martedì 15 agosto 2017

Maria Elisabetta Bellini, ultrarunner: Magredi MMT 100 miglia, la più difficile

 Matteo SIMONE 

La resilienza permette di affrontare quotidianamente le sfide che la vita ti mette davanti o anche le sfide che ti vai a cercare per esempio attraverso lo sport, puntando a obiettivi e mete difficili ma comunque raggiungibili con un duro lavoro e impegno costante.

Di seguito Maria racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? "Campione è una parola che può avere diversi significati. Mi sento comune sportiva con momenti da "campione" nel senso che, per i miei standard, faccio una buona prestazione e quindi, contenta.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Il primo sport che hai praticato?Quando con amici ci si è messi insieme per organizzare una gara storica in Emilia. Piano piano da sedentaria ho rivoluzionato la mia vita. Da giovane praticavo nuoto. Mi piacerebbe tutt'ora riuscire a nuotare meglio.”

Transumanza Anzio – Jenne: Emozioni uniche che ripagano la fatica condivisa

Matteo Simone

Lo sport regala emozioni uniche che ripagano la fatica condivisa.

Ad esempio la transumanza da Falasche Anzio a Jenne un percorso di circa 110km che una volta si faceva dal mare ai monti mentre ora podisti ripercorrono queste strade correndo a frazioni di alcuni km per ricordare, per riportare a memoria antiche tradizioni, per rimarcare la fatica di una volta per un benessere comune, uomini e animali, per dimostrare che lo sport avvicina mari e montagne, persone, culture e mondi, per dimostrare che attraverso lo sport si conoscono nuove persone, avvengono incontri e confronti, per dimostrare che insieme si può arrivare ovunque, per dimostrare che lo sport abbatte muri e barriere anche generazionali, per dimostrare che lo sport ti rimette al mondo facendoti faticare con i più giovani, per notare la ciclicità della vita come nello sport, partenze e arrivi, fatica e poi recupero e riposo con musica e canti per alleviare stanchezza e fatica, per renderci più leggeri.

lunedì 14 agosto 2017

Silvia Serafini, runner: È successo che ho vinto la mezza di Padova nel 2010


Sembra che Silvia sia una forte amante delle sfide, se viene stimolata, riesce a fare delle cose straordinarie e sorprendenti, se gli dici che corre con le gambe storte, lei si applica e ti dimostra che se vuole con le sue gambe ci corre ad alti livelli sia in pista che su strada e soprattutto in montagna, infatti nella sua carriera sportiva si è cimentata su distanze che vanno dai 400 metri fino alla mezza maratona, ma anche in gare in montagna dove trova la sua massima libertà di espressione atletica arrivando su vette fatte di montagne e podi prestigiosi.
Approfondiamo la conoscenza di Silvia attraverso risposte ad alcune mie domande.

sabato 12 agosto 2017

Juan Pablo Niama Savonitti: Dall’Alaska fino la Tierra del Fuego (Argentina)


Molto ricca l’agenda super sportiva di Juan Pablo, tantissime gare di sport di endurance che lo metteranno alla prova come uomo e come atleta, alle condizioni più difficili dal punto di vista fisico, climatico e mentale, ma Juan è un amante del quasi impossibile, dove c’è da sfidare se stesso c’è lui stesso integro per affrontare al meglio le circostanze e tutto ciò che comporta lo sport prolungato. Tra i suoi obiettivi mi aveva già accennato del suo progetto benefico di raccolta fondi correndo la Panamerican highway dall’ Alaska (USA) a Ushuaia (Argentina). A partire dal 1 gennaio 2019. Il percorso inizia in Prudhoe Bay, Alaska e finisce a Ushuaia, in Argentina. L'intera traccia attraverserà i seguenti paesi (USA, Canada, Messico, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador, Perù, Cile e Argentina). Sta cercando uno o vari sponsor per supportarlo con la logistica e tutto il materiale necessario per questa avventura. Una volta che avrà il supporto necessario e che avrà iniziato, l'idea è quella di trovare donatori (aziende o privati) e raccogliere fondi per charity. (1 USD per ogni km corso).

https://gogetfunding.com/panamerican-route-by-running/

L’allenamento aiuta a costruire muscoli, personalità e performance

Matteo SIMONE 

Impegnarsi in allenamento dà i suoi frutti da subito e aiuta a costruire muscoli, personalità e performance. 

Interessante l’esperienza di Zatopek descritta da James Nestor (L’arte di respirare): “Zatopek non aveva mai voluto diventare un corridore. Quando la direzione del calzaturificio in cui lavorava lo aveva scelto per una competizione locale, lui aveva cercato di rifiutare. Aveva detto che non era in forma, che non era interessato, che non aveva mai partecipato a una gara. Ma aveva corso comunque, ed era arrivato secondo su cento concorrenti. Zatopek intravide un futuro più brillante, e cominciò a prendere lo sport più sul serio. Quattro anni dopo, infranse il record nazionale ceco per i 2000, 3000 e 5000 metri. 

venerdì 11 agosto 2017

Maurizio Torri: Kima trail running, forse la mia migliore gara di sempre


Nello sport impegnativo e faticoso, soprattutto in montagna, è importante essere consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti, diventa ancora più importante prepararsi bene per affrontare tali gare, fare un’adeguata preparazione senza improvvisare, sapere quanto si vale e come poter affrontare tali gare. Finita la gara si tratta di portare a casa nuove consapevolezze, conoscersi meglio e rispettare il ciclo impegno, attesa, gara, debriefing per comprendere cosa è successo, come far meglio e godersi i periodi di riposo e recupero soprattutto il terzo tempo fatto di incontri e confronti mangerecci.

giovedì 10 agosto 2017

Fabio Ferrari: La corsa è venuta a risollevare la mia vita e a farmi rinascere

Matteo SIMONE

Per partecipare alla ultramaratona del Gran Sasso devi essere per forza un ultramaratoneta per diversi motivi, perché sei uno che corre una distanza superiore alla maratona, per di più un percorso impegnativo dal punto di vista delle salite e dell’altitudine, per di più in estate, il 30 luglio quando molti runner iniziano ad andare in vacanza o comunque rispettano i dovuti periodi di recupero, perché la vita come lo sport è fatta di cicli, fatica e riposo.

Ma gli ultrarunner a volte questo se lo dimenticano o rimandano il riposo a data da stabilirsi. Inoltre bisogna considerare la temperatura  in estate e particolarmente il periodo del 30 luglio dove la temperatura media in gara era superiore ai 30 gradi centigradi, e pertanto i partecipanti della 50km del Gran Sasso dal primo all’ultimo possono definirsi ultramaratoneti, di seguito Fabio ci parla di sé raccontando di sé e rispondendo ad alcune mie domande dopo precisamente alcuni giorni dalla 50km del Gran Sasso dove lui ci ha impiegato poco più di 4 ore arrivando se non erro 10° mentre io ci ho impiegato 5h43’, ma siamo entrambi ultrarunner e ci piace questo mondo bizzarro, straordinario, sorprendente e affascinante.

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