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La seconda edizione dei Campionati Mondiali di Trail e Corsa in Montagna, si svolgerà a Innsbruck (valle dello Stubai), dal 6 al 10 giugno 2023.
L'Italia sarà rappresentata da 43 atleti:
20 donne e 23 uomini che gareggeranno in una o più delle quattro competizioni:
Vertical Uphill, Trail Short, Trail Long, Mountain Classic e nelle due prove
riservate agli under 20.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di
alcuni atleti convocati attraverso risposte ad alcune mie domande di alcuni
anni fa (Cesare Maestri, Cecilia Basso, Marina Cugnetto).
Cesare Maestri, laureato in Ingegneria
energetica, (Atl. Valli Bergamasche Leffe):
Ti consigli con un team? Figure
professionali? “I consigli più utili prima di una gara
sono sicuramente quelli del mio allenatore, oppure quelli dei tecnici italiani
prima di un evento con la nazionale."
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara? “No,
non ho un approccio particolare. Per me la cosa più importante è arrivarci
serenamente e per questo, anche se è uno sport individuale, ritengo
fondamentale avere una squadra di amici e di persone a cui si tiene veramente
anche al di fuori dell'ambito sportivo. Prima di una gara anche solo i messaggi
della mia ragazza, dei miei amici, o dei miei famigliari mi rendono orgoglioso
e mi aiutano ad affrontare l'evento con la giusta carica."
C’è una parola o una frase che ti aiuta ad
affrontare la prossima gara? "Come mi dice
sempre il mio allenatore: rispetto di tutti, paura di nessuno!"
Quale aspetto del tuo carattere ti aiuta
nell’affrontare gare importanti? “Sicuramente la mia testardaggine
di non avere paura nel fare sacrifici per raggiungere un obiettivo che mi sono
prefissato in testa e la voglia di affrontare sempre con entusiasmo le nuove
sfide."
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti
aiutano in gare importanti? “Solitamente riesco a interpretare
abbastanza bene l'andamento delle gare e quindi scelgo in maniera lucida i
momenti giusti per correre al risparmio, quelli per difendermi o quelli per
attaccare. In gare importanti inoltre ho la capacità di spingermi sempre vicino
al mio limite, cosa che invece in allenamento o in gare a cui tengo di meno non
riesco a fare."
In che modo la mente ti aiuta a superare i
momenti difficili? “La mente in certe occasioni conta più
delle gambe. In un momento di difficoltà, se la testa riesce a trasmettere
stimoli e pensieri positivi, quel momento viene superato velocemente e senza
conseguenze. Al contrario, se anche mentalmente non si ha fiducia in una
ripresa, la testa ti può abbattere completamente. Questo vale per alcune
situazioni che possono capitare nello sport ma anche per alcune fasi della vita,
quindi: Stay positive, always!"
Interessante la testimonianza di Cesare per
comprendere il valore dello sport come allenamento a risoluzioni sia nello
sport che nella vita quotidiana. L’esperienza sportiva mette di fronte a
situazioni anche difficili di crisi e lì si può scoprire quanto può essere
importante il contributo della mente che può sbloccare determinate situazioni
con pensieri positivi e altre tecniche e metodi allenati in precedenza, con la
consapevolezza che tutto può accadere e sta a noi prendere in mano le redini
della nostra vita sia sportiva che quotidiana. Le parole di Cesare denotano
tanta passione e motivazione in quello che fa nonostante la grande fatica in
allenamento o in alcune gare.
È importante per l’atleta sentirsi parte di
un gruppo che sostiene e supporta. La serenità è essenziale nella
partecipazione a gare dove si vuole eccellere o vincere. Più si è sereni e più
si sperimenta fluidità e sicurezza nell’azione sportiva focalizzandosi sul
terreno, la direzione, gli avversari e il contesto ambientale circostante. Per
andare incontro a sfide c’è bisogno di tanto coraggio, convinzione, sicurezza
ed è importante allenare non solo il fisico ma anche la mente.
Ti sei
sentita campionessa nello sport? “Non mi
sono mai sentita campionessa nello sport: sebbene abbia ottenuto risultati
positivi, o li ho ottenuti a livello giovanile o c’è sempre stato qualcuno che
ha fatto meglio di me, quindi fortunatamente c’è ancora molto da migliorare.”
Qual è
stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho deciso di iniziare a correre seriamente, facendomi seguire da un
allenatore dopo che, nell’estate 2017, ho inaspettatamente vinto una skyrace
con tanto di record del percorso. Dunque mi alleno con costanza, praticamente
tutti i giorni, da novembre 2017, ma ho iniziato a considerarmi seriamente
un’atleta dopo il secondo posto assoluto ai Campionati Italiani di Corsa in Montagna
Lunghe Distanze, tenutisi a Paratico il 20 maggio 2018.”
