giovedì 31 agosto 2023

Stefano Ardu: Continuo l’attività cestistica a livello amatoriale

 Non bisogna mai mollare soprattutto nelle difficoltà
Matteo SIMONE
 

La pratica dello sport + auspicabile a ogni età, senza scuse ma organizzandosi con il lavoro, tempi e spazi da poter dedicare allo sport individuale o di gruppo.

Di seguito l’esperienza di Stefano attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato sin da piccolo con il nuoto per 3/4 anni per poi avere un piccolo excursus nel calcio che anche a livello amatoriale ho praticato più o meno costantemente nell’arco degli anni. All’età di 10 anni circa ho dirottato le mie voglie sul tennis praticandolo a livello professionistico per poi cambiare radicalmente il target e approdare al basket giocando Campionati Juniores Nazionali e poi militando nelle serie “C” e “D” negli anni a seguire. Tutt’oggi continuo l’attività cestistica a livello amatoriale.
Prossimi obiettivi? Semplicemente di continuare a giocare e divertirmi perché ciò vorrebbe dire che il mio fisico e la mia mente sono in perfetta salute e sintonia. 

Ci sono periodi per far sport per giocare, per conoscere se stessi, per stare all’aria aperta, per conoscere persone e ci sono periodi che si fa sport agonistico per tendere alla performance, per forte motivazione, ottenere riconoscimenti, cercare di battere l’altro, ottenere successi.
Chi e cosa contribuisce al tuo benessere e performance? La voglia di raggiungere nuovi obiettivi e mettersi ogni volta in gioco. Anche un buon gruppo rende l’attività più stimolante.
 
La vita è fatta di prove, esami, mete, sogni, obiettivi da raggiungere, impegnandosi, credendoci, dedicando tempo con determinazione e costanza.
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? 4 anni fa quando durante un torneo avversari molto più giovani di me sono rimasti impressionati dalle performances e dal livello tecnico con cui giocavo sopperendo a una prestazione fisica inferiore alla loro (gli anni passano). Sottovalutato per l’età ma alla fine molti di loro hanno avuto qualcosa da imparare.
La tua gara più estrema o più difficile?
Play out di serie C dove ci giocavamo la permanenza nella serie e nonostante la fine stagione, il caldo, il minutaggio eccessivo in campo sono riuscito a dare tutto fino all’ultimo rimediando negli ultimi secondi un fallo di sfondamento subito con consecutivi tiri liberi che ci hanno permesso di non retrocedere.
 
Negli sport di squadra ognuno cerca di dare il proprio contributo in base alle proprie esperienze, risorse, caratteristiche, qualità, facendo gruppo e condividendo, mete, fatiche, gioie, dolori, soddisfazioni.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? La mia famiglia appoggia la mia scelta di continuare a mantenere una mente sana in corpo sano anche se a volte tolgo degli attimi a loro per dedicarmi alla pratica sportiva. Gli amici…sono sul campo con me.
Quali sensazioni sperimenti nello sport?
Benessere, gioia e complicità.
Un tuo messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? Lo sport è salutare, fa bene alla tua mente, accresce la tua autostima ed è divertente. Quando lo sport è divertimento te lo godi tutto.
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Lo sport dà molto nel senso di benessere totale con te stesso e con gli altri; ti permette anche di condividere momenti di gioia o di tristezza con altre persone e comunque sia di uscirne sempre più forte. Si costruiscono non solo successi sportivi ma anche relazioni interpersonali. Lo sport ovviamente richiede un minimo di sacrificio, e quindi a lungo andare può togliere del tempo ad altre attività ma l’età ti porta anche a gestire le cose e i tempi in maniera più oculata.
 
Bisogna trovare un buon equilibrio nel dedicare tempo a se stessi e agli altri, nel coltivare passioni al di fuori dell’attività lavorativa, familiare, relazionale. Si può fare tutto in considerazione che lo sport aiuta anche a livello mentale a sfogarsi, elaborare, riflettere, trovare soluzioni, progettare ogni giorno.
Cosa hai scoperto di te stessa praticando sport? La voglia di mettersi in gioco ogni volta, la consapevolezza di quali sono i limiti fisici da gestire e soprattutto la competizione che ti porta comunque a dare il meglio di te stesso e nel mio caso, sono abbastanza timido di carattere, di uscire allo scoperto e aprirmi verso l’esterno in maniera più disinvolta rendendomi quasi del tutto estroverso.
 
La pratica di uno sport permette di conoscere a fondo se stessi rapportandosi con gli altri, scoprendo proprie capacità, incrementando fiducia in sé, raggiungendo obiettivi difficili ma non impossibili, credendoci e impegnandosi.
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare?
Sicuramente; sia in età più giovane che tuttora ci sono stati momenti in cui ho dovuto forzare di più e spingermi oltre le mie possibilità. Per fortuna non ci sono state ripercussioni a livello muscolare o infortuni.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Ritengo che ogni persona sia differente da un’altra e di conseguenza anche l’aspetto mentale possa esser diverso. Penso che in ogni caso un “aiuto” esterno possa sempre apportare benefici.
Sogni realizzati e da realizzare? Mi sono tolto molte soddisfazioni e ricevuto molte gratificazioni durante la mia vita sportiva agonistica e nonostante potessi avere delle aspettative maggiori la scelta di non andare oltre è stata mia e per le mie aspettative lavorative sin dall’infanzia.
Ti ispiri a qualcuno?
Onestamente no. Penso solo ad essere me stesso sempre, anche come punto di riferimento
Che significato ha per te la vittoria e la sconfitta? In ambedue i casi il significato non differisce di molto: sono sempre dei momenti di crescita. La vittoria ovviamente ti dà grosse emozioni positive ma allo stesso tempo ti porta già a pensare alla prossima partita e sfida: cosa fare di più per continuare a vincere? La sconfitta ti deve portare a pensare dove hai sbagliato e cosa devi fare per migliorare e non commettere lo stesso errore. Quindi le vedo tutte e due come momenti di riflessione per poter individuare i punti su cui lavorare per tendere al meglio e al massimo.
Quali sono gli ingredienti del successo?
Allenamento e tanta determinazione. Non bisogna mai mollare soprattutto nelle difficoltà. Senza il “sudore” non si raggiungono traguardi e successi.
 
Bisogna essere pronti a tutti, a vincere ma anche a perdere, tutto serve, tutto ha un senso. La vittoria aiuta a trovare la voglia di continuare a impegnarsi duramente ogni giorno per consolidare il proprio stato di forma, la sconfitta aiuta a trovare criticità da migliorare, l’infortunio aiuta a riflettere, a fare diversamente, a essere pazienti e fiduciosi di risolvere e ritornare più fiduciosi riprendendo sogni sospesi e rimodulando obiettivi, mete, sogni.
 
Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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