giovedì 9 aprile 2020

Marina Cugnetto vince il TOR130 2019, ultratrail 130km e 12.000 d+

La mente è la nostra forza ed è necessario allenarla ad affrontare sempre nuovi ostacoli
Matteo SIMONE 

Il TOR130 è una corsa a piedi di circa 142 km con dislivello positivo di circa 11030 m con partenza a Gressoney S.J. e arrivo a Courmayeur. 

Il tempo massimo per concludere la prova è 44 ore. L’edizione del 2019 è stata vinta da Giuliano Cavallo che ha stabilito anche il record delle tre edizioni disputate in 23:01:25 precedendo Marco Bethaz 24:17:18   e Michael Dola 24:36:20.
La gara femminile è stata vinta da Marina Cugnetto in 28:53:46 che ha preceduto Marie Berna 31:07:20 e Kaz Williams 32:22:44. Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marina attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.

mercoledì 8 aprile 2020

Andrea Accorsi, ultrarunner Vorrei che la mia mente rimanesse per sempre Ultra

Ho vinto pochissime volte, ma tutte le altre ho imparato sempre qualcosa
Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta

Essere ultramaratoneta significa anche cercare di scoprire il più possibile se stessi, e sé stesso si scopre solamente quando bisogna risolvere una situazione difficile come può succedere in allenamenti difficili o gare ritenute estreme dove bisogna tirare fuori ogni risorsa fisica e mentale.

Di seguito l’esperienza di Andrea attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di anni fa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?Dal punto di vista atletico ho accelerato i tempi. Da ragazzino correvo con scarsi risultati i 100 e 200 mt. Dopo anni di totale inattività, a seguito di un piccolo aneurisma cerebrale, ho ripreso a ‘muovermi’ come terapia riabilitativa. Da lì non mi sono più fermato e, forse, sono rinato, passando dalla maratona ai 100 km nel giro di 1 anno. Avevo 33 anni e una deriva psico-fisica preoccupante. Oggi, trovo ancora la voglia e l’emozione di fare certe distanze come se fossero per me del tutto inesplorate”.   

lunedì 6 aprile 2020

Fabrizio Severini: Il mio sogno portare a termine la Nove Colli Running km 202.4

Ho sempre cercato nuove sfide, fino ad arrivare alla 100 km concluse 4 volte
Psicologo, Psicoterapeuta

La Nove Colli running è il sogno di tanti ultramaratoneti, di quelli della lunghissima distanza che hanno voglia di raddoppiare la 100 km già di per sé una durissima ultramaratona, quest’anno le date sarebbero coincise il 23 maggio, e tanti erano indecisi sul da farsi, molti si chiedevano: faccio 100 km o 200 km, entrambe gare sfidanti, ma la 200 km è davvero una vera incognita, richiede una preparazione fisica e mentale solida e pochi decidono di iscriversi un paio di 100 persone.

venerdì 3 aprile 2020

Marta Ripamonti: La gara della vita è stata per ora il Gran Trail di Courmayeur

La più grande emozione vissuta è stata quando ho capito che sarei arrivata in fondo
Matteo Simone 

Si inizia a praticare uno sport per diversi motivi, ma se scatta la molla della passione allora si cerca sempre il meglio dallo sport che fa sperimentare sensazioni ed emozioni intense.

Così è stato per Marta passando dalla corsa sul semplice asfalto alle ultra trail dove tutto è più complicato ma naturale con moltitudine di esperienze a contatto con la natura con i suoi colori, odori, suoni e silenzi.
Di seguito Marta racconta al sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio percorso è appena iniziato, per pura passione, con i bassi chilometraggi correndo su asfalto per poi passare in pochi anni agli ultra trail”.
Quali fattori e persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance?Sicuramente le mie frequentazioni sportive possono influenzare positivamente su di me, i miei genitori che mi supportano costantemente anche nelle performance e il fisioterapista che trattandomi mi aiuta a conoscere il mio corpo e i miei ’dolori’'.

giovedì 2 aprile 2020

Glauco Rangel, nuoto: Ho imparato a lottare per qualcosa in cui solo io credevo

Aprendi a lutar por algo que só eu acreditava
Matteo SIMONE 

Lo sport a volte diventa un’opportunità per conoscersi, per incanalare energie in discipline sportive che aiutano a raggiungere risultati e a disperdere energie con la consapevolezza che la vita è fatta di calma e stress, di fatica e riposto, di vittorie e sconfitte. 

Il 9 ottobre 2018, Glauco Luis de Oliveira Rangel ha segnato il record di 7 ore 13 minuti della traversata di 36 chilometri (22,3 miglia) nell'Oceano Atlantico tra Leme e Pontal a Rio de Janeiro, in Brasile. La nuotata è stata ratificata dalla "Leme to Pontal Swimming Association". Di seguito l’esperienza di Glauco attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? "Iniziai con un allenamento a causa dell'iperattività quando ero bambino e mi distinsi in acque libere".

Nunzia Patruno, ex Nazionale ultramaratona 100 km e 24 ore

Matteo Simone 

Da un po’ di anni mi interesso al mondo delle ultramaratone.

Nel 2008 alla “100 km degli Etruschi”, attraverso brevi video-interviste ad alcuni partecipanti, raccolsi alcune impressioni, sensazioni e testimonianze con l’intento di comprendere le motivazioni a intraprendere questo tipo di imprese estreme che comportano un’estenuante prestazione sportiva e tra gli intervistati c’era anche Nunzia Patruno ex atleta della Nazionale ultra-maratona 100 km e 24 ore.
Questo interesse per il mondo delle lunghe distanze mi ha portato a mettermi in gioco sperimentandomi in alcune gare di ultramaratona e ciò mi ha permesso di scrivere articoli e libri.
Riporto le risposte tratte dalla videointervista e tra queste alcune di Nunzia Patruno.

mercoledì 1 aprile 2020

Pamela Guidotti, Atletica Rimini Nord: La corsa mi ha cambiata nel profondo

Mi ha reso una persona migliore in ogni ambito

La 100 km del Passatore è una gara obiettivo di molti ultrarunner e anche di molti maratoneti che vogliono osare, vogliono sfidare sé stessi in una gara che equivale a più del doppio di una maratona. Se in una maratona si può incontrare il muro dell’ultramaratoneta, in una 100 km si possono incontrare più muri che comunque non fermano la voglia e la motivazione dell’ultramaratoneta di andare fino alla fine per tagliare l’ambito traguardo.

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