Matteo
SIMONE
Tra i convocati ai Mondiali di Albi 24h ci sono anche Paolo Bravi, noto atleta della nazionale 100km nonché capitano e ora anche allenatore di giovani promettenti e meno giovani, e Luca Verducci allenato dallo stesso Paolo Bravi.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di
Paolo e Luca prima dell’evento mondiale attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Cosa
porterai ad Albi?
Paolo:
“Tutto l’occorrente per 24h di corsa…
sdrammatizziamo, immaginavo non fosse proprio semplice ma più si avvicina
l’appuntamento dei Mondiali più mi rendo conto quanto sia particolare e diversa
questa disciplina rispetto a quanto ho già avuto la fortuna di fare fino ad ora.”
Importante è non essere tesi, la serenità
permette di riservare le energie per il lungo giorno della gara, Luca porterà
con se anche il suo allenatore che sarà fondamentale come atleta a livello
individuale e di squadra e per la sua pluriesperienza in ambito nazionale.
Come
procede la preparazione al mondiale? Cosa stai curando di più' tra allenamenti,
fisico, mentale, nutrizione?
Paolo:
“In generale cerco sempre di impegnarmi
dando il massimo in ogni cosa che faccio ed ogni volta ho la voglia di
preparami meglio della volta prima, poi è normale devi fare i conti con tutto
ciò che può accadere lungo un percorso di avvicinamento rimanendo sempre
positivi capitalizzando al massimo ogni situazione. In ogni cosa il risultato
finale è dato dalla somma di più addendi… in una 24h non puoi non avere gambe
fisico e mente pronta ne puoi permetterti di sbagliare a mangiare… quindi tutto
bisogna curare per adattare il fisico a correre per 24h.”
Luca:
“Per il momento bene … qualche acciacco
passeggero dovuto ai tanti km, si macina strada in ogni momento libero del
giorno, a volte anche della notte. Sono attento a tutti gli aspetti. Per fare
lunghi allenamenti è importante curare il fisico e preservarlo da infortuni;
avere una grande forza mentale completando tutto con una adeguata alimentazione
e integrazione.”
Per allenarsi a gare di 24 ore di corsa
bisogna farsi amica la fatica, e ogni momento è buono per faticare, anche
quando bisogna fare i trasferimenti è preferibile farli a piedi, camminando
veloci e possibilmente anche di corsa quando si esce dal lavoro e si torna a
casa, ogni frazione di tempo della giornata può essere determinante per
allenarsi e sperimentare, anche quando si esce la sera da una festa per tornare
a casa si può pensare di tornare di corsa, ovviamente scherzo ma gli
ultrarunner sono in grado di fare cose considerate pazze per altri ma risultano
esperienze da provare.
La convocazione è una gioia, il
coronamento di un sogno ma anche una grande responsabilità, si è premurosi e
apprensivi per se stessi, il proprio fisico soprattutto in modo da arrivare
integri alla partenza ma allo stesso temo ben allenati
Riesci
ad allenarti/consigliarti con gli altri convocati?
Paolo:
“Ho la fortuna di essere amico, concittadino,
allenatore di Luca Verducci…con lui condivido tutto… allenamenti, umore,
sensazioni, idee…diciamo opere, parole e anche omissioni! Con altri, quelli più
anziani che già conoscevo, Rovera e Leonelli ultimamente mi ci sento
telefonicamente ogni tanto cosi come
i responsabili della squadra Maschile e Femminile Vito Intini e Luca Sala.”
Luca:
“Mi alleno e mi confronto giornalmente
con Paolo Bravi. Con il resto del gruppo è più difficile vista la distanza.”
Una bella storia questa di Paolo e Luca,
l’allenatore che segue il suo allievo, si allenano insieme, partecipano a gare
e arrivano entrambi sul podio per condividere vittorie di gare difficili e
faticose dopo giorni e giorni di allenamenti e fatica.
Eri
consapevole che avresti potuto essere convocato?
Paolo:
“10’ minuti dopo l’arrivo della Nove Colli
Running mi hanno detto…lo sai Paolo che ora ti aspettano i mondiali di 24 ore
in Francia (Tra i criteri di selezione era riportato che potevano essere
convocati chi avesse corso i 202,400km in meno di 22 Ore). Subito non ero così
convinto di accettare, anzi ho detto proprio che era meglio di no, poi i giorni
successivi qualcosa è cambiato.”
Luca:
“Decisamente no! Però dopo il risultato
della gara ‘9 Colli Running’ ci ho sperato.”
Chi pratica le ultramaratone non lo fa per
nessuno ma solamente per se stesso, perché fa star bene soprattutto mentalmente
riuscire a portare a termine obiettivi difficili e sfidanti, poi se arriva un
riconoscimento, un apprezzamento o addirittura una convocazione in nazionale è
tanto meglio, è ben gradita.
