venerdì 25 ottobre 2019

Sabato 26 Ottobre Presentato il nuovo libro “Triathlon e ironman. La psicologia del triatleta! Decathlon, Via Prenestina 940

Come migliorare la performance e spunti dal libro Triathlon e Ironman

Sabato 26 Ottobre 2019!
Per te tanti consigli su come migliorare le performance nel running con la esperta di nutrizione Chiara Sista e lo psicologo Matteo Simone! Dalle 15 sarà inoltre possibile ritirare i pettorali per la corsa del giorno successivo!

Presentato il nuovo libro “Triathlon e ironman. La psicologia del triatleta”

Per affrontare il periodo di preparazione atletica ci vogliono convinzione, grinta, forza e determinazione. La cosa importante, quindi, è decidere le priorità e gli obiettivi, e impegnarsi per il loro raggiungimento. È indispensabile fare progetti credibili a se stessi. Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare.
La preparazione mentale è importante per gestire eventuali periodi di infortuni o crisi per mancanza di fiducia dei propri mezzi o per problematiche familiari o di squadra. La preparazione mentale è importante anche nel decidere sul proprio futuro agonistico e di benessere fisico. E’ importante farsi aiutare nelle diverse scelte o rinunce.
Di seguito alcune testimonianza tratte dal nuovo libro “Triathlon e ironman. La psicologia del triatleta.”
Fabio Fioravanti: Alla soglia dei 49 anni ho scoperto il triathlon (pag. 33)
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “I fattori che hanno contribuito al benessere e performance sono: la passione verso tutte le attività che si svolgono nella natura ed anche le forti motivazioni agonistiche rafforzate dalle soddisfazioni sopraggiunte.

Lo vedevo sempre con il sorriso, rispettoso, pronto a salutarti, a darti consigli, circondato da amici che gli volevano bene: era un leader per loro.
Quali sono le capacità e le caratteristiche che hai dimostrato di possedere? “Capacità e caratteristiche fisiche: senza dubbio la resistenza quale caratteristica della mia corporatura. Risorse: le ho trovate nella continua ricerca della giusta metodologia di allenamento. Qualità: ci pensa sempre madre natura, ma le ho curate e valorizzate come meglio ho creduto e potuto fare.”

Non basta il talento per diventare campione, ma occorre sviluppare un’elevata autoconsapevolezza dei propri mezzi e limiti, e diventare uno “scienziato” dello sport, comprendere come e cosa fare per tendere all’eccellenza, alla progressione verso la performance. Fabio dimostra di possedere tutto ciò, così come dimostra di essere forte e resiliente, non lo hanno fermato continui infortuni, ha solo dovuto cambiare qualcosa, al limite anche provare altri sport dove, impegnandosi e mettendocela tutta, passione, impegno, determinazione, egli è risultato comunque protagonista e performante.

Yi-ol Cort: Sono entrata nel mondo del triathlon e me ne sono innamorata (pag. 41)
A cosa devi prestare attenzione nella tua disciplina? “A mio parere conta l’alimentazione, il riposo, l’umore, la preparazione, l’allenamento. Stare concentrati e con obiettivi precisi renderà tutto raggiungibile. Tutto è fondamentale in tutti i momenti giorno per giorno.”

Tanti sono gli aspetti da curare per fare sport sperimentando benessere e anche performance: allenamento fisico, alimentazione adeguata e appropriata, serenità, riposi, massaggi, coccole.

Raffaella: Lo sport mi fa stare bene, è un antidepressivo (pag. 43)
Chi ha contribuito al tuo benessere o performance?  I miei vari allenatori.”

Eh, certamente, per praticare tanti sport diversi è necessario avere a disposizione un allenatore che ti segua nel particolare sport, che curi le tua abilità richieste per quella determinata disciplina sportiva, che ti permette di sperimentare sia benessere che performance, che sappia quali sono i carichi di lavori necessari e gli opportuni tempi di recupero, quindi affidarsi ogni volta a un nuovo allenatore o anche a più allenatori in contemporanea, quando si tratta di sport come il triathlon: nuoto, bici, corsa, per allenare ogni disciplina nel miglior modo possibile.

