Nella vita si fanno delle scelte, molti preferiscono poltrire o restare in una zona di estremo confort per non rischiare un giudizio, una brutta figura, altri per sentirsi vivi devono sentire il proprio corpo, le proprie sensazioni corporee, il cuore che palpita, il respiro affannoso, il sudore colare da proprio corpo, il senso di fame, sete, freddo, caldo, c’è tanto bisogno di sentire.
Dalle risposte alla domanda “Cosa significa per te essere Ultramaratoneta?”
una parte degli atleti ha evidenziato semplicemente il percorrere una distanza
superiore alla maratona mentre un’altra parte ha evidenziato aspetti inerenti
le capacità mentali di perseguire uno sforzo prolungato nel tempo oltre quello
previsto per la percorrenza della distanza di una maratona e le conseguenze
relative, tipo la capacità di saper soffrire, di saper autoregolare le proprie
energie, lo sperimentare nuove emozioni, ecc..
Ma emerge anche l’importanza dello
sperimentare, del far parte di una categoria privilegiata che sa che se
vogliono possono fare tutto nello sport e nella vita.
Riporto di seguito le risposte alla domanda “Cosa significa per te essere
Ultramaratoneta?”:
Vito Rubino: “Fare
gare che durano almeno un giorno intero (12-24h). Significa correre dall’alba
al tramonto senza fermarmi; significa non dormire per correre tutta la notte, e
scoprire un nuovo giorno mentre continuo a correre.”
Vincenzo Luciani: “Un
motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità da
ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie energie
fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata della
prestazione sportiva; una capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e saper
resistere ad uno sforzo prolungato.”
Giuseppe
Meffe: “E’ una modalità importante per conoscersi dal punto
di vista fisico e mentale.”
Mauro
Fermani: “Vuol dire non accontentarsi, aver voglia di
mettersi alla prova, soffrire e cercare di raggiungere altri obiettivi senza
smettere di sognare.”
Ciro
Di Palma: “Ultramaratoneta per me significa andare avanti in
modo lucido, con un obiettivo, passando attraverso sacrifici e difficoltà ma
sempre però attraverso una pianificazione e con metodo.”
Claudio Leoncini: “Non
aver imbarazzo e paura di se stessi; nelle ultramaratone si passano ore e ore
in compagnia solo dei propri pensieri.”
Paolo Zongolo: “Avere
appunto una filosofia differente dal semplice runner, cercare sempre di
spingersi ad affrontare sfide diverse e sempre più dure, ma non per dimostrare
qualcosa a qualcuno, al contrario, l’ultramaratoneta a mio parere cerca di
sorprendere e migliorare se stesso per fortificare mente e corpo.”
Ivan Cudin: “Letteralmente
un podista che pratica corse più lunghe della maratona. Secondo la mia
accezione, significa aver trovato un attività sportiva che mi faccia star bene
e mi regali sensazioni irripetibili, che mi faccia vivere emozioni molto forti
e mi ha aiutato a trovare dentro di me la giusta forza di volontà e convinzione
per superare i momenti di difficoltà.”
Daniele Baranzini: “Significa
perforare il mondo interiore ed esteriore.”
Giuseppe Mangione: “Per me essere ultramaratoneta significa
in primis aver trovato un ottimo equilibrio psicofisico.”
Francesca Canepa: “Significa semplicemente ritenere
possibile correre QUALSIASI distanza. Senza limiti. Significa che il mio
cervello non vede confini, il mio corpo neanche.”
Lisa Borzani: “Nel
senso stretto del termine significa percorrere distanze superiori ai classici
42 k in senso più ampio per me significa amare correre su strada o per sentieri
per un periodo di tempo abbastanza lungo da far entrare in gioco variabili
diverse oltre a quelle della classica ‘gara di corsa’ variabili che riguardano
l’ambiente esterno ma anche il proprio intimo modo di vivere la lunga
distanza.”
Paolo Chersogno: “Significa raggiungere una meta lontana
ottimizzando le proprie risorse a disposizione.”
Filippo Canetta: “Cercare
di fare qualcosa che al momento presente sembra impossibile, impegnarsi, farlo
e poi accorgersi che non era impossibile.”
Pablo Barnes: “Per
me non è niente di speciale, mi
accorgo di essere leggermente diverso solo quando mi trovo con gente che non fa
queste cose, ma ultimamente anche i miei amici sono corridori come me.”
Stefano
Ruzza: “Cercare i propri limiti e provare a spostarli in
là, fisicamente, ma soprattutto mentalmente.”
Roldano Marzorati: “Libertà
di correre con meno tensioni interne ed esterne.”
Roberto D’Uffizi: “Significa
avere la possibilità di effettuare un meraviglioso viaggio dentro noi stessi
dove mente e fisico, in sinergia, cercano di portarti oltre lo stremo.”
Marco Zanchi: “Intraprendere dei viaggi tra la natura
e con solo le tue energie a disposizione.”
