Il trail running è una specialità della corsa a piedi
che si svolge su sentieri in natura (montagna, deserto, bosco, pianura e
collina) con tratti pavimentati o di asfalto limitati, che al massimo e in ogni
caso non devono eccedere il 20% del totale della lunghezza del percorso.
Trattasi di uno sport di
corsa a piedi ma non in piste di atletiche e nemmeno su strade, bensì per
sentieri di montagna e con dislivelli di altimetria.
Il termine trail
significa "traccia", "pista", "sentiero". Nel
1977 fu ufficialmente organizzata una
delle prime corse di trail running, la Western States Endurance Run, gara
di corsa a piedi di 100 miglia (circa 161 km).
Nel panorama dello sport
nazionale ed Internazionale il trail ed a maggior ragione l’ultratrail sono
discipline sportive poche conosciute.
La corsa è idealmente, ma non
necessariamente, in semi-autosufficienza o autosufficienza idrica e alimentare,
e sempre nel rispetto dell'etica sportiva, onestà, solidarietà e nel massimo
rispetto dell'ambiente in cui si corre.
Il trail running è un'attività
autentica nel senso che è praticata in armonia con la natura e con
gli altri, all'insegna della semplicità, della convivialità e del rispetto per
ogni tipo di differenza.
Svolgendosi le competizioni di trail
running in ambienti naturali spesso distanti da centri abitati, ambienti a
volte impervi e soggetti a variazioni climatiche non sempre prevedibili, spesso
gli organizzatori prevedono l'obbligo per i concorrenti, specie nelle gare più
lunghe, di recare con sé del materiale che possa garantire la sicurezza
personale, la sopravvivenza e l'individuazione in attesa di soccorsi nel caso
di incidenti.
Le gare con un percorso di lunghezza
inferiore ai 42 km sono definite trail, mentre si etichettano come
ultratrail quelle con un percorso che invece supera i 42 km.
In alcune principali competizioni di
ultratrail sono considerati obbligatori i seguenti accessori: telo termico, fischietto,
giacca antivento, lampada frontale (per le competizioni che prevedono tratti
corsi di notte), riserva idrica e alimentare (di entità variabile in dipendenza
della lunghezza del percorso e della dislocazione delle stazioni di assistenza).
Esistono zainetti dal peso molto
contenuto detti camel bag che all'interno prevedono anche una
sacca per il trasporto dell'acqua. Il corridore può attingere acqua dalla sacca
tramite un apposito tubicino che fuoriesce dallo zainetto.
Le competizioni più note e rilevanti
per partecipazione e tradizione storica sono in Italia: Lavaredo Ultratrail:
119 km - 5850D+, Le Porte di Pietra: 70 km - 4000D+; 37 - 1900D+;
16 km 780D+ (quest’anno c’è stata la prima edizione della 100km), Tor des Géants: 330 km - 24000D+, Trail del Malandrino: 73 km -
4650D+, Trofeo Kima: 50 km - 4100D+ .
Mentre all’estero ve ne sono tante
altre: Gran Raid du Cro-Magnon: 104 km - 5500D+, Hardrock Hundred Mile Endurance Run: 161 km - 10000D+,Marathon
des Sables: 6 tappe, 251 km, Transgrancanaria:
125 km - 8500D+, Ultra-Trail
du Mont-Blanc: 168 km - 9600D+; CCC: 101 km - 6100D+; TDS:
119 km - 7250D+; OCC: 53 km - 3300D+, Western States Endurance Run: 161 km - 5500D+ 7000D-.
Fra gli ultra-trail più affascinanti
sicuramente c'è il Gran Raid du Cro-Magnon, una gara di circa 104 km,
con 5.400 metri di dislivello positivo e 6.400 metri di dislivello negativo,
l'Ultra-Trail du Mont-Blanc: il percorso si snoda per 168 km nelle valli
attorno al Monte Bianco ed assomma circa 9.000 metri di dislivello
sia in positivo sia in negativo.
Una delle gare più antiche in Italia
risulta essere Le Porte di Pietra di 71 km con D+4000,
che si tiene a Cantalupo Ligure: questa gara vanta l'edizione
"0" il 6 ottobre 2006 (quest’anno c’è stata la prima edizione della
100km). Di soli tre anni di vita ma in veloce crescita il Tor des Géants,
un endurance trail di 330 km lungo le Alte
Vie della Valle d'Aosta e con D+24000 m, considerato uno dei più
difficili al mondo.
Di recente si sono svolti i mondiali di
Ultratrail e la squadra italiana femminile si è classificata al terzo posto
prendendo la medaglia di bronzo, tra le atlete si è distinta con l’undicesimo
posto assoluto Lisa Borzani, alla quale ho fatto alcune domande.
1.
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi
per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze?
“Sono davvero contentissima di
questa esperienza e anche del bel risultato raggiunto con la squadra
soprattutto perché abbiamo dato tutto ciò che potevamo! Un messaggio che
secondo me è bene passare ai ragazzi è che in questo sport, come nella vita, è
importante mettere passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa
perché la cosa importante non è vincere (anche se ciò può far piacere
ovviamente!) ma sentire di ‘aver dato tutto’ quando si taglia il traguardo.
Credo che sia importante passare questo messaggio perché, appunto, la società
di oggi è quella che esalta solo chi APPARE VINCENTE a scapito di chi invece
mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.”
2. Cosa vuoi
dire alle donne del mondo?
“Alle donne del mondo
bhe..mi verrebbe da invogliarle a correre in libertà magari per sentieri ma
immagino che magari a molte di loro possa non piacere questo sport...però , in
generale, potrei dire loro di coltivare le loro passioni siano esse legate allo
sport o ad altro in modo da poter esprimere
il loro modo di essere ed il loro sentire senza dover per forza passare
per gli stereotipi della società di oggi che vuole donne "standard"
assolutamente vincenti, attraenti ed efficienti.”
3. Cosa
cambia ora nella tua vita, nei tuoi obiettivi?
“Nella mia vita non cambia
sostanzialmente niente. Certo che questa esperienza positiva è carburante puro
che regala ancor più motivazione. I miei obiettivi per quest'anno rimangono
quelli che avevo già fissato ad inizio anno cercando di divertirmi sempre e di
avere sempre passione per la mia corsa, proprio come è successo ad Annecy!”
Quindi un atleta mette in gioco non solo
le capacità fisiche ed atletiche ma soprattutto capacità mentali di gestione di
momenti preparatori alla gara, contestuali alla gara, infatti bisogna monitorarsi
momento per momento e capire come ci si sente, come si sta andando, se
l’andatura è quella giusta o è il caso di rallentare un pochetto per riservarsi
energie importanti per concludere la gara. Inoltre c’è da considerare
l’importanza dell’aspetto alimentare, come nutrirsi prima, durante e dopo la
gara, cosa portarsi a seguito: bevande, gel, integratori; sapere se sono
previsti eventuali ristori durante il percorso.
Insomma è uno sport non semplice ma lo
ritengo interessante per mettersi alla prova e fare esperienza di vita. Una metafora
per affrontare la vita giorno per giorno, così come si affronta la gara
chilometro per chilometro con la gioia di correre tra la natura superando
qualsiasi avversità ed apprezzando il bello dell’esperienza con l’intenzione di
apprendere ogni volta se si è aperti al nuovo.
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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