martedì 7 luglio 2015

SUCCESSO DEL PRIMO FESTIVAL DEL CALCIO

Si è conclusa la prima edizione del Festival del Calcio di Perugia, il primo ed unico festival al mondo dedicato al racconto, al mito, alle storie, alla cultura, ai protagonisti che hanno creato l’epica del pallone. I protagonisti sono stati campioni di calcio di oggi e di ieri, readings e concerti, street food, videogames, biliardini e il biliardo umano. Il Festival del Calcio è stato realizzato da team di 11 esperti composto da Angelo Guglielmi, Bruno Voglino, Enrico Ghezzi, Piero Chiambretti, Luca De Biase, Roberto Renga, Serse Cosmi, Paolo Riccini Ricci, Paolo Maggioni, Daniele Sborzacchi, Alessandro Riccini Ricci.
Parte degli allestimenti utilizzati per il festival sono stati donati in sostegno del progetto di pet therapy del centro cinofilo “Speed Dog” presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.
Grazie all’iniziativa realizzata in collaborazione con Amatori Nuoto Libertas Perugia, Amatori Nuoto Libertas Rari Nantes e La Polisportiva Salesiana Don Bosco tanti ragazzi hanno partecipato e si sono sfidati a calcio presso la polisportiva Don Bosco, per poi giocare in Corso Vannucci con il biliardino 11vs11 allestito in occasione della manifestazione (grazie al contributo di Wind, azienda guidata da Maximo Ibarra e con la collaborazione della FIBI, Federazione Italiana Biliardino). Un sabato e una domenica all’insegna del divertimento, dello sport e del gioco, per imparare fin da piccoli il rispetto, il gioco di squadra e il sano agonismo.
Il festival non avrebbe potuto assumere la forma che ha assunto, senza la presenza e il contributo di Roberto Renga, perugino emigrato.
Si inizia a praticare sport per scelta, per caso, per riabilitazione, invogliati da genitori, da istruttori di educazione fisica, si inizia con una motivazione intrinseca, ludica, per il gusto di giocare, di divertirsi, per apprendere delle abilità da piccoli per poi incontrare lo sport dove si è portati, dove si è visti potenziali vincenti e quindi si inizia ad investire tempo e soldi nello sport ma bisogna sempre essere consapevoli delle proprie sensazioni, dei propri bisogni, esigenze, bisogna sempre monitorare le proprie motivazioni, calibrare i propri obiettivi e decidere volta per volta cosa è meglio per se stessi, continuare la strada da campione o investire in altro, studio, lavoro, apprendere un arte o mestiere in cui credere.
Importante lezione per i bambini è imparare che lo sport è essenzialmente un'attività divertente.
Un allenatore si occupa di persone, del loro rendimento sportivo come singoli e come squadra, è deputato all’educazione innanzitutto, ad un corretto stile di vita che e’ quello sportivo.
Si può occupare di bambini, ragazzi, adolescenti, adulti, professionisti, master.
L’ex Bomber del Torino Paolo PULICI, 62 anni, allena i bambini della scuola calcio TRITIUM ed in un intervista su un quotidiano (1) afferma: “I calciatori di oggi giocano per i soldi, io invece gli insegno solo a divertirsi”, ed ancora: “I bambini escono da scuola e corrono qui al campo, senza nemmeno fare merenda a casa. Questo oggi sono le mie gioie …”. In queste poche parole viene fuori l’importanza della motivazione intrinseca nello sport che per i bambini è e dovrebbe essere il gioco, il divertirsi, e nel caso dell’ex campione ora la motivazione è fare qualcosa di positivo per gli altri quindi le sue gioie, la voglia di allenare è data dal piacere di fare qualcosa.
Ancora afferma PULICI: “Nel calcio dei grandi, dei soldi, dell’assenza di qualsiasi valore, non mi riconosco più. Io scendevo in campo per la maglia, per vincere, mica per i soldi, come fanno quasi tutti i giocatori di oggi”. Infatti, ritornando alle motivazioni quando si diventa campioni, professionisti, non è più sufficiente la motivazione intrinseca per ottenere risultati, per ottenere la massima prestazione, è importante anche la motivazione estrinseca, l’essere riconosciuti dagli altri, gli sponsor, i guadagni, ma la cosa è importante è che ci siano entrambe le motivazioni, se lo sport diventa solamente fatica, solamente sofferenza, solamente rinunce, lo sportivo crolla, diventa vittima di uno stress che da solo non riesce a gestire e c’è il rischio che arrivi a pensare che senza vittoria è una nullità perché si è abituato a riconoscersi solo attraverso gli apprezzamenti degli altri.
Ancora dice PULICI:” Appena si iscrivono dico subito loro che il calcio è un gioco, è giusto di imparare cose nuove con i compagni, rispettando le regole ed è divertimento, a qualsiasi livello: se entri in campo allegro, fai divertire tutti, se entri arrabbiato, fai arrabbiare tutti”. Con queste parole ancora l’ex bomber ricorda che soprattutto per i più piccoli ma anche per i grandi, lo sport dovrebbe essere un’opportunità per stare assieme, per apprendere, per fare squadra, per confrontarsi, per divertirsi, per mettersi alla prova; ed è importante per gli allenatori fare attenzione a queste dinamiche, favorire uno spirito di squadra all’insegna della partecipazione, senza escludere, senza penalizzare, valutando le risorse, facendo apprezzamenti, dando feedback significativi che aiutino a crescere con sani valori, giuste regole.
Sempre sullo stesso quotidiano è riportata un consiglio sugli allenamenti da parte di Giovanni LODETTO, ex centrocampista del MILAN vincitore con la nazionale dell’Europeo del 1968, rivolto ai ragazzi delle giovanili di INTER e MILAN: “Andateci sempre per divertirvi. Se siete bravi, calciatori lo diventerete, ma non perdete la passione”. Questo conferma ancora l’importanza di iniziare lo sport con divertimento senza pretese da parte dei genitori e dei mister di eccellere, ci sarà tempo in futuro.

(1)     GAZZETTA DELLO SPORT del 3 ottobre 2012.


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