Francesca Canepa e Julien Chorier hanno vinto nel 2013 la Ronda dels Cims della
distanza di 170km con 13.000m di dislivello positivo. Francesca Canepa (Team
Montura Vibram) si impone con una gara in rimonta stroncando la resistenza
delle sue avversarie, Emelie Lecomte arriva al traguardo più di 4 ore dopo
Francesca. Julian Chorier in 28h40' vince la gara con 2 ore e mezza di
vantaggio sul giapponese Keniki Jamamoto, abbassando di quasi 2 ore il tempo
del vincitore 2012 Oscar Perez.
Ad entrambi ho invitato a rispondere al questionario
predisposto per raccogliere dati per la stesura del mio prossimo libro
Ultramaratoneti e gare estreme, interessanti le loro risposte che riporto di
seguito.
Cosa
significa per te essere ultramaratoneta?
Francesca: “Significa
semplicemente ritenere possibile correre QUALSIASI distanza. Senza limiti.
Significa che il mio cervello non vede confini, il mio corpo neanche.”
Julien: “Il s’agit tout
simplement d’être capable d’aborder un ultramarathon. Savoir se préparer à
gérer son allure, son alimentation et son hydratation sur plusieurs heures de
course. (Si
tratta semplicemente di essere in grado di affrontare una ultramaratona.
Sapersi preparare a gestire il ritmo, il cibo e l'idratazione in diverse ore di
gara).”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Francesca:
“Nel 2010 dopo una granfondo con gli sci ho capito di non faticare su distanze
da molti ritenute già “lunghe”, lì erano 45 km. Così qualche settimana dopo ho
provato un trail di 26 km e la settimana seguente ho provato una maratona vera,
chiusa in 3.29 senza essere stanca.
Julien: “Je suis venu au sport assez tard, à 20 ans. J’ai pratiqué le
cyclisme comme amateur de 20 à 26 ans me suis tout de suite mis à courir des
ultratrails. Mon premier, la Saintélyon en 2006 (Ho iniziato a fare sport
relativamente tardi, all'età di 20 anni. Ho praticato il ciclismo a livello
amatoriale da 20 a 26 anni e subito dopo ho iniziato a correre le ultratrails.
Il mio primo, il Saintélyon nel 2006).”
Francesca: “Mi piace l’endurance, spostare i
confini di ciò che si ritiene di poter fare, provare a correre sempre più forte
anche dopo molte ore. Adoro la sensazione di fatica appena finita la gara e
vederla trasformarsi in recupero già nel giorno seguente. Io recupero subito.”
Julien: “Il s’agit
premièrement à chaque fois d’un défi contre sois même. Souvent de la découverte
de paysage d’une culture nouvelle (Si tratta primariamente che ogni volta è una
sfida contro se stessi. Spesso la scoperta di un paesaggio e di una nuova
cultura).”
Hai
mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?
Francesca: “Mai”
Julien: “Pour l’instant, je prends trop de plaisir dans cette discipline pour
envisager la stopper (Per ora, provo troppo piacere in questa disciplina per
considerare di fermarmi).”
Hai
mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere
ultramaratoneta?
Francesca: “Mai avuto infortuni
seri e soprattutto mai causati dalla corsa in sé. Quando ho avuto alcuni
problemi sono sempre dipesi da errori a monte commessi da me, es prendere
storte perché partita stanca o infiammazioni causate da scarpe sbagliate.”
Julien: “Je n’ai jamais eu de grosses blessures qui m’ont fait envisager un
arrêt. A la sortie de certaines courses, il a fallu 1 ou 2 mois de récupération
pour que tout se remette en place et que je puisse envisager une nouvelle
course. (Non ho mai avuto grossi infortuni che mi hanno fatto
considerare di fermarmi. Al termine di alcune gare, ci sono voluti 1 o 2 mesi
di recupero perché tutto si rimettesse a posto ed io potessi prendere in
considerazione una nuova gara“.
