Matteo SIMONE
Due sport sono difficili da incastrare, per ognuno bisogna stabilire e pianificare obiettivi e programmi di allenamento.
Di seguito Irene (Podistica Solidarietà9 racconta, attraverso
risposte a un mio questionario, la sua esperienza di atleta. Pallavolo: Schiacciatore entrambi i lati e libero; Atletica: Corro dagli 1 ai 21 km.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Sarebbe scontato parlare dei miei premi
di categoria e non, soprattutto quando dopo una brutta gara scopri sempre
troppo tardi di averli vinti! In realtà mi sento campionessa ogni volta che
riesco a incastrare bene una tabella di allenamenti, i calendari gare sia di
pallavolo che di corsa e soprattutto… con gli impegni!”.
Vero,
diciamo che tra atletica e pallavolo vi è un buon feeling, finché non ci si
stanca troppo con la corsa con maratone, per esempio, si può anche giocare
bene alla pallavolo ma comunque bisogna curare le capacità elastiche muscolari.
Saltare in alto per una schiacciatrice è fondamentale e la corsa un po’ tende a
insaccare verso il suolo, quindi la pallavolo ti tira su e l’atletica ti tira
giù, comunque complimenti a Irene per queste due belle passioni sportive.
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Sin da piccola provavo interesse ad
imparare molti sport. Ho iniziato a 6 anni con il nuoto, per poi passare al
pattinaggio e alla ginnastica artistica. A 9 anni decisi definitivamente che la
mia strada sportiva doveva continuare con la pallavolo. A 14 anni iniziai
l’agonistico, a 16 ho iniziato i campionati di Terza divisione Juniores e Open.
Ho avuto uno stop a 19 anni perché mi sono gravemente ammalata di mononucleosi
e ripresi l’anno successivo con l’amatoriale, non ero pronta a tornare in
femminile in quelle condizioni! Ancora non mi sento pronta nonostante l’anno
scorso abbia fatto anche il torneo di terza divisione, sono troppo attaccata
alla mia squadra. Al liceo ero sempre quella che prendeva i supervoti a
educazione fisica e partecipava ai campionati scolastici. Già li avevo capito che
sarei finita a fare sia atletica e pallavolo! Ora sono qui, ancora
pallavolista, un campionato vinto dopo 6 anni di bassa classifica, due anni di
gare podistiche alle spalle e tanto divertimento che ancora mi aspetta.”
Eh
sì, e il meglio deve ancora venire, perché lo sport ti permette di sperimentarti
fin da piccolo, ti permette di metterti in gioco con gli altri e contro altri, ti
permette di fare squadra e anche di fare gara individuale, ti permette di
partecipare ma anche di andare a premio, ti permette di rimanere in classifica
anche negli ultimi posti ma anche di risalire la classifica e vincere un
campionato, lo sport ti prende e ti sorprende. Importante capire quello che è
giusto per noi fin da subito e focalizzarsi per far bene in quello che abbiamo
scelto.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere o alla tua performance? “Ho appena finito il corso di Erboristeria
e sto per concludere anche quello di Naturopatia. Non si capisce che amo i
percorsi paralleli? Anche se alcuni non approvano cerco sempre di sfruttare le mie
conoscenze nel campo sia per la mia salute che per quella degli altri quando ne
hanno bisogno.”
Nello
sport chi contribuisce al tuo benessere o alla tua performance? “Quest’anno ho dovuto provvedere da sola
anche agli allenamenti. l’anno scorso frequentavo il gruppo della Nike che mi
ha dato tantissimo, quest’anno hanno ridotto gli allenamenti a una volta a settimana…
la domenica mattina! Non sono neanche riuscita a seguire un altro gruppo per via
dei numerosi impegni e non mi sono neanche potuta concedere il lusso di avere
un compagno perchè i miei amici si sono tutti infortunati!”
La gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o hai
sperimentato le emozioni più belle? “Porterò sempre nel cuore la Amatrice
Configno di quest’anno. Ho sempre sognato di voler partecipare a questa gara,
ogni volta che mi portavano ad Amatrice, vedevo gli striscioni della gara e
cominciavo a sognare chiedendomi se un giorno sarei diventata abbastanza forte
da potermi permettere solo di partecipare.
L’anno scorso avevo iniziato a
pensarci sul serio, non andai per vari motivi esterni. Quest’anno sentì che era
il momento giusto nonostante rischiai il ritiro per problemi di salute ma i
sogni sono più forti e decisi di andare lo stesso. Ho provato forti emozioni
già prima della gara nel rivedere il paese completamente in macerie, nonostante
tenevo anche non bei ricordi di quel posto per motivi personali. Sono rimasta
commossa per il nostro amatissimo pubblico che ci spronava e ci ringraziava
durante il percorso e noi, noi atleti, abbiamo applaudito per loro, perché era
il nostro pubblico a meritarsi di più gli applausi! Tecnicamente ero fresca di
Speata per cui a parte il primo tratto di salita me la sono cavata anche fin
troppo bene soprattutto per le mie aspettative. All’arrivo ero quasi in
lacrime, non so se per tutte le emozioni che ho provato nel stare li o per il
solito nervosismo che scarico durante le gare. Quel giorno rimarrà speciale, ho
anche conosciuto tante persone fantastiche durante il viaggio e con loro ho
anche rivissuto i bei ricordi della sagra!”.
Un
giorno speciale per la gara, una classicissima, per il calore del pubblico, per
il gesto di solidarietà verso un paese e una cittadinanza provata, lo sport ti
lascia segnali emozionali che durano nel tempo.