Vitta Simone: Ho tagliato traguardi che non avrei pensato di poter raggiungere (pag. 57)
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance? “Il gruppo di ragazzi con cui mi alleno è l’unica cosa a cui non potrei rinunciare, sono uno sprone continuo sia durante gli allenamenti, che in ogni altro momento della giornata.”

Lo sport diventa un’occasione per stare con gli amici, per condividere una passione, per giocare assieme, per scontrarsi, per fare bene da solo e in gruppo.
Nello sport, chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Il mio allenatore ha sicuramente i meriti della mia Performance, e la squadra quelli del mio Benessere.”

Attraverso lo sport, Vitta riesce a sperimentare sia la performance che il benessere, e questo è importante per continuare a fare uno sport salutare.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? “Ritengo utile un approccio psicologico da parte di uno psicologo vero e proprio o di un allenatore sportivo, se in grado, perché la testa ha una importanza sempre maggiore sia negli allenamenti che nelle gare sportive di tutti i livelli.”

Una buona percentuale del benessere e della performance nell’attività sportiva è dovuta all’allenamento mentale: saper programmare gli obiettivi, saper affrontare le vittorie e gestire gli infortuni, costruire un buon clima tra atleti e nelle squadre.

Daniel Fontana: La gara della vita quando ho vinto il mio primo ironman (pag.71)
Quali sono le condizioni che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Errori nella preparazione, mancato recupero degli allenamenti, overtraining o aspettative sbagliate.”

E’ importante un lavoro di goal setting per decidere e programmare bene e con attenzione l’obiettivo gara da raggiungere, e così prepararla nel miglior modo possibile.

Martina Dogana: Ironman Nizza, vittoria che ha dato una svolta alla mia carriera (pag. 82)
Martina è riuscita a portare avanti gli studi, laureandosi in Lingue Straniere e Letterature Straniere all’Università di Verona, con il massimo dei voti. Martina ora lavora come istruttrice FITri e FIN, seguendo bambini, ragazzi e adulti.
Martina Dogana è una delle migliori triatlete italiane. Nel 2008, Martina vince l’Ironman a Nizza e partecipa alla finale mondiale delle Hawaii, in Kona-Kailua, chiudendo al 15º posto. Challenge Venice2016 (full distance): 2a classificata con il personal best 9h04’42”.
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ce ne sono tante, ma sicuramente quando ho vinto l’Ironman di Nizza, una vittoria che ha dato una svolta alla mia carriera e un senso a tanti anni di allenamenti. Inoltre, è stata la gara praticamente perfetta: la prestazione è stata ottimale grazie la gestione dello sforzo, delle emozioni e dell’integrazione.”

Nell’ironman deve andare tutto alla perfezione, si deve conciliare ogni cosa: il giusto sforzo, l’integrazione ottimale, un buon periodo di preparazione, bisogna trovare la “chimica” vincente, un buon equilibrio corpo, testa, cuore, si deve incastrare tutto.

Quali sono le condizioni che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Mi è capitato di gareggiare in condizione fisiche non perfette (residui di bronchite asmatica o di influenze intestinali). Soffro tanto il caldo o il freddo estremi, ma ho anche imparato a gestirmi in condizioni del genere.”

Sono le situazioni difficili che fanno emergere il carattere, fanno crescere, e ti formano come persona e come atleta.

Gian Luca Di NunzioIl triathlon è una condizione mentale (pag. 99)
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Il triathlon è anzitutto una condizione mentale. Il ‘non ce la faccio, adesso mi fermo’ è sempre in agguato. Io sono entrato nell’ottica del piacere. Non mi costringe nessuno. In una sola occasione ho interrotto una gara a causa di un allenamento sbagliato o, più specificatamente, a causa di un ‘sovrallenamento’ (il cosiddetto ‘overtraining’): sono arrivato alla gara stanco e scarico, dunque demotivato. Ma si tratta di un caso isolato che, anche se negativo, costituisce comunque esperienza.