Paolo sembra si sia voluto impegnarsi per allenare
il suo allievo Luca Verducci tanto da seguirlo da vicino, allenarsi insieme,
trasmettergli il meglio dei consigli e delle dritte dell’ultramaratona
partecipando ad allenamenti e gare forse anche estenuati a partire dalla 6 ore
e poi giocando e faticando è arrivato il grande giorno del raddoppio della Nove Colli Running dove i km non erano
più come al suo solito 100 ma 202,4, quindi il doppio e ha dimostrato di essere
in gamba, di fare un tempo strepitoso vincendo la gara e assicurandosi un posto
in paradiso, scusate in Nazionale, come si fa a non accettare? Paolo è
consapevole che le responsabilità sono tantissime si era quasi rilassato abbandonando
la maglia della 100km e ora di nuovo a fare sul serio
Che
sapore ha questa convocazione? Che significato ha per te?
Paolo:
“Sinceramente già durante la preparazione
del mondiale di 100km a Novembre 2016 in Spagna avevo maturato l’idea che quel
Mondiale sarebbe stata la mia ultima partecipazione a una gara come atleta
della Nazionale. L’intervento all’ernia al disco nel 2017, i fastidi continui
alla schiena con cui convivo, il tempo che inesorabilmente passa, la voglia di
fare gare comunque diminuisce… Questo appuntamento ad Albi è un po’ rimettersi
in gioco, c’è una classifica a squadre, il tuo risultato può e deve essere
utile per la squadra, ci sono tanti ragazzi giovani o meno giovani ma alla
prima grande esperienza internazionale, era giusto e coretto dire di sì. Sarà
sicuramente una bella esperienza…e sicuro conoscere e vivere una cosa nuova
perché la 24h è cosa diversa. Come già dicevo è sempre ultramaratona ma se è
vero che è differente fare 50/60 o 100km immaginiamo stare sulle gambe per 7/8
ore o 24.”
Luca:
“Ha il sapore di una bella sorpresa. Mai
avrei pensato che un'opportunità simile potesse capitarmi a 51 anni! Sembrerà
banale ma con tanta passione ed un pizzico di fortuna i sogni si avverano
davvero.”
I corridori, i maratoneti, gli
ultramaratoneti sono così, si lagnano sempre, hanno sempre dolori e scuse,
hanno sempre problemi al lavoro e in famiglia ma poi in gara si trasformano,
passa tutto, passano i dolori, passano la fatica, passano le crisi, corrono
forse levitando, con l’aiuto della mente, con il ricordo delle esperienze
positive di riuscita del passato, con il coraggio che trasmettono amici e fan,
staremo a vedere come andrà a finire. E’ risaputo che le ultramaratone sono per
gente esperte, mature, responsabili che oltre ad avere talento usano tanto la
testa per gestire le lunghe competizioni, certo un ingresso nella nazionale di
un over 50 può sembrare strano ma bisogna utilizzare i migliori in circolazione
e ci sarà tempo per altri più giovani nelle prossime occasioni dimostrando il
loro valore.
Cosa
o chi ti aiuterà?
Paolo:
“Bella domanda…tutto può aiutarti…se
analizziamo ciò che facciamo in ogni cosa c’è un aiuto, ogni nostra reazione
scaturisce da un azione esterna, può essere materiale, morale,…dalla cosa più
importante a quella che può sembrare più banale…ne potrei elencare mille o
anche più’…staff tecnici, medico fisioterapisti, famiglia amici, borraccia
passata al momento giusto, alla parola detta o perché no anche a quella non
detta…dobbiamo essere noi a trasformare qualsiasi situazione in situazione
positiva per il conseguimento del risultato.”
Luca:
“Per me è importante avere tranquillità
mentale. Sapere di essermi preparato
bene grazie al supporto tecnico di Paolo e di tanti amici che ci hanno fatto
compagnia in allenamento mi fa sentire bene. Un altro aiuto fondamentale viene
da mia moglie, sempre al mio fianco dall'inizio, che mi supporta e sopporta in
tutto.”
Gli ultramaratoneti vincenti e resilienti
sono coloro che riescono a utilizzare tutto, qualsiasi risorsa utile nel
momento opportuno. E’ importante essere sereni e non farsi prendere dai se e
dai ma, non sentirsi giudicato e sotto pressione, fare del proprio meglio con
la consapevolezza che ci si è impegnati duramente con passione e motivazione e
comunque sarà un’esperienza arricchente sotto diversi punti di vista,
atleticamente, culturale, relazionale.
Paolo Bravi è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da
Edizioni Psiconline.
Interviste a Paolo e Luca sono riportate nel libro "Il piacere di correre oltre". Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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