Cosa
ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
Francesca: “Il fatto che sia una
cosa che mi riesce facilmente e mi permette di sperimentere un continuo
progresso. “
Julien: “Le plaisir de
découvrir de nouvelles courses, paysages, personnes à travers le monde mais
aussi le défi sportif. (Il piacere di scoprire nuove gare, paesaggi, persone di
tutto il mondo, ma anche la sfida sportiva.)”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?
Francesca: “In realtà mai, in
genere ascoltando bene i segnali non mi succede. Ho sperimentato il limite
psicologico, quello che per noia, brutte sensazioni o mancanza di reale
motivazione, mi ha fatto staccare il pettorale. Ma non è mai successo per un
limite dato dall’esaurimento fisico.”
Julien: “Oui, il
m’est arrivé d’atteindre des limites, avec le sommeil, la chaleur ou des
blessures. Cela s’est des fois traduit par un abandon de la cours ou une
performance moindre. (Sì, mi è capitato di raggiungere i limiti con il
sonno, il calore o delle ferite. Ciò ha portato talvolta al ritiro dalla gara o
ad una performance inferiore.)”
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare
estreme?
Francesca: “Il semplice concentrarsi sul qui ed
ora, mettere un piede davanti all’altro sapendo x certo che se la testa tiene
il corpo mi segue.”
Julien:
« Il est primordial d’avoir prévu, imaginer le plus grand nombre d’aléas
qui peuvent arriver pendant la cours e et savoir comment y faire face. (E’
'essenziale fare previsioni, immaginare il maggior numero di pericoli che
possono verificarsi durante la corsa e sapere come affrontarli).”
Quale
è stata la tua gara più estrema o più difficile?
Francesca:
“Una gara in Spagna di 100km con 8000m di dislivello in cui mi sono persa nella
nebbia. Angoscia allo stato puro, potrei dire terrore.”
Julien: «Il s’agit je pense de la Hardrock dans le Colorado
qui allie un très fort dénivelé à une distance de 100 miles le tout à de très
hautes altitudes entre 2300 et 4400 m,
moyenne à 3000m. (Penso la hard rock in Colorado, che
combina un fortissimo dislivello ad una distanza di 100 miglia tutte a quote
molto elevate tra il 2300 e 4400 m, 3000 m di media).”
Quale
è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine?
C’è una gara estremi che non faresti mai?
Francesca:
“Non esiste, non la conosco. Però mi sono precluse tutte le prove senza
balisaggio, non so usare bussole e cartine quindi sicuramente il mio limite sta
li, non nel numero di km. E può stare anche nelle condizioni climatiche
estreme, credo di non essere tagliata né per il caldo estremo né x il freddo
estremo. “
Julien: “Je pense que toute
doivent être abordées avec beaucoup d’humilité. Même celle qui paraît la plus
simple peut se transformer en calcaire suite à départ trop rapide, des
problèmes d’alimentation, d’hydratation ou une météo particulièrement
capricieuse. Il ne faut jamais dire jamais. (Credo che tutte
possono essere affrontate con grande umiltà. Anche quella che sembra la più
semplice può trasformarsi difficile a causa di una partenza troppo veloce,
problemi di alimentazione, di idratazione o un clima particolarmente ostile.
Mai dire mai).”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Francesca: “La curiosità e la sensazione che il corpo comunque tende ad adattarsi e
che se non faccio cose stupide tutto è possibile.”
Julien:
«Je pense que l’homme est fait pour relever des challenges et cela nous pousse
toujours un peu plus loin. (Credo che l'uomo è fatto per
raccogliere le sfide e questo ci porta sempre un po’ più lontano).”
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme?
Francesca: “Nulla di particolare, io sono
un’atleta da sempre, ho solo cambiato sport e questo in particolare lo pratico
e lo vivo con molta naturalezza.”
Julien: «Ma famille a suivi mon évolution dans ce sport avec
passion. Au début il y a eu quelques interrogations sur les risques de
blessures mais avec le temps j’ai démontré que cela n’était pas le cas.