Cosa e quali persone contribuiscono al tuo benessere o tua performance? “Una figura importante e determinante in tal senso nella mia vita, è stata quella di un istruttore di nuoto del Centro Sportivo Esercito di Roma, che mi ha seguito e fatto partire con programmi di allenamento agonistici sin dal principio, arrivando nel giro di pochi mesi a prestazioni dignitose. In seguito ho continuato ad allenarmi con costanza e dedizione, arrivando anche a coprire distanze di 16 km di nuoto settimanali (64 km mensili). Questi risultati personali – che esulano da quelli agonistici – sono alla base della mia soddisfazione. Sono felice e gratificato.”

L’allenatore dovrebbe costruire con l’atleta un progetto di obiettivi raggiungibili, stimolanti, da rivalutare all’occasione, dare feedback adeguati; conoscere le sue potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza; dovrebbe spiegare le sedute di allenamento, l’importanza del gesto sportivo, il significato, raccontare aneddoti, far parte della storia sportiva dell’atleta, condividere momenti di gioia e sofferenza, di vincite e di sconfitte, essere disposto ad ammettere di aver fatto un errore, di aver preteso, di aver sottovalutato, di non aver considerato.

Franco Varesio: Conta soprattutto la testa per le ultramaratone e gli ironman (pag.108)
Quali condizioni ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Quando non mi sento bene, preferisco sempre mollare per non rischiare, anche se inevitabilmente poi, subito dopo, mi pento.”

Filippo Dal Maso: Un traguardo prima si passa con la testa, poi con le gambe (pag. 120, 122)
Quali meccanismi psicologici contribuiscono al benessere o performance?“ Un aspetto importante per entrambi è credere in sé stessi e in quello che si sta facendo, non avere fretta di vedere subito i risultati, altrimenti si riceve esattamente l’effetto opposto, cadendo in una sorta di depressione sportiva auto limitante in tutto. L’aspetto psicologico della forza interiore lo ritengo più importante di quella esteriore. La felicità che si ottiene subito dopo un allenamento è appagante per tutto il resto della giornata, soprattutto se tutto è andato bene come da programma previsto.”

È importante avere fiducia in sé, incrementare l’autoefficacia, essere veramente sicuri di quello che si vuol fare e di come poter lo fare, sviluppare consapevolezza delle proprie potenzialità e attitudini.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)? “Nel pre-gara la tensione e la famosa ansia da prestazione prevalgono su tutto. Puoi cercare di nasconderle, ma loro ci saranno sempre. Un po’ l’esperienza le attenua, ma non le puoi eliminare, le famose farfalle nello stomaco ci saranno sempre.

Matteo VillaniIronman 70.3 di Pescara è stata la gara più impegnativa (pag. 161)
Quali sono le condizioni che ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? Alimentazione sbagliata pre-gara.”

Manuela Vilaseca: Sfide e sogni mi motivano (pag. 148)
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “In ogni gara cerco di spingere un po’ di più, a seconda di come mi sento, ma mi conosco così bene che tendo a non andare oltre il limite. Se sento che le cose stanno andando male, cambio la mia strategia per prendermi cura di me ed essere in grado di finire. Per me, le corse non sono solo performance. A volte le cose vanno male e dobbiamo sapere che abbiamo dei limiti. Se non sono in una buona giornata, devo solamente rallentare il passo, recuperare quanto più possibile e condurmi verso il traguardo. Questo è ciò che più conta per me. Non mi piace strafare in una gara, a meno che sia l’unica alternativa che ho. Portare a termine una gara è sempre una vittoria.”

Emerge la consapevolezza dell’importanza del fattore mentale per spingersi oltre, per portare il fisico a sforzi estenuanti, ma emerge anche la consapevolezza dell’ascolto del proprio corpo, della possibilità che problemi fisici possano impedire di andare oltre.

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