Nella vita si fanno delle scelte, molti preferiscono poltrire o restare in una zona di estremo confort per non rischiare un giudizio, una brutta figura, altri per sentirsi vivi devono sentire il proprio corpo, le proprie sensazioni corporee, il cuore che palpita, il respiro affannoso, il sudore colare da proprio corpo, il senso di fame, sete, freddo, caldo, c’è tanto bisogno di sentire.
Riporto di seguito alcune risposte alla domanda “Cosa
significa per te essere Ultramaratoneta?”:
Mauro
Fermani: “Vuol dire non accontentarsi,
aver voglia di mettersi alla prova, soffrire e cercare di raggiungere altri obiettivi
senza smettere di sognare.”
Claudio Leoncini: “Non aver imbarazzo e
paura di se stessi; nelle ultramaratone si passano ore e ore in compagnia solo
dei propri pensieri.”
Paolo Zongolo: “Avere appunto una
filosofia differente dal semplice runner, cercare sempre di spingersi ad
affrontare sfide diverse e sempre più dure, ma non per dimostrare qualcosa a
qualcuno, al contrario, l’ultramaratoneta a mio parere cerca di sorprendere e
migliorare se stesso per fortificare mente e corpo.”
Ivan Cudin: “Letteralmente un podista
che pratica corse più lunghe della maratona. Secondo la mia accezione,
significa aver trovato un attività sportiva che mi faccia star bene e mi regali
sensazioni irripetibili, che mi faccia vivere emozioni molto forti e mi ha
aiutato a trovare dentro di me la giusta forza di volontà e convinzione per
superare i momenti di difficoltà.”
Daniele Baranzini: “Significa perforare il
mondo interiore ed esteriore.”
Giuseppe Mangione: “Per me essere ultramaratoneta significa in primis aver trovato un ottimo
equilibrio psicofisico.”
Francesca Canepa:
“Significa semplicemente ritenere possibile correre qualsiasi distanza. Senza limiti. Significa che il mio cervello non vede
confini, il mio corpo neanche.”
Lisa Borzani: “Nel senso stretto del
termine significa percorrere distanze superiori ai classici 42 k in senso più
ampio per me significa amare correre su strada o per sentieri per un periodo di
tempo abbastanza lungo da far entrare in gioco variabili diverse oltre a quelle
della classica ‘gara di corsa’ variabili che riguardano l’ambiente esterno ma
anche il proprio intimo modo di vivere la lunga distanza.”
Roldano Marzorati: “Libertà di correre con
meno tensioni interne ed esterne.”
Roberto D’Uffizi: “Significa avere la
possibilità di effettuare un meraviglioso viaggio dentro noi stessi dove mente
e fisico, in sinergia, cercano di portarti oltre lo stremo.”
Marco Zanchi: “Intraprendere dei viaggi tra
la natura e con solo le tue energie a disposizione.”
Valentina Spano: “Far parte di un gruppo di privilegiati. Sono una
persona che ama correre alla follia, l'ultramaratona è solo il mezzo per
raggiungere la felicità. L'ultramaratoneta secondo me dimentica l'orologio, non
pensa più i km uno ad uno. L'ultramaratona È un modo per prolungare la gioia
della corsa.”
Gianluca Di Meo: “Ultramaratoneta non
significa per me oltre i 42 km, ultramaratoneta è uno stato mentale aldilà dei km. È un
avventuriero del limite.”
Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici e
mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio
pensiero dicendo che è il limite che tende all'infinito. Non ci sono ostacoli,
barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua
ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato collocato.
Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un peregrinare senza
meta ,un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un punto di origine ne
di arrivo.”
Vito Todisco: “Essere
ultramaratoneta per me significa essere uno di quelli che vive la corsa come un
sogno da assaporare per un tempo prolungato.”
Matteo Pigoni: “Il concetto di
ultramaratoneta mi porta la mente alla strada, mentre ultra trailer mi fa
viaggiare nella libertà delle montagne.”
Marco: “Significa non solo
coprire lunghe distanze ma uno stile di vita.”
Luca Pirosu: “Sfiorare la
sofferenza con una delle cose che ti piace di più, sembrerà arrogante, ma ti
senti invincibile!”
Susanna Forchino: “Essere una persona
che ha la possibilità di vedere il mondo sotto occhi diversi.”
Alina Losurdo: “Essere Ultramaratoneta
non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42, ma testa, spostare
quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando dopo tante
ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti chiede di
fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e morire un
milione di volte ma ti porta al traguardo. “
Andrea Accorsi: “Ecco, il punto
focale è questo. La mia personale interpretazione dell’essere ‘ultramaratoneta’
spazia oltre alla canonica catalogazione numerica di una distanza. Certamente
non si può prescindere da quella, ma credo che ultramaratoneta sia anche uno
stile di vita una visuale del ‘resto’ più profonda. Restare a lungo con se
stessi, con i propri pensieri, con la fatica attaccata alla pelle crea una
membrana visiva nuova, un punto di vista differente. Questo è l’aspetto che mi
ha sempre affascinato e che mi ha indirizzato naturalmente a percorrere
distanze sempre maggiori.”
