Racconti di
gare estreme, dove si arriva al punto di rischiare di morire o comunque dove si
sperimentano condizioni estreme di fatica fisica o atmosferica, oppure si
rischia di perdersi o precipitare. Difficili sono considerate anche le gare
dove si ripete un breve circuito per tantissime ore. Ma tutto ciò non basta per
limitare il rischio, si arriva al punto di chiedere di essere incatenati.
Alcuni atleti sono abbastanza resistenti alle gare estreme superano tutte le
difficoltà e i rischi e si proiettano su nuove sfide da affrontare serenamente
con sicurezza. Estreme e difficili sono considerate anche quelle dove non vi è
motivazione, si corre con svogliatezza, quindi è importante credere in quello
che si fa ed avere la passione che ti sostiene. Ecco cosa raccontano alcuni
ultramaratoneti:
“La gara più
estrema e difficile per me, si è capito, è stata proprio la Sparta Atene, ed è
quella che sicuramente non porterò mai a termine proprio perché essendo fermo
già da tre anni, e mai decidessi di riprendere un percorso di gare, sarà quasi
impossibile ritornare ad avere la preparazione per tornare a pensare a
rifarla!”
“La 100km del Passatore ed il
Gargano Raid di 77km e 3000mt D+, corso per metà in solitario.”
“La TDS del Monte Bianco, 29 ore con
dislivelli durissimi, discese durissime, dove bisognava reggersi alla corda,
stare attenti a non scivolare giù nei burroni.”
“L’Ironman Frankfurt, quando dopo 10
ore di gara arriva la crisi fisica, e soprattutto mentale, proseguire è dura.”