La tua gara più difficile? “Domanda che presuppone una risposta
ovvia, breve e concisa … La Speata! 12km con 800m di dislivello, per non
parlare dei primi 4, da Contrada Montore di Subiaco a Monte Livata non si dimenticano
facilmente! Ma se vogliamo guardare il lato positivo, mi è stata di grande
aiuto con gli allenamenti e alle successive gare.”
Altra
bella gara classicissima impegnativa estiva, molto coraggiosa Irene, sempre più
in alto non solo nello schiacciare ma anche in atletica come dislivelli
altimetrici, senza paura, molto coraggiosa. Di questo passo scopre che può fare
tutto e che non gli spaventa niente.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “7 giugno 2017, manco all’appello
dell’Albarace perché quella stessa sera mi aspettava un’impresa ben più
importante: La Finale del Campionato del Torneo Amatoriale Misto di Pallavolo. Una partita che ho sempre vissuto da spettatrice e per di più di bassa
classifica ma stavolta già solo partecipare, per di più da titolare, è un sogno
realizzato. L’avversario è la solita squadra che vince tutti gli anni e che
quest’anno ha fatto un mazzo tanto a tutti. Beh, ragazzi, incredibilmente vincemmo
molto facile! Ci misi troppo tempo per realizzare la vittoria, forse neanche
adesso riesco a rendermi conto. Andammo ovviamente a festeggiare in un pub
vicino la palestra. Successe l’incredibile! Un mio compagno di squadra ha
distrattamente inciampato davanti al locale, davanti agli avversari, con la
coppa in mano … si, la coppa si è frantumata! Ve lo giuro! Non credo che al mio
compagno gli sia bastato l’angolo della vergogna per tutta la serata.”
Questa
è la bellezza dello sport, dello sport di squadra, si gareggia per se stessi e
per gli altri, si gioisce insieme, ci si sorprende a vedere che tutto fila
liscio, che la squadra è affiatatissima, che si fanno delle cose incredibili,
inaspettabili e sorprendenti e poi può succedere l’inevitabili, ma si fa parte
di una squadra e si è compresi, scusati, perdonati.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport? “Quando corro e sto molto bene provo un
grande senso di libertà e di pace con me stessa e vorrei non finisse mai, mi
sembra di stare sulle nuvole. Quando arrivano i momenti brutti inizio a contare
i km.”
Lo
sport non è solo rose e fiori, ci sono momenti e periodi, importante cavalcare
il momento presente e accogliere quello che c’è momento per momento cercando di
fare il meglio possibile per se stessi e per la squadra.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti inducono a fare una prestazione
non ottimale?
“Quest’anno ho scoperto che la rabbia riesce a rovinarmi le gare e la mia
salute in una maniera impressionante. Ogni volta che capitava una discussione o
una litigata la settimana precedente alla gara, andava sempre a finire che
rischiavo di svenire durante il percorso. Molti non sono d’accordo ma ho
incredibilmente risolto questo problema con i Fiori di Bach, con la combinazione
personale, per esattezza. Durante le gare escono fuori tutte le emozioni che
noi tratteniamo o non esprimiamo e molte volte vanno a danneggiare gli organi.
Ora ne prendo di meno, ma li porto sempre con me, non si sa mai!”.
Per ogni problema c’è amento un a soluzione, importante è fare qualcosa per cercare
di affrontare e gestire le situazioni difficili.
Famigliari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Ci sono state diverse correnti di
pensiero:
- 'Ma
stai sempre a correre! E fermati ogni tanto!'
- 'Basta correre, con noi non ci stai mai!'
- 'Se non fai questo tempo sei una pippa!'
- 'Vinci i premi, fai i tempi con la fortuna e non ti alleni sul serio!'
- 'Hai vinto la maratona?'
Beh,
si accettano volontari per organizzare navette per spedirli tutti alla Speata!”.
Importante
è ascoltarli e non farsi condizionare, i benefici dello sport non hanno prezzo
e sia amici e famigliari sanno quanto può essere sia preventivo che terapeutico
praticare qualche forma di attività fisica, non possono che iniziare a
esercitare un qualsiasi movimento che sia spontaneo o organizzato come una
danza o altro sport.
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? “A pallavolo ho mollato più volte, lo
ammetto, le mie non buone condizioni di salute e il mio nervosismo mi
costringevano a farlo ma quei momenti mi hanno aiutata a crescere. Mentre
invece alle stesse condizioni la corsa mi ha fatto scoprire che tutto questo lo
posso affrontare senza cedere con la mia forza di volontà.”
Si
affronta e si gestisce tutto, importante è essere motivati, avere passione,
trovare risorse interne per portare avanti progetti ambiti, sfidanti, difficili
ma raggiungibili.
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali
fasi?
“Ovviamente la ritengo utile, credo sia molto importante. Statisticamente ho
notato che durante la corsa il nostro corpo, essendo sotto sforzo, mette in evidenza
gli organi o le parti maggiormente colpiti, soprattutto per questioni di 'nervosismo'. A maggior ragione lo psicologo dello sport serve soprattutto se a
fine gara scoppi in lacrime o esplodi di rabbia!”.
Lo
psicologo serve anche a dare un senso a quello che ti succede, ad accogliere
situazioni ed emozioni forti e intense, a sostenerti nei periodi di difficoltà
e forti crisi, nelle difficili scelte.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “I sogni nel cassetto ormai li ho
realizzati quasi tutti. La finale del campionato, L’Amatrice Configno … Gli
unici sogni forse che mi rimangono è fare solo gli allenamenti con una Serie D
e diventare erborista.”
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR