Questo tipo di competizioni mi rafforzano mentalmente
Matteo SIMONE
Il 27-28 maggio 2023 si è svolta l’Ultr'Ardèche (FRA) 222km e i primi a tagliare il traguardo sono state due donne: la polacca Patrycja Bereznowska in 22h37’09” e la russa Irina Masanova 22h50’51”, precedendo il primo uomo, il francese Florian Robin 24h44’11”.
Tra
gli italiani spicca la prestazione di Sara Pastore arrivata al 14° posto
assoluto e 6^ tra le donne in 30h44’46”.
Da
menzionare anche Fabrizio Severini arrivato al traguardo in 35h56’13” e di
seguito approfondiamo la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Come
hai scelto questa gara?
Dopo la 9 Colli Running 200km portata a termine lo scorso anno, avendo
vissuto forti emozioni prima, durante e ancora di più, dopo aver tagliato il
traguardo, ho subito pensato che questo tipo di competizioni mi rafforzano
mentalmente e lasciano ricordi indelebili.
Lo
scorso anno, seguii i live di 2 Italiani che si cimentarono in questa
competizione, portandola a termine tutti e 2, fu bellissimo seguire le loro
gesta, anche se non li conoscevo personalmente. Da lì scattò una molla nel mio
cervello di ultramaratoneta. Essendo di origini francesi, pensai subito che
sarebbe stato bello alzare l'asticella, e farlo nel paese dove sono nato.
Il 21 e 22 Maggio 2022, all’ultramaratona Nove Colli Running Fabrizio Severini si classificò al 7^ posto assoluto in 27h05′04″, alla sua prima partecipazione. E così l’appetito vien mangiando e si decide di aumentare gradualmente l'asticella.
È andata come previsto? Assolutamente sì, il mio unico obbiettivo era riuscire a portarla a termine entro le 37 ore disponibili, la classifica in questo tipo di gare passa in secondo piano, salvo veri fuoriclasse della specialità.
Gli ultramaratoneti sono alla ricerca di gare difficili e sfidanti per cercare di poterle portare a termine nei tempi previsti, superando ogni cancello di tempo eventualmente previsto lungo il percorso.
Criticità? La difficoltà del percorso! Km e km di salite interminabili, con pendenza media delle salite di almeno il 7%. Senza parlare del meteo, che durante la giornata ci accompagnava con un sole cocente e delle temperature tra i 28 e 30 gradi, poi raggiunto il colle dei 1400 mt in piena notte, un bel temporale e un forte abbassamento di temperatura ci ha messo a dura prova. Ma il peggio è venuto il giorno dopo, quando dopo 180 km è di nuovo uscito il sole, che ci ha veramente piegato in 2. Mancavano 37 km di cui 10 km di ulteriore salita molto impegnativa. Eravamo in 3 italiani, ci siamo guardati con disperazione, ma siamo andati avanti con tutte le nostre forze, come avevamo fatto fino a quel momento, portando a termine questa dura prova.
Un percorso molto impegnativo con condizioni climatiche averse che mette a dura prova ma gli ultrarunner si mettono in gioco e sono disposti ad affrontare e gestire tutto per arrivare fino alla fine e poter raccontare le loro imprese da qualcuno considerate pazzie ma che fa sa cosa li spinge a queste sfide.
Cosa lasci in Francia e cosa porti via? Porto a casa tante emozioni vissute, iniziando dalla cena pre-gara in un tendone da sagra paesana, alla colazione alle 4 del mattino con tazzone di caffè da 1 litro e pane baguette fresca. Alla partenza, ore 6 del sabato mattina c'era un'atmosfera quasi magica in mezzo a quelle montagne con mille cinguettii della natura. Ho vissuto tante forti emozioni, innanzitutto riprendere a parlare la lingua della terra, dove sono nato e vissuto fino a 10 anni, potendo comunicare con tutti i membri adorabili dell'organizzazione e staff, e con tanti atleti francesi conosciuti nel panorama mondiale di questa disciplina.
Cosa lascio? Sforzi estremi ma tanta gioia per aver vissuto un'esperienza del genere e in quel posto. Un pezzettino di cuore è rimasto lì.
A chi la dedichi? Questa la dedico solo ed esclusivamente alla mia Adorata Mamma, che ha sempre creduto nel mio successo finale, glielo avevo promesso per i suoi 80 anni appena compiuti. Lei voleva vedermi col Basco da finisher e non potevo deluderla.
Cosa hai scoperto di te in questa gara? Ho scoperto che il Parco Regionale dell'Ardèche è solo in salita, sembra una battuta ma credetemi era un percorso davvero duro. Di me, diciamo che è stata la conferma di ciò che avevo vissuto lo scorso anno alla 9 Colli Running, la voglia forte di raggiungere il traguardo a tutti i costi. Ho confermato a me stesso di essere compatibile con questo tipo di gare.
Quali allenamenti sono stati fondamentali? A differenza dello scorso anno quando preparavo la 9 Colli Running, quest'anno mi sono stressato molto meno e mi sono goduto la preparazione senza ammazzarmi come ho fatto per la 9 Colli. Mi sono fatto dei bei collinari la domenica, ma più che altro ho cercato di fare gare di qualità, impegnative e lunghe, nei mesi precedenti puntando ai piazzamenti.
