giovedì 26 febbraio 2015

L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età

L' Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le “Global recommendations on physical activity for health” (Raccomandazioni globali sull’attività fisica per la salute).
Questo documento indica i livelli di attività fisica raccomandati per la salute nelle fasce d'età 5-17 anni, 18-64 anni e over65. Le raccomandazioni sono orientate alla prevenzione primaria delle malattie cardiorespiratorie, metaboliche, muscolo-scheletriche, tumorali e dei disturbi depressivi.
L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età: nei bambini promuove uno sviluppo fisico armonico e favorisce la socializzazione, mentre negli adulti diminuisce il rischio di malattie croniche e migliora la salute mentale. Non è mai troppo tardi per iniziare con l’attività fisica. Per gli anziani, i benefici riguardano l’autonomia funzionale, la diminuzione del rischio di cadute e di fratture e la protezione dalle malattie correlate all’invecchiamento.
L’attività fisica tesa al benessere fisico e sociale, non solo quale sport per raggiungere prestazioni eccellenti, non solo sport come performance ma anche come promozione della salute, prevenzione ed aggregazione sociale.

Psicologia e sport per il benessere e la performance nella pratica sportiva

Matteo SIMONE

La Psicologia dello Sport (PdS) è una disciplina che si è sviluppata a partire dalla seconda metà degli anni ’60.

Primo congresso mondiale di Psicologia dello Sport venne tenuto a Roma nel 1965.
In tale occasione venne fondata la prima Società Internazionale di Psicologia dello Sport, l’International Society of Sport Psychology (ISSP), e Ferruccio Antonelli ne fu eletto presidente.
American Psychological Association, Division of Exercise and Sport Psychology (APA Division 47)
La psicologia dello sport è un campo multidisciplinare che interseca la psicologia, le scienze dello sport e la medicina.

martedì 24 febbraio 2015

Per dire ancora una volta NO AL DOPING

Aumentano sempre di più i messaggi e le iniziative per combattere l’epidemia del DOPING che cerca di sconfiggere lo sport. Ma lo sport praticato in maniera corretta e con il rispetto delle regole fa tanto bene per la salute psicofisico e quindi è importante da parte di tutti, cittadini, associazioni ed istituzioni mobilitarsi per una corretta informazione e sensibilizzare alla pratica dello sport quale attività aggregativa e senza scorciatoie.
Nel libro “Mondo doping” sono riportate spontanee dichiarazioni che il 13 dicembre 2001 Barbi riportata ai Carabinieri dei NAS: “Sono un atleta della maratona già appartenente alla Società Cover di Verbania ed alla nazionale Italiana di atletica. Sono stato trovato positivo al test epo ai controlli antidoping agli scorsi mondiali tenutisi nell’agosto 2001 in Canada ad Edmington. In relazione a tale positività mi è stata inflitta, dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera e dalla Federazione Internazionale, una squalifica di 4 anni. Questo episodio ha cambiato la mia vita: al di là dell’allontanamento dallo sport che amo mi ha profondamento colpito anche per motivazioni di carattere morale: ho una bambina di nove anni che sta iniziando ora l’attività atletica, voglio quindi contribuire a farla crescere in un mondo sportivo pulito ed allo stesso tempo voglio riacquistare il più possibile la credibilità ed il rispetto dell’opinione pubblica. Per questo ho deciso di rivolgermi a qualcuno per raccontare il reale svolgimento dei fatti e tutto quello che è a mia conoscenza sulla piaga del doping, con la speranza di contribuire a migliorare le cose. Ho fatto uso di eritropoietina per migliorare i miei risultati sin dal giugno 1998, prima della maratona di New York nella quale mi qualificai 6°.”

