Tornare a vincere la Trans D'Havet per
me significa veramente tanto
Matteo SIMONE
Il 22 luglio 2023 si è svolta la 12^ Trans d'Havet 80km trail e il vincitore assoluto è stato Roberto Mastrotto in 9h44’37”, precedendo Simone Vigolo 10h02’44” e Luca Zamagni 11h03’01”.
La
gara femminile è stata vinta da Cristiana Follador in 12h51’54”, precedendo
Giorgia Nichetti 13h12’42” ed Elisabetta Pozza 14h21’30”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza del vincitore Roberto
(A.S.D. Team KM Sport / Team la Sportiva9 attraverso risposte ad alcune mie
domande.
Complimenti per la vittoria, cosa significa per te vincere
la Trans d’Havet? Ciao
Matteo, grazie mille! Tornare a vincere la Trans d'Havet dopo il 2018 per me
significa veramente tanto. In primis perché TdH per me significa sentieri di
casa, significa raccordare in una linea perfetta tutte le Piccole Dolomiti da
Piovene a Valdagno. Ma anche e soprattutto perché in questi anni ne sono
intercorse di cose nel mezzo e dopo tutto non era per niente scontato tornare a
tagliare quel nastro in centro a Valdagno, men che meno sotto le 10h. Posso
semplicemente dire di essere felice come un bambino per questa cavalcata in
Piccole, mi sono divertito dal primo all'ultimo metro.
Te
lo aspettavi? Criticità? Allora diciamo che avevo dichiarato di voler provare a stare attorno
alle 10h di gara, magari qualche minuto sotto. Quello era l'intento, ma tra il
dire e il fare c'era di mezzo una Trans d'Havet. Nel 2018 chiusi in 9h:37' che
di per se era un crono per me impensabile, ma conseguito su un percorso gara
modificato qua e la per il temporale e la grandine presa durante la notte in
particolare sul Novegno e sulle 52 Gallerie del Pasubio. Quest'anno 9h:44' sul
percorso originale e leggermente incattivito dalle crestine di Montefalcone mi
lascia veramente contento. La gara è filata più pulita del previsto, ben
gestita fino a metà per poi giocare le cartucce buone da Campogrosso in poi. Le
temperature hanno aiutato dopo il temporale che ha sfogato giusto prima della
partenza, quindi direi che meglio di così non poteva proprio andare.
Una bella vittoria, bissando la
precedente del 21 luglio 2018 quando vinse in 9h37’32”, precedendo Yanez
Borella 10h20’02” e Alessio Zambon 10h23’16”. Una bella conferma di uno stato
di forma fisica.
A
chi la dedichi? Dedico
questa vittoria ai miei nonni, che non son più qui con me e a mia nonna che
purtroppo da qualche settimana è costretta a letto. La dedico a loro che mi
seguono sempre sulle vette di casa.
Cosa
porti con te? Porto
con me le farfalle nello stomaco che accompagnano ogni pre TdH, l'immagine
delle frontali in lontananza sulle Gallerie del Pasubio, delle prime luci
dell'alba che illuminavano il Gruppo del Carega e le decine di manifestanti che
mi hanno accolto in quell'ultima striscia di sanpietrini all'arrivo.
Quando si gareggia in casa, le
sensazioni e le emozioni sono forti e intense e si fanno viaggi tra sentieri e
montagne ma anche viaggi interni tra ricordi piacevoli e commoventi sentendo l’affetto
e il calore dei propri cari.
Cosa
pensano familiari e amici di questa vittoria? Hanno tutti condiviso con me la gioia di
questo traguardo. Mia moglie, i miei genitori, mio fratello all'arrivo e mio
zio che mi ha seguito come sempre lungo tutta la notte ai vari ristori. Il
merito è in parte anche loro.
Dietro l’atleta c’è uno squadrone di
persone che si preoccupa, fa il tifo, sostiene, aiuta l’atleta a fare le cose
nel miglior modo possibile, una grande gioia e soddisfazione per tutta la
famiglia unita in un giorno festoso e glorioso.
Il
momento più difficile? Eventuale crisi? All'imbocco dell'ultima infinita discesa da Cima Marana mi sono fidato
un secondo troppo di una roccia bagnata e sono finito a terra di schiena
rovinosamente. Li ho pensato di essermi veramente fatto del male. Per fortuna
scossa la paura di dosso, due pacche sul culo e mi sono rifiondato nuovamente
giù per i sentieri. Sicuramente questi è stato il momento più delicato della
gara.
Gare di ultratrail sono lunghissime e
difficilissime per il clima atmosferico che può essere alquanto avverso, per i
percorsi che nascondono tante insidie, per la stanchezza che ouò farsi sentire
lungo il percorso, bisogna essere sempre focalizzati, attenti, pronti a reagire
e ripartire, avere tanta adrenalina che nasconde e oscura eventuali dolori e
pensare a chi aspetta al traguardo .
Una
parola o una frase che ti ha aiutato a crederci e andare avanti?
Ripetevo a me stesso durante tutte le
prime fasi della gara: mantieni la calma, la gara è lunga e sai cosa devi fare,
la gara inizia a Pian delle Fugazze. Qui e ora, goditi il momento.
Gare lunghissime ma non bisogna pensare
a tutto il pacchetto ma a godersi e far bene paso dopo passo, considerando che
si può affrontare tutto, passa tutto, fidandosi di se stessi e ricordando
quello che di buono si è fatto in precedenza.
Prossimi
obiettivi? Ora la testa
è proiettata a Chamonix per il 1 Settembre dove voglio nuovamente ributtarmi in
quell'ottovolante chiamato UTMB, vediamo un po’ cosa saprà regalare quest'anno!
Roberto ha già corso nel 2018 l’Ultra
Trail Tour du Mont Blanc 170km in 24h28’23” e nel 2022 in 24h13’03”.
Matteo
SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230
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