Un grande Vito Rubino, capace di portare a termine una grande impresa
grazie anche al suo equipaggio coordinato dalla moglie Palas che si sono presi
cura di lui fino alla fine della Race Across America (RAAM). Trattasi di una
gara di ultraciclismo più dura al mondo, bisogna attraversare tutto il
territorio degli Stati Uniti per una lunghezza di 3.004 miglia che corrispondono
a 4.800 km in un tempo massimo di 12 giorni chi ci riesce è un eroe. Vito ci è
riuscito in 11 giorni e mezzo.
Questo è significato per lui fare 12 giorni e notti di vita con la
bicicletta, dormire il meno possibile, minuti, qualche ora, da due a tre ore al
massimo. Significa pedalare dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina,
con la luce, con il buio, attraversando tanti tipi di territori, con diversi
climi, ed avere un pensiero fisso pensare al traguardo, pensare a portare a
termine la gara, pensare a tutto quello che si è investito in questa gara, in
termini di allenamenti, di preparazione atletica, mentale, programmazione a
tavolino delle varie tappe, delle varie difficoltà, i rischi che si potevano
correre, quello di cui doveva fare attenzione.
Ora che è arrivato ed ha portato a termine questa impresa per Vito c’è
bisogno di tanto recupero, di rieducarsi alla vita quotidiana, dormire comodo
in un letto, mangiare un pasto completo a tavola, e tante altre cose che si è
dovuto privare durante questa competizione estrema. Ho fatto alcune domande a Vito
sulla sua recente esperienza, ecco di seguito cosa racconta di se stesso.