Ho sempre la sensazione che sia
l'ultima volta che farò una simile esperienza
Matteo Simone
I Campionati Mondiali di 24 ore si svolgeranno ad Albi (Francia) il 26-27 ottobre 2019 e gli atleti italiani convocati sono i seguenti:
Paolo Bravi (Grottini Team), Matteo Ceroni (Atletica
Albore Martellago), Matteo Grassi (Spirito Trail ASD), Nicola Leonelli (Bergamo
Stars Atletica), Enrico Maggiola (Bergamo Stars Atletica), Stefano Romano (Giro
D’Italia Run), Paolo Rovera (A.S.D.Dragonero), Luca Verducci (Grottini Team).
Di seguito, attraverso risposte ad alcune mie
domande, approfondiamo la conoscenza di Nicola Leonelli-
Ciao Nico, complimenti per la convocazione
in nazionale, come procede la preparazione al mondiale? “Ciao Matteo, fino a poco tempo fa non sapevo
ancora se avrei partecipato a questo mondiale a causa di un piccolo infortunio
che si era trasformato in qualcosa di più serio a causa di una mia negligenza.
Dopo 35 giorni di stop, proprio nel periodo centrale della preparazione, in cui
dovevano esserci i picchi più alti di volume, ho riiniziato ad allenarmi dal 4
settembre, per cui in 50 giorni ho cercato di recuperare la condizione.
Personalmente reputo di aver fatto il 60% di ciò che io credo sia una
preparazione adeguata per affrontare un mondiale di 24h. Ma in questa specialità nulla è certo e
provato, per cui può anche essere che non avere avuto eccessivi stress fisici,
possa ritornare utile, considerando che lo scorso anno feci un ottima
preparazione impegnativa ed il risultato non fu felice.”
Lo sport dell’ultramaratona richiede
tante ore di allenamenti e tante gare a cui partecipare per testarsi, per
allenarsi in previsione di gare più impegnative o sfidanti ed è difficile trovarsi
al momento giusto dello start nelle migliori condizioni possibili di forma
atletica anche perché gli ultramaratoneti non sono atleti professionisti e non
vivono solo di sport, ognuno ha una famiglia e un lavoro da curare e portare
avanti e a volte si trascura un po’ il recupero o le cure necessarie.
Un invito a indossare la maglia azzurra
è sempre apprezzato e si cerca di considerare un congruo periodo di tempo dove
ci sono delle regole da rispettare, uno stile di vita più idoneo per poter
affrontare la competizione internazionale a cui si è invitati, a continuare la
preparazione nel miglior modo possibile e ad impegnarsi con una forte
determinazione per il tempo necessario fino alla fine della gara di 24 ore. Poi
si possono riprendere le cose lasciate un po’ in sospeso.
Cosa porti ad Albi? “Ad Albi porto con me un bel ricordo, in quanto fu il mio esordio in
Nazionale ed ottenni anche la miglior prestazione fra gli italiani.”
E’ molto positivo ricordare precedenti
situazioni di successo, competenza, benessere per ricercare ottime sensazioni,
inoltre aiuta ad avare la consapevolezza di dove si è partiti, come si è
evoluti e anche punto ci si trova ora con forse un fisico più strapazzato ma
con una personalità più consolidata attraverso le tante esperienze di gare
sfidanti italiani e internazionali.
Cosa
stai curando di più' tra allenamenti, fisico, mentale, nutrizione? “Quest'anno mi ero programmato di fare una
preparazione molto più lunga, in modo da arrivare ai massimi carichi di lavoro,
in maniera molto graduale e quindi cercare di far adattare il fisico in maniera
progressiva...purtroppo quel piccolo infortunio imprevisto, ha comportato che
ho dovuto adeguare la preparazione nelle 7 settimane a disposizione.”
Per indossare la maglia azzurra non
bisogna solo dimostrare di valere in una gara totalizzando un quantitativo di
chilometri da record ma anche dimostrare di essere resilienti, di cavarsela
nelle avversità, di saper cavalcare le onde di tanti cambiamenti a causa
propria o non dipendente da se stessi, come tanti infortuni o altri motivi.
Riesci ad allenarti/consigliarti con gli
altri convocati? Siete un gruppo
consolidato? “Mi sono sentito e
consultato alcune volte con Paolo Bravi, che forte della sua lunghissima
esperienza, mi ha dato alcuni buoni consigli, nel periodo in cui non credevo di
poter recuperare. Ci scriviamo alcune volte anche con Paolo Rovera, che per me
è un idolo di questa specialità, per cui mi sento onorato di essere un suo
compagno di squadra.”
