Pietro Salcuni, nato a Monte S. Angelo, all’età
di 61 anni si definisce piccolo ultramaratoneta, perché ha tanta strada da fare
per esplorare il mondo delle ultramaratone: “Sono un piccolo ultramaratoneta,
sono ancora a 35 e nel giro di un mese arriverò a 37.”
Per lui essere
ultramaratoneta significa amare correre per tante ore. Cosa significa per te
essere ultramaratoneta? “Un podista che gli piace correre anche per tante ore”.
Ha iniziato piano piano ad allungare il chilometraggio in gara,
appassionandosi sempre di più alla corsa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Ho cominciato con le gare di10 km poi pian piano ho
deciso di correre una maratona e da li sempre gare con più km”.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Ho cominciato con le gare di
Cosa ti motiva
ad essere ultramaratoneta? “La passione per la corsa”.
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “Si sempre, ad ogni
gara, ma poi arrivati al traguardo si pensa subito alla prossima”.
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Si ad un trail sono caduto, ed ho pensato di aver finito di correre, sono stato fermo un mese e poi di nuovo sulla strada.”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Si ad un trail sono caduto, ed ho pensato di aver finito di correre, sono stato fermo un mese e poi di nuovo sulla strada.”
Pietro non molla durante le
sue lunghe gare fatica ma poi al traguardo pensa già alla prossima gara, gli
capita anche di cadere ma si rialza e prosegue avanti per raggiungere le su
mete, i suoi ardui obiettivi.
Cosa ti spinge a continuare ad essere
ultramaratoneta? “In primis la gioia di correre e di
conoscere posti e podisti e di condividere gioia e fatica.”
Con la corsa Pietro sperimenta gioia ed ha l’opportunità di andare in giro per partecipare a gare e per conoscere nuovi amici podisti compagni di gara e di avventure e piacevolmente condivide gioie e dolori delle lunghe distanze di corsa assieme.
Con la corsa Pietro sperimenta gioia ed ha l’opportunità di andare in giro per partecipare a gare e per conoscere nuovi amici podisti compagni di gara e di avventure e piacevolmente condivide gioie e dolori delle lunghe distanze di corsa assieme.
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “Si ho partecipato a due gare da 100 km e credo che per me
sia il limite, ma mai dire mai.”
Per ora, per il momento, Pietro ha
individuato le gare della distanza di 100km come suo limite, ma non si sa
mai, un domani potrebbe provare anche distanze superiori.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “I meccanismi sono la determinazione e la voglia di portare a termine una gara per poter gioire al traguardo, una gioia che ti gratifica la mente e ti aiuta ad andare avanti nella vita.”
Tante scoperte in queste lunghe gare considerate estreme, Pietro scopre la sua forte determinazione nell’allenarsi bene, nel prepararsi per affrontare queste lunghissime gare e poi la soddisfazione di essere arrivato al traguardo è notevole e sperimenta gioia che gli permette di andare avanti nella vita di tutti i giorni.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme? “I meccanismi sono la determinazione e la voglia di portare a termine una gara per poter gioire al traguardo, una gioia che ti gratifica la mente e ti aiuta ad andare avanti nella vita.”
Tante scoperte in queste lunghe gare considerate estreme, Pietro scopre la sua forte determinazione nell’allenarsi bene, nel prepararsi per affrontare queste lunghissime gare e poi la soddisfazione di essere arrivato al traguardo è notevole e sperimenta gioia che gli permette di andare avanti nella vita di tutti i giorni.
Quale è stata la tua gara più estrema o
più difficile? “Oltre alla 100 km è stato un trail di 75 km gara massacrante per il
fisico, distruttiva, ma al 30
km sono caduto, però quest'anno ci riprovo.”
Come dicevo
Pietro è uno resiliente, non molla, è caduto l’anno scorso durante un trail di
75km, quindi un ultratrail e quest’anno ci riprova, con più esperienza dalla
sua parte, con più attenzione.
Una gara estrema che ritieni non poter riuscire a portare a termine? “Gara
estreme c'è ne sono tante, per adesso non sono pronto mentalmente a superare i 100 km chissà un giorno.”
Come diceva Pietro per ora il suo limite, la sua asticella l’ha posizionata
alle gare della lunghezza di 100km e quindi sono queste le gare che per lui
sono considerate più estreme, ma non si sa mai che un domani decida di
prepararsi per fare un salto e decida di spostare l’asticella, staremo a
vedere.
C’è una gara estremi che non faresti mai? “Si la sei giorni.”
Ci sono gare
infinite, dove si corre per tanto tempo, fino anche a 6 giorni, e Pietro
considera questa tipologia di gara non adatta a lui, non farebbe mai una gara
del genere. E’ importante avere le idee chiare e capire cosa si vuole fare e
cosa si può fare.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in
avanti i limiti fisici? “La voglia di vedere il fisico e la
mente di un uomo dove può arrivare.”
