giovedì 15 ottobre 2015

Prendersi cura di se stesso

Matteo Simone

Il modello transteorico di Prochaska e DiClemente costituisce uno dei fondamenti su cui viene costruita la valutazione della motivazione al cambiamento.

Molti sono intenzionati ad iniziare a praticare una forma di esercizio fisico per diversi motivi quali il dimagrire, il rispondere ad una richiesta di un medico, ecc., ma dall’intenzione al voler iniziare c’è tanta strada da fare, molti intenzionati non hanno ancora iniziato e non inizieranno mai seppur ne abbiano l’intenzione o la necessità.

Psicologia dell'Emergenza e Tecniche di intervento

“Solo dopo la morte si è immuni dallo stress” H. Selye
Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi (G.U. n. 200 del 29 agosto 2006): “Nel contesto degli interventi a sostegno delle vittime di eventi catastrofici è necessario prestare massima attenzione ai problemi di ordine psichiatrico-psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori. Essi possono palesarsi in fase acuta o evolvere in modo subdolo, con ripercussioni anche nel lungo periodo. E’ inoltre opportuno osservare che le catastrofi possono produrre sugli individui effetti di lunga durata e mettere a dura prova le capacità di reazione e di adattamento sia del singolo individuo che dell’intera comunità.”
In una emergenza, lo psicologo: è presente; si rende visibile; incontra l’altro; è disponibile all’ascolto empatico; si adatta al contesto e al setting; promuove il lavoro di rete.
Importante è per la persona in difficoltà: attenzione, disponibilità, accoglienza, riconoscere, normalizzare, rassicurare. Tra lo psicologo e la persona si crea uno spazio protetto, si condivide uno spazio ed un tempo esclusivo, riservato a loro due, questo permette alla persona di fidarsi, affidarsi, sperimentarsi, parlare delle proprie sensazioni, emozioni.
Tecniche di intervento per fronteggiare situazioni di emergenza e per il trattamento successivo del trauma: il Defusing, il Debriefing, l'E.M.D.R. (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), Respirazione addominale, Rilassamento muscolare progressivo (Jacobson), l’umorismo.
Il defusing è strutturato in tre fasi: fase introduttiva: si spiega il motivo dell’incontro e si concordano delle regole di base relativamente al rispetto reciproco, alla riservatezza, ecc..; fase esplorativa: viene chiesto ad ogni membro di parlare dell’esperienza; fase informativa: la fase tende a normalizzare le reazioni ed i vissuti, rassicurare in ordine alle angosce causate dall’evento, valorizzare gli atteggiamenti positivi manifestati durante l’evento.
Obiettivo DEFUSING: diminuire la tensione e lo stress traumatico attraverso la condivisione verbale dell'esperienza; ridurre il senso di isolamento, attraverso l’appartenenza al gruppo che ha subito il trauma; aiutare il gruppo a ritornare alla normalità fornendo soluzioni a breve termine.

mercoledì 14 ottobre 2015

Corrado Mazzetti: Corro per divertimento, l'attività fisica mi ha salvato la vita

Corrado Mazzetti, esempio vivente dei miei pensieri, dei miei insegnamenti, delle mie convinzioni, è una persona da laboratorio di psicologia, attraverso la sua conoscenza puoi scoprire quanto è vera la teoria rispetto all’importanza dell’aspetto mentale nella vita e nello sport, per il benessere e per raggiungere i propri obiettivi, i propri sogni. 

lunedì 12 ottobre 2015

Arnaud Julia, Raid Avventura: una gara è una gara, la salute è più importante (a race is a race… and the health is more important)

Lo spagnolo Arnaud Julia Bonmati (team Buff) è un atleta professionista, specializzato in Raid Avventura multisport e Ultra Trails di montagna. Vince il Campionato Spagnolo di Raid Avventura nel 2005, 2007, 2008 e 2009. Nel 2010 è diventato Campione Mondiale di Raid Avventura nella Bimbache Extrem. Nel 2012 e 2013 vince il Campionato Catalano di Ultra Trail. Il 2013 vince il TDS (sur les Traces des Ducs de Savoie), 119 km con 7250 metri di dislivello positivo.
Ho rivolto alcune domande ad Arnaud per approfondire il mondo del Raid Multisport e dell’Ultratrailer.
Ti puoi definire ultramaratoneta? (You can define yourself Ultrarunner?)
Io non mi definisco come un ultrarunner, Io normalmente dico che sono un atleta di ultra distanza. Mi piacciono molti sport, ed in ogni sport mi piace la lunghezza e la durezza. Questo è il mio stile di vita e in tutti gli sport che pratico. (I don’t define myself like a ultrarunner, I normaly said that I’m and ultra distance athlet. I love a lot of sports, and in each sport I like the long and hard. This is my style in life and in all the sports that I practice.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? (What does it mean to you to be Ultrarunner?)
E 'l'uomo o la donna che pratica la corsa di lunga distanza. Normalmente sono persone che amano la montagna e l'esercizio fisico. Ma a volte le persone vogliono superare i propri limiti facendo qualcosa che non sono sicuri di riuscire o portare a termine. (It’s the man or woman that practice the long distance running. Normaly are people that love the mountains and the exercise. But sometimes the people looks to increase their limits doing something that they are not sure to do or finish.)

