“Ho
cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon
giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”.
DJOKOVIC (1)
La
formulazione degli obiettivi (goal setting): definizione degli
obiettivi attraverso un lavoro di conoscenza delle proprie risorse e
potenzialità, un lavoro di consapevolezza volto a sviluppare un senso di
autostima e sicurezza nei propri mezzi.
Ricerca,
installazione, potenziamento delle risorse: è possibile utilizzare
un approccio di “Eye Movement Desensititation Reprocessing” (EMDR) per cercare
di individuare e potenziar le risorse occorrenti per una prestazione immediata
ottimale.
Autoefficacia:
cercare di aumentare l’autoefficacia personale attraverso tecniche adeguate
come visualizzazioni, memorie di prestazioni positive, l’individuazione di
modelli vincenti per noi rappresentanti un punto di riferimento.
Siamo tutti in grado di perseguire i nostri
sogni e raggiungere obiettivi significativi: “important it is to have clear
goals (importante è avere chiari gli obiettivi)”.
E’ necessario innanzitutto formulare obiettivi a
breve, medio e lungo termine, obiettivo a breve termine scadenza uno o due mesi,
obiettivo a medio termine sei mesi , quello a lungo termine un anno.
Gli obiettivi devono essere significativi,
stimolanti, chiari, difficili ma non inarrivabili, mirati al miglioramento
graduale della prestazione più che al risultato
“Quando ti dai obiettivi troppo elevati e non
sei in grado di raggiungerli, il tuo entusiasmo si trasforma in amarezza. Cerca
una meta più ragionevole e poi gradualmente sorpassala. È il solo modo per arrivare
in vetta.” (Emil Zatopek)
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e
progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare
l’autoefficacia dell’atleta.
Descrizione
in termini multisensoriali: quanto più i tuoi sensi sono coinvolti nella
descrizione precisa dell’obiettivo tanto più ti sentirai motivato, e più facile
sarà attingere alle tue risorse interne per perseguire le mete desiderate.”
L’autoefficacia è la convinzione della propria
capacità di fare una certa cosa, o in altre parole, di raggiungere un certo
livello di prestazione. L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert
Bandura come: “La fiducia che una persona
ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico.”
Le
fonti delle convinzioni di efficacia
Affrontare con successo una situazione è la via
più proficua per acquisire un forte senso di efficacia.
I successi determinano una solida fiducia nella
propria efficacia personale. I fallimenti invece la indeboliscono, in
particolar modo qualora si verifichino prima del costituirsi di un saldo senso
di efficacia. L’acquisizione di un solido senso di efficacia richiede il
superamento di ostacoli per cui è necessaria la perseveranza nell’impegno.
La seconda delle principali vie per la creazione
e il rafforzamento delle convinzioni di efficacia è costituita dall’esperienza
vicaria fornita dall’osservazione di modelli. Vedere persone simili a sé che
raggiungono i propri obiettivi incrementa nell’osservatore la convinzione di
possedere anch’egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe.
La persuasione è il terzo mezzo capace di
consolidare la convinzione delle persone di essere in possesso di ciò che
occorre loro per riuscire. Le persone che sono state convinte verbalmente di
essere in possesso delle capacità necessarie per compiere efficacemente
determinate attività hanno più probabilità di attivare un impegno maggiore e
più prolungato.
Chi è abile nel migliorare il senso di efficacia
fa in modo che non si cimentino prematuramente in situazioni che hanno buone
probabilità di condurre a frequenti insuccessi. Incoraggia, inoltre, a misurare
i propri risultati in temini di miglioramento personale piuttosto che di
confronto competitivo con gli altri.
Anche
l’umore entra in gioco: lo stato d’animo positivo aumenta il
senso di autoefficacia e quello negativo lo diminuisce, le persone dotate di un
buon senso di efficacia considerano il proprio stato di attivazione emotiva
come qualcosa che facilita l’azione dando energia, mentre quelle sfiduciate
vivono la stessa attivazione come debilitante.
Quando il paziente viene in terapia non riesce
più ad usare in modo utile per sé le sue risorse, a volte è convinto di non
possederne affatto, il terapeuta dovrà invece essere in grado di vederle.
Le risorse di cui il paziente ha bisogno
risiedono nella sua storia personale.
Migliorare
la prestazione con l’EMDR
Si tratta di una metodologia che utilizza i
movimenti oculari o altre forme di stimolazione ritmica destro–sinistra per trattare
disturbi legati ad esperienze passate o a disagi presenti dei soggetti.
L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing
(EMDR) è un approccio psicoterapeutico integrato e trasversale che si focalizza
sulla risoluzione delle problematiche, conflitti, disagi attuali considerando
che ciò che accade ora deriva dalle informazioni, ricordi del passato, antichi
che sono stati congelati nella memoria.
Dal lavoro con l’EMDR, i ricordi, le
informazioni, vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di appropriate
stimolazioni bilaterali e si passa ad un lavoro sul futuro.
La focalizzazione dell’EMDR è sul ricordo
dell’esperienza o esperienze traumatiche che hanno contribuito a sviluppare la
patologia o il disagio che presenta il paziente per elaborarla a livello
emotivo, cognitivo e a livello delle sensazioni corporee.
L’obiettivo dell’EMDR è di riprendere
l’informazione, l’immagine, il ricordo originale e permettere al paziente di
rielaborarlo in modo che l’informazione congelata diventi adattiva nel
presente.
Negli ultimi anni ci sono stati molti studi e
ricerche scientifiche sull’EMDR che hanno confermato la sua efficacia nel
trattamento del trauma e dello stress.
Il modello di riferimento è conosciuto come
Elaborazione Adattiva dell’Informazione, Si assiste ad una risoluzione adattiva
quando avvengono collegamenti con associazioni adeguate e l’esperienza è usata
in modo costruttivo da parte del soggetto e viene integrata in uno schema
emotivo e cognitivo positivo.
Dal lavoro con l’EMDR, i ricordi, le informazioni,
vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di appropriate stimolazioni
bilaterali e si passa ad un lavoro sul futuro, su come il paziente vorrebbe
affrontare le prossime situazioni dove in genere si trova in difficoltà e,
quindi si invita il paziente ad immaginare come potrebbe sperimentarsi nel
futuro prossimo adesso che le sue convinzioni, le sue credenze, i suoi blocchi
sono cambiati, che cosa potrebbe cambiare, cosa si immagina in quelle
situazioni.
La pratica dell’EMDR è anche un metodo di MENTAL
TRAINING finalizzato al benessere del singolo e al miglioramento della
prestazione. Essa è stata recentemente applicata agli ambiti sportivi con
notevole successo.
Può essere usato anche con professionisti che
non hanno tempo per un’ampia preparazione. Innanzitutto aiutare la persona a
sviluppare una fiducia in se stesso per un impegno imminente.
Il terapeuta aiuta la persona a valutare quello
che già sa fare ai fini di una Prestazione Ottimale e rimane focalizzato sulla
prestazione imminente del paziente. Qualsiasi cosa che vada al di fuori del
presente compito è considerata una distrazione. Le distrazioni interne, quali
dubbi su se stessi o preoccupazioni è meglio metterle da parte.
Si spiega che si lavorerà sui temi del passato
quando si avrà più tempo, ora è opportuno focalizzarsi sull’evento imminente,
quindi concentrarsi sulla prestazione imminente e rinforzare quello che sa già
fare.
(1)
Corriere sport stadio 2.7.2011.
(2)
F.Cantaro, G.Guastalla, Il segreto della PNL, Sonda, 2009, p. 109.
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