Si è conclusa la prima edizione del
Festival del Calcio di Perugia, il primo ed
unico festival al mondo dedicato al racconto, al mito, alle storie, alla cultura,
ai protagonisti che hanno creato l’epica del pallone. I
protagonisti sono stati campioni di calcio di oggi e di ieri, readings e
concerti, street food, videogames, biliardini e il biliardo umano. Il Festival del Calcio è stato realizzato da team di
11 esperti composto da Angelo Guglielmi, Bruno Voglino, Enrico Ghezzi, Piero
Chiambretti, Luca De Biase, Roberto Renga, Serse Cosmi, Paolo Riccini Ricci,
Paolo Maggioni, Daniele Sborzacchi, Alessandro Riccini Ricci.
Parte degli allestimenti utilizzati
per il festival sono stati donati in sostegno del progetto di pet therapy del
centro cinofilo “Speed Dog” presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di
Perugia.
Grazie all’iniziativa
realizzata in collaborazione con Amatori Nuoto Libertas Perugia, Amatori Nuoto
Libertas Rari Nantes e La Polisportiva Salesiana Don Bosco tanti ragazzi hanno
partecipato e si sono sfidati a calcio presso la polisportiva Don Bosco, per
poi giocare in Corso Vannucci con il biliardino 11vs11 allestito in occasione
della manifestazione (grazie al contributo di Wind, azienda
guidata da Maximo Ibarra e con la collaborazione della FIBI, Federazione
Italiana Biliardino). Un sabato e una domenica all’insegna del divertimento, dello sport e
del gioco, per imparare fin da piccoli il rispetto, il gioco di squadra e
il sano agonismo.
Si inizia a praticare sport per
scelta, per caso, per riabilitazione, invogliati da genitori, da istruttori di
educazione fisica, si inizia con una motivazione intrinseca, ludica, per il
gusto di giocare, di divertirsi, per apprendere delle abilità da piccoli per
poi incontrare lo sport dove si è portati, dove si è visti potenziali vincenti
e quindi si inizia ad investire tempo e soldi nello sport ma bisogna sempre
essere consapevoli delle proprie sensazioni, dei propri bisogni, esigenze,
bisogna sempre monitorare le proprie motivazioni, calibrare i propri obiettivi
e decidere volta per volta cosa è meglio per se stessi, continuare la strada da
campione o investire in altro, studio, lavoro, apprendere un arte o mestiere in
cui credere.
Importante
lezione per i bambini è imparare che lo sport è essenzialmente un'attività
divertente.
Un allenatore si
occupa di persone, del loro rendimento sportivo come singoli e come squadra, è
deputato all’educazione innanzitutto, ad un corretto stile di vita che e’
quello sportivo.
Si può occupare di bambini,
ragazzi, adolescenti, adulti, professionisti, master.
L’ex Bomber del Torino Paolo
PULICI, 62 anni, allena i bambini della scuola calcio TRITIUM ed in un
intervista su un quotidiano (1) afferma: “I calciatori di oggi giocano per i
soldi, io invece gli insegno solo a divertirsi”, ed ancora: “I bambini escono
da scuola e corrono qui al campo, senza nemmeno fare merenda a casa. Questo
oggi sono le mie gioie …”. In queste poche parole viene fuori l’importanza
della motivazione intrinseca nello sport che per i bambini è e dovrebbe essere
il gioco, il divertirsi, e nel caso dell’ex campione ora la motivazione è fare
qualcosa di positivo per gli altri quindi le sue gioie, la voglia di allenare è
data dal piacere di fare qualcosa.
Ancora afferma PULICI: “Nel calcio
dei grandi, dei soldi, dell’assenza di qualsiasi valore, non mi riconosco più.
Io scendevo in campo per la maglia, per vincere, mica per i soldi, come fanno
quasi tutti i giocatori di oggi”. Infatti, ritornando alle motivazioni quando
si diventa campioni, professionisti, non è più sufficiente la motivazione
intrinseca per ottenere risultati, per ottenere la massima prestazione, è
importante anche la motivazione estrinseca, l’essere riconosciuti dagli altri,
gli sponsor, i guadagni, ma la cosa è importante è che ci siano entrambe le
motivazioni, se lo sport diventa solamente fatica, solamente sofferenza,
solamente rinunce, lo sportivo crolla, diventa vittima di uno stress che da
solo non riesce a gestire e c’è il rischio che arrivi a pensare che senza
vittoria è una nullità perché si è abituato a riconoscersi solo attraverso gli
apprezzamenti degli altri.
Ancora dice PULICI:” Appena si
iscrivono dico subito loro che il calcio è un gioco, è giusto di imparare cose
nuove con i compagni, rispettando le regole ed è divertimento, a qualsiasi
livello: se entri in campo allegro, fai divertire tutti, se entri arrabbiato,
fai arrabbiare tutti”. Con queste parole ancora l’ex bomber ricorda che
soprattutto per i più piccoli ma anche per i grandi, lo sport dovrebbe essere
un’opportunità per stare assieme, per apprendere, per fare squadra, per
confrontarsi, per divertirsi, per mettersi alla prova; ed è importante per gli
allenatori fare attenzione a queste dinamiche, favorire uno spirito di squadra
all’insegna della partecipazione, senza escludere, senza penalizzare, valutando
le risorse, facendo apprezzamenti, dando feedback significativi che aiutino a
crescere con sani valori, giuste regole.
Sempre sullo stesso quotidiano è
riportata un consiglio sugli allenamenti da parte di Giovanni LODETTO, ex
centrocampista del MILAN vincitore con la nazionale dell’Europeo del 1968,
rivolto ai ragazzi delle giovanili di INTER e MILAN: “Andateci sempre per
divertirvi. Se siete bravi, calciatori lo diventerete, ma non perdete la
passione”. Questo conferma ancora l’importanza di iniziare lo sport con
divertimento senza pretese da parte dei genitori e dei mister di eccellere, ci
sarà tempo in futuro.
(1)
GAZZETTA
DELLO SPORT del 3 ottobre 2012.
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