Gestione delle tensioni emotive

Per essere chiamato "traumatico" l'evento deve produrre nell’individuo un'esperienza vissuta come "critica", eccedente cioè l'ambito delle esperienze normalmente da lui prevedibili e gestibili.
Per il DSM IV, 1994, il trauma è “Un evento vissuto al di fuori della norma, estremo, violento, lesivo, che minaccia o ferisce l’integrità fisica e psichica di un singolo o di un gruppo di persone; in genere richiede uno sforzo inabituale per essere superato”.
Si può considerare il trauma da due diversi punti di vista: se si considera l’aspetto oggettivo, si valuta prevalentemente la drammaticità intrinseca all’evento.
Esistono eventi come l’abuso o la tortura, per esempio, che sono esperienze dolorose e insostenibili per chiunque le subisce, e che si connotano come esperienze oggettivamente traumatiche.
Se si considera la dimensione soggettiva l’attenzione si sposta dall’evento al soggetto dell’evento.
In questo caso è decisivo il modo individuale di elaborare l’evento traumatico.
Non ci sono due persone che provino o manifestino il trauma esattamente allo stesso modo. Quel che risulta nocivo per una persona può essere stimolante per un’altra.
Raramente l'attraversare tali esperienze, pur se penose e difficili, determina lo sviluppo di una vera e propria sindrome clinica, o il (PTSD). Perché un evento estremo, ancorché molto doloroso, si traduca in una sindrome, è necessario il concorso di ulteriori fattori personali ed esperienziali nella storia pregressa dell'individuo (quali fenomeni di abuso e trascuratezza nell'infanzia, problematiche psicologiche pregresse, etc.).

Diffusione di sovrappeso e obesità tra bambini e adolescenti

La COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE in Bruxelles, 11.7.2007, così riporta sul LIBRO BIANCO SULLO SPORT “La mancanza d’attività fisica aumenta la frequenza dei casi di sovrappeso e obesità e di una serie di disturbi cronici come le malattie cardiovascolari e il diabete, che riducono la qualità della vita, mettono a rischio la vita delle persone e rappresentano un onere per i bilanci sanitari e per l’economia.
OKkio alla SALUTE è un sistema di sorveglianza sul sovrappeso e l’obesità nei bambini delle scuole primarie (6-10 anni) e i fattori di rischio correlati. Obiettivo principale è descrivere la variabilità geografica e l’evoluzione nel tempo dello stato ponderale, delle abitudini alimentari, dei livelli di attività fisica svolta dai bambini e delle attività scolastiche favorenti la sana nutrizione e l’esercizio fisico, al fine di orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute dei bambini delle scuole primarie.
È nato nel 2007 nell’ambito del progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, promosso e finanziato dal Ministero della Salute/CCM, ed è coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con le Regioni, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Gestione psicologica degli infortuni ed incremento dell’autoefficacia

Gestione psicologica degli infortuni
L’infortunio rappresenta un evento destabilizzante l’equilibrio psicologico dello sportivo; un cattivo adattamento all’infortunio può comportare la comparsa di sensazioni di rabbia e impotenza, sbalzi di umore, sensi di colpa, pensieri depressivi, con la conseguente compromissione delle relazioni famigliari, interpersonali, dell’andamento scolastico o lavorativo.
L’auspicabile intervento può espletarsi nell’aiutare l’atleta infortunato:
·       a ridefinire le priorità che si era prefissato prima dell’incidente;
·       ad allargare i suoi interessi anche ad ambiti non sportivi, continuando, contestualmente a mantenere i contatti con il suo mondo sportivo, l’allenatore e la squadra;
·       ad accettare le emozioni negative legate all’infortunio, in attesa di riprendersi la sua identità di sportivo;
·       a sentirsi soggetto attivo nel processo di riabilitazione;
·       a ripetere mentalmente il gesto motorio dato che l’imagery consentirebbe di rimanere tecnicamente e muscolarmente allenati anche in stato fisico di effettivo riposo.

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