Ho sempre vissuto in un ambiente sano dove
non si è mai parlato di scorciatoie. Il doping è per me sinonimo di grande
ignoranza, lo sport ha dei valori limpidi e sinceri e non c'è spazio per
persone che vogliono fare i furbi. Purtroppo è una grossa piaga nel nostro
sport, ma le soddisfazioni più grandi si ottengono solo con le proprie forze.”
Il
doping è una forte tentazione e a volte diventa un cancro dello sport, bisogna
avere solidità ed essere circondati da persone con valori e ideali che non
istigano ma che sostengono e supportano anche nei momenti dove non si è in
piena forma.
Riesci a immaginare una vita senza
sport? “Non riuscirei mai a pensare di non fare
sport, amo la fatica e amo faticare, lo sport regala tanto, dalle persone che
incontri alle emozioni che provi. Per me lo sport è vita.”
Quale messaggio vuoi rivolgere ai
ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Non c'è cosa più
bella che correre, farlo da soli o in compagnia farlo ti rende un po' più
libero. Faticare in compagnia crea dei legami unici e veri. Apprezzare la
fatica tempra la mente e il fisico per affrontare qualsiasi cosa nella vita.”
Lo
sport fa apprezzare il valore della fatica che con il tempo diventa amica
perché solo faticando duramente si raggiungo obiettivi, mete e sogni ambiti,
difficili, sfidanti ma non impossibili.
Hai mai pensato di smettere di
essere atleta?
“Si ho pensato di smettere ma solo per attimi,
perché non posso pensarmi senza correre senza questi obbiettivi. La vita di
atleta non dura per sempre, ma prima di smettere vorrei riuscire a raggiungere
i miei limiti, ora so di non esserci riuscito quindi non sono pronto a dire
basta perché il futuro so che mi regalerà ancora tante soddisfazioni.”
Grande
Michele, sempre fiducioso e sempre pronto a rimettersi in gioco, a rimettersi
in gareggiata con i più forti; già nel 2019 fece una bella prestazione alla Corsa di Miguel arrivando secondo
assoluto e il meglio credo debba ancora
arrivare.
Potrebbe essere utile lo psicologo
dello sport? In quali fasi?
“Credo proprio di sì, in qualsiasi
momento, perché anche nei momenti positivi in cui si è probabilmente più
razionali si possono capire diverse cose dei momenti in cui le cose non vanno.”
A volte lo psicologo non interviene solo nei
momenti di crisi o di difficoltà ma anche nei momenti di performance per
aiutare l’atleta a memorizzare le prestazioni di successo in modo da
incrementare l’autoefficacia per essere più solidi e sicuri in futuro in
prossimità di altre gare dove non si è in piena forma fisicamente ma
mentalmente si possono tirare furori risorse sorprendenti e insospettabili.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Amo correre e fare sport perché considero la corsa oltre che un lavoro
una vera passione, ho la fortuna di appartenere all'Aeronautica Militare e per
questo mi considero un privilegiato perché ho fatto della mia passione un
lavoro. Correre mi fa stare bene sia fisicamente che mentalmente, e le gare mi
regalano sempre emozioni indescrivibili e quando le cose vanno bene mi sento
sempre realizzato.”
Sogni da realizzare? “Purtroppo le Olimpiadi sono un sogno che avevo fin da ragazzino ma ora
il mio sogno è quello di sentirmi realizzato una volta che appenderò le
scarpette al chiodo, sogno di continuare a vedere mia madre e mio padre con le
lacrime agli occhi orgogliosi che io sia il loro figlio, sogno di rendere
felice le persone a me più care in primis Valeria nella vita quotidiana.”
A
volte si riesce nei propri intenti nella vita impegnandosi e portando avanti
passioni redditizie che diventano un lavoro quotidiano nel fare l’atleta
rappresentando il Centro Sportivo Militare dell’Aeronautica Militare, ma
bisogna andare sempre avanti e non mollare nel perseguire obiettivi, mete e
sogni da raggiungere individualmente e con la squadra.
A proposito di Aeronautica, Nel 2023 l’Aeronautica Militare
Italiana compie 100 anni, io ne compirò 60 e il 19 marzo 2023 correrò la Run
Rome The Marathon, per i minori di Sport Senza Frontiere prima di lasciare
l’Aeronautica Militare il 2 novembre dopo 37 anni insieme.
Correrò
la Maratona di Roma per i minori di Sport Senza Frontiere, per contribuire a
raccogliere fondi per permettere a bambini e ragazzi in condizioni svantaggiate
di fare sport, di stare in salute fisica e mentale, di fare una vita dignitosa.
Ho
già corso per i progetti di Sport Senza Frontiere altri anni con impegno,
determinazione, volontà condividendo gioia e fatica. Lo sport non è solo performance,
ma anche inclusione, integrazione, solidarietà, aggregazione.
Sarà
la mia diciottesima partecipazione alla maratona di Roma e la 5^ con Sport
Senza Frontiere. Una bella sfida per me che ho corso già 70 tra maratone e
ultramaratone.
Confido
nella vostra generosità a favore dei minori di Sport Senza Frontiere.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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