Chi ha
contribuito al tuo benessere e performance? “Alla mia performance nello sport hanno sicuramente contribuito il mio
allenatore Sergio Benzio, che con allenamenti mirati e tanta pazienza mi ha
fatto crescere molto, e la mia squadra (dirigenti e compagni), che non mi ha
mai messo pressione addosso, ma ha saputo darmi la giusta carica prima delle
gare. Al mio benessere hanno contribuito i miei genitori e di nuovo i miei
compagni di squadra e i dirigenti.”
Quale
tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare? “Il ricordo della Vertical dei Mondiali potrà
essere un bel supporto in altre gare/allenamenti in cui non tutto filerà per il
verso giusto. I miglioramenti che ho ottenuto fin ora mi danno la
consapevolezza che se continuo ad allenarmi con costanza e a crederci, posso
migliorare ancora.”
Quali sensazioni
sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara)? “Nel pre-gara sono agitata e tesa; in alcune
gare, quelle in cui mi sento più a mio agio-skyraces e gare di corsa in
montagna di più di 20km-alla tensione si mescola la voglia di partire, di
andare a fare qualcosa che mi piace e mi diverte. Quest’ultimo aspetto è meno
presente nelle gare brevi o di sola salita, con le quali devo ancora
familiarizzare un po’. Durante la gara sono concentrata sulla gara, cerco o di
dosare bene le energie o di andare a tutta, a seconda della gara e del momento,
di tenere duro mentalmente nei momenti no o di godermi la corsa se sto bene e
mi sto divertendo. Oppure cerco di tirare fuori quel qualcosa in più nei
momenti in cui so che posso giocarmi qualcosa di importante. Nel post-gara sono
comunque contenta, perché la gara è finita e io l’ho terminata (finora non mi è
mai capitato di ritirarmi). Poi a seconda delle situazioni posso essere molto
soddisfatta se la gara è andata particolarmente bene, parzialmente soddisfatta
o sentire un po’ di amaro in bocca se so che potevo dare di più/fare meglio.”
Cosa hai
scoperto di te stessa nel praticare attività fisica? “Ho scoperto di essere molto puntigliosa nel
seguire gli allenamenti, e molto ambiziosa: prendo come riferimenti le atlete
più forti nelle varie specialità e mi prefiggo di avvicinarmi al loro livello.
Non sono quindi mai pienamente soddisfatta. Ho scoperto di essere determinata e
di riuscirmi a organizzare tra i vari impegni, se è per qualcosa che mi
interessa. Ho scoperto che il mio corpo e la mia mente hanno bisogno di
attività fisica. Mi sono resa conto che gli obiettivi che sognavo di
raggiungere e che credevo mi avrebbero fatto sentire ‘una campionessa’, una
volta raggiunti non mi danno quella sensazione di pienezza che credevo, ma
passano rapidamente in secondo piano, sostituiti da altri; non riesco a
godermeli appieno.”
Sogni
realizzati e da realizzare? “Ho
realizzato il sogno di vincere i mondiali giovanili di skyrunning; arrivare
seconda assoluta al campionato italiano di corsa in montagna lunghe distanze e
vestire la maglia azzurra ai mondiali assoluti di corsa in montagna lunghe
distanze sono stati più che sogni realizzati: a inizio stagione non osavo
nemmeno sperare certi risultati. Per quanto riguarda i sogni da realizzare
direi migliorare più che posso, avvicinarmi pian piano alle ragazze forti della
corsa in montagna, per potermela giocare con loro.”
Cecilia non si sente affatto arrivata in
termini di performance, sa che può fare meglio e vuole competere ad altissimi
livelli confrontandosi con il meglio che c’è in circolazione al di là dell’età
anagrafica e con la consapevolezza che può ancora migliorare grazie a chi la
segue e soprattutto l’allenatore, la famiglia e gli amici di squadra. L’atleta
ha bisogno di persone che sostengono, che ci credono, che siano pazienti, che
non mettano fretta. La serenità diventa un’arma vincente per l’atleta che ha
bisogno di tempo per apprendere, per fare esperienza, per comprendere proprie
possibilità, caratteristiche, capacità e per fare sempre meglio.
A volte lo sport permette di sperimentare
sensazioni ed emozioni uniche, intense, forti non solo positive ma anche
negative, importante è sviluppare sempre più autoconsapevolezza e continuare
andando avanti credendoci e avendo fiducia prima di tutto in se stessi.
Lo sport permette di comprendere che si può
fare del proprio meglio e che si può andare sempre oltre; lo sport aiuta a
comprendere che bisogna starci con il fisico ma anche con la testa, che si può
affrontare, gestire, superare problemi e che si può accettare anche quello che
viene portando a casa comunque ricche esperienze di vita che fanno maturare.
La vita è fatta di momenti, di mattoncini, di
esperienze; è importante costruire la propria personalità, la propria fiducia,
tenere a mente quello di buono che siamo riusciti a fare; il positivo che c’è
in noi ci aiuta, nei momenti bui e difficili, a essere pazienti e fiduciosi.
Lo sport aiuta a conoscersi, a comprendere le
sensazioni e le emozioni che si sperimentano; aiuta a elaborare situazioni, ad
affrontare la vita quotidiana non solo sportiva ma anche relazionale,
familiare, lavorativa, scolastica considerando le varie fasi di attesa, azione,
insicurezza o certezza.