Pietro è alla continua scoperta di se e delle capacità umani fisiche e mentali, quindi continua a sperimentare i l suo fisico e la sua mente in queste gare della lunga distanza per mettersi alla prova giorno dopo giorno, ma sempre con attenzione.
Pietro è alla continua scoperta di se e delle capacità umani fisiche e mentali, quindi continua a sperimentare i l suo fisico e la sua mente in queste gare della lunga distanza per mettersi alla prova giorno dopo giorno, ma sempre con attenzione.
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare
estreme? “Nessuno è d'accordo, mi assecondano.”
Come succede a tanti altri
ultramaratoneti, molti famigliari o amici non sono d’accordo su questa scelta
di prolungare lo sforzo fisico sempre più in la, di allenarsi sempre più ore,
di partecipare a gare sempre più estreme, non conoscono bene il senso di
questo sport duraturo, ma considerando il benessere che sperimentano gli atleti
in genere assecondano e supportano queste scelte.
Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Provare nuove
emozioni.”
Questo tipo di sport di endurance permette di sperimentare sensazioni ed emozioni da condividere con amici e parenti e questo diventa una delle motivazioni principali.
Questo tipo di sport di endurance permette di sperimentare sensazioni ed emozioni da condividere con amici e parenti e questo diventa una delle motivazioni principali.
Ti va di raccontare un aneddoto? “Certo, alla mia prima 50
km ho avuto il supporto di una collega con la bici, il
percorso era composto di salite e discese, verso il 40° km incominciava la discesa,
chiedevo all'amica ‘ma la discesa quando incomincia?' Lei mi rispose dicendomi
che la discesa era cominciata da tempo, praticamente non ero più in condizioni
mentali perfette".
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
diventare ultramaratoneta? “Di essere molto paziente, nelle gare
estreme bisogna avere tanta pazienza per arrivare al traguardo, e non avere
fretta”.
Questa disciplina sportiva che comporta uno sforzo fisico per tante ore prima di giungere alla fine della competizione aiuta ad essere calmi e pazienti, riesce chi utilizza un approccio meditativo, riesce che si focalizza sul qui e ora e passo dopo passo va avanti, chilometro dopo chilometro, ristoro dopo ristoro, senza fretta godendosi il momento presente, il panorama, gli amici di avventura, è una formazione personale.
Questa disciplina sportiva che comporta uno sforzo fisico per tante ore prima di giungere alla fine della competizione aiuta ad essere calmi e pazienti, riesce chi utilizza un approccio meditativo, riesce che si focalizza sul qui e ora e passo dopo passo va avanti, chilometro dopo chilometro, ristoro dopo ristoro, senza fretta godendosi il momento presente, il panorama, gli amici di avventura, è una formazione personale.
Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “La vita ti cambia, i
familiari sono orgogliosi, anche se ti dicono non esagerare, pensa sono
riuscito a far correre in un periodo tutta la famiglia, si lavora meglio
pensando che la domenica sarai in giro a gareggiare.”
Come dicevo questo sport aiuta ad andare avanti nella vita, il lavoro non è più preoccupante perché sai che dopo hai a disposizione la ultracorsa che ti aiuta ad elaborare le difficoltà giornaliere.
Come dicevo questo sport aiuta ad andare avanti nella vita, il lavoro non è più preoccupante perché sai che dopo hai a disposizione la ultracorsa che ti aiuta ad elaborare le difficoltà giornaliere.
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Uso degli integratori a base
di carboidrati e maltodestrine, aiutano i muscoli nei momenti di affaticamento”
Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali? “Faccio la prova di sforzo, da un cardiologo.”
E’ importante integrarsi bene quando si fa uno sport prolungato ed è anche importante farsi monitorare da medici competenti.
Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali? “Faccio la prova di sforzo, da un cardiologo.”
E’ importante integrarsi bene quando si fa uno sport prolungato ed è anche importante farsi monitorare da medici competenti.
E’ successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva?
“Si perché sono sottopeso almeno di 5 kg ed ho 61 anni, però io sto bene così,
correre è la mia passione”.
Hai un sogno nel cassetto? “I sogni sono tanti, per il momento va bene così, continuo a sognare anche
perché si vive meglio”.
Ringrazio Salcuni Pietro per le sue
risposte molto gradite che mi aiutano a conoscere meglio il mondo degli
ultramaratoneti e che mi dà più elementi utili per la stesura dei miei libri.
Un’intervista a Pietro di alcuni anni fa è
riportata nel libro “Ultramaratoneti e gare estreme” edito Prospettiva
Editrice.
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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