Cosa e chi ha aiutato in questa gara? Nei mesi precedenti a questa gara, mi sentivo spesso con Alisia Calderone, ultramaratoneta blasonata per aver partecipato e concluse molte di queste battaglie estreme. Abbiamo pensato che forse avremmo potuto tentare di fare la gara insieme, pensando che l'unione rafforza. E così è stato, siamo partiti molto cauti, Alisia, Damiano amico di Alisia e io. Siamo riusciti a rimanere uniti fino al grande traguardo, ci siamo aiutati l'uno con l'altro, ognuno ci metteva del suo, tra risate e momenti di difficoltà. Credo sia stata la carta vincente di ognuno di noi.
Con Fabrizio vi erano anche Damiano Ardagna e Alisia Calderone arrivati subito dopo con i rispettivi crono di 36h00’47” e 36h00’48”.
La collega psicologa e psicoterapeuta Alisa Calderone risulta essere una fortissima ed esperta ultramaratoneta capace di concludere lunghissime e durissime gare di ultramaratona, tra le quali: 10-17 settembre 2017, Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta in 5 giorni 23h58’19”; 19-20 maggio 2018, Nove Colli Running 202.4km in 27h40’07”; 27-29 aprile 2019, UltraMilano-Sanremo 285km in 45h26’00”; 29.04-01.05.2022, Ultrabalaton 210km (HUN) in 30h28’06”.
Cosa dicono familiari e amici di questa trasferta? Diciamo che quando racconto ciò che abbiamo vissuto, vedo una sorta di ammirazione per ciò che abbiamo avuto il coraggio di affrontare. I miei familiari mi sono sempre molto vicini in queste gare. Ormai anche loro col passare degli anni, hanno acquisito esperienza sulle parole giuste da usare durante la gara e dopo, per farmi sentire bene e soddisfatto.
È importante essere sereni in queste trasferte molto lontani da casa con il pubblico a casa che sostiene e supporta.
Quali qualità hai dimostrato in questa gara? Innanzitutto, la gestione delle forze e credo la forza mentale che in certi frangenti diventa di fondamentale importanza.
La tua parte più difficile della gara? Negli ultimi 50/60 km, le salite si facevano sempre più difficili, anche per la stanchezza accumulata durante le 24/30 ore che avevamo corso. Per di più il caldo tremendo non ci è stato d'aiuto.
Gare lunghissime dove la stanchezza potrebbe mettere fuori gioco gli atleti ma bisogna cercare di essere sempre abbastanza lucidi da poter avanti con coraggio, fiducia e resilienza.
Come hai superato eventuali crisi e difficoltà? Se devo essere sincero, non ho mai avuto crisi né in questa gara né alla 9 Colli lo scorso anno, ma la più grossa difficoltà erano i dolori muscolari, che hanno iniziato a farsi sentire già dopo 60 km. C'erano salite lunghe e con pendenze importanti, le nostre gambe non avevano un attimo di tregua, tra salite e discese era un cambio ritmo continuo. Pianure non esistono in Ardèche!
Gli ultramaratoneti non temono condizioni avverse, fatica e salite ma sono propensi ad affrontare tutto momento per momento, con coraggio, un passo alla volta.
Un messaggio per invitare a fare questa gara? Sinceramente la consiglierei a chiunque, per l'organizzazione impeccabile, la simpatia dei Francesi nei nostri confronti e per i paesaggi mozzafiato che attraversi durante tutto il viaggio. Ma vorrei aggiungere, che è una gara molto difficile, quindi chi volesse tentare, deve comunque avere una buona esperienza in questo tipo di competizioni. Una buona preparazione psicofisica, e di non tralasciare nessun particolare nell'avvicinamento dell'evento.
Prossimi obiettivi? Anche se il mio obbiettivo per il 2023 l'ho raggiunto, non si può stare fermi a lungo, quindi ho già messo in calendario qualche gara. La prossima sarà la 6 h di Roma 1'8 luglio, poi il 30 Luglio parteciperò alla 50 km del Gran sasso e il 21 ottobre sarò alla mia 3^ partecipazione alla Hybla Major 100 km nella splendida Val di Noto. Poi si vedrà.
Tanti obiettivi comuni a tanti altri ultramaratoneti, ci sarò anch’io alla 6 ore di Roma con partenza a mezzanotte e spero di esserci alla bellissima 50km del Gran Sasso.
Sogni da realizzare? Fondamentale sarà essere sempre in salute e non smettere mai di credere in noi stessi. I sogni sarebbero molti, ma difficile sarà poterli realizzare tutti, ma di sicuro un passo alla volta arriverò a coronare tanti piccoli desideri e non solo nella corsa. Come dice un mio caro amico: ‘Chi vivrà vedrà!’.
Ci pensi alla Spartathlon? Milano Sanremo? 200 km in 24h? Ci penso sii!!! Ogni vero ultramaratoneta sogna quei traguardi, ma bisogna sempre rimanere umili e fare ciò che ci è possibile fare, senza spavalderie e improvvisazioni. Ora voglio recuperare totalmente, perché queste gare ti prosciugano a livello emotivo e fisico. Una volta che mi sentirò di nuovo l'impulso di voler fare un'altra grande impresa, sceglierò la gara giusta. Di sicuro nel 2024 qualcosa di simile farò. Grazieeee.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
Nessun commento:
Posta un commento