mercoledì 3 gennaio 2018

Francesco Cannito, l'uomo immagine che ogni gara vorrebbe avere


Grandissimo Francesco Cannito, l'uomo immagine che ogni gara vorrebbe avere per coinvolgere persone a fare sport e condividere gioia e fatica, l'uomo che guida al traguardo tante persone come se fosse un capotreno che guida il treno dello Sport, se la segnaletica non è esatta ci pensa lui a portarti sulla giusta via sempre sul treno dello Sport, se i ristori non sono sufficienti ci pensa lui a consigliarti come integrarti, grande amico ultrarunner.

Conosco Francesco Cannito, persona umile felice e resiliente, conduttore non solo di treni a rotaie ma anche di treni dello Sport, conduce felicemente e resilientemente al traguardo non solo se stesso ma anche sua moglie e tanti altri vagoni di persone che attraverso lo sport si risentono vivi al mondo.

Il treno dello sport a volte passa e bisogna per prenderlo al volo

Matteo SIMONE 

Il nuovo giorno non ci porta niente se stiamo ad aspettare il corso degli eventi, se rimandiamo, se restiamo troppo nella zona di confort. 

Sta a noi rimboccarsi le maniche e andare verso nuovi orizzonti, verso quello che vogliamo. 
Ora è il momento.
Ogni tanto uscire fuori dalla zona di confort  fa incontrare cose semplici e stimolanti che fanno apprezzare cose che non consideri, il treno del cammino permette di approfondire conoscenza personale, dell'altro e del territorio, la fatica premia.

martedì 2 gennaio 2018

Pietro Urbano, runner: Lo sport ha sempre fatto parte della mia vita

Matteo SIMONE 

Sport sia come pratica fisica per mettersi in moto e sperimentare forza fisica e resistenza sia come beneficio a livello mentale che contribuisce al benessere mentale della persona nella pratica dello sport.

Di seguito, attraverso risposte ad alcune mie domande sensazioni, emozioni e racconti da parte del runner Pietro Urbano, età 57, Società: ASD Atletica Padre Pio,
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Lo sport ha sempre fatto parte della mia vita, da ragazzo giocando a calcio nelle squadre giovanile del mio paese e continuando a giocare nei tornei amatoriali. Intorno ai quaranta anni mi sono dedicato alla corsa amatoriale perché il calcio era troppo traumatico e causa un'ernia al disco ho trovato beneficio nella corsa.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance?I fattori principali del benessere della corsa sono quelli legati sia alla migliore condizione fisica sia alla soddisfazione mentale che la corsa produce.”

Mimmo Patimo: Praticando sport si ha sempre un obiettivo da raggiungere

Matteo SIMONE

Finale regionale campionati
Studenteschi 1979

Lo sport aiuta a mettere ordine anche nella vita, a decidere priorità e obiettivi da cercare di raggiungere organizzandosi e comprendendo cosa bisogna fare e come.

Di seguito Mimmo Patimo, ex atleta e Preparatore atletico/Tecnico nazionale FIDAL dal 1991 nonché insegnante di Ed fisica dal 1985, racconta la sua esperienza da atleta rispondendo ad alcune mie domande.
(Mimmo: La prima foto è la finale regionale campionati Studenteschi 1979, il signore che applaude è stato il mio professore di Ed fisica. Quella foto ha un valore simbolico notevole. Mi ha permesso poi di partecipare ai Campionati Italiani svoltisi a Genova e vinti da Stefano Mei, e dandomi quella spinta a iniziare l'atletica seria.)
Come hai scelto il tuo sport?Per caso mi piaceva correre.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Costanza, volontà e desiderio nel raggiungere risultati sempre più gratificanti.”
Quali fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere o performance?Non saprei, probabilmente il mio paese ha vissuto un ottimo periodo sportivo e in particolare nell’atletica negli anni 70/80.

Milly Crepaz: Capii che lo sport di montagna era la via migliore da prendere

Matteo Simone 

Sono tante le modalità e le opportunità per sentirsi campione.

Lo sport in genere può far sperimentare di essere campione ottenendo validi e ambiziosi risultati, raggiungendo mete sfidanti, salendo sul podio, battendo gli avversari.
A volte campioni significa superare periodi e momenti di crisi e difficoltà oppure come nel caso di Milly campioni si può sperimentare raggiungendo vette, scalando e arrivando sempre più in alto.
Interessante l’intervista che riporto di seguito a Milly Crepaz; scialpinista (ex nel comitato veneto), corsa in montagna, bici, arrampicata.

Giovanni Capasso, ultrarunner: Alla fine di una gara pensi: ammazza cosa ho fatto

Matteo SIMONE 

Piano piano l’ultramaratona porta ad adattarsi a condizioni sempre più dure, a superare gradualmente difficoltà man mano sempre crescenti, a fare cose considerate fuori dalla normalità.

Anche gli atleti stessi si meravigliano di essere riusciti in tutto ciò, stanchi ma soddisfatti e man mano aumenta la consapevolezza delle proprie capacità e risorse così come dei propri limiti, e man mano incrementa autoefficacia, fiducia in sé nel provar e riuscire, e resilienza superando sempre muri e barriere soprattutto mentali.

Eleonora Bazzoni: La soddisfazione più grande la maratona di Roma, 2h 45

Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it

Lo sport come da così toglie, quando tutto fila liscia arrivano imprevisti e inconvenienti che guastano la festa, accade a tanti, ecco perché tocca vivere il momento presente senza rimandare ma godendo di quello che c’è ora.

Di seguito Eleonora racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Che sapore ti ha lasciato questo 2017 sportivo? Avuto problemi, criticità?Questo 2017 ha portato con se tante soddisfazione ma,  non nego anche un po’ di amarezza per come si è concluso. La soddisfazione più grande è stata sicuramente la prestazione della maratona di Roma, 2h 45 il tempo ottenuto alla mia seconda esperienza su questa distanza (la prima feci 2h 51 a Venezia), prima europea al traguardo ..tanta gioia, soddisfazione, emozione. Rimane invece l’amarezza perché  durante la maratona di Berlino (settembre 2017) mi son infortunata e cosi ho dovuto concludere gli ultimi 15 km camminando….il risultato? 2 mesi di stop e tante cure.”

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