La formulazione degli obiettivi e la motivazione

Matteo Simone 21163@tiscali.it   

Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso. William Hart

Preparazione mentale: periodo di attento monitoraggio del contesto in cui si opera. Un programma di Allenamento Mentale deve essere sviluppato insieme all’atleta individuando le sue specifiche potenzialità e/o problematiche analizzando i suoi vissuti.
“Alleanza”
Necessario:
-       stabilire una sorta di “alleanza” sia con gli atleti che con l’intero staff;
-       la presenza di un clima di fiducia e di collaborazione reciproca con l’atleta e con le varie figure dell’equipe;
-       coinvolgere anche l’allenatore, il preparatore atletico e gli altri professionisti

giovedì 12 febbraio 2015

Lo psicologo non ha la bacchetta magica

Può succedere che prima dell’inizio di una competizione sportiva o durante la competizione in un momento decisivo come può essere un canestro o un rigore, l’atleta possa avere delle sensazioni che ritiene negative: spiacevoli, disturbanti, di ansia eccessiva, di troppa tensione, di paura, di blocco.
Queste sensazioni possono derivare da diverse cause consce o inconsce.
Ad esempio, l’atleta può competere con atleti ritenuti più forti di lui, può competere dopo un periodo di infortunio e non sentirsi sicuro di esprimersi in una prestazione eccellente, può sentire le pressioni di alcune figure del suo staff o di persone per lui ritenute importanti.

Lo sport è un’esperienza utile a fortificare il carattere

Ci sorprendiamo ad apprendere che anche i disabili praticano sport, abbiamo difficoltà ad immaginare come possano fare a superare le proprie disabilità per praticare un determinato sport, per esempio il calcio praticato dai non vedenti, oppure il basket in carrozzina, eppure il disabile riesce ad eccellere nello sport, ed è anche determinato nei suoi obiettivi, riesce ad ottenere i successi prefissati grazie alla sua capacità, alla sua determinazione, alla sua voglia di emergere, di stare con gli altri, di dimostrare il suo valore, di riscattarsi, comunque tutte motivazioni che si riscontrano negli sportivi non disabili, e succede che anche alcuni atleti disabili facciano uso di sostanze dopanti, così come molti atleti disabili mostrino il loro fairplay come il pluricampione Alex Zanardi, che è un esempio per tutti. (1)
In un’intervista a cura di Marisa Vicini fatta a Paolo Barbera emerge l’importanza dell’attività sportiva. Paolo perde la vista a 13 anni in seguito a uno schizzo di calce chimica che gli ustiona gli occhi danneggiandoli in modo irreversibile. Subisce 21 interventi, fra cui un trapianto bioingegneristico di cornea che gli consente di recuperare parzialmente la visione da un occhio. A 17 anni esordisce nell’atletica leggera con i 400 metri, si specializza più tardi nel mezzofondo - 800 e 1500 - e cambia infine specialità passando al fondo; attualmente si dedica a maratona e mezza maratona. Ha collezionato sei uscite internazionali - tra mondiali, europei e una Paralimpiade - che gli hanno portato due argenti e un oro.

Obiettivi nello sport e nella vita

La pratica di darsi obiettivi
Fai un programma dei tuoi prossimi obiettivi, cosa vuoi raggiungere in ordine prioritario e temporale?  E come? Cosa sei disposto a fare, a rinunciare, a sacrificare? Cosa devi evitare o devi fare per raggiungere i tuoi obiettivi? Qual è il costo? Ne vale la pena? (2)
Solo con una chiara e dettagliata idea di quelli che sono i tuoi propri obiettivi la mente riesce ad organizzare  comportamenti in funzione del raggiungimento dell’obiettivo stesso.
E’ necessario innanzitutto formulare obiettivi: a BREVE TERMINE, fissare un determinato risultato da raggiungere entro uno o due mesi; a MEDIO TERMINE, periodo di 6 mesi, deve essere il risultato di una serie di obiettivi a breve termine; a LUNGO TERMINE, può essere fissato in un periodo di un anno e comprende la pianificazione di un'intera stagione.
Un esempio di obiettivo a lungo termine lo dichiara, ad un’intervista, Roberto Rugo, responsabile del settore giovanile della Scaligera basket targata Tezenis: “Qual è il vostro obiettivo a lungo termine? Sicuramente non quello di primeggiare in città, né quello di ottenere risultati di squadra. L’obiettivo è di costruire giocatori per le categorie senior: dalla Legadue ai campionati regionali. La problematica maggiore oggi è che i ragazzi che escono dalle giovanili, non sono pronti per le categorie senior: sia come impegno, che come approccio mentale. (3)
I PRINCIPI DEL GOAL SETTING

Translate