SCHEDA ATLETA
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NOME Matteo COGNOME Simone DATA DI NASCITA 02.11.1963 CATEGORIA MM50
SOCIETÀ Atletica La Sbarra. SPECIALITÀ ultramaratone TITOLO
DI STUDIO laurea psicologia - specializzazione psicoterapia Gestalt - Master
in psicologia dello sport PROFESSIONE psicologo-psicoterapeuta STATO CIVILE coniugato ALT. MT 1.73 PESO KG 64 FREQ. CARD. A
RIP. 42
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RECORD
PERSONALI
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DISTANZA
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TEMPO
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DATA
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5000 m
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16’30”
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2003
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10˙000 m
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33’41”
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2003
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21,097 km
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1h13’38”
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2000
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42,195 km
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2h42’17”
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2000
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100 km
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13h28’
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2013
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ATLETICA
LEGGERA
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Quando
hai cominciato a praticare l’atletica leggera? Nel 1988.
Quali motivazioni ti hanno spinto a
iniziare? Invito da parte di una
persona e piacere nel farlo.
Preferisci allenarti in compagnia o da
solo? Preferisco la compagnia, ma va
bene anche da solo.
Quando corri
ti concentri: a) sul gesto atletico; b) sull’immagine interna; c)
sull’ambiente circostante? In gara sul
gesto atletico, la correttezza, la leggerezza, la facilità del gesto atletico
e anche sull’ambiente circostante, per me è importante ciò che mi circonda
sia per il mio benessere del momento durante l’esercizio atletico che anche
per la performance, più è
entusiasmante l’ambiente circostante e più è redditizio il gesto atletico e
quindi la performance. Importante è
anche il vissuto interno, una sorta di equilibrio tra quello che ho fatto, la
mia crescita personale e sportiva e quello che posso ancora fare per stare
bene e sorprendermi momento per momento, giorno per giorno. Durante
l’allenamento mi concentro più sulle immagini interne, alla ricerca di
immagini stimolanti del momento, del passato e del futuro, mi piace viaggiare
dentro me stesso alla ricerca di buone sensazione. In allenamento è anche
importante l’ambiente circostante per arricchirmi di stimoli benefici e
continuare l’allenamento senza faticare mentalmente.
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A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Responsabile Nazionale Sezione Sport Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (CISOM). Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Triatleta di Podistica Solidarietà. 21163@tiscali.it - 3804337230
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giovedì 17 dicembre 2015
Stefano SEVERONI Intervista Matteo SIMONE (Psicologo Utrarunner)
Stefano SEVERONI, amante della corsa con un approccio olistico
Ti puoi definire ultramaratoneta? “Ho iniziato quest’anno con due gare ultra di 6 ore:
sono solo all’inizio. Ho ripreso a correre dopo uno stop per
frattura al femore. Posso ricordare di essere stato sempre considerato un
grande macinatore di chilometri. È solo l’esperienza di gare ultra che mi manca. Prima di provare una 100 km, sperimenterò
distanze più corte.”
Stefano ha deciso di intraprendere la strada delle ultra ma sa che è un
percorso graduale e rispettoso e quindi si avvicina alle ultradistanze in punta
di piedi partecipando a gare della distanza intermedia tra la maratona e la 100
km e quindi si avvicina alla 6 ore.
Hai mai rischiato per infortuni o altri
problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Paradossalmente, ora che ho abbracciato il mondo ultra,
corro meno chilometri di quando ero solo maratoneta (arrivavo anche a 150 km settimanali),
poiché in seguito alla rottura del femore per un investimento da parte di un
autoveicolo, la mia biomeccanica non è perfetta, e così percorrendo un volume
elevato di chilometri rischierei infortuni. Quasi ogni settimana faccio la
ginnastica posturale e ogni giorno lo yoga, anche
con ausilio di attrezzi: pallina roller,
elastici, foam roller, ecc. Faccio molta cyclette in salita così non carico sugli arti e mi potenzio
muscolarmente.”
mercoledì 16 dicembre 2015
Psicologia dello sport e non solo per il miglioramento della prestazione sportiva
E’ un libro
tecnico ma anche divulgativo, per: atleti professionisti ed a livello amatoriale,
praticanti sport individuali o di squadra; psicologi, studenti di psicologia,
tecnici e staff medico di società sportive, famigliari di sportivi.
Argomenti
trattati nel libro sono la psicologia dello sport, la psicoterapia della
Gestalt, la psicologia dell’emergenza, l’EMDR, l’incontro con l’altro, la
maratona, il doping.
Sono trattate le
difficoltà, disagi dell’atleta che possono essere di natura emotiva, di bassa
autostima. Le difficoltà possono anche essere relazionali, relativi ad una
figura professionale che gravita attorno al mondo dell’atleta.
Vengono
illustrati l’approccio, le metodiche e le tecniche per l’ncremento della
performance sportiva e per il miglioramento della prestazione sportiva.