Ensuite, j’ai toujours était soutenu et supporté par ma famille, cela est
indispensable pour la réussite dans un sport si exigeant. (La
mia famiglia ha seguito la mia evoluzione in questo sport con passione. In un
primo momento erano preoccupati per il rischio di infortuni, ma con il tempo ho
dimostrato che non era il caso di preoccuparsi. In seguito sono stato sempre
sostenuto e supportato dalla mia famiglia, questo è essenziale per il successo
in uno sport così impegnativo.)
Che
significa per te partecipare ad una gara estrema?
Francesca:
“Significa sapere con certezza a che ora parto ma non avere garanzie sul quando
e sul se arrivo. Significa prepararmi ad affrontare eventuali imprevisti e
significa sapere che sarà impegnativo mentalmente. Se una cosa mi piace, se ci
credo, nulla può impedirmi di portarla a termine.”
Julien: «Il s’agit d’une course sur laquelle on va passer
une vingtaine d’heure d’effort dans un environnement très varié. (Si tratta di una
gara dove si passano una ventina di ore di fatica fisica e mentale in un
ambiente molto vario.)
Come
è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa?
Francesca:
“In nessun modo perché non facendo allenamenti superiori all’ora e mezza,
massimo due se vado in gita con qualcuno e succede raramente, la corsa non
impatta sulla vita quotidiana.”
Julien: «Il faut essayer en permanence de jongler avec les
3, il s’agit vraiment de la clef de la réussite. J’implique énormément ma
famille dans mes projets et j’essaie donc de leur faire partager des voyages de
temps en temps. Pour le travail, je suis ingénieur et j’ai créé ma société de
conseil, je travaille avec différentes marques pour les aider dans leur
développement, communication.
Devi cercare costantemente di
destreggiarti con famiglia, lavoro e sport, è davvero la chiave del successo.
Coinvolgo enormemente la mia famiglia nei miei progetti e sto cercando di farli
partecipare ai miei viaggi.
Per il lavoro, io sono un ingegnere e ho
creato una mia società di consulenza, io lavoro con differenti marche per
aiutarli nel loro sviluppo, comunicazione).”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti?
Francesca:
“Ogni mio passo mi ha portata fino a dove sono, quindi rifarei ogni cosa. “
Julien: “La même chose, je fais de ma vie ce que je veux
qu’elle soit. Je ne veux pas me retourner un jour et me dire si j’avais pu… Je
fais et je n’ai donc aucun regret. (La stessa cosa, io faccio
della mia vita quello che voglio. Non torno indietro e non ho rimpianti).”
Usi
farmaci, integratori? Per quale motivo?
Francesca:
“Uso ogni tanto gli omega 3 per il loro effetto antinfiammatorio generale,
magnesio per il sistema nervoso e muscolare e ogni tanto vitamine del gruppo B
per migliorare l’utilizzo degli zuccheri. Farmaci no perché non ho mai malattie
e nel caso di infiammazioni meno ancora perché impedirebbero di controllare il
reale andamento del problema.
Julien: “Les seuls
compléments que j’utilise sont des vitamines et du fer car le sport à haute
dose consomme énormément et je me suis retrouvé plusieurs fois en carences. (Gli
unici integratori che uso sono vitamine e ferro perché lo sport consuma un
sacco e mi sono trovato più volte in carenze).”
Hai
un sogno nel cassetto?
Francesca:
“Vincere la maratona di New York nella categoria Over 70.”
Julien: “Oui, continuer à
faire ce que je fais pendant encore 50 ans pour pourvoir poursuivre mon
exploration de notre belle planète. (Sì, continuare a fare
quello che sto facendo per i prossimi 50 anni per continuare la mia
esplorazione del nostro bel pianeta).”
Che dire gli ultrarunner non riescono a pensare di
smettere a praticare questa passione, lo farebbero all’infinito e con qualsiasi
modalità.
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