E’ importante avere obiettivi chiari, una forte
passione, la voglia di imparare e migliorare, la capacità di affidarsi a
qualcuno esperto, il resto viene da sé, soprattutto se c’è talento, la via
verso la performance diventa più spianata. A volte lo sport diventa una fetta
importante nella vita di una persona, permette di sperimentare benessere,
divertimento, competenza, performance. Nella mente degli atleti, soprattutto se
sono giovani come Cecilia, ci sono tante gare, tante sfide, tanti avversari.
Marina Cugnetto (Atletica Saluzzo)
Nello sport chi e cosa contribuisce al
tuo benessere o performance? “Penso che ci sia una stretta relazione
tra benessere nelle relazioni con le persone e con sé stessi e performance
sportiva: se stai bene con te stessa, stai bene con gli altri e di conseguenza
anche nello sport riuscirai a raggiungere degli ottimi risultati. Mi piace
relazionarmi con gli altri e da queste relazioni cerco di trarre il massimo per
lo sport. Ho la fortuna di avere una famiglia numerosa che mi sostiene in quel
che faccio; un fidanzato che mi supporta e che è fortemente presente sia dal
lato sportivo che umano; non ho moltissimi amici stretti, ma i pochi che ho
sono persone speciali e anche loro contribuiscono enormemente nella mia
performance: penso che se qualcosa dovesse cambiare sicuramente anche i
risultati sportivi ne risentirebbero tantissimo. L’alimentazione è un altro
aspetto fondamentale ma non è certo una gran scoperta: senza energia non
pratichi sport. Per me l’alimentazione è a volte un grosso problema essendo
celiaca e questo nelle performance incide moltissimo soprattutto se sono gare
lunghe dove l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Sto ancora cercando di
trovare una quadra nel poter riuscire ad alimentarmi sufficientemente in ogni
momento richiesto dal mio corpo. Infine il riposo: un aspetto che non tenevo
molto in considerazione quando non mi allenavo con metodo e che invece se
utilizzato nella giusta quantità può trasformare una brutta performance in una
performance ottimale”.
Cosa ti dà la convinzione che ce la puoi
fare? “Quando parto in gara non sono così convinta; sono fin troppo
autocritica. Ma quando sono in gioco alla fine mi piace giocare e, se riesco,
anche vincere. Il mio spirito competitivo mi porta a cercare di superare sempre
la persona che ho davanti e spesso questa cosa non mi fa percepire il tempo che
passa e soprattutto lo sforzo. In questo la testa gioca un ruolo fondamentale.
In ogni caso so di avercela fatta quando ho raggiunto il traguardo”.
Le sensazioni che sperimenti facendo
sport (pre-gara, in gara, post-gara)? “La prima cosa è felicità;
diversamente non lo farei. Se la felicità non sovrastasse di gran lunga le
altre sensazioni smetterei di correre. Anche quando giocavo a pallavolo per me
è la cosa più importate era stare bene con le mie compagne e divertirmi. Nel
pre-gara sono molto concentrata. A volte mi si chiude un po’ lo stomaco ma
generalmente non vedo l’ora di partire...odio aspettare. Mi capita la stessa
cosa quando devo fare un giro nuovo con amici in luoghi che non conosco: ho
sempre tanta voglia di partire e esplorare. Una cosa che non faccio in partenza
è ripercorrere il percorso mentalmente (soprattutto se già lo conosco): me lo
voglio tenere per la gara.
In gara dipende da come sto: ma spesso i primi 30
minuti sono necessari per spezzare un po’ il fiato e soprattutto per smetterla
di pensare ai polpacci che mi fanno male...purtroppo questa cosa non l’ho
ancora superata e spero che si affievolirà con il tempo. Dopo le sensazioni
possono essere di vario tipo: cerco di non arrivare mai all’affanno e
soprattutto di godermi il paesaggio facendo attenzione a dove metto i piedi. Il
post gara sono sempre molto euforica. Mi piace quando ci sono i momenti
conviviali (pranzi/cene con gli altri partecipanti) e si sta tutti insieme; se
poi ho raggiunto il mio obiettivo per quella gara o, meglio ancora, il podio
sono ancora più contenta”.
Dalle parole
di Marina traspare che per lei il meglio debba ancora arrivare, ha già tanta
esperienza a livello di squadra ma ora vuole andarsi a prendere belle
soddisfazioni in uno sport individuale dove la fatica è tanta ma con la
passione e il duro allenamento si può arrivare ovunque come sta già dimostrando
vincendo una gara di ultratrail.
Marina va
sempre avanti soprattutto se davanti c’è un avversario e si ferma solo quando
arriva al traguardo. Concentrata nella sua prestazione non si accorge del tempo
che passa e nemmeno della fatica, è abituata alla competizione.
Interviste
a Cesare e Cecilia sono riportate nel libro “Correre con la mente. Perché
correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi,
realizzare sogni”, Matteo SIMONE, pubblicato da Progetto
Cultura.
Psicologo,
Psicoterapeuta
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