Hervé Barmasse nel suo testo La montagna dentro spiega che niente è impossibile, se si vuole si può superare qualsiasi cosa: “Superare le montagne si può, come si possono superare le vie difficili in falesia, i limiti nello sport, ma anche i pregiudizi, le barriere sociali e culturali.” (1)
Dalle risposte alla domanda “Cosa significa per te
essere Ultramaratoneta?” una parte degli atleti ha evidenziato
semplicemente il percorrere una distanza superiore alla maratona, mentre
un’altra parte ha evidenziato aspetti inerenti le capacità mentali di
perseguire uno sforzo prolungato nel tempo oltre quello previsto per la percorrenza
della distanza di una maratona e le conseguenze relative, tipo la capacità di
saper soffrire, di saper autoregolare le proprie energie, lo sperimentare nuove
emozioni, ecc.
Ma emerge l’importanza dello sperimentare, del far parte di una categoria
privilegiata che sa che se vogliono possono fare tutto nello sport e nella
vita. Riporto di seguito le risposte alla domanda “Cosa
significa per te essere Ultramaratoneta?”:
Vito Rubino: “Fare gare che durano
almeno un giorno intero (12-24h). Significa correre dall’alba al tramonto senza
fermarmi; significa non dormire per correre tutta la notte, e scoprire un nuovo
giorno mentre continuo a correre.”
Marco
Dori: “Significa misurarmi con i miei
limiti soprattutto mentali. Non ho una corporatura da maratoneta; sono alto
1,94 mt e peso intorno ai 95 kg e negli anni passati già la maratona per me era
una misura limite. Poi ho scoperto le ultra e ciascuna di esse è stato un
percorso dentro me fatto di sfida, difficoltà, solitudine, contatto con la
natura, rispetto, voglia di mettermi alla prova. Quando parto so che vivrò
un’esperienza irripetibile e unica.”
Mauro
Fermani: “Vuol dire non accontentarsi,
aver voglia di mettersi alla prova, soffrire e cercare di raggiungere altri
obiettivi senza smettere di sognare.”
Ciro
Di Palma: “Ultramaratoneta per me significa
andare avanti in modo lucido, con un obiettivo, passando attraverso sacrifici e
difficoltà ma sempre però attraverso una pianificazione e con metodo.”
Claudio Leoncini: “Non aver imbarazzo e
paura di se stessi; nelle ultramaratone si passano ore e ore in compagnia solo
dei propri pensieri.”
Paolo Zongolo: “Avere appunto una
filosofia differente dal semplice runner, cercare sempre di spingersi ad
affrontare sfide diverse e sempre più dure, ma non per dimostrare qualcosa a
qualcuno, al contrario, l’ultramaratoneta a mio parere cerca di sorprendere e
migliorare se stesso per fortificare mente e corpo.”
Ivan Cudin: “Letteralmente un
podista che pratica corse più lunghe della maratona. Secondo la mia accezione,
significa aver trovato un attività sportiva che mi faccia star bene e mi regali
sensazioni irripetibili, che mi faccia vivere emozioni molto forti e mi ha
aiutato a trovare dentro di me la giusta forza di volontà e convinzione per
superare i momenti di difficoltà.”
Daniele Baranzini: “Significa perforare il
mondo interiore ed esteriore.”
Francesca Canepa: “Significa semplicemente
ritenere possibile correre QUALSIASI distanza. Senza limiti. Significa che il
mio cervello non vede confini, il mio corpo neanche.”
Lisa Borzani: “Nel senso stretto del
termine significa percorrere distanze superiori ai classici 42 k in senso più
ampio per me significa amare correre su strada o per sentieri per un periodo di
tempo abbastanza lungo da far entrare in gioco variabili diverse oltre a quelle
della classica ‘gara di corsa’ variabili che riguardano l’ambiente esterno ma
anche il proprio intimo modo di vivere la lunga distanza.”
Filippo Canetta: “Cercare di fare
qualcosa che al momento presente sembra impossibile, impegnarsi, farlo e poi
accorgersi che non era impossibile.”
Stefano
Ruzza: “Cercare i propri limiti e
provare a spostarli in là, fisicamente, ma soprattutto mentalmente.”
Stefano Bognini: “Cercare di superare
sempre nuovi limiti.”
Michele
Belnome: “Esserlo significa fare ciò che per gli altri è ritenuto impossibile".
Salvatore
Musone: “Arrivare dove gli altri non
riescono a giungere.”
Roberto D’Uffizi: “Significa avere la possibilità di effettuare un
meraviglioso viaggio dentro noi stessi dove mente e fisico, in sinergia,
cercano di portarti oltre lo stremo.”
Gianluca Di Meo: “Ultramaratoneta non
significa per me oltre i 42 km, ultramaratoneta è uno stato mentale aldilà dei km. È un
avventuriero del limite.”
Silvio Cabras: “Per me essere ultramaratoneta significa riuscire
a fare qualcosa che per molti sembra impossibile!”
Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici e
mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio
pensiero dicendo che è il limite che tende all'infinito. Non ci sono ostacoli,
barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua
ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato
collocato. Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un
peregrinare senza meta ,un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un
punto di origine ne di arrivo.”
Riccardo Borgialli: “Significa sfidare i propri limiti, o meglio,
spingere sempre un po’ più in là il limite che ognuno di noi ha.”
Giuliano Cavallo: “Correre distanze
fuori dalla portata di tutti!”
Efisio Contu:
“Spingermi oltre i miei limiti.”
Luca Pirosu: “Sfiorare la
sofferenza con una delle cose che ti piace di più, sembrerà arrogante, ma ti
senti invincibile!”
Alina Losurdo: “Essere Ultramaratoneta
non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42, ma testa, spostare
quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando dopo tante
ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti chiede di
fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e morire un
milione di volte ma ti porta al traguardo. “
Marco Gurioli:
“Per
me significa correre distanze che superano i 42 Km , ma soprattutto che
impegnino la testa ed il fisico per un tempo tale per cui si senta di aver superato
degli scogli.”
Julien Chorier: “Il s’agit tout simplement d’être capable
d’aborder un ultramarathon. Savoir se préparer à gérer son allure, son
alimentation et son hydratation sur plusieurs heures de course. (Si tratta semplicemente di essere in grado di affrontare una
ultramaratona. Sapersi preparare a gestire il ritmo, il cibo e l'idratazione in
diverse ore di gara).”
Roberto Beretta: “Per me significa
stare in giro ore per montagne, vivere me stesso con le mie difficoltà, fare
turismo e conoscere un nuovo modo di vedere il mondo.”
Marco Albertini: “Per me essere un
ultramaratoneta significa avere un’opportunità unica nel suo genere, data la
mia 'condizione fisica' ahahahah.”
Raffaele Luciano: “L’Ultramaratoneta è una persona che
attraverso la corsa fa un viaggio dentro se stesso, per conoscersi, migliorarsi
e crescere.”
Daniele Cesconetto: “Significa mettersi in gioco, provare
emozioni nuove e intendere l'ultramaratona come un viaggio dentro a se stessi e
non come una gara. A me le classifiche non interessano minimamente.”
Tutto è relativo, tutto è soggettivo, tutto è personale, è quello che
emerge da interviste ad ultramaratoneti per la redazione di un testo rivolto a
loro ma anche a coloro che non conoscono questo mondo particolare per capire le
loro motivazioni, passioni, stranezze, conoscere aneddoti, modalità di superare
crisi, difficoltà, aspetti psicologici che utilizzano per raggiungere i loro
obiettivi.
(1) Hervé Barmasse, La montagna dentro,
Editori Laterza, Bari, 2015, p. 165.
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