Valentina Spano: “Far parte di un gruppo di privilegiati. Sono una persona che ama correre
alla follia, l'ultramaratona è solo il mezzo per raggiungere la felicità.
L'ultramaratoneta secondo me dimentica l'orologio, non pensa più i km uno ad
uno. L'ultramaratona È un modo per prolungare la gioia della corsa.”
Gianluca Di Meo: “Ultramaratoneta non significa per me oltre i 42 km, ultramaratoneta è uno
stato mentale aldilà dei km. È un avventuriero del limite.”
Silvio Cabras: “Per me essere ultramaratoneta significa
riuscire a fare qualcosa che per molti sembra impossibile!”
Dante Sanson: “Avere
disciplina di vita forza di volontà e Benessere mentale e fisico.”
Monica Testa: “Per me essere ultramaratoneta significa
percorrere tantissimi km, e perdere una notte di sonno.”
Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici
e mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio
pensiero dicendo che è il limite che tende all'infinito. Non ci sono ostacoli,
barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua
ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato
collocato. Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un
peregrinare senza meta ,un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un
punto di origine ne di arrivo.”
Vito Todisco:
“Essere ultramaratoneta per me significa essere uno di quelli che vive la corsa
come un sogno da assaporare per un tempo prolungato.”
Gian Paolo Sobrino: “Portare
a termine con estrema disinvoltura gare (o meglio esperienze) molto più lunghe
di una semplice maratona; approcciare una maratona da 42 Km con la
consapevolezza che per me è un corto e non ho problemi a chiuderla.”
Matteo Pigoni:
“Il concetto di ultramaratoneta mi porta la mente alla strada, mentre ultra
trailer mi fa viaggiare nella libertà delle montagne.”
Marco: “Significa non
solo coprire lunghe distanze ma uno stile di vita.”
Giorgio Piras: “Semplicemente
uno cui piace correre per tante ore, confrontarsi con distanze ben oltre la 42
km. e godersi soprattutto la corsa.”
Luca Pirosu:
“Sfiorare la sofferenza con una delle cose che ti piace di più, sembrerà
arrogante, ma ti senti invincibile!”
Susanna Forchino: “Essere
una persona che ha la possibilità di vedere il mondo sotto occhi diversi.”
Alina Losurdo: “Essere
Ultramaratoneta non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42, ma testa,
spostare quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando
dopo tante ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti
chiede di fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e
morire un milione di volte ma ti porta al traguardo".
Andrea Accorsi: “Ecco,
il punto focale è questo. La mia personale interpretazione dell’essere
‘ultramaratoneta’ spazia oltre alla canonica catalogazione numerica di una
distanza. Certamente non si può prescindere da quella, ma credo che
ultramaratoneta sia anche uno stile di vita una visuale del ‘resto’ più
profonda. Restare a lungo con se stessi, con i propri pensieri, con la fatica
attaccata alla pelle crea una membrana visiva nuova, un punto di vista
differente. Questo è l’aspetto che mi ha sempre affascinato e che mi ha
indirizzato naturalmente a percorrere distanze sempre maggiori.”
Marco Gurioli: “Per me significa correre
distanze che superano i 42 Km , ma soprattutto che impegnino la testa e il
fisico per un tempo tale per cui se senta di aver superato degli scogli.”
Julien Chorier: “Il s’agit tout simplement d’être capable d’aborder
un ultramarathon. Savoir se préparer à gérer son allure, son alimentation et
son hydratation sur plusieurs heures de course. (Si tratta
semplicemente di essere in grado di affrontare una ultramaratona. Sapersi
preparare a gestire il ritmo, il cibo e l'idratazione in diverse ore di gara.)",
Roberto Beretta: “Per me significa stare in giro ore per montagne, vivere
me stesso con le mie difficoltà, fare turismo e conoscere un nuovo modo di
vedere il mondo.”
Marco Albertini: “Per me essere un ultramaratoneta significa avere
un’opportunità unica nel suo genere, data la mia “condizione fisica” ahahahah.”
Matteo Colombo: “Correre
con lo spirito del piacere e della libertà, con un pizzico di sano agonismo e
di competizione con me stesso e con gli altri atleti, gare con distanze sopra
la maratona e con dislivelli importanti e notevoli.”
Tutto è relativo, tutto è soggettivo,
tutto è personale, è quello che succede per tanti ultramaratoneti, o
ultrarunner, o ultratrailer che vedono il mondo in modo diverso dai normali
runner o dalle persone comuni che praticano una qualsiasi attività sportiva o
che seguono lo sport in TV o sui mass media.
E’ quello che emerge da interviste ad
ultramaratoneti per la redazione di un testo rivolto a loro ma anche a coloro
che non conoscono questo mondo particolare per capire le loro motivazioni,
passioni, stranezze, conoscere aneddoti, modalità di superare crisi,
difficoltà, aspetti psicologici che utilizzano per raggiungere i loro
obiettivi.
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