sabato 11 novembre 2017

Peter Gombita di corsa per i poveri da Kosice (Slovakia) a città del Vaticano


Oramai corrono tutti per tantissimi chilometri e per tantissimi motivi. Lo sport e in particolare la corsa abbatte barriere culturali e generazionali, avvicina persone, paesi, popoli, rende liberi e permette di aiutare tanta gente correndo per fini umanistici molto interessante, per questo ho chiesto all’interessato di rispondere ad alcune domande prima della partenza, per scrivere un articolo e pubblicizzare l'evento. Può partecipare chi vuole per un percorso che sceglie.
Di seguito Peter Gombita, prete slovacco che si ocupa di 250 senza tetto, racconta la sua impresa rispondendo ad alcune mie domande, grazie a una gentile interprete.
In che consiste il tuo prossimo evento sportivo importante?Sto correndo la maratona da Kosice (Slovakia) a città del Vaticano perché ho trovato nella mia passione la corsa una maniera per sensibilizzare le persone verso la piaga della povertà sempre più dilagante anche tra i nostri cari e cercare di arginare e prevenire qualsiasi tipo di peggioramento.”

venerdì 10 novembre 2017

Vito Cafaro L'emozione più intensa è stata la prima maratona

Matteo Simone 

A volte basta prendere una decisione e il resto viene da solo, a volte decidi di mettere le scarpe e uscire a correre e poi scopri un mondo ricco di sensazioni, emozioni, benessere.

Di seguito, Vito Cafaro racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Alla fine di ogni maratona che ho portato a termine. Ero fiero di me stesso.” 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho preso un paio di scarpe da ginnastica che avevo, dovevo perdere un po' di peso, e ho iniziato a correre.”

Domenico Valenzano: Molta testa, autocontrollo e amore del proprio corpo

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it


Si fa tutto con cautela e attenzione, fidandosi e affidandosi iniziando a piccoli passi lenti con minimi obiettivi e poi ognuno prende la sua strada più o meno lunga, più o meno difficile.

Per ottenere qualcosa bisogna crederci, essere consapevole delle proprie capacità e limiti, impegnarsi duramente, essere determinato, mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui, rialzarsi sempre e ripartire sempre con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e vivendo sempre l'esperienza che da frutti importanti da portare a casa serenamente, fidarsi e affidarsi, questo è lo sport che vogliamo.

Francesca Innocenti, 2017: Non pensavo potessi vincere in un Campionato Italiano

Matteo SIMONE 

Il 14/10/2017 si è disputata a Reggio Emilia la 7° Kohler Ultramarathon CUP e in tale occasione Francesca Innocenti, dell’ASD Bergamo Stars Atletica, ha conquistato il titolo di Campionessa Italiana 50 miglia di corsa a piedi.

La gara è stata vinta da LUPO Francesco dell’Atletica Melito che ha impiegato 06h17’48” per percorrere le 50 miglia che corrispondono a 80km e 467m mentre Francesca INNOCENTI si è classificata seconda nella classifica generale e prima delle donne impiegando 07h22’26”.

Marius Mocanu, arbitro e runner: Nel fare la 100km alcuni mi hanno detto che sono pazzo

Matteo Simone 
 

Lo sport ti permette di incontrare gente, lo sport avvicina persone e abbatte barriere culturali e generazionali. 

Ho conosciuto Marius Mocanu in occasione della 100km delle Alpi con partenza a Torino, dopo alcuni chilometri ci siamo trovati uno accanto all’altro a correre la 100km allo stesso ritmo, anche se per me si trattava di un ritmo elevato, ma la compagnia era piacevole, Marius è molto simpatico e rispettoso, salutava tutti, ci trovavamo bene a correre insieme, ci fermavamo per le pause bagno, ci aspettavamo, ma la gara è lunga e al 20° chilometro ho dovuto fare uno stop a un bagno di un bar; e sì nelle ultramaratone può capitare.
Di seguito, Marius (SAF Atletica Piemonte ASD) racconta la sua esperienza di atleta e arbitro rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?  Sinceramente no, però mi sono sentito importante.”

Cosa c'è dietro una maratona?

Matteo Simone

Cosa c'è dietro una maratona? 

Un fiume di pensieri, sensazioni, emozioni, allenamenti, preparazione, incertezze. Un obiettivo, una sfida, una pianificazione minuziosa, un'attenzione al minimo dettaglio.
Incontri, confronti, tensioni, pressioni. Una parte importante di vita, esperienze uniche, dense, forti, intense. Paure, insicurezze, consapevolezze.
Lo sport aggrega, rende felici, ti permette di prenderti cura di te stesso, di sperimentare benessere, e di raggiungere gradualmente obiettivi importanti come portare a termine una maratona di corsa a piedi. 

Francesco Sebastiani: Cerco di 'rubare' dagli altri ultramaratoneti piccoli segreti

Matteo SIMONE 


Sempre pronti sembrano essere gli ultramaratoneti a partecipare a lunghe distanze di gare, lunghe ore di sport, cambia poco se si tratta di gare di 12 ore o 24 ore, si tratta sempre di faticare per diverse ore e si può fare tutto con un sufficiente allenamento e una sufficiente esperienza di gare.
Di seguito, Francesco (ASD Track & Field Master Gross) racconta le sue impressioni, sensazioni, pensieri, emozioni prima della sua prossima gara importante.
In vista della prossima gara importante, ti senti pronto?La prossima gara importante per me sarà la 24h a Lavello, una sfida forse estrema ma il mio viaggio nel mondo delle Ultramaratone iniziò l’anno scorso con una 24h (Putignano), mi è parso doveroso chiudere l’andata agonistica con una sfida del genere. Il 'sentirmi pronto' è aleatorio, è una gara dai mille risvolti possibili. Per ora la preparazione procede nel migliore dei modi possibili, nonostante una settimana persa per via di una influenza latente.”

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