lunedì 26 giugno 2023

Vincenzo Santillo, Badwater: La mia capo crew è sempre lei Zagara Arancio

 From Italy, Vincenzo Santillo welcome to Badwater 
Matteo SIMONE 
 

La prossima Badwater Ultramarathon si svolgerà in California con partenza il 4 luglio 2023 su un percorso di 135 miglia (circa 217 km).  

Si parte dal Bacino di Badwater, nella Valle della Morte, situato 85 metri sotto il livello del mare e si arriva è a quota 2530 metri. 
Tra gli atleti selezionati sarà al via anche Vincenzo Santillo e di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Carissimo, come nasce l’idea della Badwater? La Badwater l'ho sempre vista una cosa lontana, un sogno più grande di me, però il momento che sono arrivato a Castellaneta sotto la statua di Rodolfo Valentino, dopo aver percorso i 288 km della Race Across Apulia ed essere arrivato primo, Julius mi dà la fibbia e mi dice: ‘Ora puoi provare a fare richiesta per la Spartathlon e per la Badwater’...
Quando ho sentito questa cosa già la mente stava elaborando questo sogno: ‘Io Vincenzo, in America, in California, nella Death Valley, nella gara più dura al mondo’. Pian piano da un pensiero quasi fisso ho pensato di provare a fare richiesta, anche perché parlando con degli sponsor avevo il loro appoggio. Nel mese di dicembre faccio richiesta. Il 4 febbraio c'era l'annuncio dei 105 partecipanti da tutto il mondo e io ho subito pensato, ma un americano potrà mai fare il mio nome? E alla fine quando mancavano poche persone, quando le speranze erano zero, Chris, Patron della Badwater fa': ‘from Italy Vincenzo Santillo welcome to Badwater’, non riuscivo a crederci, urla di gioia e pianti, tutti gli amici del podismo campano che stavano seguendo questa diretta su facebook a congratularsi con me, già lì è stato come vivere in un sogno. 

Trattasi di una gara molto difficile e impegnativa, considerata estrema. Vincenzo è abituato all’estremo, ha percorso tantissime gare di ultramaratona superiori ai 200km, tra le ultime il 25-27 marzo 2022, la “4^ Race Across Apulia (RAA), 287km corsa su strada”, vincendola in 40h53’15” e a seguito di questa vittoria, Vincenzo è stato stimolato a fare questa gara la cui partecipazione non è per tutti ma solo per pochi selezionati dagli organizzatori. 
Chi ti sponsorizza?
Il giorno dopo la gioia la preoccupazione, e gli sponsor? Quelli che mi avevano dato parola sono tutti mancati, quindi questo sogno man mano che passavano giorni lo vedevo sempre allontanarsi, poi tanti amici, conoscenti, amici virtuali volevano aiutarmi e realizzare questo sogno, quindi abbiamo avviato una raccolta. Questa raccolta di tanti runner, di tante società podistiche, di amici che non corrono neanche, di persone che mi conoscono solo sui social hanno fatto sì che io realizzassi questo sogno mio, ma mio quanto loro. 

Davvero una bella storia di persone semplici che diventano eroi e conosciuti attraverso la pratica di una disciplina sportiva molto dura e impegnativa che richiede preparazione e allenamenti costanti nelle ore più assurde della giornata, soprattutto all’alba, quando tutti sono in zona confort a riposare. 
Chi farà parte della crew? La mia capo crew è sempre lei Zagara Arancio, la mia guida, la mia forza, perché penso che in queste gare non ci sia solo bisogno di persone preparate per assisterti, ma c'è bisogno di una zagarella, perché come lei non ce ne sono ❤️, insieme a noi il mio collega di lavoro Dino. 

Gare durissime e impegnative, lunghissime in condizioni climatiche estreme richiedono l’assistenza e la cura da parte di persone che ci tengono all’atleta non sollo alla sua riuscita e performance ma soprattutto alla sua salute ogni passo, ogni, metro, ogni chilometro, fino alla fine, pronti a sostenerlo a mandargli un cenno di saluto, una parola, un po’ di acqua o bibite, qualcosa da stuzzicare. 
Come ti stai preparando? La preparazione doveva essere fatta in modo completamente diverso da come l'ho fatta, però siccome io non amo gli schemi, come ogni gara l'ho preparata da me. Non ho fatto nessuna gara lunga di ultramaratona, ho fatto gare di 10 km facendole diventare ultramaratone, partendo di corsa da casa, fare la gara di 10 km e rientrare di nuovo di corsa a casa, facendo ogni volta parecchi km.
Ho corso sempre sulla stanchezza perché il mio lavoro è duro e dopo 8 ore di lavoro andavo, a volte anche prima di lavorare alle 3 o alle 4 di notte, però diciamo che aldilà della gara è il modo di correre, se c'è o non c'è la gara da fare io corro sempre tanto perché a me piace. 

La parola d’ordine degli ultrarunner è lavorare sulla stanchezza, non temere la fatica, si tratta di stare sempre sul pezzo in movimento, come i keniani che vanno a fare gli allenamenti di corsa e poi ritornano a casa di corsa. Così Vincenzo lavora e fatica correndo ma godendo quello che fa, sentendosi libero e a suo agio. 
Gli allenamenti fondamentali? Un'altra cosa che non ho fatto le saune, ho corso nelle ore più calde anche se quest'anno il caldo è tardato ad arrivare. 

È importante simulare il più possibile le condizioni di gara, almeno in parte per arrivare pronti alle situazioni che si incontreranno in gara, ma non basta farlo il periodo prima della gara ma è opportuno accumulare l’esperienza nel corso degli anni e Vincenzo si è sempre trovato nelle condizioni più difficili da uscirne fuori che siano salite, condizioni climatiche estreme o anche problemi quotidiani da risolvere. 
Stai studiando il percorso? Il percorso non lo sto studiando perché mi mette ansia, una volta partito lo scoprirò correndo. 

Oltre alle condizioni climatiche la gara prevede delle montagne da attraversare con salite e le conseguenti discese, ma meglio stare sul pezzo un passo alla volta senza troppe ansie, timori, preoccupazioni. 
Ti stai confrontando con altri che l’hanno fatta? Mi sto confrontando con altri e sto avendo tantissimo aiuto, Julius e Simone mi stanno aiutando tantissimo, loro che già sono stati finisher di questa gara. 

L’Italia sta diventando una nazione di ultrarunner che aumentano sempre di più e alcuni sono di livello internazionale e mondiale capaci di vincere tali gare estreme e l’esperienza viene passata ad altri ultrarunner, una versa scuola di ultramaratona teorica e pratica. 
Julius Augustus Iannitti e Simone Leo portano a termine la 32nd Badwater 2018 e quell’anno il vincitore fu l’italiano Michele Graglia in 24h51’47” precedendo due statunitensi: Jared Ryan 25h33’42” e Don Reichelt 27h08’30”. 
Le parti più difficili della gara? Come dico sempre, a me piace correre, passerei giornate a correre e a camminare, però in questa gara mi preoccupa il caldo. Io ho corso anche con 40 gradi, ma non so cosa siano i 50 gradi che troverò nella Death Valley; quindi, questa cosa mi sta preoccupando. 

In effetti non bisogna prendere sottogamba questa ardua impresa, si vedrà tra qualche giorno, comunque la crew sarà come supportare e sostenere il grandissimo Vincenzo. 
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.  
Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.  
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su
se stesso.
 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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