Marco Gurioli:
“Per
me significa correre distanze che superano i 42 Km , ma soprattutto che
impegnino la testa ed il fisico per un tempo tale per cui se senta di aver
superato degli scogli.”
Julien Chorier: “Il s’agit tout simplement d’être capable
d’aborder un ultramarathon. Savoir se préparer à gérer son allure, son
alimentation et son hydratation sur plusieurs heures de course. (Si tratta semplicemente di essere in grado di affrontare una
ultramaratona. Sapersi preparare a gestire il ritmo, il cibo e l'idratazione in
diverse ore di gara).”
Roberto Beretta: “Per me significa
stare in giro ore per montagne, vivere me stesso con le mie difficoltà, fare
turismo e conoscere un nuovo modo di vedere il mondo.”
Marco Albertini: “Per me essere un
ultramaratoneta significa avere un’opportunità unica nel suo genere, data la
mia “condizione fisica” ahahahah.”
Matteo Colombo: “Correre con lo
spirito del piacere e della libertà, con un pizzico di sano agonismo e di
competizione con me stesso e con gli altri atleti, gare con distanze sopra la
maratona e con dislivelli importanti e notevoli.”
Raffaele Luciano: “L’Ultramaratoneta
è una persona che attraverso la corsa fa un viaggio dentro se stesso, per
conoscersi, migliorarsi e crescere.”
Daniele Cesconetto: “Significa mettersi
in gioco, provare emozioni nuove e intendere l'ultramaratona come un viaggio
dentro a se stessi e non come una gara. A me le classifiche non interessano
minimamente.”
Cecilia
Poli: “Secondo me non esiste una sola
definizione per ultramaratoneta o meglio, escluso coloro che vivono questo
sport a livello professionale, ognuno di noi ha un suo approccio. Volendo però
sintetizzare, ultramaratoneta è colui che aspetta tutta la settimana per
godersi quella giornata, che sia sabato o domenica, immerso nella natura,
circondato da persone che condividono la sua stessa passione, con cui
trascorrerà attimi preziosi, momenti che ti consentono, come si dice in gergo,
di “ricaricare le batterie e affrontare al meglio la settimana che ti aspetta”.
Sara Paganucci: “L'ultramaratoneta per me è una persona resistente,che non teme la
solitudine ma non disdegna nemmeno la compagnia, spesso si parte da soli e si
arriva che si è parte di un gruppo.“
Vito
Intini: “La ricerca di mettere il
proprio fisico e la propria mente in difficoltà nella quale esiste la soluzione.
Come risolvere un rebus o un sudoku. Mai però deve essere raggiunto il pericolo
organico!”
Filippo Poponesi: “Significa essere
una persona molto fortunata. Mi spiego
meglio. Per essere
ultramaratoneta devi essere in una buona condizione psico-fisica (o
fisico-mentale, come dir si voglia), avere del tempo a disposizione
(sicuramente più rispetto ad un podista ‘non ultramaratoneta’, sia per gli
allenamenti che per le gare) e la possibilità economica di sostenere le spese
per le quote d’iscrizione e le trasferte (quest’ultimo punto vale, ovviamente,
anche per chi corre le maratone, ma le ‘Ultra’ sono oggettivamente meno
economiche). Sono considerazioni che faccio spesso con i miei amici e compagni
di corsa quando magari ci troviamo al tramonto a correre una gara da 100 km o
più di fronte a paesaggi meravigliosi, pur sempre con la consapevolezza di
essere in un momento di grande sforzo e fatica. In quei momenti l’espressione
esatta che solitamente uso per definirmi è: ‘Privilegiato’.”
Manuela Vilaseca: “It means to be a person with an open heart, willing to be much more in
nature than in the city. Means to be a person who has a free spirit and who
loves the simple things in life. If you want to see me happy, put me in the
trails with some running shoes on. I feel like a kid, having fun on my own.
(Vuol dire essere una persona con un cuore aperto, disposti a stare molto più
tempo nella natura che in città. Significa essere una persona che ha uno
spirito libero e che ama le cose semplici della vita. Se vuoi vedermi felice,
portami nei sentieri con un paio di scarpe da corsa.)”
Dalle risposte alla domanda “Cosa significa per te
essere Ultramaratoneta?” una parte degli atleti ha evidenziato
semplicemente il percorrere una distanza superiore alla maratona mentre
un’altra parte ha evidenziato aspetti inerenti le capacità mentali di
perseguire uno sforzo prolungato nel tempo oltre quello previsto per la
percorrenza della distanza di una maratona e le conseguenze relative, tipo la
capacità di saper soffrire, di saper autoregolare le proprie energie, lo
sperimentare nuove emozioni, ecc..
Ma emerge anche l’importanza dello sperimentare, del far parte di una
categoria privilegiata che sa che se vogliono possono fare tutto nello sport e
nella vita.
+393804337230 Psicologo,
Psicoterapeuta
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