giovedì 14 luglio 2016

Patrick Kahoro, runner: ogni paio di scarpe è utilizzato da due atleti

Please try to help us just a little bit, as our team is lacking gears most shoes

Matteo SIMONE



Inizio questo articolo con una richiesta di aiuto per un gruppo di corridori del Kenya che chiedono scarpe per allenarsi, ecco la loro richiesta: “Please try to help us just a little bit, as our team is lacking gears most shoes. In Kenya one new pair costs 55€”
Adriano Celentano cantava: “questa è la storia di uno di noi”, ed io ora dico: “questa che state leggendo è la storia di uno di loro”. Trattasi di un atleta del Kenya che racconta la vita degli amici runner che amano fare sport, che attraverso lo sport guadagnano per vivere, che attraverso lo sport stanno lontano dalla droga e prevengono anche l’obesità. Ma per fare tutto ciò è importante avere almeno un paio di scarpe ed anche dei medici ben formati per risolvere i problemi di salute che ogni tanto nella carriera di sportivo atleta si va incontro, di seguito la storia di Patrick.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si ho vinto molti eventi in Kenya e paesi confinanti come la Tanzania, ho creduto in me stesso, vincere una gara in Kenya è molto molto duro e pertanto sento che sono un campione, vincere una gara in Kenya non è possibile.
Come hai scelto il tuo sport? “Fin da piccolo ho avuto una marcia in più rispetto agli altri bambini, sentivo il piacere di correre che man mano che crescevo aumentava sempre di più e correvo ovunque senza sapere che era il mio talento migliore.

mercoledì 13 luglio 2016

Sandro: Grazie alla generosità degli atleti dell'Atletica La Sbarra ho iniziato a correre

Sandro M: Essendo io un ipovedente era impensabile correre per me

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Io sono un neo sportivo, ho iniziato a correre da 2 mesi, ma in 2 occasioni mi sono sentito un campione: 1 metro dopo il traguardo delle mie 2 uniche prime gare (Staffetta 12x30 e maratonina 10km). Non avevo mai provato niente di simile. Enorme gratificazione interiore. Io non avevo mai partecipato ad una gara di corsa. Era contemplata anche l'eventualità che non riuscissi a completare il percorso. Invece ce l'ho fatta! Sono riuscito ad arrivare a traguardo. E' stato molto difficile per me. Ad entrambi i traguardi sono arrivato senza fiato, senza energia e senza più forza nelle gambe, ma ce l'ho fatta!!! Aver completato l'impresa mi ha fatto percepire intimamente di essere un Campione. A modo mio ma un Campione.

domenica 10 luglio 2016

Orazio Bogdan, Ultra Marathon Trans Italia 266 km, Marina di Ravena - La Spezia!

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

Una gara che attraversa l'Italia, una storia per l'Italia. La più difficile in Europa, 266 km non stop!

Marina di Ravena - La Spezia!
Approfondire gli aspetti psicologici che incidono sul benessere e la performance della persona, permette di conoscere gente sorprendente e straordinaria, ho avuto modo di conoscere Bogdan Chiorean che ha fatto dello sport la cura alla sua malattia, l’essenza della vita, la scommessa di arrivare a destinazione, la sfida da superare, la gara estrema più di tutte da organizzare, di seguito ci racconta la sua iniziazione allo sport e la sua gara da Ravenna a La Spezia nata per caso guardando il mare a Est d'Italia e partendo all’avventura segnandosi su un braccio le città da attraversare per arrivare ad ovest di Italia, precisamente a La Spezia. 

Roldano Marzorati, 58 anni: Campione Italiano corsa a piedi 48 h


Lo sport che sviluppa consapevolezza ed autoefficacia, è questo che continua a sperimentare Roldano Marzorati ancora all’età di 58 anni con competitività e performance, umilmente con dieta vegana e tanta attenzione, apprendendo dai più forti ed esperti come la fortissima atleta di endurance Brenda che il 2016 ha vinto la gara durissima di 202 km di corsa a piedi, la nove colli running.

E tutto ciò Roldano lo fa condividendo la sua passione con la sua compagna Sonia anche lei vegana e performante delle corse di lunghe distanze, di seguito alcune impressioni rispetto alle ultime gare di Roldano ed ai suoi prossimi obiettivi.

Gian Luca Di Nunzio: Il triathlon è una condizione mentale

Matteo Simone 

Approfondendo sempre di più il campo dello sport, soprattutto gli aspetti che contribuiscono al benessere e alla performance, si conoscono persone straordinarie che trovano nello sport estremo piacere e sperimentano l’importanza non solo del corpo ma soprattutto dell’abilità mentale.

È importante, prima di tutto, prima di tutto di appassionarsi e motivarsi nella pratica di una disciplina sportiva e poi di continuare a sperimentare benessere fino ad arrivare a prestazioni eccellenti, vere performance che ti fanno star bene, fanno credere nelle tue capacità di trasformare sogni in realtà, di seguito l’esperienza sportiva fisica e mentale di un triatleta. 

venerdì 1 luglio 2016

Manuel Pozzerle, snowboard: se non ci sei con la testa non vai da nessuna parte




 

 

Manuel Pozzerle diventa campione nazionale di snowboard nel 2014, si classifica terzo in Coppa del Mondo di Snowboard nella stagione 2014-15, vince il suo primo titolo mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del Mondo 2015.

Molto disponibile Manuel nel rispondere ad un mio questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance per conoscere gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance. Di seguito si presenta e racconta la sua esperienza.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Per fortuna si, quando ho vinto la Coppa Europa in Olanda circa 3 anni fa, la prima volta non si scorda mai.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Una serie di coincidenze, non ci pensavo affatto. E’ stata un amica a propormi la cosa, io mi divertivo a fare snowboard a nient’altro. Poi ho provato a fare una gara e l’adrenalina che ho sentito quella volta è diventata una droga. Da lì mi sono buttato a capofitto e non ho ancora mollato.”

Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Fortunatamente no. La cosa difficile è far coincidere gli allenamenti e gare con il lavoro e la famiglia.”

Gabriele Lilli: importante scollegare la testa dal corpo negli sport di endurance


Matteo SIMONE

 

Dico sempre che lo sport avvicina persone, culture, popoli e mondi, ed infatti lo sport mi ha avvicinato a tante persone ed uno di questi è Gabriele Lilli durante una corsa a piedi della lunghezza di 50km dove c’erano lunghissime salite e bisognava fare attenzione al percorso per non rischiare di sbagliare strada, bisognava idratarsi perché era tanto caldo. Di seguito Gabriele ci spiega il suo approccio allo sport.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione no, però ho avuto stadi estatici importanti. Sbalorditivi, una sorta di sensazione di onnipotenza. Sia nella pesistica che in bici, in piscina o tanto più nella corsa, sia brevi/veloci che lunghe/lente. I campioni vanno a podio, a me non è mai capitato, ma non è un problema, perché pratico sport per battere i miei limiti, chiaramente rispettandomi.”

In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Attraverso la fatica. Quando si fatica, la tua mente forgia nuove alternative, nuove possibilità, per cui anche nuove forme di benessere e quindi di felicità.”

Lo sport di endurance permette di conoscersi, di sperimentare la fatica insieme, accomuna, c’è condivisione nella fatica e nella soddisfazione a riuscire nel portare a termine la gara, considerata un’impresa, un obiettivo da raggiungere.

Come hai scelto il tuo sport? “Ho solo seguito l’istinto e ascoltato ciò che avevo nel cuore.”

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