Per esprimersi al massimo della performance,
l’atleta che rappresenta una nazione non può fare tutto da solo e ne può
pensare di seguire solamente tabelle ma ha bisogno di un gruppo consolidato di
atleti di pari livello per condividere allenamenti, per consultarsi, per
aiutarsi e sono importantissime le figure di riferimento di atleti più esperti
o che hanno doti di leader, supporter, confidenti per far sì che si crei un
clima di squadra basato su fiducia e stima reciproca.
Eri consapevole che avresti potuto essere convocato? “In teoria rientravo tra i parametri imposti
da Fidal-Iuta per essere convocato, ma ovviamente la decisione spetta ai
tecnici competenti, per cui non ne ero certo fin quando non mi è stato
comunicato dal tecnico Vito Intini.”
E’ sempre difficile prendere decisioni per convocare atleti in gare mondiali, soprattutto nell’ultramaratona dove da una parte si dovrebbe dare precedenza ai più giovani promettenti per permettergli di fare esperienza e dall’altra parte i meno giovani hanno da parte loro la tanta esperienza soprattutto mentale nell’affrontare le gare restando in campo fino all’ultimo minuto cercando di totalizzare il massimo dei chilometri che il fisico e la mente coadiuvati dal cuore sono capaci di totalizzare proprio quel giorno in quel percorso con quel dato clima atmosferico insieme agli altri amici di squadra e tantissimi altri avversari.
E’ sempre difficile prendere decisioni per convocare atleti in gare mondiali, soprattutto nell’ultramaratona dove da una parte si dovrebbe dare precedenza ai più giovani promettenti per permettergli di fare esperienza e dall’altra parte i meno giovani hanno da parte loro la tanta esperienza soprattutto mentale nell’affrontare le gare restando in campo fino all’ultimo minuto cercando di totalizzare il massimo dei chilometri che il fisico e la mente coadiuvati dal cuore sono capaci di totalizzare proprio quel giorno in quel percorso con quel dato clima atmosferico insieme agli altri amici di squadra e tantissimi altri avversari.
Che sapore ha questa convocazione? Che significato ha per te? “Ho sempre la sensazione che sia l'ultima
volta che farò una simile esperienza, ma considerando che lo credevo anche
nelle ultime due presenze azzurre..... è inutile avere simili pensieri, in
quanto in futuro tutto è possibile....soprattutto in questa specialità dove
spesso l'età non è un fattore eccessivamente condizionante.”
In effetti, l’anno scorso Nico riteneva
già una sorpresa la sua convocazione credendo che sarebbe stata la miglior
chiusura di una bella parentesi di vita sportiva. Ecco cosa ci può essere nella
mente di un’atleta, tanti pensieri, tante fantasie, tante pressioni. Da una
parte c’è la contentezza di essere nominati, di essere convocati; dall’altra
parte c’è l’impegno, bisogna presentarsi nella migliore condizione possibile.
Sei più contento o preoccupato? “Posso dire che sono orgoglioso di vestire
per la 4^ volta la maglia azzurra, ma sono anche tanto preoccupato, soprattutto
perché, come già ti dissi in un altra occasione, sto perdendo l'incoscienza
nell'affrontare questo tipo di gara e questo è una cosa negativa.”
L’esperienza di atleti ultramaratoneti
permette loro di fidarsi di riuscire a gestire qualsiasi cosa e di arrivare sempre
pronti sulla linea dello start, come se fisico e mente andassero in automatico
senza ansia e senza preoccupazioni, come guidare una macchina senza controllare
le gambe. Certo se si fermano a pensare iniziano a venire fuori dubbi e
sabotatori mentali che raccontano razionalmente come sia difficile e forse
impossibile restare in piedi correndo per 24 ore di seguito su un circuito
brevissimo da ripetere tantissime volte incrociando sguardi di amici e
avversari ma anche la propria ombra che si sposta da dietro ad avanti e
viceversa.
Sei pronto per questa prova
mondiale? “La consapevolezza che
questa sia la specialità atletica più dura al mondo, che dovremo cercar di
correre dal tramonto all'alba....per 24 ore…. e che presto o tardi,
arriveranno immancabilmente quelle
crisi, quelle sensazioni di forte sofferenza, di disagio, di rimpianto di non
essere a casa sul proprio letto, mi fanno affrontare la gara con molto
rispetto, ma anche con altrettanta preoccupazione.”
Nico è consapevole di quello che gli aspetta nei
prossimi giorni, appare appagato e soddisfatto per aver già trasformato in
realtà il suo sogno da bambino di partecipare a un mondiale, ha già
sperimentato cosa significa indossare una maglia azzurra, la sua miglior prestazione
risale al 2016 dove totalizzò in una gara di 24 ore 240,741 km, ci sono treni
che bisogna prendere quando passano, Nico indosserà ancora una volta la maglia
azzurra.
Un’intervista a Nico è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre di Matteo Simone.
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.
Nico è menzionato nel libro
“Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni
Psiconline.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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