Nel testo si
parla di incontro di professionalità, di mondi, l’atleta porta il mondo dello
sport fatto di sudori, delusioni, infortuni, incoraggiamenti, rinunce,
pressioni, lo psicologo porta il mondo psicologico teorico esperienziale e
quindi il relazionarsi, l’accogliere, l’invitare l’altro, il contatto, il
dialogo, le metafore.
Articolo a cura di Stefano Severoni su Ada Maria Ammirata
Con vero piacere pubblico un articolo a cura dell'amico ultramaratoneta Stefano SEVERONI, cultore della sana attività sportiva e della sana alimentazione consapevole.
ADA MARIA AMMIRATA
SCHEDA ATLETA
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NOME Ada Maria
COGNOME Ammirata DATA DI NASCITA 24/06/1978 CATEGORIA MF 35
ALTEZZA MT 1.50 PESO KG 50 FREQ. CARD. A RIP 52 bpm SOCIETÀ Atletica La Sbarra SPECIALITÀ mezzofondo prolungato ALLENATORE Raffaele Vitale TITOLO DI STUDIO laurea in Scienze
della Formazione PROFESSIONE dipendente
Pubblica Amm. STATO CIVILE nubile
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RECORD
PERSONALI ATLETICA LEGGERA
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DISTANZA
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TEMPO
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DATA
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LUOGO
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MANIFESTAZIONE
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3˙000 m
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16’09’’
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27/06/2015
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Fiumicino
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3˙000 di Sera
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5˙000 m
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28’22’’
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14/06/2015
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Grosseto
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Campionato Italiano FISPES
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10 km
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54’22’’
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25/01/2015
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Roma
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La Corsa di Miguel
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21,097 km
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2h10’20’’
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01/03/2015
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Roma
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Roma-Ostia Half Marathon
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LE SUE GARE
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L’INTERVISTA
ATLETICA LEGGERA
Quando
hai cominciato a praticare l’atletica leggera? Nel giugno del 2014.
Quali
motivazioni ti hanno spinto a iniziare?
La curiosità e la passione per lo sport.
Preferisci
allenarti in compagnia o da sola?
Sempre in compagnia.
Quando corri
ti concentri: a) sul gesto atletico; b) sull’immagine interna; c) sull’ambiente
circostante? Sull’immagine interna e sull’ambiente circostante.
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Camminare, correre o andare in bicicletta, rallenta il declino cognitivo
Matteo SIMONE
“E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari.”
(Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto
Gestalt e Body Work in O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Simone M., Edizioni ARAS, Fano, 2013.)
Nella
rivista di informazione e confronto sulle patologie da dipendenza “Dal Fare al
Dire” n. 2 del 2015 (pp. 30-31) viene riportato che dal punto di vista dei ragazzi,
sembrano emergere alcune differenze relative agli effetti ricercati e alle
motivazioni sottese all’uso di alcol e di cannabis: mentre l’alcol sembrerebbe
essere utilizzato principalmente “per stare bene con gli altri”, la cannabis
sarebbe maggiormente ricercata per ragioni, per così dire, intrapsichiche,
sembrando assumere una valenza più egosintonica.
La passione è un motore potente per portare a termine qualsiasi impresa
C’è tanta curiosità nei maratoneti, sembra che vogliano provare, sperimentare, come i ragazzini che giocano nelle pozzanghere che vogliono osare, che sembra non stiano attenti a quello che fanno e destano sempre preoccupazione ed apprensione da parte di genitori, parenti o passanti.
I
maratoneti vanno alla continua ricerca di sondare le proprie possibilità sempre
di più, osano ma sono convinti di farcela ed hanno dalla loro parte le
sensazioni di benessere che sperimentano che li fanno sentire vivi mentre fanno
quello che vogliono con passione e dedizione.
Domenico Martino: esiste questa gara? La fanno altri? La farò anch'io
Domenico Martino, un uomo semplice del tavoliere delle Puglie, aveva sempre temuto la maratona considerata una cosa più grande di lui fino a che percorse la distanza della maratona in allenamento e da allora non si è più fermato nessun altra distanza ha temuto.
Ecco come si racconta Domenico.
Ti puoi definire ultramaratoneta? “Ho iniziato nel 96
piccole gare max 10 km, pian piano ho continuato arrivando alla mezza maratona
21.097 km, la distanza della maratona mi spaventava solo a sentire quel 42.195
km tanto che fino al 2005 ho fatto centinaia di 10 km e mezze maratone. Un
giorno solo mi ricordo benissimo che c'era la maratona di Roma tutti i miei
amici andarono io per paura di non farcela rimasi al mio paese e uscii solo
percorrendo 42 km, da allora mi convinsi che anch'io potevo farcela, dal 2005
ad oggi ho fatto 80 maratone e ultrmaratone di cui 32 volte la 6 ore una 12 ore
due 24 ore 9 volte la 100 km, 8 volte consecutive la 100km. Quest'ultima 24 ore
che mi ha portato a podio 8°assoluto e 3° di categoria portandomi un bronzo.
Alla sua 1^ domanda rispondo si mi ritengo un ultramaratoneta.”
Per Domenico se per gli altri non ci sono limiti allora
neanche per lui ci sono limiti ed ecco come si è trovato a sperimentare la 100
km.
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